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Autore: brokenheart    15/03/2013    0 recensioni
E lì, tra camerini e corridoi, il silenzio regnava- sovrano e gli dava un po' di pace. Certo quella fastidiosissima sensazione di essere vittima di un maniaco non lo abbandonava, ma evidentemente quella non era affatto la sua serata.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: My Chemical Romance, Simple Plan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                             Doppio

 

Frank si sentiva osservato, seguito, eppure era certo non ci fosse nessuno in quei corridoi spogli e silenziosi. Erano tutti all'esterno. Erano tutti a festeggiare. Ennesimo festival, ennesimi fiumi di alcool, che scorrevano tra le varie band. Solitamente non rinunciava ad un po' di sano svago, ma diamine aveva un mal di testa tale, che avrebbe volentieri preso a zuccate un muro di cemento. E lì, tra camerini e corridoi, il silenzio regnava- sovrano e gli dava un po' di pace. Certo quella fastidiosissima sensazione di essere vittima di un maniaco non lo abbandonava, ma evidentemente quella non era affatto la sua serata.

 

Si appoggiò al muro e si sedette sul pavimento, quella sensazione di freddo per nulla accogliente, lo rilassava. Poi un fruscio, dei capelli corvini e lisci, una porta sbattuta. Non riuscì a vedere altro, ma ormai la sua curiosità da bimbo troppo cresciuto si era impossessata di lui, e fanculo il mal di testa, aveva seguito la porta sbattuta. Si sentì un po' Alice che insegue il coniglio tonto, e si pentì immediatamente per quel pensiero così fottutamente da bambina, ok essere bisex, ma su Iero un po' di dignità. Aprì la porta e la trovò vuota, con forse una o due scope all'angolo. Stava per uscire dicendosi che bere gli provocava cattivi effetti, quando una risata intonata e fresca gli giunse alle orecchie. Si chiese da quando dava certi aggettivi alle risate, il massimo fino a quel momento che era riuscito a dire era stato sai Gee hai proprio una risata da zoccola in calore, ma cercò di non farci caso. Puntò lo sguardo tra le scope, da dove proveniva la risata cristallina e ci trovò, seduto sui talloni un moretto, che facilmente riconobbe come il bassista dei Simple Plan. Com'è che lo chiamava Gerard? Ah sì il suo sosia. In effetti c'era una certa somiglianza, ma lui era nettamente più sobrio quando andava in giro. Oddio non mentiamo, però nessuno l'aveva mai ritrovato ubriaco nello stanzino delle scope, ecco. Sì perchè David era chiaramente ubriaco. Il moretto si passò l'indice sulle labbra intimandogli di fare silenzio e precisandogli che si stava nascondendo. Se Frank aveva un qualche dubbio ora era certo che fosse ubriaco marcio.

-E da chi ti stai nascondendo?-

Si chinò come il moretto, si sa che con gli ubriachi il miglior modo di comportarsi è la complicità e il trattamento da mamma chioccia.

-Da Pierre, se sa che ho bevuto, mi sculaccia.-

E Dave riprese a ridere, mentre Frank si chiedeva se con quello “sculaccia” si riferisse a qualche cosa di più erotico di una semplice sgridata, ma se ne pentì immediatamente.

-Ok e cos'hai bevuto?-

Il canadese iniziò a contare sulle proprie dita in francese, probabilmente stava cercando di capire quanta roba si era sgolato, la qualità ormai era evidente che non se la ricordasse.

-Accidenti non mi ricordo!-

Mise su una strana smorfia da cucciolo offeso che scatenò l'ilarità di Frank, era la stessa che faceva lui quando Gee gli toglieva le patatine perchè Frankie stai ingrassando.

In risposta rise anche il moretto e cavolo, ora che ridevano assieme poteva sentirlo, era la stessa risata, lo stesso guardo da bimbi troppo cresciuti, e la stessa altezza, ma quella non era una cosa tanto carina. Altro che sosia, avrebbe detto meglio fotocopia, aveva anche gli stessi lineamenti, solo era un po' più gracilino, e gli occhi, bè così illanguiditi dall'alcool erano sensazionali, non che i suoi fossero brutti, ma quelli erano così magnetici.

-Sai che sei proprio carino.-

Ok non l'ha detto, Frank era certo di aver capito male, perché carino non è un aggettivo che usano gli uomini e perché anche fosse stato, non gli sembrava una cosa da dire così come se nulla fosse.

-Non mi guardare spaesato è vero sei carino, hai gli occhi da cerbiatto.-

Sì bere fa male, molto male, brucia i neuroni Frank se lo ripeteva da almeno due minuti. Nessuno gli aveva detto che erano da cerbiatto, insomma solitamente si dice alle donne. Però anche lui se avesse dovuto pensare a David, avrebbe trovato ben pochi aggettivi da uomo, l'avrebbe dipinto come fragile, indifeso, luminoso, magnetico, innocente e bellissimo. E cazzo per tutti quei pensieri dolcettosi i suoi pantaloni erano fottutamente stretti, mentre un risolino sfuggiva alle labbra dell'altro. Santi cavoli, ma era ubriaco no? E allora poteva anche non accorgersi che per colpa sua qualcosa tra le gambe di Frank non era più tanto tranquilla.

-Finalmente.-

Cosa? Fu il primo pensiero di Frank, ma quando vide l'altro saltargli addosso e sbatterlo contro la porta, comprese.

-Sei frusto. Forse è meglio di no.-

Non che Frank non volesse, al contrario, ma non gli piaceva fare sesso con persone che il giorno dopo avrebbero scordato tutto. Lui era Frank Iero, lui doveva lasciare il segno sui suoi amanti.

-Frank sei troppo bello, scopami.-

Il chitarrista era fuori uso dopo il sussurro all'orecchio del bassista. Voleva che lo prendesse? L'avrebbe fatto volentieri. Il canadese sorrise e disse qualcosa in francese che assomigliava a desiderio, ma non era tanto sicuro e lo baciò. Sapeva di fragola e ciliegia, ecco cosa aveva bevuto, qualche cocktail alla frutta, e gli venne da ridere a pensare che nemmeno nell'ubriacarsi era un po' mascolino. Dave lo fissò interrogativo, ma poi si limitò a riprendere da dove avevano interrotto.

-Sei così piccolo.-

-Iero sono più alto di te.-

Frank ci pensò su e ci rimase malissimo, mentre stringeva quel dio della lussuria, aveva appreso di essere più scriciolo di lui!

-Ma è impossibile!-

-Fidati, ma di poco, siamo praticamente uguali.-

Si ma c'era quel poco che lo classificava come nano. Smise di pensarci appena sentì un soffio sul suo membro. Quando gli aveva tolto i jeans?

-Frankie ma tu viaggi sempre senza mutande?-

Avrebbe tanto voluto rispondergli, ma quel calore improvviso, quella lingua calda che lo accarezzava, e quelle labbra morbide tutte attorno, lo zittirono. Iniziò a gemere, fregandosene altamente se qualcuno avesse potuto sentire. E Dave era orgoglioso, oh sì orgoglioso dei gemiti senza freno dell'altro. Lo lasciò venire nella sua gola per poi baciarlo con un nuovo gusto a sostituire quello di fragole e ciliegie.

-È il bocchino migliore della mia vita.-

E come risposta gli arrivò una risata cristallina e innocente che proprio non era adatta al momento.

-E tu Cucciolo cosa sai fare?-

Frank arrossì di botto, ma poi prese a leccargli il lobo dell'orecchio, mentre con le mani scorreva la schiena pallida, nel tentativo di togliere quella fastidiosa maglietta. Senza appurò, era molto più bello. Si accanì sul suo addome e sul suo petto mentre il moretto si contorceva eccitato, e chiedeva di più.

 

 

Si risvegliarono nel pomeriggio nella cuccetta di Frank, l'uno accoccolato all'altro. Quando aprirono gli occhi all'unisono, caramello nel caremello, un sorriso spuntò sulla bocca di entrambi, erano così simili e uniti in quell'attimo.

-Dave ci rivedremo?

Frank fu il primo ad interrompere quel silenzio pieno di pace. Subito il moretto non rispose, si limitò ad abbracciare l'altro ancor più stretto. Poi però gli sussurrò qualcosa all'orecchio, sembrava je t'aime, ma Frank non era certo, il francese non era il suo forte.

-Mi ami?

-Ovvio come si può non amare se stessi? Tu sei uguale a me potrei rimanere con te ogni istante senza stancarmi.

Aveva ragione Dave, e Frank difatti tacque, erano l'uno il doppio dell'altro, sperò così che tutto ciò fosse la conferma che si sarebbero rivisti, perchè ora che aveva trovato se stesso, non voleva perdersi di nuovo.

  
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