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Autore: Remedios la Bella    17/03/2013    4 recensioni
“ Posso confidarmi con te?” chiese d’un botto il biondo, scompigliandosi la chioma ricciola con la mano.
Deimos sbarrò gli occhi, preso alla sprovvista: da dove gli usciva tanta confidenza tutta d’un getto? Prima riusciva a stento a parlargli, e adesso gli chiedeva una cosa che, di solito, si fa tra confidenti. E loro a malapena si conoscevano.
(Deimos/Ethos)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Deimos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Buonasera! Eccomi ritornata sul sito dopo mesi e mesi di silenzio totale! Questo è solo un accenno al mio ritorno, penso che pubblicherò (non so quando, spero a breve) una nuova long, ma non anticipo nulla!
Avevo già scritto in questo fandom, ma stavolta ho voluto fare qualcosa di diverso. Forse è un pò spiccia come one-shot, ma spero gradiate l'accenno tenero che si coglie in Ethos e la tristezza di Deimos. Un piccolissimo discorso tra di loro, niente di che.
Spero gradiate!
Remedios


Deimos uscì dalla stanza d’allenamento a testa bassa. Fece qualche passo, scostandosi appena il ciuffo dagli occhi e poi, quasi senza pensarci, diede un pugno forte alla parete della navicella.
Anche stavolta aveva subito l’umiliazione, seppur non diretta, dello sguardo di Cain e di quel sorrisetto tanto arrogante e in cui molti cadevano sempre. Invaghimento il suo? Forse, fatto sta che quel fighter tanto dotato era irraggiungibile. Più allungava la mano verso di lui, più Cain sembrava svanire in una nebbia di incertezze e delusioni che opprimeva il cuore di Deimos.
Non era contento nemmeno del suo navigator. Lui era il fighter, lui doveva essere quello duro. Invece, le carte in tavola erano a favore del partner dalla tuta bianca. Umiliazione, ogni giorno. Ecco quello che sentiva.
Ripicchiò il pugno alla parete, accompagnandolo da un urlo, e tentò di serrare con le dita delle lacrime che stavano per cadere dai suoi occhi. Non poteva piangere, non lì. Non lo avrebbe fatto.
Appoggiò la fronte al muro, tentando di riprendere respiro e calma. Non si accorse però di una presenza fisica alle sue spalle, finché questa non gli toccò la spalla in maniera delicata.
Deimos si voltò spaventato, e incontrò il viso del partner di Praxis, quel navigator dall’aria tanto angelica: Ethos. Il giovane si ritrasse un po’, forse intimorito dallo sguardo tanto interrogativo quanto scocciato di Deimos.
“ Sei Deimos vero?” chiese, grattandosi la nuca imbarazzato.
L’altro annuì, girandosi del tutto verso di lui:”Che cosa vuoi?”
“ Vedo che sei appena uscito dalla stanza degli allenamenti … per caso c’era anche …”
“Praxis? Sì, ma si stava allenando con quelli di livello superiore.” Rispose Deimos, non molto interessato alla questione.
“E sai quando dovrebbe uscire?” domandò ancora Ethos, mentre un lieve rossore gli imporporava le guance.
“ Ne avrà ancora per molto credo.” Rispose Deimos, voltandosi per andarsene. Ethos non gli interessava in quel momento, aveva ben altro a cui pensare oltre a dove si trovasse il suo partner.
Fece per salutarlo, quando si sentì strattonato al braccio.
Si voltò, perplesso. Ethos lasciò subito la presa, balbettando un “scusa” tra i denti.
“ Cosa vuoi ancora?”
“ Posso confidarmi con te?” chiese d’un botto il biondo, scompigliandosi la chioma ricciola con la mano.
Deimos sbarrò gli occhi, preso alla sprovvista: da dove gli usciva tanta confidenza tutta d’un getto? Prima riusciva a stento a parlargli, e adesso gli chiedeva una cosa che, di solito, si fa tra confidenti. E loro a malapena si conoscevano.
“ Beh …” esordì Deimos, ora lui imbarazzato.
 Ethos, però, non sembrò aspettare tanto il consenso del fighter:” Sai, mi sento escluso. Praxis sembra così riservato, nelle simulazioni il tono di voce che assume per chiedermi i comandi è strettamente professionale, e non resta con me direttamente per più di dieci minuti. Evita il mio sguardo, ed è già molto se mi saluta. Io tento sempre di essere gentile, ma lui è restio. Lo trovo pensieroso, e l’ho beccato a fissare Abel una volta … cioè, penso stesse guardando verso il mio collega ma non ne sono sicuro … in fondo Abel sembra molto più aperto con gli altri, e lui e Cain vanno molto d’accordo …”
“Già …” quel particolare turbò Deimos. Cain andava d’accordo con Abel, non c’erano dubbi. Abel e Cain, la grande coppia. Non Deimos e Cain. Loro non erano fatti per stare in coppia.
“ E tu vai d’accordo con il tuo navigator, Deimos?” quella domanda spiazzò ancora una volta il fighter. Fissò su Ethos lo sguardo più interrogativo che riuscì a sfoggiare:” Perché non dovrei andarci d’accordo?”
“ Beh, è solo una mia impressione, ma sembri sempre tanto … solo.”
Già, poteva dirlo forte. Deimos era un reietto, e Ethos e la sua lingua glielo stavano facendo notare più del necessario. Guardò dritto negli occhi il biondino, inarcando le sopracciglia:” Dovresti farti gl-“
“Non abbatterti, Deimos.” Disse Ethos, sfoggiando poi uno di quei sorrisi che metterebbero a dura prova le emozioni di qualcuno. Il bianco dei denti del navigator, unito all’innocenza dello sguardo amichevole che gli rivolse, contorse lo stomaco del fighter:” Se hai bisogno di una mano, puoi chiedermi quello che vuoi, quando vuoi. Ok?” Un altro sorriso, un’altra capriola.
Tutt’a un tratto,Deimos si coprì il volto con le mani, senza spiccicare risposta alla proposta di Ethos, e scappò lungo il corridoio, lasciandolo con uno sguardo tra il deluso e il perplesso.
Il fighter si fermò solo allo svoltare del corridoio e si appoggiò alla parete. Avrebbe giurato che le sue guance, per un millesimo di secondo, o per tutta la durata del sorriso di Ethos, si fossero colorate del rosso più vivido.
“Dio, che strana persona.” Pensò.
   
 
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