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Autore: Hikary    07/03/2013    4 recensioni
[Cast Les Miserables]
{Aaron, George, Fra, Samantha, altri ~ AaronCentric ~ piccoli hints Aaron/George ~ post!film}
E’ il compleanno di Russell.
Londra, qualche anno dopo le riprese.
Qualcuno non é cambiato, qualcuno ha scoperto Google; c'é chi finalmente inizia a capirci qualcosa e chi é sempre dannatamente adorabile nella sua idiozia.
(Piccolo incentivo per far scrivere una certa Writer With A Cigarette ♥)
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rinnego tutto.
Niente di tutto ciò sarà mai tradotto in inglese; e se la gente citata dovesse imparare l’italiano, la cancellerò.



 
Okay, non è che stia shippando. Lo giuro.
Sono cose che capitano.



Questa introduzione fa schifo.
Il titolo non l’ho nemmeno inventato io.
Saranno più belle le note alla fine, lo giuro.
 
(Alice, FEEL FREE TO TAKE FULL RESPONSABILITY FOR THIS).
 

We need to talk about Hugo

 
E’ il compleanno di Russell.
 
Questo è l’unico motivo pseudo-razionale per cui ad Aaron è concesso di vagare tra una sala e l’altra dell’immensa County Hall senza incontrare nemmeno un volto sconosciuto. Ha preferito non chiedere quale sia il numero degli invitati; tutto quello che sa è che la lista è divisa per film.
Aaron potrebbe arrivare a definirsi una persona socievole - specie se Fra ha intenzione di continuare a riempirgli il bicchiere per il resto della serata non appena ha ingoiato l’ultimo sorso - ma non è esattamente estroverso. Perciò è abbastanza naturale che, al di là del doveroso minuto in contemplazione sbirciando Miss Connelly fare gli auguri al festeggiato, sia rimasto a crogiolarsi tra i suoi barricade boys, tirando fuori vecchi aneddoti come se avessero cinquant’anni suonati.
Battuta da non ripetere assolutamente davanti a Russell.
Si lascia cadere su una sedia e svuota il bicchiere d’un fiato, lanciando occhiate furtive per controllare che Fra non sia nei paraggi. Per un attimo, s’incanta a guardare Amanda e Hugh che ballano; c’è così poco, a volte, a separare realtà finzione, così incredibilmente poco. Spesso pensa che le più grandi interpretazioni nascano, per forza di cose, solo da legami altrettanto grandiosi.
Sta straparlando.
Sta arrivando Fra, praticamente di corsa, con gli occhi spalancati. E un tasso alcolico non dei più bassi, suppone Aaron.
 
« Mi sa che ho appena visto Marco Aurelio nell’altra stanza… » mormora sconvolto.
« Mi sa che è morto da qualche annetto. »
 
Fra si acciglia.
 
« Ehi, non sono mica così ubriaco. Non quello vero, quello del film! »
 
Aaron rotea gli occhi e fa per rispondere; ma qualcun altro lo precede.
 
« Veramente è morto anche lui. »
 
Fra sussulta, si volta di scatto e sussurra un “ managgia a te cagnaccio” prima di allontanarsi scrollando le spalle. George – perché di lui si tratta, non che la sua voce non fosse sufficiente per riconoscerlo – ridacchia. Ha un bicchiere in una mano e una bottiglia nell’altra – e Aaron vorrebbe tanto, tanto sbattere la testa contro un muro qualsiasi per averlo notato. Anche volendo, non ne avrebbe il tempo, perché George si è già seduto e gli ha riempito il bicchiere.
 
« E’ proprio vero che i soprannomi te li porti nella tomba. »
« Blagdog. » alza il bicchiere come per brindare – basta Aaron, basta– ai vecchi tempi.
« Apollo. »
 
Ci manca poco che Aaron si soffochi con il primo sorso.
 
« Non erano nemmeno miei, quei capelli. »
« Non mi sembra che la criniera attuale sia poi tanto lontana. » rimarca lui, accennando ai capelli di Aaron che sono pericolosamente simili, per non dire uguali, a quelli del suo Enjolras.
 
All’epoca del film, un paio di anni prima, si era visto costretto ad usare una parrucca – l’oggetto di scena più amato nella storia del cinema, a memoria d’uomo, secondo solo alle spade laser di Star Wars – perché impegnato nelle riprese di Graceland. Ora però la serie si é conclusa con un finale da capogiro, dopo tre splendide stagioni e perfino un episodio crossover con il celeberrimo Homeland. Aaron ricorda ancora Claire che gli corre incontro sul set, il primo giorno, strillando qualcosa d’incomprensibile su ‘Marius che è Enjolras’ e lo soffoca in un abbraccio, mentre Damian gli fa discretamente segno di non opporre resistenza.
Ma il teatro, che non ha mai davvero abbandonato, inizia a mancargli troppo; per questo si è ritrovato ad accettare un contratto breve ma intenso al Queen’s Theatre di Londra. Queen’s significa, naturalmente, Les Misérables. Di nuovo in cima ad una barricata.
 
E non ha ancora capito se sia stato uno scherzo del destino, una specie di ricorrenza cosmica o un disegno diabolico il fatto che George sia là da neanche due mesi, anche lui a rivestire gli stessi panni del film, per un contratto che ha più o meno la stessa durata. Farebbe ridere, se non lo avesse quasi fatto desistere dall’accettare.
 
Tanto per essere chiari: non c’è persona più affabile, gentile e professionale di George Blagden. Non c’è collega che potrebbe rendere la tua giornata migliore, davvero. Il punto è che Aaron, se decide che arrivato il momento di farsi un film mentale, ci si mette d’impegno. Diventa quasi un musical mentale, riesce a sentire perfino la colonna sonora, ed è un musical degno di un Tony. Il suo ultimo successo è iniziato verso la fine delle riprese di Les Miz ed é continuato, imperterrito, nel corso degli anni successivi, raggiungendo picchi webberiani ogni volta che lui e George si sono trovati nella stessa stanza. Ha la sensazione di non piacergli troppo o meglio, di fargli un po’ paura. George lo guarda con un misto di timore reverenziale e divertimento; come se qualcosa in lui lo facesse sorridere, ma lungi dai suoi piani rendere Aaron partecipe della cosa, perché potrebbero accadere cose terribili. Questo lo aveva portato ad essere cauto, molto cauto. In un disperato tentativo di risultare amichevole, inoffensivo, aveva maturato il sospetto che ora George lo considerasse abbastanza noioso.
Convinzione che non collima molto con il sorriso raggiante e il flusso ininterrotto di chiacchiere della persona accanto a lui. Perché ti diverte tanto sconvolgere la mia vita, non è vero?
 
« …ed è assolutamente fantastico, sai? Anche se arrivi alla fine delle prove che sei morto, alla faccia delle barricate, perché prove al mattino e show ogni sera è una combinazione fatta per uccidere. Ma, insomma, sono troppo felice che ci sarai, non mi sembra vero che manchino solo due giorni! Ci divertiremo da morire – ho usato di nuovo un verbo…. »
« Tragicamente pessimista? Sì. »
 
Scoppiano a ridere quasi all’unisono.
E’ così strano pensare a questo concentrato di allegria nei panni Grantaire; eppure nessuno sa trasformarsi in un cinico alcolizzato come lui.
Il che gli fa venire in mente che forse è il momento opportuno per quella domanda, la domanda che vuole fargli da secoli, per la quale non è mai il momento adatto.

« Ehi –uhm – stavo pensando… Sai, c’é una cosa di cui non abbiamo mai parlato, per qualche motivo assurdo. Ci ho pensato – beh, non so esattamente quando, ma dopo le riprese, quando era già tutto finito. Mi sono reso conto che ero così preso da tutto che quasi non ci avevo fatto caso, eppure in un certo senso era essenziale » è assurdo, meraviglioso, rendersi conto che il suo discorso non ha senso eppure George lo sta seguendo perfettamente « Sai, sul fatto di Enjolras. »
 
Pausa.
George ha posato il bicchiere sul tavolo.
 
« E Grantaire.»
 
George riprende il bicchiere e lo svuota, senza staccare gli occhi dai suoi.
Adesso è lui a fare un po’ paura, a dirla tutta.
 
« Perché nel libro – e anche, di norma, nel musical, solo che c’era poco spazio per noi nel film, chiaramente… »
 
No, decisamente non è più in grado di formulare una frase completa. Sente il bisogno fisico di distogliere lo sguardo, perché ora c’è davvero qualcosa di feroce negli occhi di George, quasi indignato. Qualcosa che fiammeggia in quelle iridi blu, ma si dissolve in fretta; e ora non capisce più come lo stia guardando, non capisce più cosa stia succedendo, però potrebbe quasi giurare che sia imbarazzato.
Forse è arrossito.
 
« Ma ora, in teatro, di sicuro dovremo parlarne per » ecco, ora George sembra terrorizzato come lo ricorda ai vecchi tempi « Drink with me e tutto il resto. »
 
Altra pausa, molto più lunga.
George si è riempito di nuovo il bicchiere e sta sorseggiando, lentamente.
 
« Ci credi che hanno un certo seguito come coppia? »
 
L’ha ucciso.
A giudicare da come ha sputato vino ovunque e dal modo in cui si contorce in preda agli spasmi di tosse, Aaron è sicuro di aver appena fatto fuori il suo collega.
 
« Ma dai?» riesce a mormorare George, tra un colpo di tosse e l’altro.
« Ho pensato di googlarli, l’altro giorno. »
« L’altro giorno?»
« Sì. Non so per quale ragione. »
« In due anni non hai mai pensato di googlare il nome del personaggio grazie al quale sfamerai sei generazioni di Tveit? »
 
Aaron scuote la testa e i riccioli con lei; sì, sono decisamente cresciuti quei capelli, Enjolras ne sarebbe quasi invidioso – chissà perché George sta sbattendo le palpebre in quel modo e …oh, ma è arrosito di nuovo o è la tosse?
Lancia un’occhiata nei paraggi prima di continuare.
 
« Comunque, spero che Hadley non l’abbia mai fatto. C’è …materiale interessante. »
« Io so usare tumblr, a differenza tua. »
« Quella cosa con tante foto, vero? »
 
George emette una specie di grugnito.
 
« Sì, quella. »
« Quella non l’ho aperta. Mi fa un po’ paura. Però, anche restando in termini di documentazione ufficiale, abbiamo parecchio su cui lavorare. E’ strano… » fa un sospiro e poi torna a guardare George dritto negli occhi, con una mezza idea di non spostare mai più lo sguardo « …perché non ne abbiamo mai parlato? »
 
Ed è nell’esatto momento in cui lo dice che quel discorso, finalmente, trova il suo senso. L’espressione di George è di nuovo quella – ‘un misto di timore reverenziale e divertimento’ - perché deve essere stato buffissimo vederlo scervellarsi per tutto questo tempo e perché se ci fosse arrivato troppo presto tutto si sarebbe rovinato. Aaron corruga la fronte, ma è un attimo; la bocca si apre per dire qualcosa, si richiude; sussulta, si morde le labbra e così rimane, gli occhi spalancati, il cuore che batte. Restano a guardarsi, senza dire una parola, e in quello sguardo che si dovevano da troppo tempo passano miliardi di cose non dette, di domande e perfino qualche risposta. Aaron sta per accennare un sorriso quando Fra irrompe nella loro silenziosa conversazione.
 
« Per la serie ‘festa per adulti maturi e responsabili’ qualcuno ha avuto la brillante idea di tirare fuori Guitar Hero. Chi di voi gentiluomini verrebbe a dare una mano? Se perdo contro Barks giuro che salto nel Tamigi, me lo rinfaccerà per il resto del tour e credo potrei morire. »
 
Nessuna risposta.
Aaron e George continuano a guardarsi, troppo impegnati a comprendere cosa stia succedendo tra loro per preoccuparsi degli altri. Per un attimo, Fra pensa sia uno scherzo. Poi di essere ubriaco. Poi che siano stati uccisi da un Avada Kedavra – hey, é pur sempre Londra. Si allontana molto, molto inquietato.
 
 
« Non vengono? »
 
Fra scuote la testa.
 
« Che stanno facendo? »
« Ecco » Fra si avvicina agli amici e abbassa la voce « in realtà non ne ho idea. Ma se dovessi azzardare un’ipotesi, direi che si stanno portando avanti con il lavoro. Per lunedì. »
 
Un colpo di tosse di Samantha li fa sobbalzare.
 
« Certa gente non sa proprio godersi le vacanze. Ad ogni modo, il nostro spettacolo deve continuare; lasciamoli pure un po’ dietro le quinte».
 
Ironica quanto basta da lasciar intendere che ha capito la battuta, ma non così tanto da dar loro il consenso per continuare su quella linea.
Obbedienti, gli ex amici dell’ABC si schierano davanti alla console al fianco di Sam. C’è solo un ultimo, infinitesimale momento di panico quando si leva l’attacco della prima canzone – ‘Talking’bout revolution’, talmente appropriato che rischiano di scoppiare tutti a ridere.
 
 
 
[FIN]
 
 
 
Perché?
* Aaron ha fatto questa intervista e non ha menzionato George. E non credo abbia la minima idea di cose succeda su Internet. Au contraire, George parla di ‘shippare e/R.’ e ‘ bromance tra Enjolras e Marius’ e ‘UST’ come se fosse nato e cresciuto su Livejournal.
* Sempre in quell’intervista, Aaron dice una cosa del tipo “ wherever there’s partying involved, Russell is the right guy”.
*Aaron Tveit è la persona più normale e puccia e apparentemente tranquilla che io abbia mai visto in un teatro. Con questo non voglio dire che l’abbia visto dal vivo, eh, capitemi.
*Ho usato Fra perché è un adorabile idiota. E perché il mio cervello ha ancora una parte dignitosa (?) che fatica a scrivere su gente che ho conosciuto di persona. Quindi se penso ad Alistair inizio a cantare Taboo e a piangere e la cosa diventa un dramma. Figuriamoci se lo scrivo più volte.
*Difatti anche solo menzionare Hadley Fraser mi ha creato scompensi notevoli. HADLEY, I MISS YOUR GLASSES <3
*Barks, ti voglio bene. Non pensavo, sai?
*Devo seriamente spiegare la storia del “ non ne abbiamo parlato” ? No, perché posso anche farlo, ma se siete arrivati fin qui senza saperlo wow, I’m impressed XD
*Nel mio headcanon, George dorme con un DVD del 25th sotto il cuscino. Nella real life, io dormo con un DVD del 25th di fianco al cuscino (altrimenti si schiaccia ùù).
*Speaking of the devil. Il riferimento nella battuta di Samantha é proprio alla scena in Drink with me del 25th (okay, momento in cui mi faccio scrupoli: se qualcuno non ne fosse a conoscenza - hey, capita XD - la prima strofa di DWM non é cantata da Grantaire nel musical originale, lui canta la seconda che é omessa nel film) <--- questo per dire che il riferimento é che dopo la seconda strofa E. & R. se ne escono da soli dal palco a farsi i cavoli loro, perché sì XD
EDIT: mi é stato fatto notare che anche nel film in realtà E. & R. spariscono e non si vedono fino al mattino. Vero ùù Però convenite con me che sei minuti di eyesex gentilmenti zoommati dal cameramen danno un certa soddifazione in più. [MEGASCRUPOLO: 25th = 25th Anniversay Concert di Les Miz.]
*Le cose utili, santo cielo! La County Hall è un edificio magnifico che si trova sul Tamigi, a grandi linee dietro il London Eye. Bisogna essere un po’ dei megalomani per farci un compleanno, I know. Però lo affittano per gli eventi (ci hanno fatto l’unico Wicked Day a cui sia mai andata, quindi lo so) ed è veramente, veramente figo. Beh, non affittano tutto-tutto, è diviso in ale.
  
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