Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: cljffvord    15/03/2013    9 recensioni
«Sono Justin…Ma non sono una persona normale, anche se sei nuova mi dovresti conoscere, tutti mi conoscono anche se non mi hanno mai trovato e mai lo faranno.»
Genere: Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Pattie Malette, Ryan Butler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
Debby's Point Of View.

Il vento soffiava in silenzio per le strade, come il suono della musica ad alto volume che mi fa rabbrividire sotto la mia giacca.
 
Non ho potuto fare a meno di mantenere lo sguardo dietro di me, facendo in modo che nessuno mi seguisse. Ho girato un angolo e subito la casa che avevo cercato, catturò la mia vista.
 
Sentii le farfalle nel mio stomaco quando iniziai a camminare verso la porta d'ingresso, che era spaccata già da un po’. Non appena entrai le mie orecchie furono intorpidite per un secondo. Se avessi pensato che la musica che sentivo prima era assordante, non era nulla in confronto a quando sono entrata. Ho spinto paio di persone, che sembravano troppo ubriache per prestare attenzione a me.
 
Esaminai per bene la stanza piena, ero alla disperata ricerca di una persona che conoscevo. Inciampando su  quello che sembrava la pista da ballo, colpì un torace rigido di un ragazzo prima di cadere definitivamente a terra. Sibilai sotto il mio respiro, imbarazzata di quanto era appena accaduto, ma in silenzio pregavo che nessuno mi aveva visto e per mia fortuna, tutti erano troppo ubriachi per notare il piccolo incidente che mi aveva fatto atterrare sul pavimento.
 
«Faresti meglio a stare attenta. »
 La voce era vicina, leggera e in modo giocoso, ma una miscela di tono duro e buio, come se fosse una minaccia senza offendermi. Quel ‘qualcuno’ mi tese la mano per aiutarmi a rialzarmi. L’afferrai e mi tirai su.
 
«Grazie…»
Mormorai mordendomi il labbro inferiore e abbassando lo sguardo. Mi diressi verso il bancone e ordinai un bicchiere di Vodka. Dopo che il cameriere mi aveva servito la Vodka ne bevvi un sorso. Giocai con il bicchiere aspettando ancora la mia amica. Una mano calda si posò sulla mia bocca facendomi spalancare gli occhi dallo spavento. Dopo ciò mi sentii essere presa in braccio e portata fuori dal locale. Mi portò nel cortile che si trovava intorno al locale e li mi lasciò andare. Tolse la mano dalla mia bocca.
 
«Hey che cazzo fai?»
Potevo vedere che il ragazzo che mi aveva rapita era biondo, ma i suoi occhi erano coperti dagli occhiali da sole. Mi appoggiò al muro e mise le sue mani sui miei fianchi. Cominciò a strusciare le sue labbra contro il mio collo mentre le sue mani percorrevano la cerniera del mio vestito.
 
«Hey bellezza… Sei nuova?» Non si staccò nemmeno un secondo dal mio collo.
 
«Si, perché?» Lo sentii sorridere sul mio collo.
 
«Era un’informazione, sai devo sapere con chi avrò a che fare…» Fece un risolino non appena il mio corpo si irrigidì.
 
Mi ero messa nei guai. Per una volta che volevo uscire e divertirmi. Ora mi ritrovo con uno che non so neanche chi sia che mi sta toccando e che non si fa gli affari suoi. Cercai di staccarlo dal mio collo per cercare, almeno, di guardarlo in faccia, ma la sua presa era troppo forte. Strinse la presa ai miei fianchi facendomi male.
 
«Qual è il tuo nome, baby?»
Con le labbra accarezzò il mio orecchio provocandomi infiniti brividi per tutta la schiena.
 
«Debby, Debby Owens.» Balbettai ad ogni suo tocco.
 
«Debby, bel nome.» Mi aveva fatto davvero un complimento?
 
«Grazie… Tu chi sei?» Si staccò dal mio orecchio e mi guardò. Si tolse gli occhiali e mi osservò meglio dalla testa ai piedi facendo un sorriso malizioso.
 
«Sono Justin…Ma non sono una persona normale, anche se sei nuova mi dovresti conoscere, tutti mi conoscono anche se non mi hanno mai trovato e mai lo faranno.» Deglutii rumorosamente. Quel ragazzo non mi piaceva.
 
«Bhe, ma io non ti conosco come le altre persone…»
 
«Shh, lo scoprirai…» Posò un dito sulle mie labbra. Fece scivolare la mano che stringeva il mio fianco sul mio culo strizzandolo. Lo guardai male.
 
«Posso rientrare?» Volevo mettere fine a tutto. Fece ‘no’ con la testa.
 
«Perché rientrare? Ci stiamo divertendo qui fuori…» Fece un sorrisino malizioso. Sentii che qualcuno mi stava chiamando, una voce molto familiare. Oh merda, Alice!
 
«E ora che cazzo c’è?» Justin si voltò dal lato da cui stava arrivando Alice. Non potevo farmi vedere.
 
«C’è che la mia amica Alice sta venendo a cercarmi e se mi trova qui con te sono fregata!»
Si morse il labbro inferiore, si guardò intorno e cercò un posto dove nascondersi. Il suo sguardo si posò su una macchina che immagino fosse la sua. Si voltò lentamente verso di me e mi sorrise. Feci cenno di ‘no’ con la testa. Alzò le spalle e mise le sue braccia intorno alla mia vita per poi caricarmi su una spalla. Si avvicinò alla macchina e mi buttò dentro. Salì anche lui e poi chiuse la macchina. Sentimmo che Alice se n’era andata. Tirai un sospiro di sollievo mettendomi a sedere.
 
«Bene, ora puoi riaprire la macchina.» Mi avvicinai alla portiera e spinsi forte cercando di aprirla. Non si apriva.
 
«È meglio se vieni con me, sai troppe cose per i miei gusti.» Aveva un tono freddo. Si mise al posto del guidatore e infilò le chiavi nel nottolino per poi mettere in moto.
 
 «Cosa dovrei sapere? Mi hai solamente detto il tuo nome e che avrei scoperto chi sei prossimamente, quindi ora fammi scendere.» Fece ‘no’ con la testa.
 
«Smettila di chiedermi di uscire dalla macchina, tanto non uscirai da qui!» Appoggiò le mani sul volante e lo strinse.
 
«Perché non mi lasci andare?»
 
«Perché se ti lascio andare tu andrai a dire tutto alla polizia e io non ho voglia di perdermi in queste stronzate. Quindi siediti e goditi il viaggio.»
 
Cominciai a battere contro il vetro della macchina sperando che qualcuno mi sentisse e mi venisse ad aiutare. Sentii lui che sbuffò.
 
«Debby, smettila di battere contro il vetro.» Lo guardai confusa.
 
«No, io voglio andarmene da qui!» Ripresi a battere contro il vetro. Sbuffò ancora. Mi voltai per chiedergli se poteva aprire quella maledetta macchina, di nuovo. Tirò fuori qualcosa dalla tasca e me la puntò in faccia. Oh merda, una pistola. Mi azzittii subito.
 
«Adesso stai zitta e mettiti comoda.»
Deglutii rumorosamente. Aveva in mano una postola la quale era puntata contro di me. Perfetto. E pensare che volevo solamente divertirmi un po’. Obbedii a Justin. Dopo essermi sistemata, rimise la pistola nella tasca dei pantaloni e cominciò a guidare.

 
  
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