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Autore: carly_0805    09/03/2013    0 recensioni
Due innamorati dovrebbero stare insieme per sempre. Eppure quei i suoi occhi blu, come il mare che ondeggiava davanti a loro, potrebbero cambiare la situazione da un momento all'altro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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libroo 1

Non so cosa vuole dirmi. I suoi occhi blu, come il mare che mi è davanti adesso, calmo e della sera, mi incuriosiscono.

“Parto.” Mi sono già voltata verso la riva quando sento la sua voce penetrarmi nelle orecchie.

“Certo, anche io. Tutti partono, è estate!” Rispondo cercando di deviare il discorso.

“No, io parto per un po’.” Ripete.

Ora sono troppo concentrata sul suo sguardo per capire quello che mi sta dicendo. È sempre così, quando mi guarda non posso fare a meno che perdermi nei suoi occhi.

Lo sto facendo anche ora, ma perché non voglio credere alle mie orecchie, ma solo ai suoi occhi, che esprimono amore. Amore e basta, amore con la “A” maiuscola. Quell’amore che c’è sempre, anche quando una persona si allontana, o se ne va, per sempre.

“Hai capito?” Dice bruscamente. Continuo a non reagire. Non posso reagire, sono nel panico, non so cosa dire.

“Parto. Per un po’. Non so quando tornerò; forse tra un mese, forse tra due anni, forse tra 10 anni. Parto.” Continua a ripetere come se non ci sentissi. Inarca un sopracciglio come se avesse ancora il dubbio che io abbia capito. Certo che ho capito, adesso.

Mi volto di nuovo verso il mare.

Le onde infrangono sugli scogli violentemente. Vorrei tuffarmi immediatamente, senza pensarci ancora. Ho la mente confusa e annebbiata dai ricordi di me e lui insieme.

Quella volta in cui abbiamo riso cosi tanto da stare male, oppure quando siamo andati in montagna insieme e solo perché io non scio, lui è rimasto con me a passeggiare in paese, oppure quando dal balcone della casa di mia nonna, dal quale si vede tutta Roma, ci siamo affacciati a fantasticare sul nostro futuro, e quando una sera mi ha preso per mano e proprio in quel momento è passata una stella cadente su di noi.

Ora ricordo il giorno in cui l’ho conosciuto. In un bar, con degli amici. Mi sembra passata una vita da quel giorno indimenticabile. Per un momento il mondo si era fermato e c’eravamo solo io e lui. Insieme.

E ora… lui parte. Anche io vorrei partire; vorrei andare in mezzo al mare e non pensare a niente; né a lui, né alla scuola che sta per ricominciare, né a quest’estate, a niente.

“Dove vai?”

“A Bologna. Mi trasferisco insieme ai miei genitori.”

“Perché?”

“Perché mio padre ha trovato un buon lavoro lì. Non può rifiutare, è un’offerta molto importante per lui e probabilmente anche per mamma. Forse tutto ciò inciderà anche sul mio futuro.”

Mi sono ripresa, ho cominciato a fargli una domanda dietro l’altra, come se stessimo nel bel mezzo di un interrogatorio, come se lui fosse l’accusato e io il poliziotto che indaga.

“Hai trovato una casa lì?”

“Si, staremo in affitto per un po’, poi decideremo se comprarla.”

“Da quanto sai di dover partire?”

“Da un po’.” Abbassa lo sguardo e poi riprende: “più o meno due o tre settimane.”

Mi guarda per un secondo e si accorge della lacrima che comincia a rigarmi la guancia, quindi continua a parlare: “ Immaginavo che mi avresti fatto questa domanda, e immagino che mi chiederai anche perché non te l’ho detto prima. Bèh la risposta è perché ci volevo pensare bene prima di dirtelo. Ho pensato a cosa dirti, a come e a quando dirtelo, per non ferirti.”

“Non potevi non ferirmi.” Lo interrompo.

“Lo so. Mi dispiace, scusa.”

Gli sorrido come se non fosse successo niente, così da tranquillizzarlo; anche se dovrebbe essere il contrario.

Chiudo gli occhi per due secondi e quando li riapro mi trovo avvolta tra le sue braccia calde e forti. Quest’abbraccio sembra non finire mai. Bene, vorrei che non finisse mai.

Ci sediamo sulla sabbia, vicini, stretti ancora nell’abbraccio di prima.

“Non ti lascerò, lo sai vero?” Mi dice sottovoce.

“No, non lo so.”

Mi guarda perplesso.

“Si, lo so”. Mi correggo e poi riprendo: “Ma a volte si ha bisogno di sentirselo ripetere.”

Sorride e mi tranquillizza dicendo: “Allora, te lo ripeto, e non per l’ultima volta: I-O N-O-N T-I L-A-S-C-E-R-O’ M-A-I!”

Ridiamo insieme e ci giriamo entrambi a guardare le onde del mare che nel frattempo si è increspato.

Sono grandi. Grandi come il nostro amore.

CAPITOLO 2

“Mi mancherai!” Mi lamento poggiandogli le braccia al collo.

“Tu di più” Ribatte e mi fa gli occhi dolci.

Siamo alla stazione. Non posso credere che lo sto lasciando partire così, senza provare nemmeno a fermarlo. Ma non posso fermarlo, lui deve partire, con o senza il mio consenso.

“Mi raccomando” inizio con le raccomandazioni “Non badare a tutte quelle ragazze che ti fanno gli occhi dolci o i sorrisini”

Mi interrompe: “Si si, lo so che sono irresistibile a tutti, anzi, a tutte!”

“No, solo a me! Chiamami ogni sera o quando puoi, ma non mi trascurare”

Mi interrompe ancora: “No, solo se conosco una bionda alta dolce e bella”

“Falla finita scemo!”

“Tu smettila con tutti questi avvertimenti. Non ti fidi di me?”

“Si che mi fido di te, ma non mi fido delle altre” abbasso gli occhi.

“Avanti, sembri tuo padre che ti ricorda tutti i doveri ogni volta che esci di casa la sera! Non sono un bimbo, so badare a me e agli altri”.

“Mi fido, ma solo perché sei tu e non voglio perderti.”

“Nemmeno io voglio perderti. Mi mancherai.”

Si allontana da me piano piano, mi manda un bacio e si incammina verso i suoi binari.

Ecco passare il treno. Si ferma.

C’è un viavai di gente che sale e scende e tra tutti quelli vedo ancora chiaramente lui. Prende la sua valigia pesante, sale e si incammina verso il fondo. Si siede e si affaccia al finestrino aspettando che parta il treno. Mi guarda, con gli stessi occhi dolci di quando mi ha visto la prima volta. Eravamo a cena con degli amici in un bar affollato, quando entrai lo vidi seduto al tavolo che rideva. Incrociai il suo sguardo e per un minuto rimanemmo a guardarci. Lui dolce, io imbarazzata.

Mi ritornano in mente quei giorni, in cui pensavo a lui ogni attimo; come si dice, era amore a prima vista. Mi mancava e stavo bene solo quando stavo con lui. È passato un anno ormai, e ora mi manca più di prima.

Se ne sta andando. Mi sorride per l’ultima volta e mi fa cenno che andrà tutto bene. Ricambio con un sorriso triste. Ormai è andato via.

 

  
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