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Autore: blazethecat31    19/03/2013    4 recensioni
-Ib, perché non ho i capelli scuri come i tuoi e quelli di mamma e papà?-
-Non lo so.-
-E se non fossi veramente tua sorella?-
Nella testa di entrambe balenarono lampi di -quasi- falsi ricordi dipinti con un pennello e intrappolati in una tela strappata e polverosa.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ib, Mary
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Final after final'
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Brancolava all’interno della stanza buia, dove la guardavano piccoli disegni di sorrisi color pastello appesi al muro, alla ricerca della porta. Allungò troppo la mano e sbatté contro la maniglia; digrignava i denti dal dolore e sperava che Ib non l’avesse sentita. Chiuse l’uscio alle sue spalle, non conscia di aver fallito nel suo intento.
Due occhi rossi si aprirono nell’oscurità, svegliati dall’impatto.
Ib scese dal letto non curandosi di essere a piedi nudi, e seguì silenziosamente la sorella che era diretta verso la grande balconata che offriva una bella vista sul mare e un cielo stellato che solo nelle notti d’estate si poteva vedere. Non era la prima volta che succedeva.
Mary si appoggiò sul parapetto e respirò a fondo, godendosi la quiete delle onde e del frinire dei grilli.
-Cosa ci fai qui?- tagliò corto Ib, mettendosi vicino a lei.
-Guarda Ib, il mare è meraviglioso. Non trovi anche tu?- rispose tutta sorridente; i capelli e la lunga camicia da notte mossi dolcemente dal vento.
L’altra la guardò con la comprensione negli occhi, per quanto questi potevano apparire spaventosi.
-Certo, anche a me piace moltissimo. Domani andremo a fare una passeggiata io e te, ti va?-
Mary annuì, ma questo non la convinse a tornare a dormire. Poggiò le mani sulla robusta ringhiera di pietra, fece pressione e si sedette lì sopra, ancora con lo sguardo sulle onde che si infrangevano sulla riva che sembrava un pavimento liscio e lucido. L’altra rabbrividì.
-M-Mary, scendi subito..!- sbottò con falsa rabbia, ma realmente preoccupata che potesse spaventarsi per un rumore improvviso, squilibrarsi e cadere giù; nonostante avesse piena fiducia nei suoi riflessi.
Per tutta risposta lei fece finta di niente.
-Ib, cosa faresti se io dovessi vivere lontana da te?-
Le sue mani candide si strinsero in due pugni apparentemente pronti a tutto.
-Ti seguirei. E se non potessi ti scriverei ogni giorno con la mia calligrafia più chiara, so che non la capisci molto.-
-E se trovassi degli amici che ti impediranno di farlo?-
-Dirò loro che prima devo scriverti, poi potrò giocare con loro.-
-Così cambierai, non sarai più la stessa. E finiremo per litigare come fanno i fidanzati gelosi, anche se siamo sorelle.-
-Se dovesse succedere e non riuscissi a tornare come prima avrai tutto il diritto di trattarmi come tratti il tuo cuscino, che a volte di notte ti sento mentre lo prendi a pugni.-
Ib sembrava insicura di quello che diceva, non sapeva improvvisare bene.
Mary si seccava ogni volta che aveva attacchi di vittimismo, ma si limitò a sospirare. Un segnale che riteneva più che percettibile.
-Ib, perché non ho i capelli scuri come i tuoi e quelli di mamma e papà?-
-Non lo so.-
-E se non fossi veramente tua sorella?-
Nella testa di entrambe balenarono lampi di -quasi- falsi ricordi dipinti con un pennello e intrappolati in una tela strappata e polverosa.
-Allora credo che saresti la mia migliore amica.-
-No. Non migliore amica. Se rischiassimo di non parlarci più farebbe più male, e il fatto di essere migliori amiche ci metterebbe più in ansia, perché è una cosa importante e non possiamo sbagliare.-
Si girò e scese sul balcone.
-Ma è proprio questo che ci rovinerebbe. La paura di non sapere cosa dire.- concluse.
Si guardarono fisse, azzurro sul rosso, una piccola tavolozza con due colori pieni di emozioni forti e impossibili da rappresentare con un dipinto.
Non conoscevano bene la parola astrattezza.

La mattina dopo uscirono di nascosto, sapevano che mamma e papà non le avrebbero mai fatte andare da sole se lo avessero chiesto.

-Guarda Ib! Lì ci sono dei fiori selvatici!-
Corse affondando i piedi nella sabbia ancora non troppo calda, fino a raggiungere un prato di erbacce e margherite dal giallo non troppo vivace lontano dal mare. Ne raccolse una, e come non fosse lei a comandare le sua mani, iniziò a strappare i petali.
-Mi ama…non mi ama…mi ama…non mi ama…-
-Mary, cosa stai facendo?-

Giurò di aver visto una scena simile.
-Mi ama…mi ama…!-
Ora ricordava, ora sapeva perché era diversa.

-Oh, niente Ib, lo sai che ho un debole per i fiori.- le disse mostrandole un falso sorriso.
-Allora perché strapparlo?-
Mary si rattristò subito.
-Hai ragione…non lo faro più, ok?-
Si promise che non le avrebbe mai raccontato niente, sia per paura di perderla sia per la certezza che entrambe non sarebbero più state felici.

  
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