Crossover
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Autore: Sirene Chan    07/10/2007    1 recensioni
Namine si trova nell’aldilà a causa di un incidente stradale. Una volta risvegliatasi, troverà delle strane persone ad attenderla, e man mano che proseguirà il giro turistico dell’altro mondo, conoscerà gente e cose assurde. Si troverà momentaneamente nella categoria degli ambigui, assisterà ad una guerra che più che una lotta sembrerà una gara tra bambini, e si schiererà per una delle due parti. Chi avrà la meglio? (Personaggi di Final Fantasy VII, VIII, X, X-2, XII, e Kingdom Hearts 2).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La morte non l’aveva mai spaventata più di tanto. Sapeva che prima o poi le sarebbe capitata, e perciò si era rassegnata all’idea. Ma era anche vero che mai e poi mai si sarebbe aspettata di morire a 15 anni. E mai e poi si sarebbe aspettata di finire in un posto del genere.
Insomma, l’aldilà era parecchio diverso da come lo immaginava.
La stanza in cui si trovava in quel momento, per esempio, era incredibilmente reale. Sembrava fatta di cemento, o di qualsiasi cosa sia fatto un muro della terra.
Nessuno le aveva detto che era morta, anche perché fino a quel momento, dal suo risveglio, era rimasta sempre sola. Ma l’aveva intuito, sfruttando al meglio il suo sesto senso.
O forse semplicemente aveva deciso di fidarsi del cartello con su scritto “aldilà”. In ogni modo, pensò che i morti erano molto realisti.
Comunque sia, la stanza in cui si trovava era debolmente illuminata, con la luce soffusa. Non riusciva a vedere gli spigoli della camera, ma vedeva il riflesso della fioca luce sui muri. Una porta sorgeva davanti a lei, e sembrava non avere intenzione di aprirsi mai più, come se fosse bloccata dai suoi quintali.
La porta si aprì.
Tre ragazzi comparvero in controluce.
- Bene bene… - disse una voce femminile. Poi i tre si avvicinarono a lei. Quando anch’essi ebbero abbandonato la luce per immergersi nell’ombra della stanza, la ragazza capì che si trattavano di una femmina con due ragazzi.
L’unica donna si chinò su di lei, osservandola curiosa. Un ragazzo con i capelli rossi lesse diligentemente una cartella che teneva in mano.
- Namine, giusto? - chiese alla sua compagna. Lei annuì, guardando la ragazza. Allungò una mano verso di lei, e le carezzò i capelli. Namine rabbrividì a quel gesto.
- Hai addosso ancora così tanta vita… - le bisbigliò. Poi si scosse, per rialzarsi e guardarla come per soppesarla. Il terzo ragazzo, che finora era stato zitto, si mosse verso la porta, per uscirne ed osservare fuori. Il rosso sbuffò, vedendo l’atteggiamento del compagno, ma non gli disse niente.
- Ora ti portiamo fuori di qui. - disse invece alla ragazza seduta a terra. Questa lo guardò con sguardo confuso, non capendo molto di quella situazione. - Non sappiamo ancora dove sarai affidata, ma per ora non resterai qua. - spiegò, aspettandosi che il suo discorso fosse capito all’istante.
Invece Namine lo guardò smarrita. Affidata?
- Ma ti si deve proprio spiegare tutto? - strepitò la ragazza, sollevando un sopracciglio.
- Nessuno muore maestro. - disse filosofico il rosso, storpiando il famoso detto. Poi si inginocchiò vicino a Namine, sorridendole vivace.
- Ciao, io sono Reno! Lei è Yuffie - disse indicando l’altra ragazza - e quello lì fuori è Riku. - finì, mostrandole il ragazzo fuori dalla stanza. Poi tornò ad osservare lei. - Sei appena morta. - disse, con una sincerità disarmante. Namine annuì, non particolarmente sconvolta. Lui continuò. - Ora ti portiamo via da qui, e ti spieghiamo un po’ di cose, ok? - le chiese, ma non aspettò una risposta. Si alzò, facendo cenno all’amica. Lei si avvicinò, e la alzò con velocità ed inaspettata delicatezza. Reno tornò a guardare la cartella, mentre i tre si avviavano verso Riku, rimasto pazientemente ad aspettare fuori.
- Dove dobbiamo portarla? - chiese il ragazzo con i capelli argentei, senza guardarla apertamente ma lanciandole solo alcune occhiate fugaci.
- Curioso! - esclamò Reno, continuando a leggere la cartella. - Qua non c’è scritto il luogo a cui è predestinata. Questo significa che… - iniziò guardando Yuffie. Lei finì la frase, sorridendo.
- …che resterà con noi un po’! -
Riku annuì, mentre Namine li guardava stranita. In tutto quel tempo aveva solo capito che era morta, e voleva sapere da loro altre cose. Quindi per la prima volta aprì la bocca.
- Mi potreste spiegare come stanno le cose? - chiese, scoprendo la sua voce.
Reno fece per risponderle, quando Yuffie le si mise davanti.
- Dobbiamo affidarti a qualcuno. Ma sulla tua cartella non c’è scritto con chi devi andare, perciò per ora starai insieme a noi. - spiegò, velocemente.
- E chi siete voi? - chiese la bionda, per niente intimorita dalla ragazza. Lei sorrise scoprendo i denti, mostrando che i suoi canini erano appuntiti. Poi, un lampo rosso le attraversò gli occhi.
- Siamo demoni. - disse, sghignazzando, mentre Reno tratteneva a stento la risata. Riku era rimasto serio davanti alla sua dimostrazione.
Namine la guardò perplessa.
- Pensi davvero che una cosa del genere possa spaventare una persona appena morta? - le chiese.
Yuffie rimase stupita da quella frase, e sorrise.
- Di solito funziona. - spiegò, avvicinandosi a Reno e mettendosi al suo fianco.
- Siamo demoni - disse il ragazzo. - anche se sulla terra ci chiamano diavoli. Ma perdonami, tu non ricordi nulla della terra, perciò è inutile parlarne. -
Namine si chiese se la terra di cui parlava lui fosse la terra in cui lei aveva vissuto da viva. Poi si disse di si, anche perché era l’unica terra possibile.
- Io mi ricordo della terra. - disse, quasi offesa. Reno e Yuffie la fissarono con sguardi stupiti, e neanche Riku fu immune a quelle parole.
- Ti ricordi della tua vita da viva? - le chiese la ragazza, strabuzzando gli occhi.
Namine annuì, sicura.
- Mi chiamavo Namine, avevo 15 anni e sono morta per un incidente d’auto. - disse, per confermare le sue parole.
- Interessante… - mormorò Reno, tornando a guardare la cartella, scoprendo che tutto quello che la bionda aveva detto corrispondeva alla realtà. Poi le si avvicinò. - Di solito i ricordi vengono cancellati dalla mente, per rendere meno terribile il trapasso. Ti ricordi anche quello? - le chiese, posandole una mano sulla fronte.
La bionda ci pensò su un attimo, poi negò.
- Finalmente una cosa normale. - sibilò il rosso, interessato. - Sai, Namine, sei una ragazza molto particolare. - le disse, e lei poté notare che Yuffie a quelle parole si irritò.
- Cos’è il trapasso? - chiese. Dato che non se lo ricordava, voleva sapere cosa si era persa.
- E’ il momento più terribile di tutti. - le spiegò, allontanandosi nuovamente. - E’ quando separano l’anima dal tuo corpo. -
- Ma io adesso cosa sono? - chiese. - L’anima o il corpo? -
- Ora nessuno dei due. Ed è per questo che dobbiamo smistarti. Per decidere che cosa ti deve restare e cosa no. Ma ora andiamo. - intimò il ragazzo.
Proseguirono per una stradina a dirupo, durante il quale Reno e Yuffie parlarono per i fatti loro. Discutevano in chiave comica di tutti i loro impegni da demoni, e ogni tanto interpellavano anche il terzo compagno, che camminava silenzioso accanto a Namine. Intanto la bionda non faceva nulla, all’infuori di osservarsi intorno. Era come stare in una miniera, al chiuso. C’era molta gente, che non le sembrava del tutto normale, e il paesaggio era devastante. C’erano geyser che sputavano un liquido rosso, che Namine sperò fosse lava, e la terra pareva bruciacchiata. Sembrava proprio l’inferno.
- Perché sono finita qui? - chiese improvvisamente, continuando a guardare il paesaggio. - Pensavo di essere abbastanza buona per andare in paradiso. -
Reno e Yuffie risero.
- Di solito la perdita di memoria è fatta anche per dimenticare certe panzane che vi dicono sulla terra. - la prese in giro il rosso. - Non è così facile, qui, che appena ti svegli ti trovi nel posto perfetto per te. Qua devi fare un test! - esclamò, quasi fiero.
- Un test? - chiese smarrita Namine.
- Per individuare a che gruppo appartieni. - spiegò Yuffie.
- E che gruppi ci sono? - si informò la bionda.
- Demoni, angeli e ambigui. - disse Reno, ma proprio mentre la ragazza stava per fare un’altra domanda, il rosso la bloccò. - Alt, l’interrogatorio finisce qui. - disse, risoluto. - Ti basti sapere che sei un caso particolare, e che per ora starai con noi. -
Namine annuì, sconfitta. Yuffie le si affiancò, lasciando andare Riku vicino a Reno.
- Non te la devi prendere. - le disse, gentile. - Noi non possiamo informarti, è compito di altre persone. -
La bionda fece cenno di si, cercando di non sembrare troppo odiosa alle prime persone che incontrava.
- Dove mi state portando? - chiese, immaginando che fosse un suo legittimo diritto saperlo, anche se dubitava che i diritti e i doveri esistessero in quel posto.
Yuffie si voltò verso di lei e ridendo le chiese
- Ti va di visitare gli inferi? -




Salve, sono Sirene Chan e vi presento “War in the Hereafter”, che spero significhi “guerra nell’aldilà”. Protagonista di questa storia è Namine, ma non mancheranno molte presenze famose di vari Final Fantasy e Kingdom Hearts. Spero che come assaggio sia stato abbastanza gradito, e che la storia non abbia deluso nessuno. Arrivederci al prossimo capitolo!
Sirene Chan
  
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