Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Be like you    11/03/2013    1 recensioni
Un tradimento. Un incontro. Una notizia rifiutata e le piccole cose. Tutto è cambiato da quando lui è entrato nella vita di lei. La loro storia è appena iniziata e... Come finirà? Non finirà, perchè il loro è amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'avrebbe dimenticato. Prima o poi ci sarebbe riuscita. Si asciugò la guancia bagnata da lacrime di trucco, si sistemò la frangetta e si alzò dal divano. Il salotto sembrava vuoto senza di lui. Senza la sua spensieratezza, la sua risata, la sua mancanza, le sue assenze e senza i suoi modi convincenti per farti credere che sei unica. Non era arrabbiata, era furiosa, delusa, frustrata e demoralizzata. Si guardò allo specchio, strinse i pugni e debolmente li batté contro il riflesso. “Cos'ho che non va?” continuava a ripetere. Aprì l'anta della vetrina e prese, con mano tremante, una foto. Era la sua preferita. Era. Lesse sul retro la dedica, scritta in caratteri minuscoli ma ordinata e coincisa: Taylor, non dare troppo peso alla lontananza. Ti amo, Simon. Si morse il labbro. Non doveva pensarci. Cercò un accendino e bruciò la foto. Pian Piano vide la fiamma ridurre in polvere un pezzo della sua vita. Si sentì già meglio. “Sono un'ingenua, potevo immaginarmelo! Solo, in giro per il mondo... No, io non potevo immaginarlo perché mi fidavo di lui!” esclamò strappando tutte le altre immagini che li ritraevano insieme. “Pensava fossi una stupida? Per quanto avrebbe continuato questa messinscena? Come ho fatto...” singhiozzò coprendosi il viso con le mani, lasciandosi cadere a terra. “Certo, non dovevo dare peso alla lontananza così tu te ne stavi tranquillamente a vivere nella menzogna con quella lì! Ovvio, tutto torna” gridò fissando una foto di Simon. “Traditore, bugiardo, sei insensibile! Sei senza cuore, privo di sentimenti!” continuò, stracciandola in coriandoli. Decise di uscire, rendendosi conto troppo tardi che stava piovendo. Non tornò a casa per prendere l'ombrello, ma passeggiò malinconica sotto l'acqua, infilandosi le cuffie alle orecchie. Musica. Solo le canzoni la facevano stare bene. Si sedette su di una panchina e chiuse gli occhi, portandosi le ginocchia al petto, chiudendosi in se stessa. “Vuoi che ti tenga sotto con me?” le chiese un ragazzo paffutello, rossiccio di capelli. Lei riaprì gli occhi, presa alla sprovvista e, imbarazzata, rispose con un cenno del capo, annuendo. Si sfilò le cuffie e le aggrovigliò nella tasca. “Edward” disse lui con un sorriso tenerissimo, tendendole la mano. “Taylor” fece lo stesso lei, stringendogliela. “Come mai piangi?” le chiese guardandola negli occhi. “Una ragazza carina come te non dovrebbe mai lasciar uscire tristezza dai suoi occhi”. Lei alzò lo sguardo. Due occhi limpidi e celesti si incrociarono. “Il mio ragazzo mi ha tradita e lasciata, abbandonata e io non so più che pensare” disse riabbassando lo sguardo, rabbuiandosi. “Pensa che forse lui non era la persona giusta per te e che quindi, forse, è meglio così” la consolò abbracciandola. “Io ti ho già visto” esordì lei. “Davvero? Dove?” domandò lui, fingendo di non sapere la risposta. “Ma sì, ti vedo ogni giorno sul treno!” esclamò lei schioccando le dita. Lui annuì. “Sono quello stupido ragazzo che ti guarda da lontano tutte le mattine, sperando di riuscire a parlarti” ammise lui. Lei si mise una ciocca dietro all'orecchio, arrossendo. “Vestita anni '50, vintage, capelli lunghi, lisci e biondi, quasi mai raccolti, con quei magnifici occhi azzurri, cristallini, e rossetto rigorosamente rosso acceso” la descrisse perfettamente. “Voglio un bacio da film, qui e adesso” disse lei. Edward si avvicinò a Taylor, facendo cadere l'ombrello che li riparava dalle gocce, e la baciò. L'attimo fu dolce e intenso, poi lui le accarezzò il collo e lei gli passò una mano tra i suoi capelli ribelli. Passò una settimana... Mano nella mano chiacchieravano appassionatamente, finché non arrivarono sotto casa di lei. Si salutarono con un bacio a schiocco, poi lei si girò e aprì la porta di casa, ed entrò. Sussultò nel vedere che un ragazzo era comodamente sdraiato sulla sua poltrona, con la tv accesa e i popcorn in mano. Lui si volto verso di lei e si presentò. “Uh, sono John, un amico di Simon, mi ha dato le chiavi di casa sua per...” “Questa NON è casa sua” precisò lei, in tono fermo. “Fa lo stesso, comunque mi ha mandato qui lui, per dirti che vi rimetterete insieme! Non sei contenta?” si esaltò lui. “Noi non torneremo mai più insieme” rispose lei, distaccata. “Ora esci e non farti più vedere, idem per il tuo amico” lo cacciò fuori di casa. Una volta sola, Taylor sentì il bisogno di Edward, ma non lo chiamò. Si diresse direttamente da lui. Arrivata, lui si preoccupò, ma lei gli raccontò tutto, notando la faccia indignata di lui. “Se vuoi puoi stare qui a dormire per questa, per la prossima e per tutte le altre notti, lo sai.” propose lui, stringendola a sé. Lei accettò con entusiasmo ma anche con un po' di timore. Arrivò sera e, dopo cena, si prepararono per la notte. Senza pensarci lei si tolse la maglietta e indossò il pigiama, lui la guardò quasi ipnotizzato, incantato. “Tu non ti cambi?” gli chiese sorridendo. “Dopo...” disse lui in evidente imbarazzo. Lei non capì il perché, allora lui si spogliò, tirando in dentro la pancia. Lei rise per quel suo gesto e capì. Pensava che lui non le andasse bene per il suo aspetto fisico. “Ed, io mi sto innamorando di te, per come sei dentro. Ormai sento di aver bisogno di te, nessuno riesce a competere con te. Io sono qui per te. Da quando ti ho conosciuto, tutto è cambiato” così dicendo, lo fece commuovere e piangere di gioia. L'uno era l'anima gemella dell'altra. Tutto era cambiato, erano due angeli destinati ad incontrarsi, perché le cose più belle non si guardano, né si toccano: si sentono nel proprio cuore.
  
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