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Autore: Lachelle Winchester    20/03/2013    2 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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12-L'amore richiede coraggio 
 
Kansas

Quando gli occhi di Lachelle si riaprirono, scoprirono una stanza più luminosa e piccola di quella dove si era addormentata, e anche l'odore era diverso; era un odore di disinfettante, molto forte, un odore tipico di quello degli ospedali e accanto a lei non c'era Dean. Fuori alla sua stanza Castiel era appoggiato al muro, con le braccia incrociate e lo sguardo fisso nel vuoto. Sembrava preoccupato e questo le causò un brivido di terrore: dov'era Dean? Si affacciò a tutte le camere del corridoio est ma non lo trovò da nessuna parte. Sudava freddo dalla paura improvvisa di perderlo e correva disperatamente in preda al panico, portandosi dietro carrelli, medicinali e sedie.
« Cass! Dov'è Dean? » gli chiese correndo da lui; si sentiva disperata ma non voleva farsi prendere dal panico. « Rispondimi, ti prego. » aggiunse vedendo l'espressione seria dell'angelo e sperando in una spiegazione.
« Ha una mialgia alla gamba destra e una lieve lombalgia. » rispose lui serio. « Ho sentito la diagnosi dei medici. » aggiunse scuotendo lievemente la testa.
Lachelle si sentì morire, poi rifletté sulle parole e fu sollevata. « E' solo...non è niente di grave Cass, non dirlo in quel tono. » lo ammonì. « E' solo un dolore alla gamba e mal di schiena. Ci hai portato tu qui? » disse respirando lentamente per calmarsi.
Rispose annuendo col capo; era riuscito a fare il suo dovere, ad uccidere Rocone e tutto grazie al loro aiuto. « Credo di doverti ringraziare. Non lo dimenticherò mai. » aggiunse serio e lei gli sorrise.
Due braccia avvolsero la vita della donna e la strinsero forte mentre due labbra familiari le stampavano un bacio sulla guancia. « Dean! » esclamò lei sorpresa e rassicurata.
Si girò e gli avvolse le braccia intorno al collo, ricambiando il bacio. Dean stava bene, anche se era fasciato e medicato.
« Il medico dice che il bambino sta bene. » annunciò lui dandole un altro bacio.
« Perché cos'è successo a Kevin? » chiese lei paralizzata; era sicura che fosse andato via con Sam.
« Niente, sta calma. » la rassicurò lui, ormai convinto che Lachelle non sapesse nulla del bambino che aspettava. « Intendevo il nostro bambino. » spiegò fissandola negli occhi, spaventati e incuriositi.
« A-aspettiamo un bambino? » chiese frastornata; non ci capiva nulla, le girava la testa e non era sicura di aver capito bene. « Tu aspetti un bambino? » gli chiese, sicura di non aspettare nessun bambino.
Intanto l'angelo li guardava inclinando il capo: non aveva mai assistito ad una scena simile.
« Si tesoro, sono incinto. » sdrammatizzò l'uomo, che ancora la teneva stretta tra le sue braccia mentre lei cercava di riprendersi.
« Sono incinta? E tu da quanto lo sai? E io perché non so niente? » fece una domanda dietro l'altra, senza smettere di guardarlo negli occhi; non aveva paura ma era sorpresa. « Io non...io pensavo che era un ritardo come i soliti e... » cominciò ma lui la bloccò con un altro bacio.
« E' una bella notizia. Vieni con me e non ridere. » la avvertì e lei lo seguì senza lasciargli la mano; in quel momento aveva bisogno di stare a contatto con lui più che mai.

Dean la condusse in un corridoio verde meno affollato e la fece sedere sul davanzale di una piccola finestra barricata; guardò tutto ciò che li circondava e cercò di mettere da parte il carattere orgoglioso.
« Sai che non sono bravo con queste cose, » cominciò a bassa voce, ma poi riprese più convinto. « ma devo dirtele adesso. ».
Lachelle lo guardò e sentì qualcosa di bollente trapassarle la pelle e mandarle in confusione la mente, come uno schizzo d'olio bollente che velocemente si estese per tutto il corpo.
« A volte non mi riconosco, mi vedo diverso, cambiato  » riprese lui col cuore che batteva ad un ritmo insostenibile. « poi ho capito che mi sento così perché da quando sto con te provo emozioni che non avevo mai provato prima; non si tratta più solo di stare bene insieme, va oltre. Credevo che sarebbe passato, che mi sarei svegliato dal sogno da un momento all'altro, ma ogni giorno sono sempre più consapevole che, per una volta nella vita, è capitata una cosa bella anche a me e non posso lasciarmela scappare. » proseguì lento, fermandosi frequentemente; non si era preparato quel discorso e si sorprese di essere riuscito a mettere insieme quelle parole con tale naturalezza.
Lachelle gli strinse più forte la mano, sapeva quanto era difficile per Dean dire quello che pensava ed era ormai convinta di aver perso il controllo della propria mente, che le dava difficoltà a concentrarsi.
Dean riprese, con voce quasi tremante « Io ti amo davvero Lachelle. » disse scuotendo la testa e portandosi la mano libera sul mento. « Pensavo mi fosse venuta una reazione allergica solo a pronunciare queste parole, ma quando ti ho visto con Rocone, ti ho immaginata accanto ad un altro uomo e ho capito fino a che punto sei importante per me: fino al punto di sentirmi male se vedo che qualcuno ti sfiora, mi sento una stretta allo stomaco. Ho capito che non voglio stare da nessun'altra parte se non ci sei tu al mio fianco, che voglio continuare a svegliarmi ogni mattina accanto a te, vedere che mi sorridi e che mi ami ancora perché tu mi fai guardare con occhi diversi, senza odio, amarezza, senza il disprezzo che ho sempre provato per me stesso da sempre. » confessò il cacciatore.
Non immaginava di riuscire a dire quelle cose ma non poteva fare a meno di continuare a dirle.
« Dean, sai benissimo che anche per me è così » rispose la donna, scendendo dalla finestra e avvicinandosi a lui. « Sei la cosa più bella che mi sia capitata, davvero, ma tu ci vedi con un bambino in braccio e una pistola nell'altra mano? » gli fece notare senza troppi giri di parole.
« Chi sta parlano di pistole? » le chiese mordendosi le labbra; si sentiva iperattivo e non riusciva a stare fermo. « Lachelle, quante cose abbiamo fatto per gli altri? Io sono stanco di veder soffrire le persone che amo, di stare sempre a cercare un modo per sopravvivere ad una nuova maledetta battaglia. La verità è che anche io vorrei cominciare a vivere davvero, con le persone che amo. Vorrei avere una bella casa con i prati rasati per bene, tornare a casa e sentirmi chiedere ogni giorno "com'è andata tesoro oggi?" da te, vedere film insieme, stare davanti al camino... » Dean stava finalmente ammettendo che la vita che aveva tanto criticato agli altri, in realtà era quella che desiderava.
« Anche io voglio vedervi sempre insieme, invecchiare insieme, morire insieme. » all'improvviso udirono la voce dell'angelo, poi videro un lembo del trench oscillare dietro le mura e si misero a ridere.
« Grazie Cass. » disse Dean sbuffando, poi riprese. « Se sapessi trovare le parole giuste ti chiederei di sposarmi, ma io non sono Ken. » disse amareggiato; aveva ancora avanti agli occhi il portamento e la garbatezza di Rocone ma lei lo rassicurò con un « E io non sono Barbie. ».
Dean fece appello a tutto il suo coraggio e la guardò, poi si inginocchiò, prendendole le mani. « Uhm, ok. Lachelle Winchester, vuoi sposarmi? » la sua proposta era più comica che seria, ma non poteva minimamente immaginare quanto fosse stata apprezzata dalla sua donna.
« Una Winchester al quadrato? Si che lo voglio. » disse lei con le lacrime che le rigavano il viso; non poteva fare nulla per trattenerle e poi non voleva neanche. « Lo voglio davvero. » ripeté baciandolo di nuovo; gli eventi di quella giornata avrebbero totalmente cambiato la sua vita, ma era felice come mai prima di quel momento.
Dean la prese in braccio, poi si limitò ad abbracciarla perché gli faceva ancora male la gamba e ben presto furono avvolti da un intenso abbraccio tra tre persone che iniziavano una nuova vita felice, anzi quattro contando anche il bambino.
« Vi dichiaro marito e moglie! » annunciò l'angelo; i due lo guardavano interrogativi, così aggiunse « L'ho visto fare nei film. » e finirono di nuovo per ridere.

Chiuso con la caccia, c'era ancora molto da sistemare, come spiegare un bel mucchio di cose alla signora Muriel e soprattutto ad Emma; nei primi giorni le due sorelle avevano smesso di parlarsi, poi la maggiore si decise a raccontarle tutto e chiederle scusa.
« Quindi mi state dicendo che il consulente degli abbracci si chiama proprio di nome Castiel, non Jimmy e non è lo zio di Dean e Sam? » chiese lei sconvolta.
Era seduta sul divano nel salotto della casa di Muriel.
« Sono un Angelo del Signore, » cominciò a spiegare serio Castiel. « mi hanno mandato per salvare Dean dalla perdizione dell'Inferno e riportarlo sulla Terra. » concluse maestoso, fiero di essere quello che era, orgoglioso di quello che aveva fatto.
« Perché aveva fatto un patto per Sam. » cercò di mettere un ordine a tutte le informazioni che aveva ricevuto negli ultimi dieci minuti.
La signora Muriel le era seduta accanto, interessatissima a tutto quello che dicevano.
« Dunque voi quattro cacciate. Cacciate i mostri... cioè trovate quelle cose da cui le persone scappano per ucciderli, come vi ha insegnato vostro padre e nostro fratello Bradley dopo la morte di nostra madre, avvenuta a causa di... » continuò lei guardandoli uno alla volta, seduti di fronte a lei.
Cercava di collegare le cose senza confondersi ma non era stato facile l'impatto con tutto quelle che le avevano raccontato. Sam e Lachelle avevano il volto cupo e si voltavano continuamente, imbarazzati, mentre Dean era assolutamente calmo ed indifferente.
« E' morta a causa di un demone, Azazel, che aveva stretto un accordo con mia madre. In realtà è me che voleva. »gli spiegò Sam, con una grande paura di perderla; le piaceva, ormai non poteva negarlo e non voleva deluderla.
« Wow, parlate di morte come fosse niente. Quante volte avete detto che siete morti? » chiese ma scosse la testa. « Lasciate stare, credo di aver capito. » li anticipò senza aspettare una risposta.
« Mi sono sempre piaciute le avventure. » intervenne Muriel mentre versava della camomilla alla donna, senza smettere di starle vicino.
Era una brava donna, anche simpatica ed erano stati fortunati a finire proprio nella sua casa.
« Mi ricordano tanto un mio fidanzato a scuola. Si chiamava Dylan: era così muscoloso, forte, e si cacciava sempre nei guai. » spiegò tutta pimpante mentre si accarezzava i capelli, con tanto di fiocco sempre abbinato agli abiti, questa volta di un azzurro chiaro.
« Scusa Emma, non volevo deluderti. » riprese Lachelle.
Dean, senza essersene accorto, aveva cominciato ad accarezzarle i fianchi e la pancia e questo la calmava. Emma si alzò, spalancò le braccia sperando che l'angelo non avesse preso il posto della donna a cui era indirizzato l'abbraccio; non era di ottimo umore, conoscere una sorella diversa da quella che credeva di conoscere non era facile, ma quello che le aveva raccontato la rendeva ancora più fiera di avere una sorella così forte e coraggiosa.
« Non mi hai delusa, sono solo un po' arrabbiata perché mi hai nascosto tutto questo, ma » le disse mente la stringeva forte. « fai le cose giuste anche quando combini grandi casini. Non pensavo che portavate tutto questo peso sulle spalle. Dimenticherò tutto, anche perché mica è facile ricordarlo. Non dormirò stanotte ma, va bene. Promettimi solo una cosa. » proseguì lei.
« Cosa? » le chiese la sorella maggiore, felice che non l'avesse presa così male.
« Che non mi nasconderai più niente. » rispose lei sorridente, poggiandole le mani sulle spalle per guardarla meglio in volto.
« Promesso. ».

Col passare dei mesi, i Winchester strinsero una forte amicizia con Muriel; era una donna sola e le faceva davvero piacere avere un po' di compagnia, così per un po' decisero di rimanere da lei, almeno fino a che non avrebbero trovato la loro strada.
« Secondo me fa schifo. » dichiarò Lachelle mentre aggiungeva altra panna a quello che doveva sembrare un dolce.
Dean lo guardò e ne assaggiò un pezzetto, limitandosi ad alzare le spalle e a fare una faccia indecisa.
« Allora? » chiese lei aspettando un giudizio. « E' impresentabile ma il gusto? » continuò lei speranzosa.
« Commestibile. » la prese in giro lui; in realtà gli piaceva ma prenderla in giro era un'alternativa di gran lunga più invitante.
Lei lo guardò sconfortata e mise su il muso. « Anche noi sembriamo un disastro di coppia però... » cominciò e lui le sorrise mentre cercava di aggiustare al meglio il dolce pieno di buchi.
« Il nostro dolce non avrà buchi, anzi sarà bellissimo e affascinante come il padre. » si vantò ma lei era già pronta a ribattere.
« Sarà intelligente come la madre. ».
« Mmm... pervertito come la madre. » riprese lui mentre tirava le costolette fuori dal forno ma la donna non lo lasciò vincere.
« Semmai come il padre! » lo corresse incrociando le braccia.
« Ma davvero? » le chiese guardandola malizioso. « Chi si è svegliata questa mattina con la mano, diciamo così, ben oltre la mia gamba? ».
La donna arrossì di colpo, ricordandosi che effettivamente aveva ragione.
« Ma che c'entra? » chiese per acquistare tempo. « Stavo dormendo, era un gesto involontario e poi sei tu che tocchi, diciamo così, il mio petto ogni dieci minuti. » ribatté lei, decisa a non dargliela vinta.
« E' mio compito da padre responsabile assicurarmi che mio figlio abbia cosa mangiare quando nascerà. » le rispose in tono vago, dopo essersi preso un minuto per trovare una delle sue risposte sagaci.
Lachelle lo guardò e non riuscì a trattenere il sorriso; Dean la rendeva felice, ogni giorno sempre di più, da una vita. Mentre versava il sugo che Muriel le aveva detto di mettere sulle costolette, decide di riprendere la questione del nome che dovranno mettere al bambino.
« Comunque BobbyJohn sarebbe un nome perfetto. Se ci siamo incontrati in fondo è merito loro, tu che ne pensi? » gli chiese e il Winchester sospirò; era come minimo la quarta sera consecutiva che sentiva la stessa frase.
« Per me va bene. » rispose semplicemente.
« L'abbiamo già detto diverse volte, vero? » gli chiese la donna ma lui la corresse.
« Tu l'hai detto. Ma visto che ne stiamo parlando, a che sta il latte? » chiese lui guardandola di nuovo malizioso. La provocò ancora ma Lachelle prese la panna rimasta e gli si avvicinò con fare minaccioso, poi prese a sporcagli tutta la maglia.
« Davvero? Ora me la paghi! » la minacciò lui, lasciando le pentole e prendendola in braccio.
« No, non puoi farmi niente, è pericoloso per il bambino. » tentò di proteggersi dalla possibile vendetta.
L'uomo l'adagiò piano a terra, prese ogni ingrediente a portata di mano e le sporcò tutta la faccia, solleticandole sotto il braccio di tanto in tanto, fino a che uno starnuto non gli arrivò sempre sulla maglia. Senza riuscire a dire o fare niente, cominciò a ridere e non riuscì a fermarsi.
« Credo di avere la cioccolata nel naso. Secondo te fa starnutire? » chiese all'uomo mentre puliva il viso da panna, cioccolato e zucchero.
« Come posso saperlo? Non sono così infantile da mettermi il cibo nel naso. » rispose serio.
Emma, seduta con Muriel sul divano, aveva ascoltato la risposta di Dean e si affacciò per guardarli. « Devo ricordarvi che siete tutti e due sdraiati a terra e siete più decorati della torta? » chiese loro divertita. Le piacevano tanto insieme e scorse tra loro una spontaneità e felicità che non aveva avuto col suo ex-marito Steve. Vide la sorella felice come non non l'aveva mai vista e aveva capito quanto fosse importante Dean per lei.
« Sulle costolette ci avete messo quell'aroma che vi ho dato? » li interruppe Muriel, che non vedeva l'ora di mangiare.
« Mmm... aroma nel senso che serve solo un po', non tutto? » le chiese Lachelle, guardando Dean, seduto su un fianco, con la mano sinistra tesa a terra per mantenere il petto alzato, mentre con la mano destra continuava a giocare col cibo sulla faccia della donna.
Tutti scoppiarono a ridere quando capirono che l'aveva versato tutto, mentre Cass e Kevin si contendevano l'ultimo pezzo di puzzle su cui erano concentrati da ore.
« Ma sono più piccolo, non è giusto. » piagnucolò il bambino; Kevin non era viziato ma essendo figlio unico era abituato a non condividere niente, ma Castiel non sapeva come ci si comporta con i bambini e la prendeva sul personale.
« Ma tu non lo sai mettere. » gli disse schietto; in effetti il puzzle l'aveva fatto tutto da solo e il bambino era arrivato solo all'ultimo momento per finirlo.
« E tu non sai disegnare. » riprese Kevin deciso, ma l'angelo, molto più convinto di lui, riprese serio.« Tu non sai disegnare, hai anche copiato i miei disegni sul muro, malissimo. Sei stato tu la causa dell'arrivo di Rocone perché hai cancellato i simboli enochiani. » ma Sam, seduto a terra accanto al camino, lo interruppe « Smettila Castiel, è un bambino. Piuttosto ascoltate cos'ho trovato. » e prese a leggere dal pc:

Rocone, dio greco nato dopo la diffusione del cristianesimo, figlio del dio Matunnus, discendente della stirpe dei Matunni, si era ribellato al padre che voleva costringerlo a sposare Atena. Egli era innamorato di Alienor che l'apprezzava per com'era, al contrario della famiglia che l'aveva sempre condannato per la sua diversità: la sua forma non umana doveva essere liscia e scura, invece era spettinata e di una sfumatura argentea. Secondo la leggenda egli morì ucciso da Atena, che irata per il suo rifiuto si alleò con Lucifero, che lo pugnalò con l'aspetto della fidanzata, a sua insaputa e gli lanciò una maledizione: ogni volta che egli rinascerà, morirà per mano di qualcuno dall'aspetto di Alienor.

« Ogni dettaglio combacia: è stata Lachelle a dargli il colpo di grazia. » rifletté l'angelo ad alta voce, e Kevin approfittò della sua distrazione per prendersi il pezzo mancante del puzzle. Mentre un'altra lite stava per iniziare, Lachelle e Dean affrontavano un argomento importante, che spaventava un po' entrambi.
« Se non sono in grado di prenderlo in braccio? Se non capisco che me lo stai dando e lo faccio cadere? » le chiese lui serio; occuparsi del mutaforma neonato non fu proprio un disastro ma quello che dovrà prendere in braccio sarà suo figlio, forse l'unica cosa buona che abbia fatto in vita sua.
« Dovremo imparare tutti e due, non è che ci sappia proprio fare con i bambini io. » lo rassicurò lei accarezzandogli il viso. « Vorrà dire che ogni volta ti avviserò. » aggiunse per tranquillizzarlo.
« Ti rendi conto che ci diciamo tutto? » le chiese lui alzandosi da terra e aiutandola a rimettersi in piedi. « Sam dice che non è normale. » le spiega il cacciatore a voce bassa per non farsi sentire.
« E tu sei fidanzato con Sam o con me? » gli chiese mentre lavava le mani e lui cominciò a raccontarle del giorno precedente. « Ieri Emma l'ha mandato a comprare delle cose... » poi si interruppe.
« Quelle cose lì, delle donne? » lo aiutò e lui annuì. La Winchester gli sorrise, le piaceva da morire l'espressione imbarazzata di Dean.
I Winchester si guardavano e ridevano senza dire una parola.
« Già me l'immagino con quei capelli lunghi, la finta aria disinvolta, rosso in faccia, il naso arricciato e con gli assorbenti in mano. » sussurrò senza riuscire a smettere di ridere; quella era una delle immagini più assurde che la fantasia potesse suggerirle. « Non potevi fargli un video? » chiese a Dean; non sapeva cosa avesse dato per assistere a quella scena.
« Da oggi per qualsiasi cosa allora mandiamo Sammy! » conclude diverito. .
Mentre preparavano la tavola, si sollevò un'altra questione da sistemare.
« Non gli faremo fare nessun tatuaggio e non gli parleremo della caccia: se vorrà cacciare sarà una sua scelta. Io non glielo impedirò ma non lo costringerò neanche a fare una vita che non vuole. » rifletté Dean ad alta voce.
Lachelle lo guardò e lo baciò, comprendendo perfettamente ciò che disse e notando la sua maturità; si rese conto solo in quel momento di quanto Dean fosse felice con lei, di quanto fosse serio riguardo la loro nuova vita, di quanto lo amava come non aveva mai amato nessuno e di quanto fossero finalmente felici.

Col tempo tutto si sistemò e anche i Winchester ben presto scoprirono che la caccia continua fino a che non si sceglie di avere una vita normale, ma compiere questo passo richiede coraggio, l'amore richiede coraggio; per un cacciatore non ci sono molte possibilità di avere una vita così, e quando se ne presenta l'occasione non possono lasciarsela scappare. E questo è forse l'unico sbaglio che i Winchester non hanno commesso. 
   
 
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