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Autore: applestark    06/03/2013    0 recensioni
"Non avrei mai pensato che avremmo avuto un ultimo bacio
Mai immaginato che saremmo finiti così,
Il tuo nome, per sempre il nome che sarà sulle mie labbra"
Rachel ha avuto un incidente, gli stati d'animo di Sam.
SamxRachel
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rachel Berry, Sam Evans
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con un'altra Samchel, scusate ma li adoro insieme
Spero vi piaccia, è ispirata alla canzone Last kiss di Taylor Swift, se l'ascoltate mentre leggete fa un effetto... carino!
Buona lettura, recensite :)

The words that you whispered
For just us to know
You told me you loved me
So why did you go away?



Faceva freddo, la pioggia batteva forte sui tetti delle case, bagnando le strade lastricate e facendo scivolare via le automobile che sfrecciavano verso mete a lui sconosciute.
Percepiva il freddo e l’umido dell’acquazzone anche dalla sala d’attesa  dello squallido ospedale di Lima;
non gli era mai sembrato grigio e cupo come quella sera, era seduto con la testa tra le mani e non riusciva a spendere nemmeno una parola, nemmeno un pensiero.
Non voleva focalizzare quello che era successo, non gli andava.
Nemmeno con l’immaginazione, la triste immaginazione, era mai arrivato a pensare una catastrofe del genere. Perché si, per lui era una tragedia, era come se il mondo avesse perso l’anima che regolava il cambio delle stagioni, tutti i suoni, le parole, i sorrisi.
Si sentiva prosciugato come un fiume che era sempre stato in corsa, e nel giro di poche ore si era ritrovato arido e senza senso.
Questi erano i suoi sentimenti, da quando i medici gli avevano sussurrato dispiaciuti
“Rachel, Rachel  non ce l’ha fatta.”
Tutto quello che avrebbe voluto urlare era “E’ impossibile, lei supera tutto, lei è invincibile”, eppure non si era mosso nemmeno, si era lasciato cadere sulla poltroncina rivestita di blu cobalto e aveva nascosto la testa tra le mani, aveva pianto silenziosamente cacciando via con uno sguardo i dottori, facendo capire a Blaine, a Kurt, a Quinn…che tutto quello di cui aveva bisogno era stare solo , discutere con se stesso, addossarsi le colpe di qualcosa che, purtroppo, non gli aveva potuto competere.
Se fosse stato tutto come nei fumetti che leggeva, gli sarebbe bastato indossare un mantello e volare via, lanciare una ragnatela e fermare quella dannata automobile che aveva spezzato la vita e il sorriso della sua Rachel.
La stessa Rachel che un’ora prima gli aveva detto l’ennesimo “Ti amo e non me ne andrò”.
E lui non aveva risposto, aveva  sussurrato un “Lo so” che probabilmente lei non aveva sentito, eppure adesso si pentiva di non averle urlato che l’ama
va.
 
I do remember
The swing in your step
The life of the party, you’re showing off again
And I roll my eyes and then
You pull me in
I’m not much for dancing
But for you I did

 
Chiuse gli occhi, cercò di isolare la rabbia, e tutto il resto iniziò a correre veloce…
 
I passi di Rachel, incerti e sicuri allo stesso tempo, quel movimento fluido e rumoroso a causa delle ballerine con i tacchi, era così piccola e bassina, se la stringeva poteva quasi nasconderla tra le sue possenti braccia.
Il suo sorriso e la sua voglia di fare, di non arrendersi nemmeno un secondo…erano stati come un uragano stravolgente, aveva visto la sua vita trasformarsi da un foglio in bianco e nero a un film a colori dove non ci sono scene tristi, solo azioni , musica e parole armoniose, quelle parole che tutti vorrebbero ascoltare.
Era riuscita a portare Sam fuori dal suo rarefatto mondo scuro e senza luce, l’aveva trascinato ovunque con lei,  poteva ancora ricordare il modo in cui lei si metteva in evidenza, talvolta facendolo arrossire, non per vergogna…forse più per invidia, l’invidia di non essere così stupefacente, così fantastico, così bello… una bella persona, ecco cos’era Rachel.
Se la vedeva ancora davanti agli occhi, con i vestitini e i calzettoni , che lo invitava a ballare pregandolo di non fermarsi un minuto, anche se i suoi passi erano sgraziati.

 
So I’ll watch you live in pictures like I used to watch you sleep
And I feel you forget me like I used to feel you breathe
Hope it’s nice where you are


Poteva sentire nelle sue orecchie il respiro tranquillo di Rachel, quando dormivano vicini nel suo letto troppo piccolo, gli occhi grandi e dolci della ragazza di prima mattina, quando si svegliavano e lei faceva la sua colazione vegana.
Tutte le volte che l’aveva vista addormentarsi tra le sue braccia mentre guardavano Avatar e lui sapeva a memoria ogni battuta, Rachel rideva ma poi si stringeva al suo braccio muscoloso e finiva per sprofondare nel sonno.
“Sam ma come fai?”
Sentiva nelle orecchie la sua voce cristallina, quando cercava di imparare il Na’vi ma non ci riusciva, le sue esili mani che gli accarezzavano i capelli biondi, i baci… le labbra al sapore di ciliegia,  il suo naso che sfiorava il suo,  il tamburellare del suo cuore contro il suo petto.
Quel cuore che adesso si era fermato.
Non riusciva a crederci.
Non voleva essere dimenticato da lei, eppure sperava che il posto in cui era fosse migliore del mondo dove adesso lui era costretto a vivere, senza di lei… senza il suo sole, senza luce…
Come si sente un bambino quando nel mezzo della nottte manca la corrente e la lucina da notte si spegne? Così si sentiva Sam.

 
So I’ll go sit on the floor
Wearing your clothes
All that I know is that
I don’t know how to be something you miss

 
E la parte più difficile non era nemmeno quel momento, nel quale avrebbe voluto fare testa e muro così tante volte da dimenticare quello che stava vivendo;
la parte complicata era vivere ogni giorno con quel fardello, quel ricordo, quel peso enorme da portare sulle sue spalle…
Non sarebbe mai più stato il Sam di una volta, adesso era un’altra persona.
Era un ragazzo disertato e incapace di camminare, aveva subito un trauma così grande che gli mancava il respiro, gli avevano strappato il cuore, adesso il suo petto era vuoto, e non sapeva come fare ad essere qualcosa che gli mancava da morire.
Nella sua testa ormai i ricordi di un languido passato avevano fatto spazio all’ultima volta che l’aveva vista.
Vista per davvero.
La pioggia le aveva bagnato i capelli , indossava il cappottino giallo canarino della prima volta che era stata a casa sua, le solite ballerine nere e un capellino grigio sulla testa, meravigliosa come sempre, raggiante…e soprattutto viva.
Voleva cancellare dalla sua memoria la Rachel sdraiata su un letto d’ospedale, i capelli sparsi sul cuscino a formarle quasi un’aureola, gli occhi chiusi, il viso pallido di chi non ha più vita, intubature dappertutto, il triste pigiama che ti fanno indossare in ospedale, un sorriso incerto sulle labbra.. quelle labbra una volta rosee e profumate, quelle labbra che aveva baciato così tante volte e che adesso non gli appartenevano più.
Davvero non poteva crederci, gli sembrava di morire passo dopo passo… come un soldato che dopo la battaglia ha perso tutti i suoi amici.
Che senso aveva ritornare a casa?
Perché non gli era toccata la stessa sorte?
 

Never thought we’d have a last kiss
Never imagined we’d end like this
Your name, forever the name on my lips



Sam Evans aprì gli occhi.
Aveva pianto così tanto che vedeva tutto appannato, come attraverso un vetro.
Vedeva all’angolo del corridoio gli amici del Glee club stretti ad Emma Pillsbury, Blaine teneva la mano a Kurt, Quinn a Puck, Santana a Brittany… I genitori di Rachel si stavano stringendo, Leroy piangeva più forte e teneva la mascella serrata. Shue andava avanti e indietro nel corridoio , le luci spente e Sue in un angolo, dispiaciuta per davvero.
E invece lui stava ancora seduto, fissava un punto indefinito nel pavimento, gli occhi verdi terribilmente arrossati e un groppo in gola.
Non avrebbe mai pensato che avessero avuto un ultimo bacio, non aveva mai immaginato un finale del genere per la loro storia, pianificavano il futuro… un futuro splendido fatto di una donna , stella di Broadway, un fumettista mezzo fallito e dei bambini biondi e con gli occhi castani a gironzolare per casa.
Quella non poteva essere la fine, e se lo era, sicuramente si trattava di un brutto sogno…
Avrebbe voluto vederla ancora, eppure i medici gliel’avevano vietato, ormai non c’er apiù.
Oramai stava volando via, la pioggia l’aveva cancellata, un errore e la sua piccola non era più lì con lui, a tenergli la mano e a rassicurarlo.
Mai più.
Quelle parole non gli avevano mai fatto paura come in quel momento.
Nonostante fosse in uno stato di inerzia morale e fisica, Sam si alzò e andò a sedersi fuori la porta della stanza dove giaceva senza vita il corpo della ragazza che aveva amato per così poco tempo.
Sepolse nuovamente il viso tra le sue mani e immaginò di sentire il profumo dei capelli di Rachel, il buon odore del suo collo quando uscivano il sabato…
Rachel.
Quel nome, per sempre sulle sue labbra.
  
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