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Autore: shimichan    06/03/2013    5 recensioni
“Il destino degli amanti è sempre tragico”.
“Allora è un bene non esserlo mai stati, Shinichi…”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a chi segue le mie fanfiction e a chi mi sprona a scriverne ancora...

Il destino degli amanti




Il destino degli amanti è sempre tragico.
La tua voce, più flebile nel sussurro che la racchiude, si spezza facilmente a contatto con l’aria, eppure è abbastanza forte da farla trasalire.
Non mostra la sua inquietudine, ma l’acqua della pozzanghera che accarezzava con la punta del piede s’increspa all’improvviso.
“Allora è un bene non esserlo mai stati, Shinichi…”.
È la ragione a scucire tali parole dalle sue labbra, lo sai. Perché nel suo sguardo, tremante per lo sforzo di apparirti saldo, leggi una verità diversa, un desiderio nascosto. Rimpianto, forse?
Inutile stupirsi. Per lo stesso motivo, pochi istanti fa, hai violato il silenzio che sacralmente vi aveva accompagnato fino a quel punto.

 
 
La guardi. Sorride felice, tendendoti la mano sulla strada del parco.
Il verso degli uccellini appollaiati tra rami, il frusciare degli alberi, le grida allegre dei bambini che si ciondolano sulle altalene, il suono della sua voce che ti dice: “Ho voglia di un gelato”.
È questo il mondo che hai scelto, anche se ormai il pensiero che sia accaduto l’esatto contrario, ti tormenta, prigioniero di un’attrazione adolescenziale che ormai non t’infiamma più.
Come ci si sente ad aver immerso, avide, le mani nell’agognata felicità e scoprire poi che non la si stava cercando?
“Su, Shinichi!”. Il suo richiamo ti scuote.
Celi l’aguzzino della tua anima dietro un sorriso sereno e cerchi di assecondarla.
Non è difficile, coraggio. Solleva un piede, allontanalo dall’altro e ripeti il tutto.
Non vorresti, ma ti imponi di farlo: sei una marionetta che muove i suoi stessi fili.
Ecco bravo, ora di nuovo, destro e sinistro.
Marca il suolo coi tuoi passi, lima la distanza che vi separa. E non dimenticare di sorridere.
Te lo ha sempre detto anche tua madre –‘…che sia stato un successo o meno, the show must go on’. Sfoggia la tua perfetta dentatura allora, raggiungila, fingi naturalezza, recita in quel palcoscenico spoglio che è ormai la vostra vita.
Cos’è quella sensazione che ti svuota dentro, mentre raccogli le sue dita, seguendola verso il chiosco? Hai forse scordato una battuta?
Perché non si quieta, quando l’abbracci? Non era la mossa giusta.
Spaesato, ti volti verso il gobbo, dietro le quinte. È lì il vero spettacolo.
 
 
Perché? Perché sei venuto, Shinichi?”.
Il tuo corpo è percosso dai brividi, ma non è la pioggia battente a provocarli.
Ran è a casa, ti aspetta al caldo, con lei non tremeresti così.
Vattene: una supplica non pronunciata, non merita di essere ascoltata. Così rimani fermo sulla soglia, le braccia tese lungo i fianchi, il respiro affranto dalla corsa.
Non hai nemmeno il coraggio di guardarla, temi di specchiarti nei suoi occhi, temi di scorgere il tuo stesso riflesso. Cosa ci vedresti?
Cominci ad agitarti, complice il silenzio ingombrante che c’è tra voi, apri e serri i pugni, ma non parli. Tra poco i pensieri ed i timori accumulati nella tua testa esploderanno in una scenata sconveniente, lo sai. E lo sa anche a lei, per questo t’invita riluttante ad entrare.
Sei nella tana del lupo, eppure mai come in questo istante, Shiho, ti è sembrata un agnello impaurito.
“Non abbiamo fatto nulla di cui pentirci…”.
“…non ancora…” puntualizzi stremato da quella situazione.
L’hai creata tu, Shinichi, inseguendo il sogno di un amore immaturo, negandole la tua presenza, fuggendo al cospetto della sua…allora non potevi immaginare che la lontananza vi avrebbe logorato a tal punto da rendere impossibile anche solo incrociare lo sguardo dell’altro, per paura di non riuscire più a districarsene.
“Ti prego…”.
L’instabilità della sua voce basta ad aizzare la speranza rinfocolata quel pomeriggio, quando i suoi occhi ti hanno parlato più chiaramente della sua bocca.
“Ti prego…l’hai detto anche tu…il destino degli amanti non ha lieto fine…”.
È folle, vero? Aver lottato strenuamente per riottenere una vita che non si desidera affatto.
Assurdo aspirare alla sofferenza che promette il vostro amore.
“Sono o non sono il figlio di uno scrittore? Posso cambiare il finale…”.
Ti avvicini sicuro, riempiendo l’abisso che vi eravate promessi di non colmare mai, e la inchiodi alla parete. È così piccola tra le tue braccia, lacerata da una lotta interiore che ha reso deboli le sue resistenze.
“Io sono dolore” mormora, nascondendo il volto sulla tua spalla.
Non puoi essere tu la sua cura, ti accontenti di farne parte.

 
 
Scivoli tra le vie della città, ascolti disinteressato le sue chiacchiere ed i commenti riservati ai capi esposti nelle vetrine, l’accompagni nei negozi, come un fidanzato devoto ad un amore ormai spento.
Buffo, Ran ti ha insegnato a seguire il tuo cuore, ma sei certo morirebbe se scoprisse dove esso ti ha portato. Non puoi lasciarla, non lo merita.
Ti ha aspettato fedele, consumando il vetro della sua camera con sguardi imploranti e spezzando il tuo nome in singhiozzi.
Sei sempre stato convinto che la sua felicità dipendesse dalla tua, troppo tardi ti sei accorto che essa si completa semplicemente avendoti al suo fianco.
È un bene? Lo sarebbe se la tua ricambiasse, se anche a te bastasse il tepore del tenero sentimento che vi lega. Invece hai imparato che per poter essere davvero felici bisogna zittire la coscienza e rincorrere l’egoismo.
“Come sto?” ti chiede, esibendosi in un mezza piroetta per mostrarti l’abito che si è appena provata.
Annuisci distratto, irritato da quel mondo di menzogne che comincia a soffocarti.
Lei aggrotta la fronte e si lascia cadere le braccia lungo i fianchi, amareggiata. “Ti stai annoiando?”.
Attento, Shinichi, ogni piccolo gesto mancato può far sorgere dubbi.
“No, sei meravigliosa…”.
Sei fortunato, Ran non nota la frettolosa enfasi di quel commento e ti regala l’ennesimo sorriso, prima di scomparire dietro ai camerini, non facendo così in tempo a scorgere la piega improvvisamente dura delle tue labbra.
Devi immergerti nei ricordi per addolcirla.
 
 
“Shinichi…tu hai Ran, devi pensare a lei…noi non possiamo…”.
Adesso sei tu a restringerti in un affranto sospiro.
“Io sono sbagliata per te”. 
“Come fai a dirlo?” ribatti con la cocente delusione dell’amante respinto. “Come fai a resistere, a restartene indifferente vedendomi con lei?”.
La sua sicurezza vacilla per un momento, lo capisci quando si stringe alla tua camicia in cerca di un apporto che tu non le concedi. E i vostri occhi finalmente s’incontrano.
Arrossisce davanti alla determinazione che li illumina, vergognandosi forse di non possedere una natura altrettanto ferma.
“Non lo sai…?” sibila colpevole “…dove c’è molta luce, l’ombra è più nera…”.
Sorridi a quella metafora: dovrebbe aiutarti a comprendere quanto irrimediabilmente diverso sia il suo mondo rispetto al tuo, invece ha l’unico effetto di rafforzare le tue convinzioni.
“Preferisco stare al buio piuttosto che sotto un sole che non mi riscalda più!”.
È terribile il tono in cui hai pronunciato quella frase, che fino ad ora era solo alleggiata tra di voi, ma ha il potere di basirla, mentre avvicini le labbra alle sue, chiudi gli occhi, l’assaggi e lasci a tua volta che scopra il tuo sapore.
E’ un bacio forte, esigente, fin troppo atteso e bramato da entrambi, nonostante le false ritrosie che avete inscenato.
Vi incendia, vi destabilizza, vi rende impazienti di raggiungere la camera in fondo al corridoio.

 
 
Quanto avevi sognato quel momento? Quanto lo avevi desiderato, proibendoti di averla anche solo nei tuoi pensieri?
L’attesa, che doveva rimanere eterna secondo un muto patto stipulato dalle vostre coscienze, aveva accresciuto la smania di volere ed ottenere di più, l’uno dall’altro, in una prima volta quasi feroce, forte, carica di desiderio e di tutti i sentimenti che erano stati repressi nel tempo.
 
 
Crolli al suo fianco, trascinandola nella tua presa. Come può essere sbagliato, se i vostri corpi s’incastrano alla perfezione in quell’abbraccio che ha il profumo di entrambi?
Le sfiori la pelle, ripercorrendo il cammino che le tue dita hanno tracciato e ritracciato infinite volte, senza stancarsi mai di ripeterlo.
Le gambe, i fianchi, il seno, la spalla. Vuoi imprimere nella tua memoria ogni dettaglio, conscio che l’illusione, da cui siete stati rapiti, si frantumerà appena uscirai dalla stanza.
Shiho fa lo stesso, accarezzandoti con lo sguardo. Tutto racchiude il suo atteggiamento: l’incontenibile gioia che dona l’avidità, il piacere vissuto appieno dopo averlo a lungo reietto, l’atroce pena di dover dividerti con un’altra donna, che non si riesce ad odiare.
Sarebbe tutto più semplice, invece il disprezzo le si rivolta contro, sobillando sensi di colpa che speravi di aver estirpato. Per questo le scosti la frangia posandole un bacio sulla fronte, come il tenero amante che non sei stato, e le fai sollevare il volto, incrociando i suoi occhi lucidi.
“Non si può più tornare indietro. È un treno che non fa soste quello in cui siamo saliti…” ti mormora combattuta.
Catturi allora la sua bocca, rassicurandola e scacciando le paure di un futuro che non esiste oltre quel letto.
Paure che si ripresentano puntuali, quando, costretto dai doveri di una vita che non ti appartiene, ti separi da lei, sedendoti sul bordo del materasso per ripescare i tuoi vestiti dal pavimento.
Come ti senti ora? Le hai fatto assaggiare un pezzo del paradiso che non potrà mai avere ed ora l’abbandoni ad un destino che, forse, sarà sempre diverso dal tuo. Osservi ancora un istante la sua schiena nuda, mentre Shiho non ha il coraggio di mostrarti il suo pianto, lacrime che portano il tuo nome, eppure la invidi, biasimando te stesso.
Lei gode di una libertà a te preclusa, quella di dar sfogo alla sofferenza che vi accumuna.
Il destino degli amanti…” sussurri a fatica contro la porta “…è vivere una vita a metà”.

 
 
Insisti per portare tu le borse, sicuro che Ran scambierà questo tuo gesto per un’affettuosa attenzione, mentre in realtà è solo un modo per tenere le mani occupate, scampando così il pericolo di manifestare l’irritazione e l’inquietudine che avverti ormai da quando siete usciti dal negozio.
“Allora ci vediamo stasera!” esclama allegra, fermandosi sul primo scalino dell’agenzia per poter raggiungere la tua altezza.
Riuscirai a resistere alle sue sdolcinatezze?
“Purtroppo dobbiamo rimandare…” tuoni afflitto, eludendo il suo sguardo ed il sorriso che si sta spegnendo. “Avevo promesso di controllare alcuni casi e visto che sono stato tutto il giorno con te…”. Sei subdolo, ma questo è l’unico modo perché non ribatta.
Ran ti getta le braccia al collo, baciandoti dolcemente. E vedi il suo viso macchiarsi d’innocente stupore, quando, al suo tocco, t’irrigidisci.
Come hai potuto tradirti così maldestramente? Non hai nemmeno il tempo di formulare qualche scusa, però, che, di nuovo spensierata, ti saluta, sparendo dietro il portone. Ancora una volta la sua ingenuità ha sopperito i tuoi errori, facendole credere che sia stata la tua goffaggine ed la tua scarsa propensione alle effusioni in pubblico a bloccarti.
Sospiri, svincolandoti tra la gente, diretto nel verso opposto a quello di casa tua.
Non è quella la tua meta, non esistono fascicoli da esaminare. Sono tutte menzogne atte a coprire quella più grande: stai andando da Shiho, anche non sei ancora riuscito a trovare un finale diverso.
Corri, mentre l’imbrunire confonde le sagome delle persone che ingombrano il passaggio, ed osservi la lenta agonia del giorno. In fondo non siete dissimili alle creature che popolano le fiabe e le fantasie dei bambini: vi abbandonate alle dolci cure della notte, paventando il momento in cui un tenue bagliore si staglia all’orizzonte.
La tua è una breve comparsa, una compagnia passeggera che lascia traccia di sé su lenzuolo già freddo, appena metti piede sul pianerottolo.
La uccidi ogni volta in questo modo, lo sai. Dai la caccia ai delinquenti, ma per il tuo crimine non esiste ancora condanna.
Puoi solo morire con lei nei fugaci incontri che vi tengono uniti e fingerti vivo durante l’ennesima replica dello spettacolo che hai montato, perché il destino degli amanti si costruisce su momenti rubati alla vita degli altri.







***spazio autrice***
Ok...sono già tremendamente in ritardo con l'fanfic, ma ieri mi è venuta quest'idea e così eccola qua!!!XD
Non ho particolari spiegazioni da dare (credo sia abbastanza chiara...) perciò vi saluto, ringraziandovi per averla letta e per eventuali recensioni... :D
Bye Bye

  
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