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Autore: Midori Haruka    06/03/2013    1 recensioni
[ Belarus x England ]
[ Sergey Arlovskij x Arthur Kirkland ]
La distanza è una brutta belva, soprattutto quando l'unica cosa a cui pensi dista ore e ore di viaggio.
Ma infondo, al cuor non si comanda.
{ Scritta in una lunga gita in Inghilterra~.
Sperando che possa piacervi. |( ̄3 ̄)| }
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Il rumore costante dell'acqua che cadeva era l'unico suono che si avvertiva nel silenzio di quella piccola casa.
Il bielorusso non era troppo d'accordo con quella sua voglia di lavarsi, proprio ora che potevano passare del tempo assieme. Insomma, erano sempre troppo poco frequenti i loro incontri, molto meno di quanto desiderasse in realtà Sergey.
Il bielorusso scosse lievemente il capo, pensando con vago fastidio al tempo che l'inglese stava perdendo sotto l'acqua. Mosse qualche passo sul lucido parquet in legno, iniziando ad esplorare le varie stanze di quella casa.
La camera, con quelle lenzuola fin troppo conosciute, la cucina, con i suoi vaghi aromi di dolci e il bagno, quasi nascosto affianco alla camera da letto.
Gli occhi viola del bielorusso ebbero un guizzo, quando notarono ciò che giaceva in un angolo dell'antibagno, incustodito.
Camicia, jeans e boxer.
Un ghigno divertito si disegnò sulla linea sottile delle sue labbra, mentre Sergey si prendeva una piccola e personale vendetta per esser stato lasciato solo in quel breve lasso di tempo. Portò con sé quei pochi vestiti andando a riporli dietro l'anta dell'armadio, il più silenziosamente possibile, mentre poi andava a distendersi sul materasso, incurante delle brutte pieghe che così facendo prendeva la sua leggera camicia grigia; la stessa indossata al meeting della mattinata.
Il bielorusso chiuse le palpebre, portando l'avambraccio a nascondere gli occhi, mentre la mente seguiva il flusso più disparato dei suoi pensieri.
Era stato troppo tempo lontano da lui e tutta quella lontananza gli aveva fatto ancor più desiderare Arthur, il sapore della sua pelle, le sue labbra che sfarfallavano il suo nome, con quell'accento che solo lui sapeva dare...
« Sergey! »
Un accento vagamente arrabbiato, questa volta, mentre il bielorusso apriva giusto giusto un occhio.
Gocce umide cadevano dai suoi capelli chiari, scivolando sulla pelle nuda del suo collo e correndo giù per il suo petto, fino a scomparire nel sottile asciugamano bianco che cingeva a coprire i fianchi dell'inglese, lasciando alla vista del rappresentante dell'est le gambe snelle e scattanti.
Sergey gli sorrise, mentre scostava il braccio dal volto, allungandolo sul materasso e sollevandosi un poco verso di lui.
« .....da? »
Una semplice parola nella sua lingua natia, quando il bielorusso sapeva benissimo che cosa avesse fatto irritare l'inglese. Lo guardò, quasi nell'illusione che quello sguardo bastasse a saziare la voglia sopita che aveva di lui.
« Dammi i vestiti. »
Richiese, con un tono che non voleva ammettere repliche.
Sergey assottigliò appena lo sguardo, senza lasciare trasparire nulla dei suoi pensieri, allungando solo le mani per afferrarlo e impedirgli di allontanarsi.
« Ho fame. »
... Di te. Ho un'immensa fame di te, della tua voce, dei tuoi tocchi, di tutto ciò che facciamo quando siamo assieme.
Il bielorusso lasciò correre le mani sul suo corpo nudo, umido e caldo, tracciando con delicatezza la linea della schiena, dal basso verso l'alto con un'insolita lentezza.
« .... Sergey... »
Arthur sospirò il suo nome e una delle sue mani corse a tirare indietro parte di quella massa bionda di capelli, appena prima di volgere gli occhi smeraldo dentro le ametiste altrui.
Sergey non era l'unico a soffrire per quella lontananza e le iridi dell'inglese parevano esprimere lo stesso desiderio che il bielorusso covava dentro di sé.
Una mano ancora bagnata arrivò ad accarezzare il viso del bielorusso, la cui reazione non attese a farsi vedere; incurante del fatto che Arthur fosse ancora bagnato, Sergey lo tirò fino a farlo sedere su di sé, in una posizione più comoda per poterlo baciare.
Le mani si posarono sui suoi fianchi e dopo diversi attimi le labbra dei due amanti tornarono a stringersi in un dolce bacio, come non facevano da tempo.
Avvertì le mani dell'inglese insinuarsi e stringere i suoi capelli e di riflesso socchiuse gli occhi, ad osservare il viso, così vicino al suo.
Si separò da lui quando ormai aveva già il respiro corto, e gli sorrise, uno di quei sorrisi che di rado compariva tra le pieghe delle sue labbra, un sorriso sincero di felicità.
« Arthur... »
Sussurrò il suo nome, alzando una mano ad accarezzare il suo viso.
Le successive parole rimasero imprigionate sulle labbra del bielorusso, interrotte da un leggero bussare alla porta principale della casa.
« Arthur? Are you at home? »
L'inglese s'irrigidì di colpo tra le braccia dello slavo, scattando in piedi e allontanandosi borbottando qualcosa.
« DAMMI I VESTITI. »
Sussurrò al bielorusso, frenetico, ricevendo in risposta una vaga occhiata seccata e i vestiti in piena faccia. Decisamente, Sergey non capiva, e non gli piaceva affatto quella situazione.
« ...è la Regina. »
Spiegò frettolosamente l'inglese, mentre s'infilava i vestiti e rispondeva cortesemente alla donna oltre la porta, non degnando più il bielorusso di un'occhiata.
« Nasconditi da qualche parte, muoviti! »
Gli sussurrò, così che a Sergey non rimase che stringersi nelle spalle, arreso. Prima il proprio dovere, si erano detti.
Allungò appena una mano ad afferrare l'inglese prima che aprisse la porta e gli schioccò un leggero bacio sulle labbra.
« A dopo. »
Gli promise, prima di approfittare della finestra aperta e occultarsi nel piccolo giardino curato della casa.
  
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