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Autore: ErinThe    14/03/2013    9 recensioni
Dr.Brief/Mrs.Brief, che vorrebbe essere un pelo diversa dalla mia solita visione.
– Shh… – non riesco ad articolare nessuna parola. Sento le palpebre pungermi pericolosamente, mentre quasi inconsapevolmente stringo più forte la sua mano.
Lei sorride, tirando gli angoli della bocca, e solleva lentamente il braccio, dando una carezza alla mia guancia.
– Sono qui. – pronuncio adesso, lasciando sfuggire un singhiozzo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dr. Brief, Mrs. Brief
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sproloquiando indegnamente:

Che bellezza – o bruttezza, dipende dai punti di vista – ultimamente sto pubblicando roba ogni giorno!
Bene, mi ero promessa di essere un pelino seria almeno stavolta, quindi ci provo.

Ho questa piccola storia in cantiere da circa due mesi, e all'inizio doveva partecipare ad un contest utilizzando le frasi lì sotto (dagli Aerosmith, che tra l'altro è uno dei miei gruppi preferiti), ma come avrete intuito il suo completamento è slittato di parecchio. Sapere del mio amore viscerale per questo – ahimè – ignorato pairing, ma qui ho tentato di trattarlo in un modo un po' diverso. Non sono per niente sicura che sia quantomeno plausibile come cosa, ma ho immaginato così la loro "fine". Il tutto narrato in prima persona dal dottor Brief ed al tempo presente, che per me è una novità. Non credo quindi di saper gestire queste due cose molto bene. Per l'IC dei due personaggi... Lascio completamente a voi il giudizio, perché non ne ho la più pallida idea.

Detto questo, vi lascio alla lettura. Ringrazio infinitamente tutti quelli che mi leggono sempre e che leggerà anche questa storiella, siete fantastici^^
Mi riempirà di contentezza qualunque commento, specie di critica. 
Ok, sono quasi riuscita a parlare seriamente, quanto brava sono? LOL. Anzi, no perché la storia è teoricamente seria, quindi stay serious(?).

 










I don't want to miss one smile
I don't want to miss one kiss
I just want to be with you
Right here with you, just like this
I just want to hold you close
Feel your heart so close to mine
                                                                                                          And just stay here in this moment
For all the rest of time

[Aerosmith – I don't wanna miss a thing]







 



 

Entro in questa stanza. È buia, immersa nella penombra, avvolta da quello sgradevole odore di male.
Lei è lì, distesa al centro di essa. Sono impaziente di raggiungerla, ma mi avvicino a piccoli passi, quasi cauto e timoroso. Sì, ho paura. Ho paura di questa stanza, di quel letto, dell’immagine di lei stesa su di esso.
Cercando di non fare rumore, le vado accanto, addossandomi al materasso.
Con una mano le accarezzo piano i suoi ricci, sparpagliati sul cuscino. Ostinata, come lo è sempre stata, a tenerli biondi, a voler contrastare il tempo che passa.
Il suo volto, però, è grigio e contratto in un’impercettibile smorfia di sofferenza.
Mi siedo accanto a lei, facendo scricchiolare il materasso, e le sfioro una mano, inerme e abbandonata lungo il fianco.
Ad un tratto, comincia a schiudere gli occhi, puntandoli su di me: non sono più ridenti e volti all’insù come un tempo, ma restano però azzurri, intensi e luminosi. Gli occhi che mi hanno fatto innamorare.
– Caro… – sussurra dalle sue labbra screpolate.
– Shh… – non riesco ad articolare nessuna parola. Sento le palpebre pungermi pericolosamente, mentre quasi inconsapevolmente stringo più forte la sua mano.
Lei sorride, tirando gli angoli della bocca, e solleva lentamente il braccio, dando una carezza alla mia guancia.
Sono qui. – pronuncio adesso, lasciando sfuggire un singhiozzo.
Emette una risatina, ma è evidente di quanto le costi questo piccolo gesto.
– Grazie. –
È incredibile come riesca a sorridere persino in questo momento, di come adesso socchiuda gli occhi facendoli tornare gioenti.
– Resta qui con me. Dimmi che non te ne andrai mai, che resteremo sempre insieme.  Non lasciarmi. – Le parole mi escono così, fluenti e spontanee, senza che ci sia niente a bloccarle. Sono parole quasi senza senso, perché in questo momento io, che per mestiere dovrei avere pensieri sempre ragionevoli, logici e coerenti, lascio andare la mente alla sua parte più irrazionale.
Ride. Lei riesce a ridere, e afferra nuovamente la mia mano, accarezzandola come farebbe una mamma con il suo figlioletto.
– Shh… Ascolta. – se la accompagna al petto, portando poi la sua al mio – Senti il mio cuore? E lo senti il tuo? Finché entrambi continueranno a battere, saremo insieme. Per questo non voglio perdere niente di questo momento. –
Finché entrambi continueranno a battere?
– No! Noi saremo insieme per sempre! Fino alla fine… E anche oltre. –
 
Il suo sguardo si fa velato. Diventa distante, mentre il suo respiro si fa più sottile.
Baciala, stringila, questi sono i suoi ultimi istanti, mi sussurra una vocina nel profondo.
Sto veramente per perderla? Veramente tra poco lei non ci sarà più?
Singhiozzo ora, singhiozzo forte. Singhiozzo come un bambino piccolo, in un modo che sicuramente non si addice ad un uomo vecchio che dovrebbe sapere che ogni vita ha un limite. E lei è arrivata a questo limite, continua quella voce.
Mi stendo accanto a lei, la avvolgo tra le mie braccia. Immergo il viso tra i suoi ricci biondi, la stringo al petto come se fosse una bambina.
– Sono qui – sussurro – Sono qui.
Le poso dei baci sulla fronte, sugli occhi chiusi, sulla bocca morbida. Baci che ora si bagnano di una lacrima che mi è sfuggita.
– Anch’io – mormora – Siamo qui, insieme.
Sorride, di nuovo. Poi le sopracciglia si rilassano, la bocca si curva all’ingiù.
Non sento più il suo cuore. Nemmeno il mio.
 
 
 
 

















 
 
 

 

   
 
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