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Autore: suzako    29/09/2007    25 recensioni
Ovvero, quel che succede quando i gemelli Kaulitz vanno a scontrarsi con la dura ma soprattutto equivoca realtà dei fans...[Tokyo Hotel, Comico, Parodia]
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I – Casa Kaulitz


Era un’altra tranquilla giornata in casa Kaulitz. E con tranquilla giornata intendo dire che il cucù pseudo-tirolese made in china appeso con lo scotch alla parete della cucina segnava mezzogiorno passato, ergo Tom non si era ancora alzato dal letto, dopo aver passato tutta la notte a fare “una profonda chiacchierata” con una “delle sue più care amiche”.
Cosa che è assolutamente vera, se sostituite profonda chiacchierata con “darci dentro come animali” e carissima amica con “una stragnocca di turno”.

Bill, al contrario dell’amato (/i>molto amato, se capite cosa intendo - *wink wink*) fratello, si era alzato come al solito alle otto in punto, aveva deterso accuratamente il suo niveo volto e si era sistemato i capelli, dopodichè alla fine del suo rilassante bagno scrub-tonificante-idratante agli oli essenziali si era piazzato davanti alla toeletta per dare inizio alla sessione quotidiana di make-up.

Che si era giusto conclusa quando lo spinoso cantante rock fece il suo trionfale ingresso nel soggiorno dell’appartamento, proprio mentre il cucù batteva le sei in punto.

Che in realtà era l’una di pomeriggio. Ma il cucù era avanti.

Il ragazzo, notate le disperate condizioni in cui volgeva la pulizia del luogo, aggrottò elegantemente le sopracciglia curate, per poi apprestarsi a fare, con un sospiro alla ‘ma cosa mi tocca fare?’ l’unica cosa che riteneva più vicina alla soluzione del problema.
Si piantò nel mezzo della cucina e incominciò a cantare a squarciagola agitandosi convulsamente.

Questa simpatica scenetta si protrasse fino a che i vicino di casa di decisero che, va bene che sono i ragazzi di oggi, va bene che devono esprimere i loro sentimenti, va bene che sono ricchi sfondati, ma a tutto c’è un limite, e va bene divertirsi ma in maniera sana.

E ricordate di lavarvi i denti.

Insomma, quel che intendevo dire ma che poi non ho detto ma sto per dire ora, è che dagli appartamenti adiacenti risuonarono infine alte grida, qualcosa sul tono di ‘e piantala, esaltato’, e ‘qualcuno sta cercando di suonare i bonghi, qui!’ oppure, ‘devo studiare per l’esame da estetista io! Come faccio, con tutte queste vibrazioni tantriche negative nell’aria non riesco a concentrarmi! Basta, vado dal parrucchiere in segno di protesta!’

Alla fine, l’incompreso Bill dovette arrendersi, e decise di concedere il meritato riposo alla sua ugola. Dovette inoltre constatare, con sommo stupore, che la sua esibizione non aveva avuto nessun effetto sui sacchi della spazzatura e le bottiglie di birra vuote sul pavimento, ergo:

a) Non si era materializzata nessuna Fatina delle Pulizie per sistemare il tutto, come era successo solo una volta, nonostante ci fosse sempre stato il sospetto che le tre strisce di acido avessero influito un po’ sull’estatica visione.

b) La sporcizia non aveva incominciato a lievitare ondeggiando al ritmo dei suoi gorgheggi per poi sparire attraverso un varco inter-dimensionale, cosa che effettivamente non era ancora successa, ma Bill era sicuro fosse questione di poco.

c) L’ultima e più triste opzione era che, semplicemente, Tom non si era svegliato.

Ma quello, pensò il gaio giovinetto con un diabolico ghigno sul meraviglioso volto, era solo questione di momenti.

Povero, povero Tom. Ancora non sapeva cosa l’aspettava.





Ci sono momenti, nella vita di ognuno, in cui sembra di star per raggiungere la perfezione, il settimo cielo (Gallagher compreso) la pace tantrica, il nirvana, eccetera eccetera.
Era in questo divino stato che si trovava in quel momento Tom ‘cognome impronunciabile’ Kaulitz, chitarrista del gruppo rock più cool e fashion del momento. Sì, decisamente, nulla poteva andare male: sdraiato sul suo morbido, enorme, comodo materasso ad acqua con piranha incorporati, la tiepida luce del primo mattino che gli riscaldava il fisico asciutto, mentre Annie, capelli neri e fisico adorabile (o forse era bionda con un gran bel… cervello? No, quella era Ellen. Forse) dormiva placidamente al suo fianco, il corpo snello aderente al suo, e-

<< FRATELLINOOOO!! FACCIAMO IL BAGNETTO INSIEMEEE?? >>

Ed era in quei momenti che si ricordava di avere un fratello.

Non fece neanche in tempo a dire una parola, che Bill gli rovesciò addosso un secchio d’acqua bollente, ridendosela come un matto.

Meglio così, dopotutto. Almeno Annie non l’avrebbe visto scoppiare a piangere.
Nonostante questo, si può dire che Tom rimase congelato.

Ma il peggio doveva ancora venire, e lui ne era ben conscio.

In quel momento, il Ragazzo più Truccato di Moria Orfei finse di notare solo in quel momento la ragazza che giaceva al fianco del fratello. Era seminuda e la situazione aveva ben poco da lasciare all’immaginazione.

<< Oh… T-Tommino ciccino, io… - incominciò Bill con la sua migliore interpretazione da eroina da shojo manga, con tanto di occhini luccicanti e tono ferito - Io giuro non potevo neanche immaginare che t-tu fossi con… con questa… *sniff* Perdonami, g-giuro che ti lascerò in pace d’ora in poi… >>

<< … >>, esclamò Tom in maniera espressiva.

<< S-Sapevo che non… - continuò l’altro - …che il n-nostro amore probito *sniff* non sarebbe potuto durare… Ma io… *sob* Io non ti dimenticherò…!! >>, concluse con un grido afflitto, completando in maniera perfetta il quadro da Drama Queen che si era creato.

O era Drag Queen? Comunque.

Bill se ne era uscito sbattendo la porta tra un singhiozzo e l’altro, ma sarebbe scoppiato in alti ululati prima della fine del corridoio. Chiunque le avrebbe scambiate con terribili urla di dolore, ma lui sapeva bene che stava solo sghignazzando come un dannato.

E a lui rimaneva sempre il problema:

Annie, che lo guardava con l’aria più scandalizzata del mondo, la bocca piegata in una smorfia e gli occhi completamente sbarrati. L’ultima volta che era successo, la tipa di turno era svenuta.

<< Tu… Cosa… Che… Che vuol…? >>, balbettò incoerentemente, gesticolando con aria abbastanza divertente.

<< Uhm, Annie, io posso spiegarti tutto… >>, incominciò lui come di rito, aspettandosi di sentirla urlare per poi defilarsi sbattendo ogni singola porta, sgabuzzino compreso.

<< Ma certo che lo farai! Devi spiegarmi tutto, nei minimo dettagli! Allora è vero quel che dicono in giro? Avete una relazione? Ma è vero che Bill è una donna? Ma come si chiama? Billa? Ma l’avete già fatto? Ma quando renderete pubblico il vostro amore tormentato?? E’ così eccitante! Non vedo l’ora di raccontarlo alle mie amiche! Posso vero? Non ti offendi? >>

C’era qualcosa, negli occhi di Annie, mentre lo fissava con sbrillucicante ammirazione, che lo terrorizzava più dei tentativi di Bill di avvicinarsi al Wrestling.

<< N-No, senti, c-credo ci sia un… un equivoco, ecco… >>

<< Tom? L’hai uccisa? Si è suicidata? E’ svenuta pure lei? >>

E chi doveva rispuntare, con tanto di capelli a puntaspilli e unghie impeccabili, proprio in quel momento? Ma Bill, ovviamente!

E appena lo scorse, appena intravide lui, la sua figura, i suoi occhi scuri da cerbiatto spalancati e le labbra sottili semichiuse, la figura snella appena sbilanciata, mentre la testa era graziosamente piegata da un lato, Tom sentì un sentimento intenso muoversi dentro di lui, qualcosa che non sapeva spiegarsi, qualcosa che poteva esprimere solo in un modo…

<< Tu. Sei. Un. Cretino. >>, sentenziò.

<< Waaah, fratellino, non dire così, o mi metto a piangere!! >>

<< Avrei preferito un ‘sei molto sexy oggi’, ma anche questa frase è carina. >>, aggiunse Annie portandosi l’indice sulle labbra con fare pensieroso.

<< AspettaAspettaAspetta. – incominciò Bill, agitando le mani con aria che voleva essere sofisticata – Tu – e indicò Tom – mi stai dicendo che lei – e indicò Annie – non è rimasta sconvolta, sorpresa, disgustata dopo la mia – e si portò l’indice perfettamente smaltato al petto – meravigliosa interpretazione? >>

<< Ci ha creduto, se è questo che vuoi sapere. >>, replicò lui, sarcastico.

<< Oh, ma allora va benissimo! >>

<< No, idiota, non va bene affatto! >>

<< Tu non apprezzi le mie capacità! >>

<< La tua unica capacità è quella di urlare come una ragazzina al microfono e fare un sacco di cazzate! >>

<< Non è vero! >>

<< E invece sì! >>

<< E invece no! >>

<< E tu puzzi! >>

<< Solo perché non mi trucco come una Drag Queen! >>

<< Una Druk cosa?! >>

<< Ma non capisci un cazzo, allora! >>

Il tutto, sotto gli occhi attentamente vigili di una appena diciottenne che osservava enormemente divertita, che prendeva diligentemente appunti.

<< E Tom prese Bill fra le sue possenti braccia, e quando i loro occhi si incontrarono, entrambi sentirono il fuoco della passione e del desiderio ribollire nelle vene… Aw, verrà fuori un articolo assolutamente stupendo… >>

Insomma, della serie, “Houston, abbiamo un problema”.





To be continued…

  
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