XIII
I can’t get used to living without you by my
side.
La giornata non prometteva affatto bene, ma come avrebbe
potuto? Il cielo era guarnito di nuvole compatte e cure, da uno squarcio, però,
si intravedeva un azzurro timido e tenue.
«Sei pronta, Mary?» chiese Mercury con tono flebile almeno
quanto il sorriso che accennava sul suo viso.
«Sì, andiamo! Guidi tu?» cercò di sdrammatizzare
la signorina bionda, senza successo.
«No, guida tu. Non vorrei ammazzare qualcuno»
rispose secco lui, mentre si infilava il soprabito.
Arrivati al cimitero, il silenzio che era calato nella coppia
ancora non era stato spezzato, per due motivi ben diversi: Mary si interrogava
sul perché di tanta sofferenza nel proprio compagno, Freddie invece era
demoralizzato e mortificato.
C'erano tanti visi conosciuti attorno alla bara di Cleo,
oltre alle persone che il cantante aveva incontrato almeno una volta, per lo
più alla festa data recentemente. Tutti i presenti si salutarono reciprocamente
con un cenno del capo. Freddie si guardò attorno e capì che i genitori di Cleo
erano i due stretti sotto a un ombrello nero, la signora aveva dei capelli
lunghi e rossi, teneva stretto un fazzoletto di seta fra le mani, con cui si asciugava
le lacrime, suo marito si limitava a non alzare gli occhi dal pavimento, teneva
gli occhi bassi.
La sua osservazione fu interrotta dalla ghiaia
che scricchiolava ritmicamente sotto ai piedi di qualcuno. Lentamente, con la
coda dell'occhio, Freddie guardò l'uomo che stava raggiungendo il gruppo, con
un casco a portata di mano e un paio di occhiali da sole scuri, anche se stava
piovendo. Aveva i capelli argentati nonostante fosse ancora nel pieno degli
anni: questo turbò il cantante, che cercò di distogliere lo sguardo. Gli occhi
di Mercury caddero sul legno scuro e laccato della bara, ma riusciva a vedere
comunque il riflesso dell'uomo dietro di sé, si stava mordendo un labbro
assorto nel discorso di Cassie, che ogni tanto faceva una pausa per asciugarsi
gli occhi.
Freddie da quel momento in poi si impegnò nel concentrarsi
sul drammatico evento più che osservare quello strano
tipo, strinse Mary a sé accennando un sorriso. Solo per avere la sensazione di
non essere solo, non che lo fosse davvero; tuttavia, si sentiva enormemente
abbandonato, circondato da persone per cui non provava niente di più che una
forte amicizia. Avrebbe lasciato Mary, dopo tutto quelle esperienze il frontman
si sentiva enormemente cambiato, era un uomo diverso.
«Vi ringrazio per l'attenzione» concluse Cassie, abbassando
lo sguardo.
Tutti cominciarono ad allontanarsi lentamente,
uno vicino all'altro a seconda delle parentele, l'uomo alto e slanciato, quello
con gli occhiali da sole nonostante la pioggia, si avvicinò alla propria moto.
Freddie ebbe la sensazione di essere
attentamente osservato da dietro le due lenti scure, il tipo aveva un
sopracciglio alzato, il viso era rivolto verso il cantante, che decise di
avvicinarsi, lasciando indietro Mary.
«Ciao, eri un amico di Cleo?» esordì il moro.
«Sì, lo ero, ma non particolarmente, ci eravamo conosciuti a
una festa.»
«Capisco. Piacere, io sono Freddie.» gli tese la
mano.
«Piacere mio, io mi chiamo David» sorrise lui
stringendogliela.
David si allontanò e Freddie lo guardò sparire, sentendo uno strano
groppo alla gola all’idea che potesse succedergli la stessa cosa che era
successa a Cleo. Era incredibile pensare di aver sprecato tutto quel tempo a
nascondere le proprie sensazioni, a non attivarsi per cambiare quella
situazione odiosa, si sentiva come se avesse vissuto in un torpore, negli ultimi
tempi. Quella era la sveglia, la morte di Cleo, era come una secchiata d’acqua
gelida in un giorno d’estate.
Cassie indossava un abito da funerale quasi
imbarazzante per una ragazza della sua età, con un tailleur nero lungo fino
sotto il ginocchio, calze e scarpe nere, cappello nero con retina nera. Faceva quasi paura.
Suo padre, sua madre e lei si susseguivano in una
fila ordinata fino alla strada, dove era rimasta l’auto. Sembravano una
processione funebre in miniatura.
Brian approfittò di un momento in cui Chrissie si
occupava dei sospetti di Mary per raggiungere l’altra ragazza. Cassie lo guardò storto quando sentì chiamare il suo
nome, nei suoi occhi il chitarrista lesse una supplica: voleva che la lasciasse
andare senza fare storie.
A quel suono anche i genitori della ragazza si
voltarono, ma lei li invitò ad avviarsi, promettendo che li avrebbe raggiunti
in poco tempo. Brian le si avvicinò, mentre lei distoglieva lo sguardo e
chiudeva le braccia al petto.
«Non ti chiederò di non partire: andare via da qui
è il miglior modo, nonché quello più rapido, per chiudere tutte le tue ferite.
Volevo solo salutarti.» esordì.
«Grazie per rendere questa cosa più semplice.»
«Non la sto rendendo più semplice: la morte di
Cleo non cambia i miei sentimenti per te, e penso neanche i tuoi per me. Quello
che abbiamo passato insieme prima che tu decidessi di incasinare tutto con le
tue assurde congetture è stato bellissimo, e la morte di Cleo non può
cambiarlo. Non lo cambierà per me, almeno.»
«Come può non cambiarlo, Brian? Se quel giorno non
fossimo entrate in quel locale, non vi avremmo mai incontrato, non ci saremmo
infilate in questo casino, io non mi sarei innamorata di te, non sarei dovuta
partire, Cleo non sarebbe venuta a salutarmi, non si sarebbe arrabbiata con
Freddie ed Eric, non avrebbe attraversato la strada, non sarebbe morta.»
pronunciò lei, tutto d’un fiato, cercando di non ricominciare a piangere.
«E se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe
stata un carretto.» recitò sarcastico lui.
«Non è stata colpa tua, o mia, o di Freddie o Eric:
tutti gli eventi portano ad un determinato sviluppo, evidentemente doveva
andare così. Se non fosse andata così, probabilmente sarebbe successo in un
altro modo…»
«O non sarebbe successo.»
«Non possiamo dirlo, non puoi fartene una colpa.»
«Ho fatto solo casini, Brian… tu e Chrissie, ora
Cleo… devo andare, i miei mi stanno aspettando. Non voglio farli preoccupare.
Temo di aver dato loro già abbastanza preoccupazioni, ultimamente.» concluse
lei.
«Abbi cura di te.» rispose lui. «Quando ti
sentirai meglio, promettimi che chiamerai.»
«Lo farò.» Cassie sollevò gli occhi e lo guardò,
poi sorrise «Forse…»
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ndAut:
Siamo infine giunti anche alla “conclusione” di
questa storia. Lo scrivo virgolettato perché ci sarà, forse e dico forse, un
seguito da parte mia
(Snafu) anche se prima devo gestire tutte le altre collaborazioni, i miei
amanti (?), la mia ricerca disperata di lavoro etc etc.
MrB
dice, testuali parole: “Sry x il delay, luv”
Volevamo ringraziare tutti voi per il vostro supporto, in
particolare coloro che ci hanno recensite e ci hanno fatto sapere la loro
opinione.
Se volete vedere i disegni di Cassie e Cleo realizzati da MrB
potete trovarli sulla nostra pagina FB che è questa
:)
Grazie ancora e tanto amore da
MrBadGuy e Snafu (per gli amici MrBadCath)