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Autore: iwashere    14/03/2013    2 recensioni
Piccola One Shot che settimane fa avevo promesso alla mia Itsamess.
Dalla storia:
"“Vorrei solo che tu suonassi. Una qualsiasi canzone andrà bene, voglio solo ascoltare.”
E Jesse non se lo fa ripetere due volte, quando comincia a suonare la canzone preferita di Harry."
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessie St. James, Rachel Berry | Coppie: Jessie/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Itsamess, che tanto è inutile dirlo, ormai scrivo solo per te.

 

We can fix it together.



“Jesse, chi è il ragazzo biondo che vai a trovare tutti i giorni al campus?” se ne esce dal nulla, Rachel, con questa domanda, una sera mentre sono accoccolati sul divano e stanno guardando distrattamente il televisore.
Jesse si irrigidisce, guarda Rachel come se gli avesse chiesto di uccidere qualcuno ma poi la stringe un po’ più forte.
“E’ un mio amico, amore.” Rachel rotea gli occhi e il suo sguardo lascia trapelare quanto sia poco soddisfatta da questa risposta.
Così tira un po’ la maglietta grigia di Jesse verso di lei, nel mezzo di quell’abbraccio tutto coperte, capelli e braccia e Jesse è costretto a dirle qualcosa in più.
“L’ho conosciuto al mio corso di pianoforte, si chiama Harry. Ha la tua età, ma non frequenta l’università.”
È diventato un automa, risponde con informazioni base e concetti che ormai deve essersi imparato a memoria.
E Rachel lo sente freddo come una barriera di ghiaccio, perché per qualche motivo a lei sconosciuto, Jesse si sta proteggendo da qualcosa innalzando un muro che nemmeno lei è in grado di superare.
Così si sposta di qualche manciata di centimetri, giusto il tempo necessario a Jesse perindossare una maschera di indifferenza.
Rachel è più che sicura di sentire il suo cuore spezzarsi, perché non può permettersi di perderlo, non ora che l’ha appena ritrovato.
“Sai, se non vuoi parlarne va bene. Cioè, forse non va proprio bene, perché stiamo insieme e dovrebbe esserci massima fiducia, però posso accettarlo. Te l’ho chiesto solo perché ho sempre avuto questo dubbio e-“ il monologo di Rachel viene interrotto da Jesse che le chiede “Sempre?”.
Ha il suo mezzo sorriso, e lei pensa di essere riuscita a vedere cosa c’è dall’altra parte del muro, con la sua parlantina infinita.
“Sì, da quando ho cominciato a seguirti” il rossore sulle sue guance è paragonabile, per intensità, solo all’enorme sorriso che le sta rivolgendo Jesse “ed ero curiosa. Ma te l’ho detto, se non vuoi parlarne va bene.”
E Rachel ha questa dolcezza nel suo sguardo nero e profondo, che Jesse si lascia cadere sullo schienale del divano chiudendo gli occhi e sospirando rumorosamente.
“Harry è… personale. E non nel senso che non voglio parlarne con te, solo che per dirti chi è devo inevitabilmente raccontarti della sua vita, e non sono sicuro di poterlo fare.” Jesse sembra improvvisamente più stanco e vecchio di almeno dieci anni. Rachel gli stringe amorevolmente il braccio, poi si appoggia al suo fianco e gli lascia il suo tempo.
Non sa quanti minuti siano passati, ma quando sente di nuovo la voce di Jesse non può che essere un sollievo. “Harry ha dei problemi di depressione. Si è iscritto al mio corso appena l’ho iniziato, perché il suo dottore gli aveva consigliato di fare un’attività ricreativa nel tentativo di guarire.”
Un sospiro più profondo e pesante degli altri, Jesse si interrompe e Rachel alza gli occhi: vedere il suo fidanzato con gli occhi lucidi non ha mai fatto tanto male.
Sa che Jesse non piangerà. Non l’ha mai fatto davanti a lei, quando sente che sta per crollare si chiude in camera, in bagno o sul terrazzo, si siede per terra e aspetta.
Piange silenziosamente, senza nemmeno essere scosso dai singhiozzi: solo lacrime che scendono inesorabilmente dai suoi occhi che diventano sempre più chiari.
Rachel non si sente in grado di dire nulla, perché quando un problema è così astratto, sembra quasi incurabile.
Quindi lo abbraccia stretto, all’altezza del cuore che sente battere forte sotto il suo orecchio, e Jesse stringe le sua braccia attorno al suo corpicino esile che si adatta perfettamente al proprio.
“Ti va di suonare qualcosa con me?” chiede Rachel, e Jesse cerca di trattenere una piccola risata che però gli esce dalle labbra anche se involontariamente.
Si alzano portandosi dietro la coperta in cui erano avvolti, e nonostante abbiano sciolto l’abbraccio continuano a tenersi per mano.
Jesse si siede per primo allo sgabello nero e dopo fa accomodare Rachel al suo fianco, il contatto fisico di prima sostituito con quello visivo.
“Cosa vuoi cantare, amore?” domanda mentre sfiora leggermente i tasti del pianoforte che si è fatto recapitare da Lima dai suoi genitori.
Non smetterà mai di ricordarsi quanto quella richiesta fosse la migliore che potesse fare.
“Vorrei solo che tu suonassi. Una qualsiasi canzone andrà bene, voglio solo ascoltare.”
E Jesse non se lo fa ripetere due volte, quando comincia a suonare la canzone preferita di Harry. E’ la prima che gli ha insegnato, quella che, a detta del biondo deve assolutamente essere suonata al mio funerale.
Quando l’aveva detto, Jesse credeva scherzasse. Aveva così accennato un sorriso e cominciato a spiegargli quali tasti doveva premere ma Harry l’aveva detto di nuovo in molte delle sue lezioni successive.
“Mi ha fatto promettere di esibirmi al suo funerale con questa canzone, Rach. E’ per questo che vado a trovarlo tutti i giorni: ho troppo paura che una mattina mi sveglierò con una telefonata che mi informerà della sua morte.”
Trema ma non smette di suonare, perché Jesse è forte.
E Rachel lo sa, ma non riesce ad impedirsi di piangere. Non sa se è per la gioia dell’aver oltrepassato il muro o per la tristezza che quella canzone e il racconto di Jesse le hanno regalato, fatto sta che una lacrima scivola giù dalle sue lunghe ciglia proprio mentre Jesse tocca l’ultimo tasto.
“Ti amo, Jesse.” dice lei, e Jesse sorride appena.
“Anche io, sempre. Se vuoi sai, posso fartelo conoscere. Gli farebbe piacere e ti amerebbe, ne sono più che sicuro.” le stringe la mano e i pezzi del cuore di Rachel vanno di nuovo al loro posto.



Dopo decenni sono riuscita a finire questa OS ed è molto più triste di quello che immaginavo. Ma amo l'angst, quindi c'era da aspettarselo, ahah!
La canzone che suona Jesse è questa (
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=AN8nD09SCTA) volevo inserirla all'interno del testo ma non sono riuscita - maledetti HTML, arg.

 

Spero vi sia piaciuta, lasciatemi un commento se vi va :)
Alla prossima,
Tatiana.

   
 
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