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Autore: MrBadCath    13/03/2013    2 recensioni
«Quindi? Dove è?»
«Sono andati a comprare il pane»
«A comprare il pane?»
*-*-*-*-*-*-*-*-*
«Sai qual'è il paradosso?»
«No»
«Che le prime due volte che ti ho vista eri quasi nuda e adesso stiamo facendo l'amore col cappotto.»
*-*-*-*-*-*-*-*-*
Storia di 4 amanti e tutto quello che ne consegue (quindi un gran casino).
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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XIII

I can’t get used to living without you by my side.

 

La giornata non prometteva affatto bene, ma come avrebbe potuto? Il cielo era guarnito di nuvole compatte e cure, da uno squarcio, però, si intravedeva un azzurro timido e tenue.

«Sei pronta, Mary?» chiese Mercury con tono flebile almeno quanto il sorriso che accennava sul suo viso.
«Sì, andiamo! Guidi tu?» cercò di sdrammatizzare la signorina bionda, senza successo.
«No, guida tu. Non vorrei ammazzare qualcuno» rispose secco lui, mentre si infilava il soprabito.

Arrivati al cimitero, il silenzio che era calato nella coppia ancora non era stato spezzato, per due motivi ben diversi: Mary si interrogava sul perché di tanta sofferenza nel proprio compagno, Freddie invece era demoralizzato e mortificato.

C'erano tanti visi conosciuti attorno alla bara di Cleo, oltre alle persone che il cantante aveva incontrato almeno una volta, per lo più alla festa data recentemente. Tutti i presenti si salutarono reciprocamente con un cenno del capo. Freddie si guardò attorno e capì che i genitori di Cleo erano i due stretti sotto a un ombrello nero, la signora aveva dei capelli lunghi e rossi, teneva stretto un fazzoletto di seta fra le mani, con cui si asciugava le lacrime, suo marito si limitava a non alzare gli occhi dal pavimento, teneva gli occhi bassi.
La sua osservazione fu interrotta dalla ghiaia che scricchiolava ritmicamente sotto ai piedi di qualcuno. Lentamente, con la coda dell'occhio, Freddie guardò l'uomo che stava raggiungendo il gruppo, con un casco a portata di mano e un paio di occhiali da sole scuri, anche se stava piovendo. Aveva i capelli argentati nonostante fosse ancora nel pieno degli anni: questo turbò il cantante, che cercò di distogliere lo sguardo. Gli occhi di Mercury caddero sul legno scuro e laccato della bara, ma riusciva a vedere comunque il riflesso dell'uomo dietro di sé, si stava mordendo un labbro assorto nel discorso di Cassie, che ogni tanto faceva una pausa per asciugarsi gli occhi.

Freddie da quel momento in poi si impegnò nel concentrarsi sul drammatico evento più che osservare quello strano tipo, strinse Mary a sé accennando un sorriso. Solo per avere la sensazione di non essere solo, non che lo fosse davvero; tuttavia, si sentiva enormemente abbandonato, circondato da persone per cui non provava niente di più che una forte amicizia. Avrebbe lasciato Mary, dopo tutto quelle esperienze il frontman si sentiva enormemente cambiato, era un uomo diverso.

«Vi ringrazio per l'attenzione» concluse Cassie, abbassando lo sguardo.
Tutti cominciarono ad allontanarsi lentamente, uno vicino all'altro a seconda delle parentele, l'uomo alto e slanciato, quello con gli occhiali da sole nonostante la pioggia, si avvicinò alla propria moto.
Freddie ebbe la sensazione di essere attentamente osservato da dietro le due lenti scure, il tipo aveva un sopracciglio alzato, il viso era rivolto verso il cantante, che decise di avvicinarsi, lasciando indietro Mary.
«Ciao, eri un amico di Cleo?» esordì il moro.

«Sì, lo ero, ma non particolarmente, ci eravamo conosciuti a una festa.»
«Capisco. Piacere, io sono Freddie.» gli tese la mano.
«Piacere mio, io mi chiamo David» sorrise lui stringendogliela.

David si allontanò e Freddie lo guardò sparire, sentendo uno strano groppo alla gola all’idea che potesse succedergli la stessa cosa che era successa a Cleo. Era incredibile pensare di aver sprecato tutto quel tempo a nascondere le proprie sensazioni, a non attivarsi per cambiare quella situazione odiosa, si sentiva come se avesse vissuto in un torpore, negli ultimi tempi. Quella era la sveglia, la morte di Cleo, era come una secchiata d’acqua gelida in un giorno d’estate.

 

Cassie indossava un abito da funerale quasi imbarazzante per una ragazza della sua età, con un tailleur nero lungo fino sotto il ginocchio, calze e scarpe nere, cappello nero con retina nera. Faceva quasi paura.

Suo padre, sua madre e lei si susseguivano in una fila ordinata fino alla strada, dove era rimasta l’auto. Sembravano una processione funebre in miniatura.

Brian approfittò di un momento in cui Chrissie si occupava dei sospetti di Mary per raggiungere l’altra ragazza. Cassie lo guardò storto quando sentì chiamare il suo nome, nei suoi occhi il chitarrista lesse una supplica: voleva che la lasciasse andare senza fare storie.

A quel suono anche i genitori della ragazza si voltarono, ma lei li invitò ad avviarsi, promettendo che li avrebbe raggiunti in poco tempo. Brian le si avvicinò, mentre lei distoglieva lo sguardo e chiudeva le braccia al petto.

«Non ti chiederò di non partire: andare via da qui è il miglior modo, nonché quello più rapido, per chiudere tutte le tue ferite. Volevo solo salutarti.» esordì.

«Grazie per rendere questa cosa più semplice.»

«Non la sto rendendo più semplice: la morte di Cleo non cambia i miei sentimenti per te, e penso neanche i tuoi per me. Quello che abbiamo passato insieme prima che tu decidessi di incasinare tutto con le tue assurde congetture è stato bellissimo, e la morte di Cleo non può cambiarlo. Non lo cambierà per me, almeno.»

«Come può non cambiarlo, Brian? Se quel giorno non fossimo entrate in quel locale, non vi avremmo mai incontrato, non ci saremmo infilate in questo casino, io non mi sarei innamorata di te, non sarei dovuta partire, Cleo non sarebbe venuta a salutarmi, non si sarebbe arrabbiata con Freddie ed Eric, non avrebbe attraversato la strada, non sarebbe morta.» pronunciò lei, tutto d’un fiato, cercando di non ricominciare a piangere.

«E se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata un carretto.» recitò sarcastico lui.

«Non è stata colpa tua, o mia, o di Freddie o Eric: tutti gli eventi portano ad un determinato sviluppo, evidentemente doveva andare così. Se non fosse andata così, probabilmente sarebbe successo in un altro modo…»

«O non sarebbe successo.»

«Non possiamo dirlo, non puoi fartene una colpa.»

«Ho fatto solo casini, Brian… tu e Chrissie, ora Cleo… devo andare, i miei mi stanno aspettando. Non voglio farli preoccupare. Temo di aver dato loro già abbastanza preoccupazioni, ultimamente.» concluse lei.

«Abbi cura di te.» rispose lui. «Quando ti sentirai meglio, promettimi che chiamerai.»

«Lo farò.» Cassie sollevò gli occhi e lo guardò, poi sorrise «Forse…»

 

 

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ndAut:

Siamo infine giunti anche alla “conclusione” di questa storia. Lo scrivo virgolettato perché ci sarà, forse e dico forse, un seguito da parte mia (Snafu) anche se prima devo gestire tutte le altre collaborazioni, i miei amanti (?), la mia ricerca disperata di lavoro etc etc.

MrB dice, testuali parole: “Sry x il delay, luv”

Volevamo ringraziare tutti voi per il vostro supporto, in particolare coloro che ci hanno recensite e ci hanno fatto sapere la loro opinione.

Se volete vedere i disegni di Cassie e Cleo realizzati da MrB potete trovarli sulla nostra pagina FB che è questa :)

Grazie ancora e tanto amore da

MrBadGuy e Snafu (per gli amici MrBadCath)

 

   
 
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