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Autore: Nakedontheairplain    06/03/2013    2 recensioni
E dire che quel ragazzo faceva battute molto più divertenti, ma Harry aveva bisogno di liberare il nervosismo, ma niente sfuggiva all’udito vigile di Louis.
«Harry» infatti pronunciò serio mentre accendeva la sigaretta fra le sue labbra rosee e sottili con un accendino trovato sulle piastrelle fredde del bagno «n-non c’è motivo di essere agitato» iniziò, nemmeno lui così sicuro come sembrava qualche ora prima.
«Abbiamo ucciso una persona, e tu pretendi persino, dopo avermi coinvolto, che io sia calmo?»
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come on skinny love, what happened here?

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La tiepida brezza che soffiava in un giorno di primo settembre poteva far rilassare davvero chiunque, un solo ragazzo rimaneva immune alla dolcezza con cui l’aria lo cullava. 
Harry Styles - un giovane di buona famiglia recentemente fuggito nella periferia di Londra con il suo ragazzo - si ergeva marmoreo sul Millenium Bridge, lasciando che il venticello gli accarezzasse i ricci color nocciola esponendo la sua mascella scolpita alla vista di tutti, anche se forse tutti è un aggettivo troppo azzardato dato che a quell’ora della notte passavano ben poche persone per strada.
Il fatto è che davvero non riusciva a dormire, ma la sua insonnia era dovuta a motivi ben poco comuni. Un peso gli chiudeva lo stomaco in una morsa che giorno in giorno si stringeva sempre più senza lasciarlo quasi respirare. Sorprendente era il fatto che in un solo anno il suo cervello si era completamente sfaldato, distrutto, reso inutilizzabile da un solo fatto - ora non più di un ricordo che ancora brucia nella mente liberando un denso fumo grigio che offusca il resto.

 Il più giovane inclinò la testa cercando di vedere meglio il corpo illuminato dalla fioca luce di un vicolo di periferia, subito dopo aver visto tutto quel che c’era da vedere la riportò alla normale posizione, inorridito. «Lou?» richiamò poi l’attenzione del giovane al suo fianco, che con uno scatto si girò, le mani ancora intrise di sangue proprio e altrui mischiato in una sostanza rossastra «dici che l’hai ucciso?» mormorò appena. A quelle parole gli occhi di Louis brillarono di furore «Harry, non fare il bambino» lo richiamò severo «tu mi hai aiutato, noi lo abbiamo ucciso». Con il suono della voce del suo ragazzo che gli ronzava nella mente, Harry ebbe un ripensamento: lui non era abituato a questa vita, lui era un innocente inglese, non un delinquente. Ma il punto è proprio questo: Harry era un innocente, Louis lo aveva cambiato.
Ricordò il disprezzo sul volto dei suoi genitori quando lo avevano trovato a pomiciare allegramente con Louis sul piano dello studio. Da quel fatidico giorno i genitori di Harry per ottenere informazioni sul conto del giovane delinquente lo chiamavano il suo amore scarno, come un nome in codice per non dover pronunciare quel fetido Louis Tomlinson. E proprio come  i pittori francesi dei fouves prendono il loro nome da una critica, Harry e Louis avevano ereditato il loro dal disprezzo dei genitori del primo.

Come on skinny love
Pour a little salt, we were never here

 Il dubbio svanì nel nulla quando Louis porse al piccolo una manciata di sale ordinandogli di nascondere qualsiasi traccia.
Harry obbedì, nel vago bisogno di fare qualcosa per proteggere una persona dopo averne distrutta un’altra.
Harry obbedì, perché ormai non sapeva più cosa fare.
Harry obbedì, perché per il suo amore scarno avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Harry obbedì, perché era innamorato.
Quando il riccio, conclusa l’operazione, si voltò trovò il viso riconoscente di Louis a pochi centimetri dal suo e nemmeno riuscì a calcolare quel che stava succedendo che le labbra del più grande furono a divorare dolcemente le sue, un bacio riconoscente, un bacio di ricompensa, un bacio di ringraziamento, un bacio d’amore.

 Staring at the sink of blood and crushed veneer

Furono le mani del più grande a fermare il bacio quando  «forza, andiamocene» sussurrò prendendo il suo ragazzo per mano. Harry si girò per guardare per l’ultima volta quella cruda realtà annegata in una pozza di sangue circondata da muri scrostati.
 
Un altro brivido attraversava la schiena del riccio, non per il freddo, bensì per il ricordo, e lentamente una lacrima sfuggiva dall’occhio socchiuso, offuscandogli la vista dell’acqua sottostante che brillava per la luce riflessa dei lampioni.
Scavalcava il parapetto sistemandosi sul sottile bordo che lo separava da una morte certa.
Si sarebbe subito buttato, se solo non ci fosse stato Louis a tenerlo legato ad una corda di sentimenti.
In quel momento per Harry sarebbe stato più facile tagliarla, ma l’amore non è cosa che si distrugge facilmente.
I tell my love to wreck it all
Cut out all the ropes and let me fall
Right at the moment this order’s tall

Si slacciava il cappotto lasciando che l’aria – ora più fresca – pungesse il suo petto, è un nuovo ricordo si fece vivo nella sua memoria.
 
La luce nel bagno fu accesa. I cavi scoperti che correvano lungo le parenti e convergevano in una lampadina che pendeva dal soffitto emisero un suono che stava a significare che stava passando la corrente in quei tubi in gomma colorati.
Le pareti non dipinte da anni - a tratti con i mattoni a vista – lasciavano intravvedere di che tipo di persona fosse la casa.
Le mani ancora sporche di Louis afferrarono i lembi della maglietta di Harry «cosa stai facendo?» sussurrò il riccio, tremando ancora, sconvolto per quanto accaduto ore prima.
Louis non aveva messo fine a una vita.
Loroavevano messo fine a una vita.
«Sta calmo, santarellino» scherzò Louis, e i suoi occhi brillarono leggeri per la prima volta quella fredda sera «non voglio mica stuprarti» parlò dopo un risolino, che poi si trasformò in ghigno. Si avvicinò pericolosamente al riccio e «o forse no» soffiò sulle sua labbra per poi tornare alla posizione in cui era prima. Harry ridacchiò «non è stupro, se io sono favorevole» l’aria si stava alleggerendo, finalmente, Louis faceva sembrare tutto sempre dannatamente bello,  semplice  «smettila di provocarmi Harold, sai che potrei scatenare le mie voglie più nascoste» sorrise il più grande togliendoli con fare materno la maglia insanguinata e buttandola nella vasca da bagno.
A breve furono spogli di ogni indumento che giaceva sotto un getto d’acqua fredda «dovremmo comprarci una lavatrice» incespicò Louis infilandosi una sigaretta in bocca, la risata di Harry si scatenò ancora una volta. E dire che quel ragazzo faceva battute molto più divertenti, ma Harry aveva bisogno di liberare il nervosismo, ma niente sfuggiva all’udito vigile di Louis.
«Harry» infatti pronunciò serio mentre accendeva la sigaretta fra le sue labbra rosee e sottili con un accendino trovato sulle piastrelle fredde del bagno «n-non c’è motivo di essere agitato» iniziò, nemmeno lui così sicuro come sembrava qualche ora prima.
«Abbiamo ucciso una persona, e tu pretendi persino, dopo avermi coinvolto» e lì fece una pausa; non era Louis che lo aveva coinvolto, era l’amore che li legava «che io sia calmo?» sbottò allora Harry camminando nervosamente nella stanza «ma, Harold» sentenziò Louis, chiamando con voce sottile il nome che tanto faceva addolcire il suo interlocutore «noi avevamo il diritto di farlo, ricordi che ci ha fatto quella bestia?» il piccolo scosse la testa «certo, ma nessuno merita di morire» smentì allora.
Allora Louis, allo stremo delle forze, spense la sigaretta e strinse il suo amore scarno in un abbraccio, cercando di rassicurarlo «andrà tutto bene» sussurrò accarezzandogli i ricci «ora andiamo a dormire, hai bisogno di riposare».
 
Le lacrime ormai erano parte del viso del giovane, ma un sorriso gli dipingeva il volto, perché dopotutto ricordare dell’amore che provava per Louis non poteva fare altro che bene. Ma ben presto il sorriso scomparve, rimpiazzato da un triste ricordo.
 
«Harry, infila questa, svelto» aveva ordinato Louis al piccolo di prima mattina, porgendogli giacca e cravatta, sei mesi dopo il loro grande segreto «buongiorno anche a te, amore» era riuscito a sbiascicare l’altro «non fare il coglione, l’udienza è tra mezz’ora» il cipiglio sulla faccia del riccio scomparve quando iniziò a ricordare.
Cinque mesi dopo l’omicidio erano state viste, da alcune telecamere di sicurezza, pellicole che raffiguravano Harry, Louis e l’uomo ucciso parlare animatamente, tre ore prima della morte.
Cinque mesi dopo furono stati convocati ad un’udienza, come testimoni, ma in poche ore avrebbero raggiunto il banco dei sospettati.

And I told you to be patient
And I told you to be fine
And I told you to be balanced
And I told you to be kind

E dopo le amorevoli raccomandazioni di Louis, Harry entrò in aula, dove ogni alibi venne distrutto.
 
Altre lacrime, forse era colpa sua se lui e Louis erano nei guai.

 And in the morning, I’ll be with you
But it will be a different kind
‘Cause I’ll be holding all the tickets
And you’ll be owning all the fines

 Harry, quella note di settembre, aveva deciso di intraprendere il sentiero più corto, il più semplice.
Harry, quella notte di settembre, aveva deciso di suicidarsi.
Il giorno dopo sarebbe tornato a vegliare su Louis - non più come corpo, ma come anima – lui avrà in mano tutte le multe, Louis le ricevute, dovrà scontare tutto per lui.
Questo fa male, sapere di ferire la persona che più si ama, ma Harry ha già ferito tanto, perché uno in più dovrebbe fare la differenza?
 
«Harry? Cosa ci fai lì?» è la voce giocosa del suo amore scarno, lo chiama.

 Who will love you?

 «Cosa stai facendo? Scendi subito!» è la voce preoccupata del suo amore scarno, lo vuole.

Who will fight?

 «Harry!» grida ancora, è vicino ormai. Il riccio si china dall’alto del parapetto sulle labbra di Louis.

 Who will fall far behind?

 «Ti amo» sussurra il più piccolo sulle labbra del moro, lascia una carezza sulla guancia – rigata da una lacrima – e si lascia cadere all’indietro.

-

 

 Shalala. ♥ (si, è la nuova apertura dello spazio autrice)

Prima cosa, la più importante, quello stupendo banner è opera della splendida VegaH, grazie anche per il tuo supporto, ti voglio bene.
 
Secondo, saluto le buone anime che sono arrivate a leggere fino a qua (ciao c:) e le ringrazio di cuore.
 
Let’s talk about this story. (Perché in inglese suona dannatamente figo)
Allora… l’ho scritta tutta di getto perché solitamente è una cosa che mi porta fortuna (wtf?) quindi a dir la verità non sono molto sicura di questa storia, ditemi se è brutta, così la elimino, davvero. Forse non è niente di speciale, voglio dire, il finale lascia a desiderare, lo taglio?
E’ basata sulla canzone Skinny love di Birdy (ma no?), ragazza che io amo, canzone che ho voluto in parte reinterpretare perché, parliamoci chiaro, non pensava proprio a ‘sta roba quando l’ha scritta, si sa.
Sì, è un’altra Larry, no, non scrivo solo Larry, ma mi danno sicurezza così finisco per pubblicare solo quelle, perché, andiamo... sono l’amore.
Il tema è scarno (Dio se amo questo aggettivo), inizialmente doveva essere un po’ diversa ma si è sviluppata così. :o Per esempio: il tipo assassinato doveva essere uno di una specie di clan di omofobi che perseguitava i miei Harry e Lou (si doveva chiamare Stan, lol), poi mi sembrava troppo e ho lasciato perdere. Immaginate voi, cosa pensate che abbia fatto Stan ai Larry? Tell me. °u°
Quindi la storia non è troppo costruita, perché è una torre di sabbia: più è alta più ci sono possibilità che si formino crepe, quindi l’ho lasciata molto sull’astratto, lascio viaggiare la mente dei lettori.
 
Mi scuso – se c’è qualcuno che leggeva ‘corridor 203’ – per la storia cancellata, in realtà ho scritto i primi quattro capitoli, ma poi il ragazzo a cui mi ero ispirata ha smesso di piacermi e mi sentivo come se non ci fosse nessun motivo di continuarla. #capitemi Forse la ripubblicherò quando finirò di scriverla c:
 
Parlando di altre storie, si, è vero, non pubblico spesso, scrivo tantissimo ma non sono mai convinta di quel che produco, ergo non pubblico (capitaaaaan ovvio).
Ho, comunque, in programma una fanfiction su un po’ tutti i ragazzi – principalmente Zayn – che però è una het *le tirano frutti marci* ci rimugino da mesi, ma non ho il coraggio di scriverla, lol. Doveva essere un poema con ventordici milliastici di capitoli, ma penso che – se la scrivo – la ridurrò a one shot.  
 
Okay, forse dovrei concludere, mi sembra di parlare a nessuno.
 
Soooo, Chiara, se stai leggendo, guarda quanto sono popolare. ♥
Uh, saluto anche Giulia perché spia sempre la mia pagina efp, ma è tirchia e non mi lascia recensioni. ♥
 
Come al solito vi chiedo di lasciare un parere – positivo o negativo, sono utilissimi entrambi – ma ringrazio chiunque faccia il lettore silenzioso, come ringrazio chi preferisce (andiamo Valeria, perché diavolo dovrebbe piacere questa storia?), davvero. ♥
 
Lascio il mio twitter, perché mi sa di firma e mi piace.
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