Jude entrò nella stanza di Max. Vuota. In sottofondo Misery dei Beatles.
"Dov'è Max? Cos'è successo?" pensava Jude, era strano.
Lunedì del 2003.
Quel giorno Max doveva tenere sua sorella Lucy, ma anche lei non c'era. Scomparsi. Come rapiti dal caldo vento di quel luglio.
Luglio, caro mese, caldo mese dove la gente cammina spensierata. Nessun lavoro, niente scuola quindi nessun problema. Tutti camminavano per le strade senza meta, tutti tranne Jude in cerca del suo "amico", in verità erano molto intimi, ma lui era ebreo e la famiglia di Jude non accettava.
"Ebreo?! Cosa?! Sia chiaro, in questa casa voglio solo cattolici!"  diceva David il padre di Jude. Uomo odiato da tutto il vicinato, razzista nato, cattolico fino al midollo osseo. Odio verso gli ebrei: 100%. Eppur avendo tutto quest'odio verso verso gli ebrei Robert considerava Hitler un coglione.
"Odiosi questi ebrei, ma Hitler non doveva ucciderli tutti." idee confuse Robert? L'uomo che detestava gli ebrei fino alla punta di ogni singolo capello, l'uomo che aveva avuto un passato da nazzista, l'uomo che all'età di 13 anni aveva picchiato il suo vicino di banco ebreo. Lui diceva che Hitler, l'uomo tedesco, non aveva fatto bene a fare quel genocidio. Per fortuna Jude la pensava in modo diverso. Lei cervava il suo amato.
Prima tappa: scuola musicale, infatti Max suonava la chitarra e passava intere giornate in quella scuola a comporre.
"Max, Max!" urlava Jude "l'armadietto" continuava "3-2-7-8" aperto! Dentro c'era un foglio, una lettera?
"Cara Jude, sono andato via per un po'. Lucy è da mia nonna Lea. Non cercarmi e non avvertire nessuno." così scriveva Max su quel foglio che odorava del suo profumo.
"Max scomparso?" questo era il pensiero di Jude. Poteva andare da nonna Lea, ma gli avrebbe fatto venire solo uno spavento immenso. La polizia! Alternativa, però Max aveva detto di non farlo sapere a nessuno. Chissene frega! Altro Pensiero: Max era in pericolo e lei doveva fare di tutto per poter salvarlo.
"Ascolti, sono Jude Feeny, il mio ragazzo  Max More è scomparso questa mattina"
"Dott. Reid! Altro scomparso del lunedì"
"Come altro?" chiese spaventata Jude
"Mi ascolti, sono il dott. Reid, analisi comportamentale. Mi può descrivere il suo ragazzo?"
"E' alto, capelli scuri, occhi chiari. E' ebreo."
"Ha detto che è ebreo?"
"Si, perchè?"
"Okay ragazzi, è lui"
Lui. Lui chi? Un pazzo aveva rapito Max, ma quel ragazzo cosa aveva capito?
"Quest'uomo avrà sui quarant'anni, bianco, probabilmente robusto. E' cattolico, lo conferma il fatto che dipinga una croce con sopra Gesù sul petto delle vittime. Ha una grande adorazione verso Hitler, ha origini tedesche probabilmente ed è possibile che il razzismo e l'adorazione del padre. E' possibile che abbia avuto dei precedenti e ora potrebbe avere una moglie e dei figli con cui dice di disprezzare Hitler quando in realtà non è così"
Robert, l'esatta descrizone di Robert. Non è un uomo confuso è solo malato.
"Dott. Reid, potrei conoscere quest'uomo. E' mio padre!"
Il killer del lunedì così lo chiamavano. Perché? Semplice: rapiva le sue vittime il lunedì. Tutti maschi ebrei torturati, costretti a convertirsi e quando non volevano, via un dito, poi un altro fino alla domenica quando con un colpo netto, secco gli rompeva il collo.
Questa storia andava avanti da mesi, forse sei mesi. Jude aveva confessato di essersi innamorata di Max l'ebreo della casa di fronte.
Causa scatenante.  Dopo quella confessione Robert prese di mira tutti i ragazzi ebrei che assomigliavano a Max. Perché? Semplice: gli aveva portato via la sua bambina e un ebreo non poteva fargli questo. La croce sul petto? Era solo un simbolo di conversione che non poteva salvarli perché le loro anime erano già macchiate.



note dell'autrice: questo testo è stato l'ultimo compito in classe, spero vi piaccia.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, dove scriverò se il ragazzo sopravvive o no.
ps: sono stata costretta a scrivere la seconda parte da una mia amica.