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Autore: La Mutaforma    19/03/2013    3 recensioni
“Che anno è, Guy Fawkes?” mormorò Rebecca, nella sua camicia.
“E’ il 1605. Oggi è il giorno della congiura delle polveri”
“Hai proprio ragione, Shaun. Cade tutto. Ci è rimasta solo la polvere”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rebecca Crane, Shaun Hastings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte.
Era ancora notte. 
Un tempo passare la notte al computer non l’avrebbe minimamente scossa. Forse stancata.
Adesso non poteva farne a meno, anche volendo.
E poi, in quella situazione, diventava facile trovare dei server da controllare, sistemi da riorganizzare, file da selezionare. L’Animus, da tenere sotto controllo.
Rebecca sapeva che oltre lo schermo era tutto buio, ma non aveva voglia di controllare, né di sapere quando sarebbe tornata la luce.
Quando sarebbe stato di nuovo il momento di staccare il computer e tornare a guardarsi intorno.
 
“Non hai mangiato”
La fastidiosissima voce di Shaun. L’ultimo essere vivente in grado di comunicare con lei, in quel momento.
Rebecca finse di non ascoltarlo, immergendosi in un mare di numeri sparsi.
“Metto a fare il the. Ne ho bisogno. Ne hai bisogno
“Mi fa schifo il the, Shaun” rispose lei, con voce rotta.
L’inglese non rispose subito. “Sì, lo so”
Shaun aveva sempre un fornellino a batteria nello zaino. E una bustina di riserva.
 
Avvicinò una sedia alla scrivania, e abbassò lo schermo del portatile sulla tastiera.
“Bevi” fece lui, lapidario, posandole tra le mani una tazza fumante.
Rebecca la prese di malavoglia, sedendosi disordinatamente appoggiata contro la scrivania.
“Shaun, non mi piace il the. Non ho voglia di parlare con te”
“Non ho intenzione di parlare con te. Non ho intenzione di vederti consumarti davanti a quello schermo. Mi sorprende che tu non sia già miope”
La ragazza rise sull’orlo della tazza, e il suo risolino si mischiò al vapore “Non vorrei certo toglierti il primato; uno stronzo occhialuto è sufficiente”
Shaun prese una lenta sorsata, reggendo il cordino legato al filtro della bustina.
“Ti ricordi quando andammo al McDonald’s, Shaun?”
“Mi era parso di capire che non avevi voglia di parlare”
“Io me lo ricordo. Comprai la più grande delle confezioni di patatine. Tu vomitasti l’hamburger. Ho riso di te per tutto il giorno”
“Era avariato” si difese tiepidamente l’uomo, fermo nelle sue convinzioni.
“Il tuo palato è avariato. Non parlarmi di cucina, Shaun. La cucina british è tristemente famosa, per questo”
Shaun sorrise tra sé e sé. “E io che credevo che tu avessi bisogno di parlare”
“Fottiti, Shaun. Non te l’ho chiesto io. Sei tu che vieni da me, mi stacchi il computer, mi dai del brutto the che non mi piace”
Un sospiro. “Vorrei tanto una coca-cola”
“Vedrò di procurartela”
Sbadigliò. “Vorrei che Lucy fosse qui”
“A questo non si può rimediare, my darling”
 
Era buio. Era ancora notte.
Una notte che il sole non sa spazzare via. Una notte che sembrava non finire mai.
La notte di quando stringi gli occhi e smetti di vedere. E tutto resta buio. Tutto non può che essere nero.
“Non voglio morire”
Nel buio non ci si può ascoltare. Nel buio ci si può solo risvegliare.
 
Rebecca si svegliò con gli occhi stropicciati e la testa pesante. Shaun doveva averle messo qualcosa nel the, ne era quasi certa.
Gli avrebbe sbriciolato gli occhiali, per questo affronto.
Era seduto alla scrivania a frugare informazioni tra vari libri. Aveva dei libri nascosti ovunque, lui.
“Come sta Desmond?”
“Come stai tu?”
“Mi hai avvelenata?”
“Non saresti qui. Non abbiamo questa fortuna” rispose lui, sarcastico, ma col sorriso.
“Alla fine te la sei ricordata quella volta al McDonald’s, mister Hastings?” fece Rebecca, provocatoriamente, anche se con i capelli disordinati e gli occhi pesti doveva sembrare molto buffa.
“Non l’ho mai dimenticata. Non sopporto la cucina americana”
“Allora avevo ragione io?”
“Sì. Ma non riderei più se fossi in te”
Rebecca si tappò scherzosamente le labbra con la mano. Non aveva la forza di aprirle, di piegarle; anche un sorriso sarebbe esploso in mille singhiozzi sconnessi, se ci avesse provato.  
Si avvicinò al britannico gli poggiò la testa contro la spalla.  
“Che anno è, Guy Fawkes?” mormorò lei, nella sua camicia.
“E’ il 1605. Oggi è il giorno della congiura delle polveri”
Respirò. Aveva un odore inglese.
“Hai proprio ragione, Shaun. Cade tutto. Ci è rimasta solo la polvere”
   
 
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