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Autore: MissMeriRed    10/03/2013    1 recensioni
Questo è un racconto di matrimoni forzati, amori non corrisposti, e ordini del giorno nascosti; un racconto di dolore, ossessione, odio, bugie, segreti, e avidità. Un pericoloso e mortale gioco dove il vincitore riceverà quello che ogni persona ricca sogna e farebbe qualunque cosa, forse anche uccidere, per i soldi. Ci sono regole in questo gioco, e Park Yoochun le ha appena infrante.
- Yoochun, Yunho, Junsu, Changmin, Jaejoong // YooMin, YunJae, YooSu -
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Questa è una fanfiction tradotta dall'inglese da me che voglio condividere con voi. La storia originale si trova su AFF ed è scritta da SunnyELF15.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Introduzione

Ci sono regole in ogni gioco. Ci sono linee di guida da seguire. Ci sono cose che non fai. Ci sono cose che non dici. E ci sono confini che non superi. Ma quando sei ricco, questi confini sembrano sfocare. Park Yoochun è nato ricco. Ha potuto fare tutto quello che voleva da quando era piccolo. Poteva andare dove voleva, comprare quello che voleva, poteva fare qualunque cosa. Se lo avesse desiderato, sarebbe stato suo e nessuno avrebbe detto una parola. Viveva nella sua villa, guidava una macchina sportiva, e spendeva il suo tempo con i suoi amici ricchi, parlando delle loro ricche vite e ridendo dei loro ricchi futuri. Yoochun ha capito che era a posto per tutta la vita, non avrebbe mai avuto bisogno di lavorare, mai di preoccuparsi dei soldi, mai di preoccuparsi per niente. Poi, dopo il suo ventunesimo compleanno, le cose cambiarono. Il padre di Yoochun era a capo di una delle più grandi aziende di tutta la Corea del Sud. La loro famiglia era al top del mondo degli affari ancor prima che Yoochun fosse nato e così avrebbe continuato ad essere. Ma in tutto quel tempo, mai una volta il padre di Yoochun ha chiesto a suo figlio qualcosa. Mai ha provato a controllare Yoochun, mai ha forzato Yoochun a fare qualcosa. Ma quando lo ha fatto, ha chiesto qualcosa, qualcosa che Yoochun non voleva dare. Mr. Park chiedeva a Yoochun di dare la propria mano, in matrimonio. Yoochun non ha mai pensato di sposarsi e mai lo ha voluto. È stato innamorato una sola volta, ed era finita tanto tempo prima con entrambi con il cuore spezzato. Non voleva passarci di nuovo e sicuramente non voleva sposarsi. Rifiutò la richiesta del padre e fu subito messo davanti a due scelte, sposarsi o essere rinnegato. Yoochun, che ha vissuto tutta la sua vita come un bambino viziato, non poteva, e non voleva perdere il suo denaro ora. Accettò le condizioni del padre. Così, ora Yoochun era di fronte alla realtà di doversi sposare con un completo sconosciuto, tutto mentre era innamorato di qualcun altro; qualcuno che era fuori dalle possibilità di Yoochun da raggiungere. E qui arriva la domanda del perché il padre di Yoochun gli abbia chiesto di sposarsi in primo luogo? Perché l’uomo avrebbe preso la decisione di controllare Yoochun così all’improvviso dopo tutti questi anni? Stava succedendo qualcosa di sbagliato all’azienda? Yoochun non lo sapeva ed era troppo assillato con il suo nuovo partner  per esserne preoccupato. All’inizio Yoochun ignora semplicemente il fatto di essere sposato, ma con il passare del tempo, inizia ad accorgersi del suo partner, e inizia pure ad importargli del suo partner. A Yoochun questo non piace. Innamorarsi del suo partner non era nelle condizioni. E le cose peggiorano solo, quando capisce che, il suo migliore amico Yunho, è anche caduto nel suo stesso fato; un matrimonio senza amore e forzato. Ma ciò che più preoccupa Yoochun è il fatto che il nuovo partner di Yunho abbia le stesse iniziali della persona di cui Yoochun era innamorato tutti questi anni. Yoochun si chiede se, potrebbe essere la stessa persona? Deve scoprirlo e trovare se la risposta sia sì. Se il partner del suo amico è davvero la persona che Yoochun ha amato, farebbe qualunque cosa per riprendersela. Ma sapeva che, ogni gioco ha le proprie regole e le proprie conseguenze per averle infrante. E per il ricco, le conseguenze possono non essere perdonate e mortali. Questo è un racconto di matrimoni forzati, amori non corrisposti, e ordini del giorno nascosti; un racconto di dolore, ossessione, odio, bugie, segreti, e avidità. Un pericoloso e mortale gioco dove il vincitore riceverà quello che ogni persona ricca sogna e farebbe qualunque cosa, forse anche uccidere, per i soldi. Ci sono regole in questo gioco, e Park Yoochun le ha appena infrante.
 

 
Prologo: Assomiglia ad un matrimonio, ci si sente come ad un funerale.

Park Yoochun stava in piedi in fondo del corridoio. Indossava un abito nero che si adatterebbe sia per un matrimonio che per un funerale. Non era molto sicuro su quale dei due avrebbe preferito. Si trovava in una chiesa; le persone riempivano le panchine vestiti con il loro decorato abbigliamento. Gli uomini tenevano i capelli curatissimi, i colli delle donne e i polsi traboccavano di gioielli, non un solo bambino era presente nello stabile. C’erano fiori appesi ai bordi delle panchine, appesi dalla soffitta, e riempivano vasi dai entrambi lati dell’altare. Il tappeto era rosso cremisi e le grandi finestre colorate mostravano immagini di piangenti donne e uomini in dolore. Yoochun pensò che era adatto alla situazione.
Era il giorno del suo matrimonio e il giorno più brutto della sua vita. Non voleva sposarsi; anzi, era una delle ultime cose che avrebbe voluto fare. Suo padre lo stava forzando a farlo. Il padre di Yoochun, lo stesso padre che non ha mai detto di fare niente a suo figlio, ora lo stava forzando in matrimonio. Di sposarsi un completo sconosciuto! Yoochun non ha mai visto l’uomo con cui è stato forzato a sposare. Sì, l’uomo. Quando suo padre ha menzionato per la prima volta il matrimonio, Yoochun ha creduto che sarebbe stata una qualche noiosa ricca volpe che avrebbe dovuto sopportare. Ma suo padre lo ha sorpreso dicendo che il suo nuovo compagno sarebbe stato un uomo; un ricco ragazzaccio, proprio come lui. A Yoochun non importava, non gli sarebbe importato del suo nuovo partner, che fosse uomo o donna. Aveva già deciso che avrebbe ignorato l’uomo. Non avrebbe sprecato tempo cercando di fingere di essere felice per il matrimonio.

Questo sarebbe il motivo per cui se ne stava rigido in fondo al corridoio, apparendo come se fosse di pietra. Suo padre sedeva sulla panchina in fronte a lui, la madre di Yoochun affianco a lui. Lei stava irradiando felicità. Non sapeva che il matrimonio era non voluto. Non sapeva della scelta che suo marito aveva dato a suo figlio. Credeva che il matrimonio era qualcosa che Yoochun voleva e lui la amava e voleva che fosse felice, così tanto che non poteva dirle la verità. Così poté solo annuire e sorridere quando lei continuava a parlare del matrimonio, tutto mentre la rabbia dentro di lui si incolleriva.

Yoochun si spostò, quando sarebbe iniziato questo dannato matrimonio? Voleva che questo terribile evento finisse il più presto possibile. Ma al tempo stesso, non voleva che questo matrimonio avesse mai avuto inizio. Voleva aspettare per sempre. Il suo migliore amico, Jung Yunho stava al suo fianco, vestito con uno smoking tradizionale. Il matrimonio era un falso ed era una cosa terribile nella mente di Yoochun, ma era l’unico matrimonio che avrebbe mai avuto e aveva promesso a Yunho che sarebbe stato il suo testimone tanto tempo fa. Così era riuscito a mantenere la promessa e ha lasciato l’uomo prendere quell’importante ruolo. Era una delle poche promesse che Yoochun era mai riuscito a mantenere con successo. Si guardò attorno e vide alcuni degli ospiti chiacchierare rumorosamente. Non li conosceva. Certo, poteva prendere qualche faccia a caso che aveva visto alle cene che i suoi genitori avevano organizzato, ma non conosceva veramente qualcuno di loro. Se fosse stato lui ad organizzare questo matrimonio, nessuno di loro sarebbe stato invitato.

Ma non era lui l’organizzatore del matrimonio. Sembrava che non fosse più nemmeno lui ad organizzare la sua vita. Se lo fosse, ci sarebbe qualcuno di molto diverso a camminare lungo il corridoio. Qualcuno che farebbe sorridere Yoochun anche solo esistendo; qualcuno che era la stella del mondo di Yoochun; qualcuno che ora era lontano da raggiungere. Yoochun respirò a fondo e forzò tutto quel dolore così familiare ad tornare dentro. Non avrebbe lasciato che oggi si sarebbe visto il suo dolore. Non con tutte quelle persone a guardare. Se c’era una cosa che aveva imparato dall’essere ricco, era che il tuo aspetto e come le persone lo percepivano, era tutto.

“Stai bene?” Yunho sussurrò accanto a lui. L’uomo sapeva tutto di Yoochun forzato in un matrimonio. Sapeva delle scelte date all’amico e lo odiava.

Yoochun annuì. Non voleva parlare al momento. Sapeva che se lo avrebbe fatto, avrebbe detto qualcosa che avrebbe fatto arrabbiare suo padre. Non che gli importasse, ma sapeva che avrebbe scosso anche sua madre e non aveva intenzione di farlo. Non oggi, mai.

“Sto bene.” Sussurrò indietro in tono uniforme.

Suo padre gli sorrise dalla panchina di fronte e Yoochun gli mandò un’occhiataccia. Yoochun non ha mai avuto una buona relazione con suo padre, ma ora lo odiava. Lo detestava per quello che ha fatto. All’improvviso si sentì della musica e la stanza si azzittì. Yoochun si irrigidì alla ben conosciuta marcia della sposa, o in questo caso marcia dello sposo, che si udì dagli altoparlanti. Gli invitati si alzarono in piedi e gli voltarono le spalle. Yoochun si raddrizzò e guardò la grande porta doppia alla fine del corridoio. Ecco qui, stava per dare via la sua vita, alla persona sbagliata.

Le porte si aprirono e Yoochun guardò come due figure apparirono. Una un uomo più vecchio vestito in uno smoking nero, il suo braccio collegato al braccio del secondo, un uomo molto più alto. Il secondo uomo, che era giovane, attorno all’età di Yoochun sembrava, era vestito in uno smoking interamente di bianco. I suoi capelli erano neri e lui era giovane, era tutto quello che Yoochun notò prima che distolse lo sguardo. Non voleva vedere l’uomo.

Yoochun si sentiva male. Stava per perdere la sua libertà. Stava per perdere la sua felicità, non che ne avesse mai avuta tanta per cominciare. Ebbe l’improvviso istinto di voltarsi e correre, diritto fuori dalla porta e nelle braccia della persona che amava veramente. Ma sapeva che avrebbe sofferto se avesse fatto così. Suo padre avrebbe già detto chiaro e tondo che se Yoochun si sarebbe rifiutato a fare come gli era stato ordinato, sarebbe stato rinnegato dal patrimonio di famiglia. E per un ragazzo ricco, che ha vissuto tutta la sua vita in lussuria, un ragazzo come Yoochun, era uno delle minacce peggiori con cui lo si potesse ricattare. Yoochun non poteva perdere i suoi soldi. Non i suoi soldi.

Gli uomini si fecero strada per il corridoio, a cui sembrava metterci un secolo per Yoochun. Quando finalmente arrivarono all’altare, il più vecchio dei due diede un abbraccio al più giovane e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Il più giovane annuì e sorrise un triste sorriso. Yoochun cercò di non notarlo, ma sentì un piccolo colpo al suo cuore. Si chiese se, l’altro uomo, il suo futuro marito, fosse anche forzato nel matrimonio? Si era preoccupato troppo a sentirsi dispiaciuto per se stesso che non si era nemmeno degnato a chiedere. Oh, beh, non importava. Yoochun non avrebbe, sotto nessuna circostanza, provato alcun tipo di compassione per l’altro uomo se fosse dalla parte disposta al matrimonio oppure no. Non gli sarebbe importato del marito; se lo era già promesso. Non gli sarebbe mai più importato di qualcuno. Fa troppo male. L’uomo vestito di bianco camminò avanti così che si trovasse davanti a Yoochun, l’altro si rifiutava di guardarlo. Yoochun si voltò a guardare il prete, come richiesto, ma non lo vide veramente o ascoltò una parola che disse.

Memorie di un tempo molto più felice danzavano davanti agli occhi di Yoochun, bloccando la realtà del presente. Memorie della persona che tenevano e che ancora tenevano il cuore di Yoochun; la persona che era stata così dolorosamente strappata via da Yoochun. La persona che non avrebbe mai più tenuto. Yoochun poteva sentire le lacrime formarsi dietro ai suoi occhi, ma le forzò indietro. Non avrebbe pianto oggi. Guardò avanti e così avrebbe continuato a fare, se non per qualcuno, probabilmente suo padre, che si schiarì la gola dietro di lui. Guardò la faccia in attesa del prete. Deve aver chiesto a Yoochun di dire i suoi giuramenti. Non c’era niente che volesse dire di meno, ma poteva vedere l’espressione piena di aspettative di sua madre e la sua faccia felice dall’angolo del suo occhio e sapeva anche che suo padre lo stava guardando intensamente. Così si voltò verso il prete e annuì. Ripeté le parole che il prete disse, senza davvero pensarle. Subito appena finì, Yoochun attenuò il rumore. Tutto quello che poté sentire era l’aumento del ruggito del suo dolore attraversargli la mente e il cuore.

Restò fermo, sentendosi vuoto e freddo, mentre l’altro uomo ripeté il giuramento. Poi il tempo degli anelli arrivò. Yoochun ricevé l’anello da Yunho e si allungò prendendo la mano del suo compagno. Aveva pianificato di incepparsi con l’anello e ferire l’altro uomo, ma all’improvviso si sentiva così stanco. Aveva solo la forza di far scivolare l’anello sull’anulare dell’uomo prima di far cadere le proprie mani. Yoochun non guardò l’altro uomo mentre fece scorrere l’anello al dito di Yoochun. Il prete disse ancora un paio di cose che Yoochun non sentì prima che pronunciò le terribili parole.

“Vi dichiaro ora sposati, partner equali, per sempre, finché morte non vi separi.”

Il cuore di Yoochun si chiuse in quel momento. Si chiuse a chiave in se stesso con le memorie del suo amore via, da mai più riportare indietro. Mai avrebbe lasciato entrare qualcuno, mai avrebbe amato. Ora era l’uomo dal cuore di ghiaccio che in molti gli avevano insegnato di essere e l’uomo che una volta era stato, non molti mesi prima. Il suo cuore si era ghiacciato e l’unico che avrebbe potuto scioglierlo, la persona che l’aveva sciolto prima, per Yoochun era perso per sempre.

“Potete baciare lo sposo.” Disse il prete.

Yoochun voleva urlare che non avrebbe mai voluto baciare quell’uomo, colui che ora era suo marito; perché baciare quell’uomo avrebbe sigillato il destino di Yoochun; il terribile fato di un matrimonio forzato e senza amore. Ma Yoochun poteva sentire la voce del padre nella sua testa. ‘Sposalo o perderai ogni centesimo che hai.’ Yoochun non poteva farlo, non poteva essere povero. Strinse i denti e avanzò chinandosi verso l’uomo in bianco per dargli un rigido, insensibile bacio sulle labbra prima di tirarsi via. L’altro uomo rimase fermo, senza fare un solo movimento. Il pubblico di invitati che stava guardando esplose in un grande applauso e si alzò in piedi.  Yoochun girò subito sui tacchi, non volendo sentire le loro congratulazioni o i buoni auguri. Perché ne avrebbe bisogno? Questo matrimonio non aveva niente per cui celebrare.

Si spinse tra la gente e camminò fuori dall’edificio, abbandonando la sua famiglia, il suo migliore amico, e il suo nuovo partner, dietro. La sua macchina sportiva era parcheggiata fuori, aspettava solo di aiutarlo a scappare appena fosse sicuro che potesse. Marciò verso di essa e sbloccò la porta. La aprì e sarebbe entrato, se non fosse stato per suo padre e la sua apparizione in quel momento.

“Yoochun, dove stai andando?” Chiese. Sembrava tutt’altro che compiaciuto.

“Il patto era che mi sposavo, non che dovevo restare per tutte le stronzate che venivano dopo.” Yoochun disse freddo.

Suo padre scosse la testa. “Gli invitati non saranno contenti.”

“Dì agli invitati di andare al diavolo,”

‘E mentre lo fai, dì a loro di portarti con sé.’ Yoochun aggiunse nella sua mente. Stava evitando lo sguardo di suo padre. Non poteva lasciare che l’uomo vedesse quanto tutto questo lo stesse ferendo.

“Va, allora,” suo padre lo sorprese. “Preferisco che te ne vada e spiegare agli invitati, piuttosto che averti qui ad imbarazzarmi  e a fare l’idiota.”

Yoochun credeva che il disappunto di suo padre verso di lui avrebbe smesso di far male tanto tempo fa, ma suo padre sembrava di trovare sempre un modo per far dolorare il cuore di suo figlio. Yoochun annuì rigido e entrò in macchina.

“Sei andato bene, Yoochun. I soldi sono ancora tuoi, fino a quando rimarrai sposato con lui.” Suo padre disse e Yoochun poté sentirlo dal finestrino aperto.

Yoochun non disse niente. Non poteva dire niente. Non sapeva cosa dire. Avrebbe dovuto restare sposato con l’uomo in bianco per sempre. Sarebbe dovuto rimanere da solo e infelice per sempre. Ma avrebbe avuto i suoi soldi. Per la prima volta nella sua vita, Yoochun si chiese se i soldi ne sarebbero valsa la pena. Decise che lo era, anche se sarebbe dovuto rimanere sposato con quel…

Yoochun realizzò che non sapeva nemmeno il nome di suo marito. Era sicuro che suo padre lo aveva menzionato prima, ma non gli era importato abbastanza da prestare attenzione. Ancora non gli importava, ma sapeva che avrebbe dovuto imparare il nome del compagno per fare come il padre gli aveva detto di fare e, facendo così, tenendo i soldi. Mr. Park si era voltato e si stava dirigendo verso la chiesa.

“Abeoji,” Yoochun lo chiamò.

Mr. Park si girò. “Sì?”

“Qual è il nome di mio marito?” le parole erano come veleno sulla lingua di Yoochun.

Mr. Park sorrise, vedendo quello che suo figlio stava tentando di fare.

“Shim Changmin.” Disse.

Yoochun annuì, girò le chiavi, e scappò via, più veloce di quanto la legge gli potesse concedere. Ma non gli importava, doveva andarsene. Doveva lasciarsi tutto alle spalle. Doveva lasciare la sua madre felice, il suo padre soddisfatto, il suo preoccupato miglior amico, e il suo nuovo marito dietro. Doveva andar via, via da tutti loro e via dai dolorosi ricordi che riempivano la sua mente. Le memorie di colui che ha veramente amato; colui che non avrebbe mai più rivisto. Colui che aveva perso per sempre. Yoochun doveva andare via da tutto questo.

Park Yoochun schiacciò sul pedale del gas e guizzò via, lasciandosi tutto alle spalle; tutto, tranne il dolore nel suo cuore.

  
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