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Autore: veronika88    01/10/2007    8 recensioni
solo una persona avrebbe potuto bussare nel cuore della notte sulla pesante porta d’acciaio della gravity room. - Papà, ci sei? La porta si aprì automaticamente e Vegeta con l’asciugamano sulle spalle aveva già alzato gli occhi al cielo. - Perché non sei mai a letto??-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That’s my family….

Vegeta non avrebbe mai voluto coricarsi quella sera. Se ne stava sdraiato sul freddo pavimento della gravity room, attendendo chissà cosa a riportarlo alla vera realtà. La sua mente ripercorreva momenti di vita passati. Alcuni momenti lo avvicinavano al rimpianto, ma altri alla volontà di saper dimenticare. Stragi e distruzioni gli rammentavano il vecchio ruolo di forte e valoroso guerriero saiyan. Senza paura della morte. Coraggioso, testardo e impavido come pochi, ma per questo unico e inimitabile fiero principe dei saiyan. Quante parole altisonanti per uno che si era deciso a vivere in mezzo ad un popolo inferiore, quali i terrestri, anzi che si era convinto a fare di più: vivere nello stesso luogo con una terrestre, dividere insieme a lei la vita e veder crescere i figli che le aveva dato, un po’ per distrazione e un po’ per amore.
Anche se questa parola non era effettivamente entrata nel suo vocabolario alieno, ma nel suo cuore era arrivata eccome! Aveva lasciato che i sentimenti lo pervadessero come un fiume in piena e aveva accettato cose che lo avrebbero fatto rivoltare su sé stesso un tempo lontano.
Lui, l’ultimo ai quali si sarebbe potuta rivolgere una sola parola offensiva, veniva ogni giorno beffeggiato dalla sua compagna per scherno e per farsi ancor più desiderare, per essere alla sua altezza e per riuscire a colpirlo e ad affondarlo come spesso accadeva. Tutto questo avveniva perché era lei a farlo e solo a lei lo avrebbe permesso, anche se non avrebbe più ucciso nessuno per il gusto di farlo, perché era questa la punizione che toccava a chi osava sfidarlo anche solo con uno sguardo azzardato. Aver assaggiato la morte gli aveva fatto cambiare molte delle certezze di un tempo e vivere con una terrestre, specialmente con una donna come Bulma, lo avevano fatto naufragare su di una dimensione particolare, ma tremendamente affascinante.
Non sarebbe mai riuscito a liberarsi dei sentimenti che lo avevano legato per sempre alla famiglia che inconsapevolmente si era creato. Tutto era nato da una passione che in seguito si era fatta più distinta e aveva preso contorni più definiti, quelli che lo avrebbero legato alla donna e al bambino che portava in grembo. Successivamente quel bambino era nato ed era cresciuto sotto i suoi occhi e aveva cominciato ad interessarsi al suo futuro e a condizionarsi ad involontarie manifestazioni di affetto paterno, che per il suo cuore alieno si manifestavano nell’insegnamento delle arti marziali e nell’incremento della forza spirituale. Perché un giorno avrebbe rivisto in quel birbante di suo figlio, quello grande del futuro che aveva imparato ad amare. Il Trunks del futuro, venuto a salvare tutti e soprattutto a salvare lui da un destino segnato. L’unica persona per la quale si era gettato in una battaglia già persa in partenza, sfogando contro il nemico tutto il suo disprezzo e la rabbia per aver lasciato che suo figlio venisse ucciso sotto i suoi stessi occhi e senza neanche rendersene conto aveva bisbigliato tremante: “ti prego, non lasciarmi Trunks…”
Vegeta ebbe un sussulto e si mise seduto ancora incollato al pavimento. Decise di alzarsi e azzerare la gravità. Per quell’oggi poteva bastare e comunque non sarebbe più riuscito ad allenarsi. Troppi erano i pensieri che gli annebbiavano la mente. Quanti cambiamenti aveva dovuto compiere e quanti altri ancora per accettarsi, anche se poi, nel momento più felice della sua esistenza e nel momento più eclatante del torneo tanto agoniato, lo scontro decisivo con Goku, aveva deciso di diventare il burattino di un mago senza scrupoli. Perché rovinare tutto? Si rese conto solo dopo di quanto allora avesse sbagliato. Niente valeva il prezzo della sua famiglia. Ma quella volta era veramente troppo tardi per tornare indietro e la morte lo colpì nuovamente.
E quella volta fu una sua scelta.

Qualcuno bussò alla porta. La cosa lo insospettì: solo una persona avrebbe potuto bussare nel cuore della notte sulla pesante porta d’acciaio della gravity room.
- Papà, ci sei?
La porta si aprì automaticamente e Vegeta con l’asciugamano sulle spalle aveva già alzato gli occhi al cielo.
- Perché non sei mai a letto??- parlò ruotando nervosamente gli occhi in basso.
- Non riuscivo a dormire…- disse la piccola rigirandosi nervosamente la bambola di pezza fra le mani – mamma ha detto di venire da te, perché lei è troppo stanca per starmi a sentire-
“Quella Bulma!un giorno me la pagherà…” pensò mentre stringeva rigidamente un pugno.
- Sei arrabbiato con me??- domandò Bra notando l’espressione grave del padre.
Ma come faceva ad essere arrabbiato con lei? Non lo sarebbe mai stato. La nascita di quella bambina aveva decretato in lui il cambiamento più significativo. Niente lo avrebbe discostato da quella realtà, non avrebbe mai più lasciato la sua famiglia, nessuno lo avrebbe portato via da quella casa. I dubbi si erano dissipati grazie a quella bimbetta che ostinata quanto lui, continuava a seguirlo per la casa come un’ombra, che lo aspettava alzata quando ritornava tardi la sera dalle sue fughe atte a scansare il quotidiano e che da qualche anno a questa parte aveva preso a chiamarlo “papà” con una connotazione più dolce e unica.
- Non dire sciocchezze! – disse iniziando a percorrere il corridoio in direzione della cucina.
Bra osservò l’andatura lenta del padre e iniziò a seguirlo mettendosi di fianco a lui – Papà, non mi dire che sei stanco anche tu!?- lo guardò imbronciata.
Vegeta si voltò allibito, probabilmente era già l’una passata e per giunta aveva finito gli allenamenti stanchissimo.
- Io non sono mai stanco!- decretò mentre continuava a dirigersi verso la cucina.
- Davvero? Allora perché vai a dormire?
Vegeta si voltò nuovamente, insomma quella bambina era l’esatta copia di sua madre!
- Tutti dormono, Bra!- tagliò corto stufo di quella conversazione senza via d’uscita.
La bambina ci restò male. Entrarono in cucina e Vegeta prese in mano una bibita dal frigo sedendosi poi stancamente su di una sedia.
- Sai papà, io non posso proprio dormire…- spiegò la piccola un po’ demoralizzata.
- Ma che significa?! Non è possibile!
- È vero invece, ci sono degli spiriti nella mia stanza e per non farmi attaccare da loro nel sonno, ho imparato a stare sveglia- spiegò la bambina bisbigliando come se stesse rivelando un segreto.
Vegeta la guardò un po’ stranito. Ci mancavano solo gli spiriti in agguato!
- Non ci sono gli spiriti nella tua stanza, Bra! Ma chi ti dice certe idiozie?
- Trunks! Lui li ha visti!
Ecco chi avrebbe torturato l’indomani successivo!
- Bra non devi credere a certe storie. Tuo fratello è uno sciocco!
- Ma lui li ha visti!
- Ti assicuro che non ci sono. Di notte vengo a controllare che non ci sia nessuno nella tua stanza e di fatti non trovo mai niente- disse credendo di convincere la figlia a tornarsene a letto.
- Ah si, papà?! Ma secondo me, quelli hanno paura di te e se ne vanno quando tu arrivi!
“La fantasia di questa bambina non ha limiti!” pensò tra sé.
- Non può essere Bra! Gli spettri non vengono mai qui.
- Come fai a dirlo?- lo squadrò la bambina con fare indagatore.
- Perché nessuno spettro sano di mente verrebbe nella casa del principe dei saiyan! Tutti tremano al mio cospetto- decise di imboccare questa direzione.
- Hai ragione papà, come ho fatto a non pensarci prima! Allora non serve a nulla rimanere sveglia, ci sarai tu a difendermi!- disse la bambina con un brillante luccichio negli occhi.
Vegeta si alzò dalla sedia della cucina esausto, quella notte non avrebbe mai avuto fine!
- Certo…li stenderò tutti…-disse per accontentare la figlia
- forza adesso a letto!
Vegeta iniziò a camminare lungo il corridoio accompagnato da una Bra sbadigliante. Questo lo rassicurò, forse era riuscito a convincerla del tutto e avrebbe finalmente dormito senza interruzioni le poche ore che gli rimanevano.
- Adesso vai a letto!- disse con il suo solito tono davanti alla stanza della figlia.
- Certo! Buonanotte!- disse la piccola aggrappandosi alla gamba del padre.
- Si, si certo..ora vai a metterti sotto le coperte…su.
Finalmente la peste era a letto e sembrava seriamente intenzionata a dormire. Prima di andarsene Vegeta si assicurò che la bambina fosse in procinto di addormentarsi e aspettò sulla soglia della stanza, finché non sentì il suo respiro farsi più profondo.
Adesso toccava anche a lui e aprì la porta della stanza assonnato ma allo stesso tempo innervosito. Non si era certo dimenticato che la compagna gli aveva rifilato la seccatura per dormire beata. Si spogliò di fretta e si gettò dentro la doccia facendosi cullare dal getto caldo. La situazione si rivelò più rilassante del previsto e Vegeta iniziò a chiudere pesantemente gli occhi, rimanendo appoggiato alla parete.
Bulma si svegliò dopo una ventina di minuti, disturbata dal rumore dell’acqua scrosciante. Si alzò a fatica ed entrò in bagno per assicurarsi che Vegeta non ne avesse ancora per molto. Lo chiamò un paio di volte, ma non ricevendo risposta aprì la cabina della doccia. Vegeta si era addormentato sotto il getto dell’acqua e Bulma si apprestò a chiuderlo subito. Entrata anch’essa nella cabina ed intenerita dall’espressione tranquilla del compagno, iniziò a scuoterlo piano perché si svegliasse, chiamandolo per nome. Di certo non avrebbe potuto portarlo a letto di peso!
Vegeta aprì gli occhi di soprassalto e afferrò con forza le braccia della donna che emise un grido soffocato.
- Ma che ti salta in mente!- tuonò lui.
- Ma…non stavo facendo niente…non dirmi che sei entrato nella doccia con l’intento di dormirci dentro!?- disse lei in tono canzonatorio, ripreso tutto il suo sarcasmo.
Intanto Vegeta aveva lasciato la presa e guardava la donna in modo più aggressivo. Bulma retrocedette a causa della sua espressione tanto grave e senza rendersene conto arrivò fino all’estremità della cabina, la parte rialzata rispetto al pavimento. Si accorse di cadere solo nel momento in cui spalancò gli occhi guardando quelli altrettanto atterriti dell’uomo; così chiuse gli occhi arresasi all’evidenza e solo allora sentì due mani poderose afferrarle i fianchi.
Bulma aprì gli occhi e si ritrovò tra le braccia dell’uomo. Lo guardò per dei secondi interminabili e infine riuscì a dirgli grazie.
Vegeta intanto la squadrò ritornando ad avere l’aspetto alterato di pochi attimi prima e cominciò a dire in tono aggressivo: “ Perché hai detto a Bra di venire da me! Ha continuato a parlare per un’ora, senza contare il fatto che avevo appena terminato gli allenamenti e…”.
In quel momento si accorse di averla ancora tra le braccia e si sentì a un tratto stranito da quella situazione. Lasciò la presa e Bulma iniziò, con il battito cardiaco ancora accelerato, ad uscire dalla doccia. Non aveva ascoltato una sola parola di quello che aveva appena urlato Vegeta e l’uomo si era reso conto solo allora di essere completamente fradicio e nudo. Bulma si rimise fra le coperte con un acceso sorrisetto sulle labbra e il petto ancora vibrante. Il saiyan, invece, si mise a letto dopo essersi asciugato e aver indossato un paio di boxer. Si ritrovarono entrambi girati dal lato opposto e senza neanche rendersene conto a rigirarsi nella stessa posizione allo stesso tempo, l’uno di fronte all’altra.
Entrambi spalancarono gli occhi, nonostante il buio circostante. Infine Bulma si avvicinò a lui, stringendosi al suo petto, poggiando la testa all’altezza del suo collo, mettendo un braccio dietro la sua ampia schiena. Vegeta non disse niente e dopo un po’ si decise a posare anch’egli una mano dietro le sue esili spalle.
Bulma lo guardò ancora più assorta e pensò a quanto amasse tutto di quell’essere alieno. Incominciò a riflettere che non avrebbe cambiato una virgola di quel saiyan, carattere scontroso compreso. Presa da questi tumultuosi pensieri lo baciò al fine, finché non sentì di essere ricambiata.
Tutto si annullò intorno a loro e Vegeta si accorse di non essere poi tanto stanco…

Fine

Ecco un’altra storia confezionata dalla mia amica Stefania, la fanwriter delle fic che pubblico. Grazie a chi ha recensito la precedente storia o chi semplicemente l'ha letta! Attendiamo i vostri pareri!! Veronika88 – Stefania

  
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