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Autore: novalee_ack    15/03/2013    3 recensioni
Dimmi, come va?
Va che tutto è una merda nella mia vita. Non c'è nulla di buono in me, nelle persone che conosco, nel mondo. Va che non ho un futuro in questo posto, e il diploma è l'ultimo traguardo da raggiungere per poter andare via. Lontano da Brooklyn, lontano dall'alcol e dai continui arresti.
[...]
«Ti ho già detto di abbassare la cresta quando parli con me», disse in un sussurro.
Sapevo di cosa era capace Harry Styles. Non si sarebbe fatto problemi ad uccidermi con un solo colpo di pistola. Vent'anni ed era rispettato e temuto da tutto il quartiere.
[...]
«Allora, mettiamola in questo modo», bevve un sorso dalla bottiglia di birra che aveva tenuto nella mano sinistra fino a quel momento. «Io ho voglia di scopare». Iniziò a scaldarsi e lanciò la bottiglia per terra che si ruppe in tanti pezzi. «Quindi, visto che non posso farlo con tua madre, lo farò con te». Ghignò divertito.
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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There will be no fade out
This is not the end
I'm down now
But I'll be standing tall again
Times are hard but
I was built tough
I'm gonna show you all what I'm made of.

***
 
Sbuffai, chiudendo il libro.
Non potevo continuare a studiare in quel modo. Non ci riuscivo, non volevo. 
Sospirai, chiudendo gli occhi.
Era un via vai continuo di uomini in quella casa, la mia casa. Era impossibile concentrarsi sulla storia dell'800 con quei fastidiosi lamenti che mi giungevano ottavi alle orecchie. 
Spostai il libro sul tavolino davanti a me, e mi rannicchiai su me stessa. 
Dimmi, come va?
Va che tutto è una merda nella mia vita. Non c'è nulla di buono in me, nelle persone che conosco, nel mondo. Va che non ho un futuro in questo posto, e il diploma è l'ultimo traguardo da raggiungere per poter andare via. Lontano da Brooklyn, lontano dall'alcol e dai continui arresti per spaccio. Volevo andare via da quella casa che era diventata uno schifoso bordello, dove mia madre invitava tutti i suoi clienti a venire a tutte le ore del giorno, non importava se lei non c'era, loro avrebbero aspettato lì.
Volevo andare via per non dover più spacciare per avere qualche dollaro in tasca. 
Ero caduta tantissime volte e avevo sempre trovato la forza di rialzarmi altrettante volte. 
Il mio corpo aveva subito le violenze di mio padre sin dall'età di quattro anni, fino a quando un anno fa la sua persona ha cessato di esistere. 
Avevo pianto, perchè ero felice che lui non avrebbe più abusato di me, che non avrebbe più toccato il mio viso ed il mio corpo. 
A scuola da bambina mi chiedevano sempre perchè avessi sempre tutti quei lividi. "Sono caduta" avevo imparato a mentire, come da copione, per proteggere il mostro che era quell'uomo. Ero riuscita a liberarmi di un enorme peso che mi opprimeva da una vita intera. Avevo ottenuto la mia rivincita, dopo tredici lunghissimi anni. Avevo vinto contro di lui anche se i tagli sulle braccia erano ancora visibili, erano i ricordi che continuavano a fare male. 
Mia madre era sempre stata una bella donna, da piccola l'ammiravo. Adoravo i suoi vestiti, le sue scarpe ed i suoi trucchi. "Voglio essere come te" , le ripetevo ma ancora non sapevo la verità.
Mi tingo i capelli di rosso. 
Ho un piercing sulla lingua.
Il mio nome è Ivy. 
 
 
Mi svegliai nel bel mezzo della notte, ritrovandomi a vagare con lo sguardo nel buio della mia stanza. Mi portai una mano sulla fronte sudaticcia e respirai profondamente. Stupidi incubi.
Scostai le lenzuola che si erano appiccicate sulle gambe lasciate scoperte dai pantaloncini del pigiama e scesi dal letto, camminando a piedi nudi verso la cucina.
Presi un bicchiere d'acqua fredda e lo buttai tutto giù, seguito subito da un altro. 
Mi soffermai per qualche istante ad ascoltare i rumori ed i lamenti che provenivano dalla camera di mia madre. Erano gli unici suoni percettibili a quell'ora della notte.
Non provai disgusto o quant'altro. Ci avevo fatto l'abitudine con gli anni, e scappare in bagno a vomitare era stata solo una delle fasi iniziali. 
Mi sedetti sull'isola della piccola cucina e lanciai uno sguardo all'orologio appeso al muro che segnava le due di notte. 
Non avevo più alcuna intenzione di ritornare nella mia camera, che in quel momento mi appariva come una fornace, e decisi di restare ancora un pò seduta sul marmo freddo del tavolo che ritenni un ottimo rimedio al caldo insopportabile. 
Man mano i rumori diminuirono, fino a cessare del tutto. Dopo pochi minuti la porta bianca della camera di mia madre si aprì velocemente, scoprendo una grande figura maschile. La luce fioca della lampada accesa illuminò il voltoo impertinente del ragazzo che riconobbi all'istante. Una smorfia apparve sul mio viso.
«Guarda un pò chi c'è qui», i suoi occhi chiari luccicarono nell'oscurità. Si avvicinò lentamente a me e il solito sorrisetto strafottente non tardò a comparire. «Abbiamo fatto troppo rumore forse? Spero non sia per questo che sei sveglia a quest'ora». Si scompigliò i capelli ricci e leggermente bagnati dal sudore. 
Mi lasciai scappare una risatina ironica. «In realtà no», risposi ritornando neautrale.
«Ti dispiacerebbe offrirmi un bicchiere d'acqua?». Poggiò la giacca sul tavolo accanto a me e mi sfiorò una gamba con la punta delle dita. 
Scostai le sue mani da me e scesi dal ripiano. «Lì vedo delle mani», dissi indicando quest'ultime. «Puoi benissimo servirti da solo». Lo guardai fredda negli occhi, mentre l'espressione compiaciuta cominciò a sparire dal suo volto. Con un movimento veloce mi bloccò tra il tavolo ed il suo corpo, che spingeva forte contro il mio. «Ti ho già detto di abbassare la cresta quando parli con me», disse in un sussurro. Alitò quelle parole al mio orecchio con estrema lentezza, facendomi rabbrividire. 
Sapevo di cosa era capace Harry Styles. Non si sarebbe fatto problemi ad uccidermi con un solo colpo di pistola. Lui era così. Tutti i suoi amici erano così. E tutti mi trattavano in quel modo, credendo di avere chissà quale potere su di me. Vent'anni ed era rispettato e temuto da tutto il quartiere.
Si rilassò quasi subito. «Mh, questo è il terzo nel giro di due mesi se non sbaglio», disse sogghignando e fissando l'odioso braccialetto elettronico legato alla mia caviglia destra. «Devi migliorare, non puoi continuare a farti beccare ogni volta», sorrise beffardo ancora una volta. 
Sentii quella scintilla di rabbia accendersi. «Fanculo», sibilai a denti stretti.
Ignorò il mio insulto e continuò nel suo intento di farmi perdere la calma. «Sai... dovresti essere grata a tua madre che si è offerta di ripagare tutti i tuoi debiti». Un altro sussurro e le sue labbra si posarono delicatamente sul mio orecchio. 
Chinai lo sguardo rabbioso sul pavimento rovinato, consapevole di ciò che era appena uscito dalla sua bocca. Mi morsi la lingua per evitare di gridargli in faccia i fiumi di parole che scorrevano nella mia testa.
Harry Styles gestiva il suo traffico di droga e molti ormai dipendevano da lui. Altri gli chiedevano dei favori di tanto in tanto. Io ero stata una di quelle persone.
«Harry, è meglio che tu vada», mia madre sbucò dalla sua camera, avvolta in una volgare vestaglia nera di pizzo.
Il ragazzo sorrise sulla mia guancia, prima di allontanarsi e lasciarmi nuovamente libera. Mi guardò prima di afferrare la sua giacca.
«Buonanotte zuccherino», fece l'occhiolino a mia madre ed uscì dall'appartamento. 
Mi lasciai cadere per terra con la schiena contro il muro.
«Va a letto Ivy, è tardi», la voce di mia madre mi arrivò alle orecchie con un filo di compassione. Quella che non ero riuscita a ricevere da nessuno in diciotto anni della mia vita.
 

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Buonasera !
Sono contenta di essere riuscita a scrivere questo primo capitolo e sono ansiosa di ricevere dei vostri commenti.
Vi prego, non pensate che in questo modo io voglio offendere i personaggi, è solo una fanfic basata su un tema che ho trattato diverse volte :)
Mi piacerebbe davvero leggere cosa ne pensate..
Quindi non mi resta che dire, a presto.^^
xx
   Lee
   
 
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