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Autore: jawaadhugsme    11/03/2013    94 recensioni
«Signorina Elexia.» mi chiama il dottor Derek, facendomi tornare alla realtà. Mi alzo dalla scomoda sedia traballando leggermente, giungendo davanti a lui.
«Come sta dottore?» domando con voce flebile stringendomi nella sua felpa, guardandolo negli occhi grigi contornati da rughe.
«Non c'è più niente da fare signorina... dobbiamo staccare la spina oggi.» sussurra.
Scuoto la testa come a volermi svegliare da un brutto sogno, ma non è un incubo, è la realtà.
«Voglio che mi conceda una giornata per stare con lui.» sussurro. «Ma signorina, lui non potrà sentirla e..» lo interrompo con un gesto della mano sospirando.
«Se deve staccare la spina, voglio che lui stia con me e ascolti ciò che ho da dirgli.» sussurro con voce ferma estraendo dalla tasca della felpa dei fogli di carta piegati un quattro.
Il dottor Derek sospira massaggiandosi le tempie per poi spostare le dita e giocare con la barba troppo cresciuta sul mento. «Va bene, le do tempo fino alle otto di questa sera: ha dieci ore per stare con lui.»
«Perciò, non lasciarmi Zayn..»
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' passato un anno.
Un anno dall'ultima volta che vidi i suoi occhi cambiare colore.
Un anno dall'ultima volta che sentii la sua voce, anche se era arrabbiata.
Un anno, da quando se ne è andato.
Il ragazzo di cui mi sono innamorata, se ne è andato.
Ricordo le urla, la porta sbattuta con violenza, la sua corsa verso la strada e la macchina che lo travolse.
Ricordo il mio pianto disperato, la sirena dell'ambulanza in lontananza e i medici che mi promisero che ce l'avrebbe fatta.
E ora sono qui, a distanza di un anno, in questo corridoio bianco e che odora di ammoniaca dell'ospedale; questo corridoio, che è diventata una seconda casa da un anno per me. «Signorina Elexia.» mi chiama il dottor Derek, facendomi tornare alla realtà. Mi alzo dalla scomoda sedia traballando leggermente, giungendo davanti a lui.
«Come sta dottore?» domando con voce flebile stringendomi nella sua felpa, guardandolo negli occhi grigi contornati da rughe.
«Non c'è più niente da fare signorina... dobbiamo staccare la spina oggi.» sussurra.
Scuoto la testa come a volermi svegliare da un brutto sogno, ma non è un incubo, è la realtà.
«Voglio che mi conceda una giornata per stare con lui.» sussurro.
«Ma signorina, lui non potrà sentirla e..» lo interrompo con un gesto della mano sospirando.
«Se deve staccare la spina, voglio che lui stia con me e ascolti ciò che ho da dirgli.» sussurro con voce ferma estraendo dalla tasca della felpa dei fogli di carta piegati un quattro.
Il dottor Derek sospira massaggiandosi le tempie per poi spostare le dita e giocare con la barba troppo cresciuta sul mento.
«Va bene, le do tempo fino alle otto di questa sera: ha dieci ore per stare con lui.»
Sorrido prendendogli la mano per ringraziarlo, per poi spostare lo sguardo alla porta al nostro fianco. «Va, lui ha bisogno di te.» sussurra sorridendomi leggermente per poi incamminarsi per il corridoio, diretto a qualche altra stanza. Avanzo di un passo, poggiando la mano sulla maniglia che, ormai, conosce la mia mano e ogni sua impronta: faccio pressione fino a tirare la porta ed aprirla. Come sempre, sento i battiti di lui controllati da una macchina, il suo respiro pesante grazie ai tubi che gli passano nel naso e nella trachea.
Richiudo la porta alle spalle e mi appoggio ad essa, troppo debole per andare da lui e troppo pesante è il peso che ho nel cuore vedendolo così, con la consapevolezza che sarà l'ultima volta.
«Ciao Zayn.» sussurro. Un sussurro al vento, al nulla, perché lui non può aver sentito le mie parole, come tutte le altre che sono uscite dalla mia bocca quando sono venuta a trovarlo.
Mi stringo nella felpa e annuso il suo odore, lo stesso che invade la stanza: il suo odore.
Avanzo lentamente senza staccare gli occhi dal corpo di Zayn, sentendo quel peso aumentare ad ogni passo, ad ogni mio respiro, ad ogni suo respiro.
Mi siedo sulla sedia bianca in ferro ancora più scomoda di quella in corridoio, ma non mi importa: sono lì per lui, per l'ultima volta.
Alzo la mano e, tremando, stringo la sua e ne accarezzo il dorso, pensando quante volte fece lui quel gesto mentre ero malinconica.
«E' l'ultimo giorno oggi Zayn.» incomincio stringendo un po' la mano, per fargli capire che io sono lì, sperando che lui senta la mia presenza.
«Il dottor Derek ha detto che questa sera staccherà la spina Zayn.» continuo abbassando lo sguardo. «Ma io non voglio Zayn, non voglio che spengano questi macchinari che ti tengono in vita. Non voglio che ti portino via da me.»
Sento gli occhi bruciare, una lacrima scende dal mio occhio destro ma la asciugo con la manica della felpa: non posso piangere a solo l'inizio del discorso.
«Ma cosa posso fare io? Lo volevano fare già mesi e mesi fa e ormai siamo a un anno di distanza dal tuo incidente, non posso prolungare ancora, tu non puoi stare così per sempre.» sospiro e poggio il viso sul suo petto, guardando il suo viso rilassato e gli occhi chiusi ormai, da troppo tempo.
«Mi mancano i tuoi occhi, sai?» sorrido allungando un braccio e accarezzandogli una guancia, sperando di rivederli aperti.
«Ricordo quando cambiavano colore in base al tuo umore: verdi, non avevi nessun sentimento dominante in quel momento. Marroni, quando eri arrabbiato. Blu, quando eri felice. Viola, quando avevi paura o eri triste. Azzurri, quando facevamo l'amore.»
Sorrido, pensando alla paura che provai quando scoprii la sua diversità, verso una lacrima, pensando all'ultimo colore che vidi: marroni.
«Io non volevo vedere quel colore Zayn, non volevo vedere le tue iridi color marrone. Volevo vederli azzurri, i tuoi occhi nei miei mentre la tua fronte era sulla mia e facevamo l'amore. Era questo l'ultimo colore che volevo vedere e che ho sempre sparato di vedere per ultimo.»
Singhiozzo leggermente stringendo la sua mano, strofinando il naso sul suo petto per poi tornare a guardarlo.
«Ricordi Zayn? Ricordi la prima volta che abbiamo fatto l'amore? Io si, e mi sorpresi del colore dei tuoi occhi e sono il colore che amo di più.» sospiro e mi metto a sedere, lasciando la mano di Zayn.
Mi passo una mano tra i capelli e sospiro, aprendo i fogli piegati per poi schiarirmi la voce.
«Ho scritto dei pensieri Zayn, non sono molti, ma li ho scritti pensando a me, a te, a noi.»


Caro Zayn, sono mesi che piango, non dormo, mangio poco e niente.
Mio fratello Liam è preoccupato, così preoccupato che mi ha mandato da uno psicologo: si chiama James.
Quando si è presentato, ho pensato subito a te: tu avresti voluto un bambino di nome James, oppure Michael.
E' un bel ragazzo, ha sui ventisette anni e mi chiedo cosa ci faccia in questo scuro studio a strizzare il mio cervello e quello di molte altre persone.
Mi ha chiesto il perché ero li ed io, cordialmente, gli ho risposto che è stato Liam a mandarmi perché era preoccupato.
Ha iniziato a farmi diverse domande: la situazione in famiglia, il rapporto con Liam, i miei amici, e il perché della preoccupazione di Liam.
Impiccione, invadente, sbruffone e strizza cervelli, ecco come lo definisco.
Eppure, gli ho raccontato di te Zayn, tutto.
Gli ho raccontato quando Liam ti presentò a me e notai i tuoi occhi cambiare da viola a blu.
Gli ho raccontato la mia iniziale paura nei tuoi confronti.
Gli ho raccontato della tua voce, di quando ti spiavo cantare Total Eclipse Of The Heart e avevo il cuore a mille.
Gli ho raccontato della prima volta che abbiamo fatto l'amore: non nei dettagli, ma le sensazioni.
Gli ho raccontato quando mi hai baciata sotto la pioggia perché ti avevo confessato il mio amore per te ed ero scappata, con la paura di aver fatto la più grande cazzata della mia vita.
Gli ho raccontato che sono stati i quattro anni più belli della mia vita assieme a te, sembrava di essere in una favola.
E gli ho raccontato dell'anno di inferno che ho vissuto, successo per colpa mia, e solo mia.
Perché io potevo evitare tutto, perché ho visto i tuoi occhi marroni traboccare di rabbia e dovevo fermarti.
Sono stata una stupida, me lo ripeto ogni giorno quando mi alzo la mattina, ti vengo a trovare in ospedale e ti parlo, quando riguardo le nostre foto e quando mi corico nel letto.
Mi manchi Zayn, darei la mia vita pur di farti tornare a vivere, a sorridere, respirare e non grazie a macchine artificiali.
Ti amo Zayn, e non puoi lasciarmi.
Ti amo Zayn, e voglio che tu stia con me quando farò l'amore ancora, perché tu sei l'unico con cui la farei.
Ti amo Zayn, e voglio che tu sia qui con me a cantarmi canzoni d'amore e stringermi tra le tua braccia.
Ti amo, e per questo non puoi andartene, me lo avevi promesso, ricordi?
-Io e te per sempre- e la scritta su quell'albero sotto al quale ci sedavamo di primavera c'è ancora e mi ricorda della tua promessa.
Ti amo Zayn Malik.
Tua, Elexia."


Alzo lo sguardo dal foglio, ormai, bagnato da lacrime e nulla, Zayn ha ancora gli occhi chiusi.
Chiudo i miei e cerco di regolarizzare il mio battito cardiaco, di fermare le mie lacrime e di sperare che si sveglia.
Riapro gli occhi ma il mio desiderio, ancora una volta, non è stato esaudito.
Alzo lo sguardo e lo riporto verso la finestra, dalla quale entra la luce del sole. Mi alzo e, lentamente, mi incammino verso essa per poi osservare fuori: nel giardino dell'ospedale, ci sono genitori che giocano con i propri figli, anziani che si tengono per mano e coppie che passeggiano.
«Tu non puoi andartene Zayn. Noi dobbiamo avere dei bambini, ricordi? Se è maschio James o Michael e se è femmina Maria o Valentina. Noi dobbiamo invecchiare insieme, ricordi?»
Mi poggio al davanzale e inizio a piangere iniziando a bagnare la felpa, come ogni volta.
«Elexia?» alzo lo sguardo per poi portarlo verso il lettino: Zayn mi guarda con gli occhi leggermente aperti e sorride: i suoi occhi, blu.
«Zayn...» sussurro incredula, portandomi una mano sulla bocca per poi camminare sempre più veloce sul lettino, dove inizio a piangere con la testa nell'incavo del collo di Zayn.
«Non piangere piccola, sono qui.» sussurra accarezzandomi i capelli.
«Com'è possibile Zayn? Tu-Tu sei qui.» sussurro emozionata ma con mille dubbi.
«Sh..» poggia un dito sulle mie labbra zittendomi per poi portarlo alla mia guancia, che inizia ad accarezzare con dolcezza.
«Fai l'amore con me Elexia, fai l'amore per l'ultima volta con me.».
Annuisco, rimanendo ferma, impacciata e con la paura di far qualcosa.
«Spogliami. Spogliati.» sussurra con voce roca.
Annuisco e inizio a spogliarlo del camice bianco che copre il suo corpo, per poi spogliarmi.
Con fatica, Zayn mi porta sotto di lui e mi guarda negli occhi mentre le nostre fronti sono attaccate.
«I tuoi occhi... sono azzurri finalmente.» sussurro mentre una lacrima sfugge dai miei occhi che, prontamente, Zayn asciuga.
«Ti amo Elexia.» sussurra prima di entrare in me.
Stringo le sue spalle cercando di non fargli male e sento le sue spinte farsi sempre più veloci.
Sussurriamo il nome dell'altro, ci baciamo fino a farci diventare le labbra rosse, ci guardiamo negli occhi e ci dedichiamo sorrisi, fino a quando, raggiunto il limite, ci stendiamo nel piccolo lettino.
Zayn ci copre con il lenzuolo e mi sorride, iniziando ad accarezzarmi i capelli. «And I need you now tonight, and I need you more than ever, and if you only hold me tight. We'll be holding on forever. And we'll only be making it right, 'cause we'll never be wrong together we can take it to the end of the line: Your love is like a shadow on me all of the time.» lo guardo di profilo mentre tiene gli occhi sochiusi e mi accarezza.
«I don't know what to do and I'm always in the dark, we're living in a powder keg and giving off sparks.I really need you tonight, forever's gonna start tonight, forever's gonna start tonight.» timidamente, gli accarezzo le labbra le quali, si spiegano in un sorriso.
«Once upon a time I was falling in love, but now I'm only falling apart. There's nothing I can do: a total eclipse of the heart.» Zayn mi sorride e noto i suoi occhi diventare blu, per poi passare a viola.
«Non me ne vado Elexia; sono tornato per restare, per sempre.» mi sorride stringendomi a lui, mentre cadiamo in un sonno profondo.


Sento la schiena a pezzi, gli occhi ancora stanchi ma il sonno mi è passato: apro gli occhi e sorrido guardando Zayn al mio fianco.
«Amore, alzati: è tardi.» sussurro accarezzandogli il braccio, ma nulla.
«Zayn, avanti, abbiamo dormito quattro ore.» ma nulla, il silenzio invade la stanza. Il silenzio?!
Mi volto verso la macchina e noto che il battito cardiaco è pari a zero.
«Zayn, ti prego, dimmi che è uno scherzo..» sussurro iniziando a scuotergli il braccio mentre delle lacrime cadono libere.
Mi alzo dal letto e indosso alla meglio i vestiti, correndo fuori dalla stanza e chiedendo aiuto gridando.
Subito, il dottor Derek corre verso la mia direzione e entra nella stanza, iniziando a fare vari accertamenti mentre io piango con la schiena poggiata al muro.
«Non ce l'ha fatta..» sussurra con voce roca e spezzata, coprendo il corpo di Zayn con il lenzuolo.
Sentendomi male, le gambe cedono e il buio mi invade.


«Signorina..» sento una voce lontana chiamarmi e, piano piano, apro gli occhi.
«Grazie al cielo! Lei è incinta signorina.» mi sorride l'infermiera e noto Liam dietro di lei sospirare per poi strabuzzare gli occhi.
«Cosa?!» urla. L'infermiera, imbarazzata, si scusa ed esce dalla stanza lasciando me e Liam soli.
«Ho fatto l'amore con Zayn prima che lui.. lui se ne è andato.» sussurro con voce tremante non riuscendo ad impedire l'uscita delle lacrime.
Liam mi abbraccia, baciandomi il capo e accarezzandomi la schiena.
«Ce la farai Elexia, vostro figlio sarà un bellissimo bambino.»



Sono stata un anno senza di lui.
Abbiamo passato l'ultima notte amandoci.
L'ultimo colore che ho visto è stato l'azzurro, come avrei voluto io.
Mi ha lasciato con un bambino nel grembo il quale, è stato chiamato Michael.
Michael è molto simile a Zayn: capelli corvini, i miei lineamenti del viso e espressione del viso uguale a lui, mentre gli occhi, sono azzurri, come l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore.
Io, ho lasciato il mondo poche ore dopo aver partorito, troppo fragile il mio corpo, lasciando a Liam la responsabilità di mio figlio, ma io e Zayn gli siamo vicini, anche se lui non lo sa.
Anche in paradiso gli occhi di Zayn cambiano colore e, al terzo compleanno di Michael, anche lui ha iniziato ad avere questa particolarità.
Sono felice, perché Michael ha una famiglia e, un giorno, saprà la storia dei suoi genitori: due persone che si sono amate fino alla morte.










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Dedico questa OS a: Mary, Valentina, Debora, Martina e tutte voi che avete letto.
AMO questa os, anche se non sono convinta piaccia a qualcuno..
Amo questa storia e spero sia piaciuta anche a voi.
E' particolare ed è la mia quarta (?) os drammatica, quella di cui sono più soddisfatta.
Bene, fatemi sapere cosa ve ne pare con una recensione con più di dieci parole e fatemi sapere,
Elisa.:)

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per eventuali domande di chiarimento:)



   
 
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