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Autore: sweet_hyra_97    10/03/2013    1 recensioni
Voleva dirgli di restare, voleva dirgli che aveva bisogno della sua presenza, voleva dirgli molte cose, ma tacque. Mise fine ai suoi pensieri troppo movimentati, li fermò un istante per cercare di riordinarli velocemente.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuma Sarutobi, Kurenai Yuhi | Coppie: Asuma/Kurenai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Nickname sul forum: Saruccia97_LTD
Nickname su Efp:
sweet_hyra_97
Titolo:
Abbiamo bisogno di te
Pacchetti scelti:
Matatabi (Asuma/Kurenai o Itachi/Sasuke), Kazekage (Drabble/One-shot, Giallo/Rosso, Dark/Erotico/Triste), Villaggio della Sabbia (Caffè, libro, matita), Paese del Fuoco (“The last night” – Skillet, “Così celeste” – Zucchero, “You raise me up” - Westlife)
Personaggi: Asuma Sarutobi, Kurenai Yuhi
Coppie:
Asuma/Kurenai
Rating:
Giallo
Generi:
Triste
Avvertimenti:
Missing moments, One-shot
Introduzione:
Le si avvicinò e l’abbracciò da dietro: inutile dire che lei sobbalzò dallo spavento. Però poi girò la testa quel poco che bastava e gli diede un leggero bacio sulle labbra, il suo buongiorno.
Voleva dirgli di restare, voleva dirgli che aveva bisogno della sua presenza, voleva dirgli molte cose ma tacque. Mise fine ai suoi pensieri troppo movimentati, li fermò un istante per cercare di riordinarli velocemente.
NdA:
Questa fan fiction è ambientata prima della morte di Asuma. Ho pensato che Kurenai avesse già capito che qualcosa di brutto sarebbe successo, il sesto senso insomma, ed è ovvio che si preoccupa. E decide anche di dire della gravidanza.
Ha partecipato al contest "Naruto's world" indetto da Chisana Kitzune sul forum di Efp e si è classificata terza.
Spero solo che vi piaccia almeno quanto è piaciuta a me scriverla. Non ho altro da aggiungere... Buona lettura ^_^



[This is the last night you'll spend alone
Look me in the eyes so I know you know
I'm everywhere you want me to be
The last night you'll spend alone
I'll wrap you in my arms and I won't let go
I'm everything You need me to be

Questa è l'ultima notte che trascorrerai da solo
Guardami negli occhi così saprò che sai
Sono ovunque tu vuoi che io sia
L'ultima notte che passi da solo
Ti stringerò tra le mie braccia e non ti lascerò andar via
Sono tutto ciò di cui hai bisogno

The last night - Skillet]

---
«Devo partire di nuovo in missione domani.» aveva affermato l’uomo prima di mettersi sotto le coperte.
Kurenai abbassò gli occhi: sarebbe stata sola di nuovo per un numero indefinito di giorni e la cosa non la rallegrava molto, non le piaceva rimanere sola, soprattutto in quei momenti.
Era ancora seduta sul letto, si girò a guardarlo: era stirato in posizione supina, con le braccia dietro la testa, lo sguardo rivolto al soffitto e la solita sigaretta alla bocca come ogni sera prima di andare a dormire.
Decise di coricarsi pure lei e, quando fu sotto le coperte, si accucciò più vicina al suo uomo.
«Mi lasci di nuovo sola...» sussurrò. Sapeva che quella frase era piuttosto egoista, e sapeva la condizione del villaggio in quel periodo, ma aveva bisogno di lui, in quel momento più di ogni altra cosa.
«Non preoccuparti!» rispose lui soffiando una nuvola di fumo dalla bocca.
«Non resterai sola, ci sarò lo stesso e poi sono solo alcuni giorni!»
Era piuttosto ottimista lui, anche nei casi peggiori.
«Asuma...» poi le si formò un nodo alla gola, non riusciva a continuare a parlare. Lui le mise una mano sulla guancia e l’accarezzò, per rassicurarla. Lei si accucciò di più, per godere del calore che l’uomo emanava. Si addormentò, improvvisamente.

***
Le luci dell’alba si diffondevano per la stanza ancora calda: nel letto vi era però solo l’uomo, che aveva un’espressione serena in viso e che ancora dormiva profondamente.
La donna era già sveglia, colpa di una nausea improvvisa che da alcune mattine la colpiva. Sapeva già cos’era, non stava male; era contenta ma non sapeva come dirlo a lui, non sapeva se l’avrebbe preso bene, male, o se era il caso di dirglielo quando sarebbe tornato dalla missione per la quale doveva partire quando si sarebbe svegliato.
Non lo sapeva, non sapeva nulla. Si trovava in bagno, in quel momento, e non aveva più sonno: si sciacquò il viso con dell’acqua fresca e scese in cucina.
Si mise tra i fornelli, voleva preparare la colazione, ma non ne aveva la forza: fece solo il caffè, come di consuetudine, e l’odore si disperse per tutta la casa, arrivò pure in camera da letto. Dopo pochi minuti, svegliato dal forte odore del caffè mattutino, Asuma scese, già vestito, e si diresse in cucina, dove era sicuro di trovarla.
Le si avvicinò e l’abbracciò da dietro: inutile dire che lei sobbalzò dallo spavento. Però poi girò la testa quel poco che bastava e gli diede un leggero bacio sulle labbra, il suo buongiorno.
Voleva dirgli di restare, voleva dirgli che aveva bisogno della sua presenza, voleva dirgli molte cose ma tacque. Mise fine ai suoi pensieri troppo movimentati, li fermò un istante per cercare di riordinarli velocemente.
Staccarono quell’abbraccio caldo appena il caffè fu pronto, e Kurenai lo mise in due tazze, una per sé e l’altra per lui, sicura che non avrebbe rifiutato. Lo bevvero in silenzio, la calma che li circondava era inquietante e lei decise di spezzarla.
«Asuma...» iniziò. Sentì tutto d’un tratto la gola secca e il cuore a mille, non sapeva più da dove iniziare.
«Devo dirti una cosa... Non so da dove iniziare...» lui la guardò, la incoraggiò semplicemente con lo sguardo e la spinse a continuare.
«Io... Io sono incinta!» chiuse gli occhi: non voleva vederla la reazione che lui avrebbe avuto. Si spaventava.
Asuma era invece rimasto senza parole, era una cosa bella, sentì dentro un improvviso moto di emozioni mai sentite prima. Si sentiva strano.
«Amore...» fu l’unica cosa che riuscì a dire, lo sguardo puntato su di lei, prima di andarle incontro e abbracciarla. Kurenai poggiò la testa sul suo petto, chiuse gli occhi e si lasciò andare, si lasciò cullare dal suo uomo e dal silenzio che faceva da padrone.
Entrambe le tazze di caffè si trovavano sopra il tavolo, ancora mezze piene. Lentamente, poi, Asuma si allontanò, sciolsero l’abbraccio e Kurenai lo guardò tristemente negli occhi.
«So cosa pensi, non ti preoccupare!» Asuma la rassicurò.
«Tornerò, come sempre! Per ora la situazione è critica, sì, ma tutto finirà e quando succederà, quella sarà l’ultima notte che starai sola.»
Ora sorrideva, voleva che lei non stesse in pensiero.
«E poi non posso non tornare... Pure io ho bisogno di te! Di voi!»
Kurenai inarcò leggermente le labbra in un sorriso, poi si portò le mani al grembo ed abbassò lo sguardo.
«Pure noi!» sussurrò flebilmente.
Si era un po’ tranquillizzata, lui ci riusciva sempre, ma sentiva comunque che qualcosa di brutto sarebbe successo: le era venuto semplicemente istintivo pensare a lui, preoccuparsi, ma adesso ignorava la sensazione di malessere che l’affliggeva.
Quindi, si salutarono: un leggero bacio a stampo, delicato. E lo vide sparire tra le vie di Konoha, sicura che anche stavolta se la sarebbe cavata. Strinse la vestaglia che indossava ancora di più e rientrò. Decise di fare le pulizie, cosa che, quando era sola e non aveva niente da fare, le occupava tutto il tempo e che quindi la faceva pensare meno che quando non faceva niente.
E le due tazze di caffè rimasero sul tavolo a farsi compagnia ancora un po’, dimenticate da chi doveva svuotarle.





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