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Autore: Lady Rea    12/03/2013    2 recensioni
"Cosa aveva fatto per meritarsi Audrey?
Non aveva la simpatia di George e Fred, né il fascino di Bill, né l'enigmaticità di Charlie oppure la gentilezza di Ron.
Lui era sempre stato il pomposo Perce, quello dei discorsi sull'utilità del calderone spesso quindici centimetri, il buon studente di Hogwarts che non vede di buon occhio tutto ciò che poteva distrarlo dai libri. Nonostante fossero passati molti mesi, quell'incapacità di comunicare e di aprirsi aveva finito per congelare lo strano legame che lo teneva stretto ad Audrey."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia di te e di me

Capitolo I
 Pugni in faccia






-Potremmo sempre andare a vivere insieme nel mio appartamento ... -


Percy non ricordava come aveva risposto e soprattutto cosa aveva mormorato, pietrificato com'era dallo sconcerto e dalla sorpresa.
La convivenza era sempre stato un tema delicato e spesso e volentieri la collocava come obiettivo da raggiungere dopo almeno due anni di conoscenza e uscite, magari in prossimità di un matrimonio. Il suo quasi inesistente lato romantico non riusciva a concepire come questo importante passo poteva essere anche solo accennato durante una normalissima serata passata a mangiare qualcosa di veloce e a scrivere relazioni sul tavolo della cucina. Distolse lo sguardo dalle sue carte e fissò Audrey che leggeva la sua relazione appena finita su qualche Mangiamorte straniero catturato di recente.

Era bella, Audrey.
Bella in modo così naturale e poco appariscente che spesso si ritrovava a fissarla senza nessun motivo, solo per il piacere di vederla mentre arricciava il naso o spostava con malcelata rabbia le varie ciocche bionde dal viso, adorava il modo in cui si mordicchiava le labbra quando scriveva qualcosa di lungo ed elaborato.
Eppure si conoscevano solamente da quasi un anno, di cui almeno due mesi spesi in ospedale a causa delle pesanti ferite che Audrey aveva riportato durante le ultime fasi della Seconda Grande Guerra Magica a altri sei mesi passati al Ministero della Magia a lavorare giorno e notte. Le ultime settimane erano scivolate con una certa velocità, fra lavoro, silenziose cene alla Tana e le notti insonni passate da Audrey.

-Non mi hai risposto.- disse lei improvvisamente chiudendo il pesante fascicolo che stava leggendo.
Percy si vide condannato a parlarle e tentò di nascondere il volto dietro una pila di documenti.
-Guarda che non ti sto obbligando, puoi anche rifiutare. Non mi offendo per queste cretinate.- sbottò Audrey alzandosi e dirigendosi verso la cucina.
-Davvero?- domandò confuso Percy, non capiva dove era stato messo il tranello.
Nonostante Audrey Schröder fosse una ragazza piuttosto diretta e dai modi quasi militareschi, c'erano delle volte in cui il suo lato più femminile prendeva il sopravvento e lanciava degli strani tranelli a cui lui spesso non sapeva rispondere.
-Perce ... - mormorò lei scuotendo la testa ed alzandosi.
Percy la fissò mentre camminava verso la cucina, rispose appena quando lei gli chiese se voleva altro caffè, troppo assorto dalle diverse domande che lo stavano tormentando.
Era veramente una semplice domanda?
Oppure sotto, si nascondeva una serie di mute richieste, forse anche antiche, che lui non era riuscito a cogliere?
Le sorrise stanco quando ricevette la tazza di caffè bollente.
Lei si risedette e sbuffando contro una ciocca che le copriva un occhio riprese a leggere un altro fascicolo.
-Dovresti smetterla di fissarmi e concentrarti sulle tue carte, Perce. Sono già le undici.-
-Se io rispondessi di no alla tua domanda, che cosa succederebbe?- domandò improvvisamente Percy cogliendola di sorpresa.
Audrey si mordicchiò il labbro. -Te l'ho proposto solo per comodità, Percy. Non voglio obbligarti ad accettare nulla.- disse guardandolo negli occhi.
-Non mi prenderai a calci, quando tornerò domani sera?-
-Dovresti sapere che io preferisco i pugni in faccia.- rispose lei ridacchiando.
Il giovane Weasley si ricordò del forte pugno che gli aveva assestato almeno un anno prima, durante una forte lite al Ministero degli Affari Esteri. Era stato talmente brutale che nonostante avesse preso un sacco di pozioni bollenti per risistemare il setto nasale, ogni tanto lo sentiva formicolare.

Nella successiva ora non parlarono molto.
Si erano entrambi infilati a letto in silenzio quasi religioso, Percy si levò gli occhiali e si massaggiò gli occhi arrossati e stanchi, girandosi vide che Audrey fissava con aria seria il soffitto.
-A che pensi?- le domandò stranito.
Audrey si voltò verso di lui e inarcandosi lo baciò con foga, Percy rispose dopo qualche secondo di sorpresa, con slancio e passione. Si spinse oltre quando lei allargò le gambe dandogli maggiore accesso al suo corpo e chiedendo sempre più calore.
Rabbrividì di piacere quando sentì le sue dita fredde sulla schiena che cercavano goffamente di levargli la maglia del pigiama.
Fu un amplesso frenetico, l'unione frettolosa di membra stanche e bisognose di risposte, di menti ingabbiate nella loro confusione, incapaci di aprire definitivamente il loro cuore e lasciare i sentimenti scivolare via, nel bene e nel male.
Una volta ripreso fiato, si guardarono intensamente, Percy le spostò una ciocca e le baciò la fronte.
-A cosa pensi?- domandò nuovamente.
-A nulla.- borbottò lei non riuscendo a reprimere uno sbadiglio. Si sistemò le coperte intorno al corpo ancora accaldato e velocemente scivolò in un sonno pesante.
Percy rimase qualche minuto a fissarla, combattendo il sonno, guardò le sue labbra piene sospirare lentamente e il suo corpo rilassarsi.
Cosa aveva fatto per meritarsi Audrey?
Non aveva la simpatia di George e Fred, né il fascino di Bill, né l'enigmaticità di Charlie oppure la gentilezza di Ron.
Lui era sempre stato il pomposo Perce, quello dei discorsi sull'utilità del calderone spesso quindici centimetri, il buon studente di Hogwarts che non vede di buon occhio tutto ciò che poteva distrarlo dai libri.
Nonostante fossero passati molti mesi, quell'incapacità di comunicare e di aprirsi aveva finito per congelare lo strano legame che lo teneva stretto ad Audrey.
Passò ancora qualche minuto assorto nei suoi pensieri finchè non si  addormentò arrabbiato e perso nelle sue domande, certo che l'avvenire gli avrebbe solo riservato amarezze.


   
 
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