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Autore: Cherry Blues    11/03/2013    9 recensioni
Ci troviamo nel bel mezzo della battaglia del Britpop, l'agguerrito scontro musicale tra gli Oasis di Noel e Liam Gallagher e i Blur di Damon Albarn.
Siete pronti a viverla con gli occhi di Sunshine, la groupie tutto pepe di Damon?
Pronti a decidere se Noel -o, come dolcemente lo chiama lei, il "northerner sbruffone dittatore del mondo"- abbia fatto bene a impuntarsi proprio sulla groupie dell'acerrimo rivale?
Preparatevi a sfide, sbeffeggiamenti, attrazioni, passioni, equivoci e situazioni comiche o imbarazzanti, il tutto condito dalla magica atmosfera che si respirava negli anni 90.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noel Gallagher, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9. Nel bel mezzo della battaglia del Britpop



Il 14 agosto inizia con un sonoro trillo nel mio amato silenzio mattutino.
La sveglia? Sì, ma io preferisco immaginarlo come lo squillo di tromba che preannuncia l’inizio della battaglia.
Apro gli occhi velocemente, senza dare tempo al dormiveglia di rapirmi come le altre mattine, e sposto lo sguardo sul pigrone al mio fianco, che oggi, stranamente, sembra ben più attivo del solito.
“Buongiorno” mormora sorridendo beato e facendomi segno di avvicinarmi maggiormente.
“Salve” risponde la mia adrenalina mentre gattono verso le braccia di Damon, ogni mio movimento accompagnato dal fruscìo delle vaporose lenzuola bianche. “Oggi è il gran giorno” sussurro eccitata.
“Il gran giorno sarà domenica, quando li batteremo” risponde con tono competitivo.
Sento che ha bisogno di scaricare in qualche modo il fervore che sta scorrendo nelle sue vene così come nelle mie e infatti, quando mi tira con forza a sé, non appena le nostre labbra si uniscono,  vengo pervasa dal sapore di sfida che alberga anche in me già da parecchi giorni…
Ma oggi è un’altra storia! Oggi è proprio il 14 agosto, signore e signori: il giorno d’uscita di Country House e di Roll with it. La battaglia del Britpop è iniziata!
Esagero?
No, neanche un po’: ormai ne parla tutta l’Inghilterra e stasera la BBC dovrebbe anche dedicargli un breve servizio.
Il New Musical Express di sabato scriveva addirittura “British Heavyweight Championship” e in copertina ritraeva –indovinate?- il mio bel Damon Albarn e il famigerato Liam Gallagher, con tanto di occhiali da sole –per nascondere il monociglio, probabilmente.
E’ sfida, pura sfida.
E’ sfida tra le ragazzine con la maglia di una delle due band che discutono su quanto sia figo il modo di saltellare di Damon sul palco o su quanto sia sexy la postura del fottuto frontman degli Oasis.
E’ sfida tra i ragazzi che rispondono con Parklife ai mod che sfrecciano in Vespa cantando a squarciagola Live forever.
E’ sfida tra noi del sud e i northerner che si raccolgono intorno agli Oasis.
Quello che la mia cara patria non sa, però, è che c’è un’altra sfida oltre a quella che Liam e Damon si lanciano con lo sguardo sulle copertine delle riviste…oh sì!
C’è la sfida tra la groupie del frontman dei Blur e il chitarrista dell’altra fottuta band.
E’ sfida, tra me e Noel.
E non ho nessuna intenzione di perdere, questa volta.

 
Mentre i ragazzi sono impegnati a fare giri di telefonate per tentare di scoprire quante copie stiano vendendo, io non posso che sfruttare questa bella giornata di sole per un po’ di shopping al mercato con Justine.
Sì, ok, sembra credibile quanto lo zio Jessy e Boss Hogg che se ne vanno a distillare whisky insieme per la contea di Hazzard.
Forse avrei dovuto specificare sin dal principio che non si tratta della mia cara vecchia Frischmann, ma di Justine Andrew, la ragazza di Alex –il bassista-, la quale, a parità di nome, è sicuramente più simpatica… e soprattutto non ha istinti omicidi nei miei confronti, nonostante io e Alex siamo finiti a letto insieme un paio di volte. Però ci tengo a precisare che –uno- io non sapevo nemmeno niente di lei, all’epoca, e –due- Alex, che sembra tanto pacifico/tranquillo/coccoloso, ha una vita sessuale che farebbe invidia ad un macaco in calore, quindi non penso che una Shine sotto le coperte possa farle qualche differenza.
“Hai bisogno d’altro?” mi chiede, mentre segue rapita le bancarelle come fossero i sassolini seminati da Pollicino.  Dio, quanto amo i colori degli affollati mercatini londinesi!
Alzo le spalle “Non penso. A te?”
“Sì, un cappellino di paglia” sancisce entusiasta prendendomi a braccetto e trascinandomi al banco all’angolo. “Questo?” chiede inforcandone uno piatto, ornato di un giro di stoffa giallo e rosa.
“E’ l’ideale…” commento dubbiosa “… se vuoi somigliare a Roger Taylor in I want to break free”
Justine se lo toglie lanciandomi un’occhiataccia divertita “Spiritosa”
Mi lascio sfuggire una risatina spensierata, prima di sbirciare le canotte colorate nella bancarella a sinistra.
Azzurra –ce l’ho-, rosa –non mi piace-, verde… Bianca. Appena vedo quella bianca, non so perché ma la mia mente ci dipinge sopra una nitida scritta per sfottere gli Oasis… Se saremo noi a vincere la battaglia, ovviamente.
Vabbè, io intanto la compro… Anche perché dobbiamo vincere, cazzo! Non posso ridurmi ad assistere ad un altro loro concerto, con tanto di striscione, come pretenderebbe Noel!
Sfilo il portafoglio dalla borsetta, constatando con orrore che le sterline avanzate dal mio ultimo, vecchio stipendio da cameriera non si sono magicamente moltiplicate e, anzi!, stanno paurosamente scarseggiando.
Ok che l’appartamento –ancora diluito con acqua- è di mia zia e non mi ha mai fatto pagare l’affitto… Ma tutto il resto?  Per quanto ancora posso andare avanti a farmi mantenere da Damon?
Forse sarebbe il caso che iniziassi a fare un po’ di ordine nella mia vita e a prendermi qualche responsabilità in più.
Sì, lo farò.
Ma non ora.


 
E siamo già a mercoledì… Praticamente a metà della famigerata battaglia. Certo che è stancante, aspettare buona buona il verdetto!
Mmm-mmm-mmmm the eye of your miiind
Do una sistemata alla camera di Damon –più disordinata di quella di un tredicenne-, canticchiando quasi spensierata ma iniziando subito a riflettere su quanto ci stiamo avvicinando al giorno in cui si sapranno i risultati.
Na na-na na might fiiiind
Prendo il cuscino con la Union Jack e lo appoggio sulla poltrona vicino alla finestra aperta, assaporando il piacevole tepore estivo, che per qualche secondo riesce a distrarmi dal pensiero della sfida.
A better place to play
L’incanto finisce presto, però, ovviamente: mancano solo tre giorni! Tre giorni e saprò se potrò deridere i Gallagher fino allo sfinimento o se dovrò subire i loro strafottenti sorrisetti soddisfatti…
You say mmm-mmm never been,
na nana na na you seeeee
na na na fade away

Non possono, non possono vincere gli Oasis.
Con questa notevole opera di autoconvincimento, mi avvio verso la cucina, sentendo da destra il rozzo vociare dei ragazzi che provano e sghignazzano in salotto. Pff, maschi.
Na na na na revolution from my bed
mmm mmm said the brains I had went to my head

ll famigerato calendario appeso affianco al frigo non fa che ricordarci quanto velocemente domenica si stia avvicinando… Ma sono sicura che io morirò prima, attanagliata dalla curiosità e dall’impazienza di sapere l’esito di questa fottuta battaglia.
Na nnnnoutside, coz summertime’s in bloom.
Stand up beside the fireplace
na na look from off your face

Domani dobbiamo anche passare agli studi di Top of the Pops per non-mi-ricordo-quale-faccenda che riguarda l’esibizione della settimana prossima, con Country House ovviamente. Impegnata come sono a cercare di farmene un promemoria mentale per non cadere dalle nuvole domani quando Damon mi dirà “Ma come, non sei ancora pronta?”, non faccio troppo caso al repentino cessare del chiacchiericcio in sala.
Na na-na ever gonna burn my heart ooooout
Inizio ad avere la gola secca: niente di meglio di un goccio di Coca Cola, penso, chinandomi ad aprire il frigo.
Soooooooo-” ma la voce mi si strozza in gola non appena mi giro e vedo Damon a due centimetri da me.
“Oddio!” balbetto portandomi una mano al cuore “Mi vuoi far fare un infarto?”
Lui resta immobile e rigido come uno stoccafisso, la mascella quasi contratta.
“Che. Cazzo. Stavi. Cantando” ringhia con uno sguardo glaciale puntato nei miei occhi e non mi ci vuole molto per notare che quello stesso sguardo ce l’abbiano addosso anche Alex, Graham e Dave, innaturalmente girati a centottanta gradi sul divano -è una scena davvero surreale, posso assicurarvelo-…
“Non lo so” rispondo alzando le spalle e portandomi la bottiglietta di Cola alle labbra. E sono anche sincera, tra l’altro! Se non fosse stato per la gola secca non mi sarei quasi neanche accorta di essere nel pieno di una performance canora.. Figuriamoci se io sappia anche dire titolo e autore, al professor Albarn!
Quest’ultimo però non sembra accontentarsi della mia risposta, infatti mi strappa la bottiglietta dalle mani prima ancora che io possa finire di deglutire l’agognata bevanda.
“Sunshine!” esclama severo “Era Don’t look back in anger, cazzo!”
Non so con quale sforzo sovrumano io sia riuscita ad evitare di sputar fuori la bevanda gassata ora deviata attraverso il setto nasale, mentre sgrano gli occhi, tossendo.
“Merda” boccheggio sconvolta. Non ci avevo nemmeno fatto caso!
“Hai anche comprato una copia di Roll with it, magari?” chiede ironico Graham con la sua faccia da sberle, da dietro gli occhiali più grandi di lui. “O baciato un poster di Liam-fottuto-Gallagher?
“Coxon, fanculo” borbotto risentita “La trasmettono alla radio 24 ore al giorno, dev’essermi rimasta in mente”
Damon resta in piedi davanti a me, le braccia incrociate, uno sguardo indecifrabile negli occhi.
“Eddai, non fare l’arrabbiato” mormoro piano con voce provocante avvicinandomi alle sue labbra.
“Sunshine, lo sai che non sopporto che-”
“Shhh” sibilo mordicchiandogli l’orecchio e alitandogli sul collo, mentre la mia mano si fa strada tra i suoi capelli lucenti.
Sospira con fare arrendevole “Non mi ricordo neanche cosa io stessi dicendo” sorride rilassato, seguendo il mio profilo con due dita.
Nascondo la mia espressione soddisfatta nell’incavo del suo collo. Pericolo scampato.
Però il mio sorriso si trasforma presto in una smorfia dubbiosa.
La cantavo solo perché l’ho sentita alla radio, continuo a ripetermi, lasciandomi accarezzare da Damon.
Non perché Noel l’ha cantata solo per me un paio di settimane fa.
 

Mercoledì…
La colla mentale con cui avevo appiccicato il promemoria “Top of the pops studios” si è rilevata abbastanza scadente, perché dieci minuti prima di uscire io ero ancora tranquilla a canticchiare sotto la doccia –ma il fatto positivo è che a quanto pare io non abbia avuto nessun lapsus freudiano che mi facesse cantare un’altra canzone degli Oasis, altrimenti Damon mi avrebbe fatto finire la doccia in stile Psycho.
Tutto è bene quel che finisce bene, insomma, e infatti all’ora x io e il caro signor Albarn ci troviamo ai celeberrimi studi -mano nella mano, sigarette nell’altra.
Ora, se c’è una cosa che non sopporto dell’industria musicale, sono proprio i dirigenti dei programmi e delle case discografiche, che hanno un’innata predisposizione per leccare il culo alle loro gallinelle d’oro e, allo stesso tempo, tentare di convogliare il loro talento verso i propri fottuti interressi –Welcome to the machine, confermate, Pink Floyd?-, quindi preferisco abbandonare qualche minuto Damon alle sue discussioni con quella gente e andarmene in giro a curiosare per gli studi –viva i pass speciali-.
Mi infilo in un corridoio, seguendo i fili per terra e la musica rimbombante ovattata dalle pareti dello studio a sinistra: probabilmente stanno facendo le prove o magari –speriamosperiamosperiamo!- sono addirittura in diretta.
Mi faccio strada tra i tizi che sfrecciano da ogni lato del corridoio con le mani strette attorno a delle cartelline di fogli o pigiate sull’auricolare che hanno all’orecchio.
Sì, girare per i backstage è una delle cose che preferisco, uno di quei vantaggi per il quale mi vanterei per ore davanti alle ragazzine che sacrificherebbero le loro paghette di un anno anche per soli cinque minuti così. Infatti-
Oh, no, cazzo! Come non detto, ritiro tutto! Avevo dimenticato i lati negativi di un tale privilegio: si possono incontrare scimmioni che scorrazzano liberi per il backstage.
“Tu!” esclama infatti uno di questi puntandomi il dito contro, togliendosi la sigaretta dalle labbra carnose e imprecando nella sua lingua incomprensibile che dovrebbe essere inglese. “Ringrazia il cielo di essere una donna, sennò saresti già al pronto soccorso”
Mi avvicino a lui piantandogli negli occhi uno sguardo divertito “Ciao Liam”, sfoderando il mio sorriso più fastidioso: “Per caso ho fatto qualcosa che ti ha dato noia?”
“Fai poco la simpatica” replica reclinando la testa di lato e sfiatandomi il fumo in faccia. “Sai benissimo a cosa mi riferisco”
Alzo le spalle, incrociando le braccia. “Era questione di vita o di morte”
“Esigo delle scuse” sentenzia deciso con uno sguardo severo.
Con quella larga camicia bianca e gli occhi verdiazzurri potrebbe quasi sembrare un angelo… Certo, basta non far caso all’espressione omicida e alla postura da piccoli-australopitechi-crescono.
“Mi spiace, è stata tutta colpa del tuo caro fratellone… Quindi da me non ne avrai” replico con un finto sorriso lasciandomelo alle spalle “Però se può consolarti baci bene” aggiungo senza girarmi.
“Grazie, ma lo sapevo anche senza che me lo dicessi tu, stronzetta” mi ringhia dietro.
Sto per rispondere con un insulto, quando mi compare davanti Sua Maestà Dittatore del Mondo, in camicia a righette e occhiali da sole.
“No, senti, due Gallagher uno dopo l’altro non li reggo!” esclamo infastidita girandomi dall’altra parte, ma lui scoppia in una risata divertita e si ripropone davanti ai miei occhi inceneritori.
“Sempre di buon umore, cara” commenta avvicinando la mano per sistemarmi la ciocca di capelli che mi è appena andata fuori posto, ma io gliela blocco subito con la mia, nonostante due dita stiano ancora tenendo in bilico la sigaretta. Nella frazione di un secondo, la sua mano si libera dalla debole presa della mia ed è questa a trovarsi imprigionata nella sua morsa. Con un’aria di sfida, se la avvicina al viso e mi ruba l’ultima tirata di fumo dalla sigaretta. Stronzo.
“Hai iniziato a preparare lo striscione?” aggiunge espirando.
“No. E tu hai preparato i fazzoletti per il tuo fratellino?”
“Il mio fratellino che bacia bene?” replica con tono strafottente e ironico.
“Sì, lui” rispondo tranquilla aprendomi in un sorriso malizioso “Invidioso perché è Liam il latin lover della famiglia?”
“Ma per favore!” bofonchia disgustato girando il volto dall’altra parte.
Bene, beccato un punto debole!
Rincariamo la dose.
“Sai com’è, ha il fascino del frontman…” commento con un finto sguardo sognatore.
“Sicuramente più del tuo amore” sputa fuori con il solito disprezzo.
Scuoto la testa ridacchiando “Bè, adesso non esageriamo!”
Lui sembra riflettere su qualcosa –sempre che i Gallagher siano in grado di riflettere-, quindi colgo l’occasione per tornare al mio obiettivo di prima: intrufolarmi a vedere la diretta di Top of the Pops.
“Sunshine” lo sento chiamarmi.
“Ciao Noel” lo liquido velocemente continuando a guardare dritto davanti a me.
“Goditi lo show!”
E lo so che non posso vederlo, dato che è alle mie spalle, ma scommetto, scommetto le ossa cazzo!, che ha sulle labbra il suo solito sorrisetto da sberle. Quindi ci saranno anche gli Oasis a TOTP?
“Hey, Shine” mi saluta qualcuno in una maglia sbracciata del Michigan –la scritta è tutto ciò che riesco a vedere dato che mi tira subito a se per un veloce bacio sulla guancia, prima di sfrecciare verso una porta.
Ah, ma è Robbie Williams. Ogni tanto lo becchiamo a qualche festa o programma. “Ciao Robbie, presenti tu?”
“Sì, vieni dentro?” chiede, tenendo la porta aperta, dalla quale si sente un caos immane e si intravede una folla esagitata che poga a ritmo di una musica che non riesco a riconoscere.
“Massì, dai” rispondo correndo dentro. Quanto adoro queste urla e le luci colorate che si posano ovunque come ai concerti! Non credo che mi stancherò mai di ambienti del genere…
Robbie mi fa strada fino alla prima fila, con gli strilli delle ragazzine in sottofondo e le loro mani che tentano di raggiungerlo, poi sfreccia dalla presentatrice agguantando un microfono, mentre io poso gli occhi sulla scena davanti a me sul palco. Un momento! Io sono sulla destra… Come mai Liam è praticamente davanti a me e… ha tra le mani una chitarra?
Prima che io possa capire cosa cavolo stia succedendo, Robbie finisce la sua presentazione, lasciando il posto a qualche nota della famigerata Roll with it e, subito, alla voce graffiante di Liam, il quale però –piccolo particolare!- non sta aprendo bocca.
Sposto lo sguardo verso il centro del palco, sulla figura che stringe la mano sinistra intorno al microfono, dietro gli occhiali da sole, mentre la destra agita il tamburello del fratello.
Spalanco la bocca: Noel.
E’ lui che canta –anche se di “cantare” non si può proprio parlare, dato che sta rendendo palesemente evidente che si tratti di un playback-!
Non sta neanche scimmiottando troppo il fratello -a parte lo “strumento” che ogni tanto agita – dato che le mani non sono ridicolamente unite dietro la schiena, anzi! Sembra che si sia creato un suo stile personale: mano sul microfono, quasi fermo, la testa che segue leggermente il ritmo…
Ecco cosa stava macchinando, dopo il discorso sui frontman!
Mi faccio strada tra il branco di ragazzette urlanti, arrivando davanti a lui e sbirciando ogni tanto anche gli altri membri della band che se la ridacchiano come matti.
You wanna be
who you’d be
if you’re coming with me.
Scostandosi leggermente dal microfono, esprime tutta la sua finezza targata Manchester in una linguaccia, che a causa dei suoi fottuti occhiali da sole non riesco a capire se sia indirizzata a me o alla telecamera che mi sta passando sopra la testa. Ma ecco che, proprio mentre mi perdo in questo dubbio amletico, lui mi indica velocemente, camuffando poi il gesto in un’alzata di tamburello. Stronzo.
Poi riprende subito con la sua pantomima, insieme alla sua vera voce che fa i coretti ma il cui labiale –ovviamente- questa volta è affidato a Liam, il quale poi, dopo il ritornello, si improvvisa in un inesistente assolo di chitarra.
Fatto sta che… odio ammetterlo –e infatti a lui non lo dirò mai-, ma non è per niente male come frontman.
Questo pensiero, decisamente contrario alla mia morale, si autodistruggerà entro cinque secondi.
 
 
Urla assordanti, pubblico in delirio.
Questa volta però sul palco ci sono i miei Blur e, dietro il microfono, incitando il pubblico come suo solito, il mio Damon.
Io come sempre mi godo la scena da dietro le quinte, in piedi sulla transenna a lato del palco, urlando a squarciagola ogni singola parola.
“Sunshiiiiine”
Sento una voce prolungata e irriconoscibile che mi chiama dal backstage.
“Sunshiiiiiine”
Ma come cavolo è possibile che io la senta, con tutto questo casino?
“Sunshiiiiiine”
In preda alla curiosità, salto giù dalla transenna, allontanandomi controvoglia dal concerto di Damon, addentrandomi nella giungla del dietro le quinte.
“Sunshine”
Quando un paio di roadie con un amplificatore in mano si spostano, metto a fuoco la figura lontana da me solo di pochi metri, in jeans, camicia a righe e occhiali da sole inforcati. Noel?
“Che cazzo ci fai a un concerto dei Blur?” gli urlo insospettita, senza avvicinarmi di un passo.
“Non sono qui per loro” sussurra lui e -nonostante la voce di Damon amplificata, le schitarrate, la batteria e il pubblico in delirio- lo sento. E la sua risposta mi gela il sangue nelle vene.
Lui toglie una mano dalla tasca. “Vieni qui” ordina, facendomi segno col dito di avvicinarmi.
Scoppio in una risata scettica, scuotendo la testa “Scordatelo! Torno da Damon”
Detto questo, faccio retro front per tornare ad immergermi nel caos musicale che tanto amo, ma con mio orrore mi accorgo che le mie gambe mi stanno portando in tutt’altra direzione.
Spalanco gli occhi senza capire, tentando in tutti i modi di riprendere il controllo di me, ma non ce la faccio!
Mi agito, scioccata, cercando perlomeno di fermarmi, eppure le mie gambe –totalmente scollegate dagli ordini del mio cervello- procedono sicure in avanti, trascinandomi a pochi centimetri da Noel, che per tutto questo tempo è rimasto immobile, con un sorrisetto sicuro dipinto sul volto, continuando a ripetere l’invito con l’indice della mano destra.
“Che cazzo…??” ansimo sbalordita sentendomi mancare il respiro.
“Shhhh” sussurra lui appoggiandomi un dito sulla bocca “Smettila di fingere... E’ inutile che cerchi di scapparmi” aggiunge con un tono strafottente e al tempo stesso malizioso, provocandomi dei caldi brividi lungo tutta la schiena. Poi, chinandosi in avanti lentamente, raggiunge le mie labbra con le sue, mentre con le braccia mi stringe a sé, portandomi una mano alla nuca e prolungando quel bacio.
Mi sveglio di colpo, scattando a sedere terrorizzata sul letto di Damon, gli occhi spalancati e la fronte velata di sudore.
Che cazzo…??!!
Noel??!! Noel??!! NOEL???!!
Il petto continua ad alzarsi e abbassarsi velocemente, i miei respiri sono talmente gonfi da farmi male ai polmoni e, guardandomi riflessa nello specchio accanto al mobile, mi accorgo con orrore che le mie guance sono arrossate.
Vi prego, ditemi che è un incubo il fatto che io abbia fatto un incubo del genere!
Alla mia destra Damon dorme ancora beato, il suo viso da –finto-angioletto rilassato, il respiro ben più regolare del mio.
Scendo di corsa giù dal letto e mi fiondo in bagno, risciacquandomi il viso con acqua fresca e gettando un’occhiata d’odio alla figura riflessa nello specchio.
Cos’è questa cazzo di bruciante sensazione di vuoto sulle labbra?!
Torno in camera raggiungendo il letto con un balzo e gattonando sopra Damon, svegliandolo con un bacio nel quale sfogo tutta la mia rabbia.
“Sunshine” mugugna confuso non appena le sue sinapsi si collegano e le sue mani si stringono ai miei fianchi “Cosa…”
“Fammi tua” ansimo scorrendo con le dita fino alla sua biancheria, sforzandomi di non pensare. Ho bisogno di gridare il tuo nome, Damon, cazzo!
Le sue labbra si curvano in un sorriso malizioso “Sei già mia”
E i successivi quaranta minuti li impiega a trasformare il concetto dalla teoria alla pratica.
 
E’ domenica, la sveglia segna mezzogiorno passato e fortunatamente il mio risveglio non è tragico come quello di un paio di giorni fa –un altro sogno del genere e mi proibisco di dormire fino all’eternità-, però è il 20 agosto… Potrebbe anche arrivare la notizia di un incubo maggiore. Se l’avessero spuntata gli Oasis?
Faccio scorrere la mano sul lato del letto di Damon: vuoto.
Non sto più nella pelle: devo sapere.
“Damon?” chiamo piano, la voce impastata.
“Buongiorno piccola” esclama affacciandosi alla porta con una tazza di caffè tra le mani e un sorriso in volto.
Sì, sì!!! Dimmi che…
“Ovvio, li abbiamo battuti” aggiunge soddisfatto col suo sorrisetto.
Chiudo gli occhi sollevata, lasciando che se ne dipinga uno simile anche sulle mie labbra.





Ciao mad, sono tornata! *saltella sbracciandosi*

Un capitolo, una settimana, una battaglia.

Io avrei preferito che vincessero gli Oasis –sì, sono un tantino di parte-, ma le cose nella realtà sono andate così e quindi mi spiace Noel, ma Sunshine non potrà saltellarvi davanti con uno striscione pro-Oasis ç.ç
Vi consiglio di dare un'occhiata al video della loro performance a TOTP in cui Noel e Liam si scambiano i ruoli, perché, per quanto io abbia tentato di descriverla, non credo che a parole si possa rendere una scena del genere ahah  :’)

http://www.youtube.com/watch?v=oUTL2jSRIgE

Ordunque, commenti sui nuovi svolgimenti? :D

Un abbraccio,
Cherry <3
 
  
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