Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: APPLETREE    05/10/2007    13 recensioni
Spolier DH. Harry ha bisogno di fare una cosa, ora che è tutto finito. Cercherà l'unica persona con cui non ha potuto chiarirsi. Per me questo E'il momento mancante,qualcosa che avrei tanto voluto trovare all'interno del 7° libro, ma che purtroppo non c'è stato.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

tutto cio’ che volevo sentirgli dire

 

L’Alba

 

Un giorno così malinconico
Non dovrebbe esistere
E' un giorno di cui mai sentirò la mancanza
Un giorno così malinconico
Ed è mio
Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita

E se te ne vai
Voglio andarmene con te
E se tu muori
Io voglio morire con te
Prendere la tua mano e andarmene via con te.

Il giorno in assoluto più malinconico della mia vita


Un giorno così malinconico
Ed è mio
E' un giorno a cui sono contento di essere sopravvissuto.

(Lonely Day- System Of A Down)

 

 

 

Silenzio.

Per un attimo tutto fu silenzio intorno a lui. Era ancora in piedi, nella sala grande, ma era come se si trovasse in una sorta di limbo e  davanti a lui non c’era più Voldemort con la bacchetta puntata contro, non ci sarebbe stato mai più.

Harry abbassò lentamente la mano che impugnava l’arma. Era riuscito a respingere la maledizione senza perdono per la seconda volta.

Per tutta la sua giovane vita, aveva aspettato con ansia e terrore quel momento e ora finalmente era libero.

Di vivere la sua esistenza.

Di girare per le strade senza avere più paura, senza nascondersi.

Libero di amare Ginny.

 

La calma durò poco, quasi si spaventò per le grida che lo investirono come un onda, ma capì presto che quelle erano grida di gioia. In breve si rese di nuovo conto di dove si trovava. Intorno a lui c’erano tutti coloro che erano sopravissuti a quella notte, all’ultima terribile guerra.

Rapidamente il suo corpo fu avvolto da tante braccia. Tutti volevano festeggiare con lui, tutti volevano toccare l’uomo che aveva sconfitto Voldemort.

Luna ad un certo punto gli aveva suggerito di andarsene di nascosto, per poter riposare lontano da tutti e lui non se lo era fatto ripetere due volte.

 

Quella fu la notte, dove Harry dormì veramente per la prima volta dopo tanto tempo.

 

 

Passarono i giorni. La ricostruzione di Hogwarts gli impegnò tutti e lui non si fece da parte. Lavorò fianco a fianco con i suoi professori, con i suoi amici, afinchè quel luogo, che lui aveva sempre considerato la sua Casa, tornasse come prima il più presto possibile.

Aveva finalmente parlato con lei, la sua meravigliosa rossa e senza tante parole si erano dichiarati nuovamente i loro sentimenti, resi più forti dalla forzata lontananza.

 

 Si sarebbe dovuto sentire finalmente soddisfatto,  ma un pensiero, nonostante tutto, lo tormentava ancora.

Aveva eliminato Lui, aveva di nuovo il suo amore e aveva potuto chiarirsi con Dumbledore, in quella misteriosa sala somigliante a King’s Cross, ma c’era ancora qualcosa che voleva fare.

Ci pensò a lungo per diversi giorni. Non sapeva se era una cosa giusta, ma se non l’avesse fatto, forse si sarebbe tormentato per sempre e alla fine prese la sua decisione.

 

L’alba.

 

 Camminò da solo verso il centro della foresta proibita. Brividi gli corsero giù per la schiena a rivedere quella radura, dove aveva creduto di lasciare il mondo per sempre.

Si strinse il mantello addosso, costringendosi a non avere paura di quel luogo e iniziò a guardarsi intorno.

Il sole era ancora debole e pochi raggi filtravano dagli alberi intorno. Solo quello spiazzo era maggiormente illuminato.

Scandagliò con lo sguardo la terra intorno ai suoi piedi, poi lo vide.

 

L’anello di Salazar Slytherin era ancora lì, dove lui lo aveva lasciato cadere.

Aveva detto a Dumbledore che nessuno lo avrebbe più toccato e che solo lui sapeva dove si trovasse,  ma ora gli serviva, per l’ultima volta.

Dopo lo avrebbe seppellito sotto un albero, nessuno lo avrebbe più rivisto.

 

 La mano gli tremò, mentre la abbassava per raccogliere i due pezzi della pietra.

Strinse gli occhi e respirò velocemente, continuandosi a ripetere che lo doveva fare, e che poi si sarebbe sentito meglio.

 

La pietra girò per tre volte nel palmo della sua mano.

 

Si costrinse ad aprire gli occhi infine, davanti a lui c'era la persona che aveva evocato dal sonno eterno.

 

Occhi verdi. tristi, grati, imbarazzati, insicuri.

 Occhi neri. Curiosi, rassegnati, severi. Nuovamente illuminati dal soffio della vita, anche se sarebbe stato per poco tempo.

 

“Professore, io la volevo ringraziare. Non potevo andare avanti senza averle parlato almeno un ultima volta. Senza di lei, probabilmente non sarei sopravissuto ai miei undici anni. Senza lei, non sarei riuscito a capire come sconfiggerlo, e probabilmente, senza lei non sarei diventato quello che sono ora.”

 

Snape lo guardò come mai lo aveva guardato in vita.

 

 Provò orgoglio e stima per quel giovane uomo. Forse si pentì di non essersi mai dato la possibilità di instaurare un rapporto diverso da quello che avevano avuto, ma ormai era tardi e una volta tornato nel mondo degli spiriti, non avrebbe più sentito quel sentimento umano.

In quel momento però,  si sentiva vivo e decise di fare la cosa più giusta che sentiva andava fatta.

 

Gli occhi di Harry si velarono di lacrime, mentre il professore gli poggiava una esile mano sulla spalla e lo guardava, sorridente.

 

“Sei stato bravo, Harry.”

 

Non ci sarebbe stato bisogno di dire altro, quello era ciò che Harry aveva desiderato tante volte, sentirsi lodare da lui. Harry guardò Snape con gli occhi pieni di lacrime, per attimi che si sarebbe impresso a fuoco nella mente, per sempre.

 

“Ora è meglio che vada, Harry. Sono sicuro che un giorno ci incontreremo ancora.”

Harry fece un cenno affermativo col capo, senza riuscire a parlare.

Snape lo guardò per un momento ancora e poi  volse lo sguardo verso il luogo che anche lui aveva considerato come la sua Casa, Hogwarts.

Harry gli sorrise e lui gli mostrò per un attimo il suo ghigno tanto familiare in cenno di saluto, prima di scomparire per sempre, nel momento in cui le pietre scivolavano a terra dalla mano di Harry.

 

Harry si sedette per terra, circondandosi le gambe con le braccia, ora solo.

Sul viso rigato dai residui di lacrime, un sorriso.

 

“Era tutto ciò che volevo sentirgli dire.” Disse.

potete leggere il seguito qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=170562&i=1
  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: APPLETREE