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Autore: Cecia chan    08/10/2007    1 recensioni
(seguito di "Perdonami") Gaara è alle prese con i rimorsi di coscienza per l'orribile delitto che ha compiuto...ma con chi confidarsi? E lo Shukaku è davvero l'unico che può offrirgli conforto e amore?
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È notte al villaggio di Konoha.

Tutti i ninja dormono tranquilli nelle loro case, nonostante la giornata sia stata particolarmente pesante.

Petali di pesco si posano sul freddo marmo di una lapide.

Da qualche parte si ode un singhiozzo disperato, soffocato dal cuscino.

In un'altra casa, una ragazza versa lacrime silenziose.

Molti altri, nel sonno, si rivoltano mormorando un nome...

Ma c’è qualcuno che non dorme.

Qualcuno che non singhiozza, ma il cui cuore ha smesso di battere.

Qualcuno che non piange, ma che vorrebbe tanto farlo.

Qualcuno che non mormora, perché le sue labbra non possono più pronunciare quel nome.

Qualcuno che, sul tetto di un palazzo, fissa il villaggio senza vederlo, poiché i suoi occhi hanno smesso di vedere qualsiasi cosa.

Qualcuno che si definisce vivo solo per il fatto che il sangue continua a pulsargli in corpo.

Qualcuno che preferirebbe essere morto.

Gaara...

Gaara ha il petto oppresso dal dolore.

Non riesce a credere a quello che ha fatto.

Ha paura a ricordare i volti degli altri ninja, quando hanno appreso la notizia.

I loro occhi erano gonfi di odio, di tristezza, di rancore.

Avrebbero voluto ucciderlo.

Lui stesso l’avrebbe voluto.

Tenten gli aveva urlato contro che era l’essere più ripugnante che avesse mai visto, che se non avesse avuto gli occhi appannati dalle lacrime lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani. Sakura e Sasuke lo guardavano con disprezzo, persino Naruto lo aveva guardato con compassione mista a rabbia e gli aveva chiesto: “Perché di nuovo, Gaara?”

Gaara aveva ucciso ancora.

Gaara aveva ucciso l’unica persona che lo avesse mai accettato.

Gaara aveva ucciso Rock Lee.

Non può vivere tranquillo adesso.

Anzi, non può vivere.

Ma non può neanche morire. La sabbia glielo impedisce. I pugnali rimbalzano contro la difesa assoluta.

La voce assassina dentro la sua testa ride.

Quello sta esultando.

“Non posso averlo fatto davvero.”

Invece sì. E ne hai anche goduto.

“Il suo viso era ricoperto di sangue...i suoi occhi mi fissavano...mi ha pregato di...”

La vista del suo sangue ti ha fatto sentire di nuovo vivo. I suoi occhi e le sue preghiere in realtà ti facevano schifo!

“Non posso essere così crudele...”

Sì che lo sei! Tu non sei un essere umano; tu sei un mostro!

“Taci! L’unico mostro qui sei tu!”

Tu sei solo un’arma. Persino tuo padre non ti ha mai considerato nient’altro che un’arma, un esperimento finito male, una tigre uscita dalla gabbia...una tigre affamata...

“No, no, no! È solo colpa tua se l’ho ammazzato!”

Forse. Però a chiudere il pugno sei stato tu. Io posso anche aver dichiarato la sentenza, ma sei stato tu ad eseguire la condanna.

“Non è vero!”

Neghi forse di aver ucciso Rock Lee con le tue stesse mani?

“Non lo nego, però...”

Con le stesse mani con le quali hai ammazzato senza pietà milioni di vite umani, colpevoli e innocenti?

“Non dico di non averlo fatto! Dico solo che..”

Cosa?

“Lui era...il mio unico amico...”

Non hai bisogno di amicizie. Le persone veramente forti sono quelle che combattono solo per la propria salvezza. Tu vuoi essere forte, vero? Vuoi essere all’altezza della tua carica eh, Kazekage?

“Aveva detto di amarmi...”

Mentiva! A lui facevi solo ribrezzo!

“Io...io lo amavo...”

Tu non sei capace di amare! Tu sei un mostro che ama solo se stesso!

“E invece no.”

No?

“Stasera ti dimostrerò che in realtà sono io il più forte tra i due...e sai perché?”

Perché?

“Perché io ho qualcuno da proteggere.”

Qualcuno da proteggere? Mi fai ridere! Lee è morto. Non l’hai salvato, non sei riuscito a fermare te stesso, non hai represso il tuo desiderio di sangue, l’impulso di uccidere...

“Forse non ho salvato Lee, ma sono ancora in tempo per salvare me stesso.”

Umpf. Sei solo uno sciocco ragazzino instabile.

“Probabilmente sì.”

A cosa serve sforzarti tanto? Lui non tornerà in vita.

“Lo so.”

****************************

La villa era immensa.

Il giardino sembravano quasi un parco: c’erano aiuole ben curate con fiori di mille colori, alberi dalle chiome rigogliose e un vialetto fatto di ghiaia finissima.

Gaara si trova davanti alla porta.

Questa volta non aspetta che si apra.

Questa volta bussa prepotentemente, sperando che apra al più presto.

Passi lenti, trascinati.

Una chiave che gira pigramente nella toppa.

La porta si aprì e lui era lì, in piedi.

Non portava il pigiama.

I capelli erano perfettamente in ordine.

Gli occhi erano cerchiati da occhiaie scure e leggermente arrossati.

Non riusciva a dormire.

Neji Hyuuga.

“Tu.”

Gaara non abbassò la testa. Sostenne lo sguardo carico di rancore di Neji.

“Cosa ci fai qui?”

“Devo parlarti.”

“Non sei il benvenuto; anzi, non entrare proprio. Parliamo qui fuori.”

“Va bene.”

Neji chiuse la porta dietro di sé e si avviò verso l’interno del giardino. Si fermò sotto un pesco.

L’albero aveva dei fiori meravigliosi ed emanava un profumo intenso.

Ma non era il momento di contemplare la natura.

Neji fissava Gaara. I suoi occhi bianchi esprimevano tutto l’odio che provava verso l’altro. Teneva le braccia conserte, in segno di ostilità.

“Cosa vuoi?”

“Mi dispiace...”

“Ah, ti dispiace? Prima lo ammazzi come una bestia e poi mi vieni a dire che ti dispiace? Ma fammi il favore!”

“Io...”

“Tu cosa? Tu sei dispiaciuto? Tu ti sei reso conto di aver fatto una cazzata? Tu vorresti tornare indietro?”

“Non volevo dire...”

“Sono tutte cazzate! Vattene, te e le tue fottute scuse!”

L’espressione di Neji si indurì. Un velo di malcelata malinconia attraversò il suo sguardo. Strinse i pugni. Non doveva mostrarsi debole, non doveva. Eppure era così difficile...

“Era il mio migliore amico...”

“Lo so.”

“Allora cosa vuoi da me? Se vuoi il mio perdono, beh, sappi che non lo avrai mai!”

“Non esigo il tuo perdono, vorrei solo che tu mi capissi.”

“Allora spiegati!”

Gaara sospirò e abbassò lo sguardo. Non riusciva a far capire il suo dolore a Neji.Non ci riusciva perché l’altro era accecato dal proprio. Se solo avesse impedito all’odio di appannare la sua mente, allora avrebbe scorto il baratro della disperazione, la morsa di rimorso che divorava l’anima di Gaara.

Ma non ci riusciva.

Dagli occhi nivei del genio degli Hyuuga cominciarono a sgorgare delle lacrime.

Perché l’altro non le vedesse, si girò, dandogli le spalle.

Non doveva mostrarsi debole.

“Perché l’hai fatto?”

Non sono stato io.

“Sono stato costretto.”

“Lui...lui ti amava.”

“Sì...”

“Tu lo amavi?”

“Io non posso amare.”

“Tutti possono amare.”

“È per questo che sono qui.”

Lo Hyuuga si voltò nuovamente verso il giovane Kazekage. Ora lo guardava curioso.

“Neji, lo so che ti sembrerò sfrontato, ma mi serve un favore.”

“Cosa vuoi?”

“Uccidimi.”

Neji spalancò gli occhi dalla sorpresa.

Non riusciva a credere a quelle parole.

Gli risuonavano nella mente come echi assordanti.

Ma le aveva davvero dette?

Mi serve un favore

Pensava che gli avrebbe chiesto di dimenticare, di perdonare.

Mi serve un favore

Invece lui gli stava chiedendo di ucciderlo.

Mi serve un favore

Ma era davvero un favore, quello?

Lo avrebbe ringraziato per aver troncato la sua esistenza?

Era davvero un favore quello?

Il Kazekage, intanto, lo fissava speranzoso.

Scrutò i suoi occhi di ghiaccio.

“Ma perché io?”

“Perché sei l’unico in grado di farlo.”

“L’unico? Non capisco? Il Juken non è l’unica tecnica in grado di eludere la difesa di sabbia. Anche il Chidori dell’Uchiha ha questo potere, perché non chiedi a lui?”

“Non intendevo questo.”

“E allora perché?”

“Perché tu mi odi più di chiunque altro.”

************************************

“Va bene.”

Attivò il Byakugan.

Le sue mani si illuminarono.

Il flusso di chakra era denso.

Guardò Gaara negli occhi.

Il suo penetrante sguardo sfondò i veli di odio che coprivano la sua mente.

Fu capace di vederlo.

Riuscì a scrutare dentro di lui.

E per la prima volta scorse il profondo dolore che lo stava divorando.

E si sentì un egoista.

Raddoppiò il flusso di chakra scaturito dalle proprie mani.

Non voleva farlo soffrire ancora.

Mi serve un favore.

Il Kazekage rimase silenzioso.

Aspettava.

Per la prima volta nella sua vita aspettava che la voce di quello comparisse nella sua testa.

Ma che cazzo stai facendo, Gaara?

Eccola.

Non ti rendi conto che morirai? Sei impazzito?

Per niente. Non sono mai stato così consapevole.

Morirai, Gaara! E sarà per sempre! Non potrai tornare più indietro!

Eh, no. Questa volta non mi convinci. Il tuo sussurro gelido è solo una lontana eco, oramai. Non ti ascolterò più.

Cosa stai dicendo? Dovresti, invece! Quello ci ammazzerà!

Sì. Tutti e due.

Ti ha dato di volta il cervello? Digli che c’hai ripensato!

No. Non lo farò.

Perché? Ma che ti è preso?

Moriremo tutti e due. Questa volta faremo ciò che dico io. Questa volta ti dimostrerò che io sono il più forte. Questa volta mi salverò...

Ma che dici? Morirai come una bestia e nessuno proverà rimpianti!

...mi salverò da te.

Da me? Sono l’unico che non ti abbia mai fatto male!

Mi salverò da te. Libererò la mia mente dalla tua ripugnante presenza, distruggerò ogni prova della tua misera esistenza...

Ma io sono te. Se distruggerai me distruggerai anche te stesso. Noi siamo uno solo. Indissolubili.

Non più. Mi spiace, Shukaku, ma ora ho capito. Tu non sei mia madre, non sei mio fratello, non sei mio amico. Non lo sei mai stato. Sei solo un disgustoso parassita che per anni ha infettato la mia mente. Hai ostacolato la mia esistenza, ti sei appropriato del mio corpo...ma adesso...

Adesso morirai, ingenuo Gaara. Non c’è libertà nella morte, solo silenzio.

Il silenzio è l’unica cosa che non ho mai sentito.

Non ci sarà alcun ritorno...per te. Io ritornerò ad essere uno spirito libero e sopravvivrò. Posso slegarmi dal corpo che mi ospita se questo muore.

No.

No?

No, ti ho legato a me. Siamo indissolubili, l’hai detto tu? Andrò all’aldilà, ma non sarò solo.

Bastardo!

Visto? Sono io il più forte. Perché adesso anche io...

Carogna! Infame!

...posso amare.

Il Juken colpì il Kazekage in pieno petto.

La scarica di chakra fu potente.

Il cuore di Gaara si fermò.

La voce di quello tacque.

Il suo corpo cadde a terra, inerme.

Gli occhi si spalancarono, fissando l’immensità della notte.

Le stelle non gli erano mai parse così vicine.

Un ultimo respiro affiorò sulle candide labbra, seguito da una parola.

Un’unica, sola parola, sussurrata dolcemente.

“Grazie.”

Gli occhi continuavano a fissare le stelle, ma ormai non le vedevano più.

Un sorriso illuminò il volto.

Il primo sorriso della sua vita.

Anche l’ultimo.

Petali di pesco gli caddero sulle guance.

Lui non poteva più sentirmene la dolce leggerezza.

Ma a sua volta era diventato leggero.

Gaara era finalmente libero.

Rieccomi! Lo so che avete pregato perché io stessi lontana dalla tastiera per almeno un miliardo di anni, ma, essendo sadica di natura, sono tornata con un’altra ficcy. Come tutti i sequel, anche questo è venuto una schifezza...via, speriamo sia almeno passabile. =.= Dopotutto, mi dispiaceva farla finire così male (Perché questa è finita bene? Sono morto! è.é NdGaara) (Ma tesoro, così raggiungi il tuo Lee! Questa era una Shounen ai, ricordatelo! U.U NdAutrice) (Maledetta Autrice! T.T NdGaara) e ho pensato di proseguire la storia! La mia cara Wiwo one-san non gradirà molto l’attaccamento di Neji a Lee (Hyuugacest 4 ever! *_* NdWiwo) ma era necessario!

Ah, scusate! Avrei dovuto modificare la storia, ma per sbaglio l’ho cancellata! ^.^” così l’ho dovuta postare daccapo! (sono un po’ imbranata, lo ammetto9

P.S. (per BlackRoseImmortal) “l’attesa leniva la sofferenza” deve essere proprio così: infatti Gaara non sentiva più dolore, solitudine o freddo perché l’aspettare che Lee, l’unico che gli voglia bene, era un balsamo contro tutti i mali...forse l’avevo spiegato un po’ male, scusami! ^.^)

  
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