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Autore: cheekbones    21/03/2013    6 recensioni
Lucy Bishop era una brava maestra. O meglio, ci sapeva fare con i bambini e riteneva che questa fosse la dote più importante per un'educatrice, soprattutto giovane come lei. Nella sua breve carriera ricordava ogni bambino, ogni sorriso che le avevano rivolto e conservava tutte le lettere, i disegnini e i regalini che molti suoi alunni le portavano. Lucy amava il suo lavoro: si sentiva utile e amata,nonostante sua madre continuasse a blaterare su quanto fossero basse le sue aspirazioni.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lucy

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Lucy Bishop era una brava maestra. O meglio, ci sapeva fare con i bambini e riteneva che questa fosse la dote più importante per un'educatrice, soprattutto giovane come lei. Nella sua breve carriera ricordava ogni bambino, ogni sorriso che le avevano rivolto e conservava tutte le lettere, i disegnini e i regalini che molti suoi alunni le portavano. Lucy amava il suo lavoro: si sentiva utile e amata,nonostante sua madre continuasse a blaterare su quanto fossero basse le sue aspirazioni.
Di certo, si era inemicata parecchie maestre, in quella scuola, perchè aveva un metodo tutto suo di affrontare le classi del first grade*; un metodo che le aveva affibbiato il soprannome di Lucy L'Alcolista, tra le fila delle insegnanti più anziane.
Semplicemente, Lucy portava i bambini in cortile e li faceva sedere in cerchio sull'erba. A turno, poi, ogni bambino doveva raccontare qualcosa di sè, spinto dalle domande dell'insegnante. Lucy aveva scoperto che funzionava, perchè innanzitutto riusciva a ricordare immediatamente ogni nuovo alunno, con le sue relative particolarità e problematiche, ma creava dei legami in classe: effettivamente ricordava un po' le riunioni degli alcolisti anonimi, ma erano solo dettagli - il suo metodo funzionava molto bene! Raramente aveva toppato, per dirla tutta.
... Fino a quella mattina.

Quando aveva cominciato, le colleghe più anziane l'avevano divertita con episodi divertenti, altri problematici, per farle capire che fare l'insegnante non significava far imparare semplicemente a dei bambini l'alfabeto, ma significava anche andare incontro a fatti a cui, di certo, il college non preparava. Lucy, da brava novella, non aveva dato peso a quelle chiacchiere.
Perciò, come ogni anno, si preparò ad accogliere la sua nuova classe. Prese un respiro profondo ed entrò nell'aula, dove ventuno bambini di sei anni la guardavano con gli occhioni spauriti. La maggior parte di loro aveva pianto, poteva vederlo dalle guance arrossate: non si lasciò scoraggiare e sfoggiò il suo miglior sorriso.
"Buongiorno bambini! Mi chiamo Lucy e sono la vostra maestra" non ricevette risposta. Prevedibile.
"Adesso facciamo una bella cosa! Vi mettete in fila e andiamo fuori, che dite? Faremo un bel gioco!" Pian piano, Lucy organizzò la fila e li fece uscire dalla classe, sotto lo sguardo divertito di alcune insegnanti in attesa della seconda ora. Credette di udire Lucy L'Alcolista ha colpito ancora!, ma non dette peso alle loro parole, proseguendo con la classe verso il cortile.

"Sedetevi in cerchio, bambini"
Lucy ringraziò il cielo per aver ottenuto una classe mediamente tranquilla. Li osservò prendere posto e qualcuno cominciò a strappare fili d'erbetta; non riusciva a distinguerli, inizialmente: avevano tutti i grembiulini blu e un'etichetta con una scimmia, all'altezza del cuore, la aiutava con i nomi.
"Allora" si fece spazio tra una bambina con le trecce e una di colore. "Vi spiego cosa faremo" strizzò gli occhi, credendo di essere divertente. "A turno, ci presenteremo, ok? Comincio io, così vi faccio vedere" prese un respiro. "Mi chiamo Lucy, sono nata qui a Washington e mi piacciono i delfini. Il mio papà costruisce tante belle case e la mia mamma lo segue nei suoi lunghi, lunghi viaggi. Ho un fratellino che mi fa sempre i dispetti..." Lucy pensò che rubare la sua auto per andare a prendere la ragazza di turno era molto piùche un dispetto, ma decise di sorvolare. "... e un gatto che si chiama Fiocco"
Qualche bambino sembrò interessato.
"Che dite? Lo volete fare anche voi? Cominciamo daaaa... te!" indicò un bambino che arrossì.
"Uhm, mi chiamo Sean, abito qua e... non ho un gatto, però voglio un cane, però papà dice che non vuole comprarlo" fece spallucce. "Mio fratello si chiama Howard ed è stupido" i bambini risero e Lucy si sentì in dovere di redarguirlo per l'insulto. "Va bene, non lo dico più! Mia mamma fa pure lei la maestra, papà non lo so... come si dice... però fa i conti" Sean si illuminò, felice di essersi spiegato.
"E' un contabile?" ridacchiò Lucy.
"Boh!"
"Va bene, va bene. A chi tocca?"
Un bambino alzò di scatto la mano. Lucy gli sorrise. "Vuoi farlo tu?"
"No, maestra Lucy, ho un problema" la guardò preoccupato. "Io non posso proprio fare questo gioco, maestra!"
La ragazza lo guardò accigliata: non voleva semplicemente svicolare per non parlare di sè, sembrava davvero convinto di non poterlo fare. Il che era strano. Non le era mai capitato. Si inclinò in avanti per leggere il nome sulla targhetta: Drew.
"Come mai non puoi giocare, Drew? E' divertente, vero bambini?" gli altri annuirono.
Drew sembrò mortificato. "Lo so, ma mamma e papà mi hanno detto che non devo dire chi sono a quelli che non conosco"
"Oh" Lucy si grattò una guancia. Registrò mentalmente Drew - genitori apprensivi. "Ma io sono la tua maestra e loro i tuoi compagni di classe"
"Lo so, ma mi hanno espiliticitamente detto di non farlo, se no mi rapiscono o mi sparano" disse, candido.
Lucy gelò sul posto. "Cosa?"
"Si" Drew annuì. Oramai aveva catturato l'attenzione di tutti. "Mamma e papà hanno taaaaaaante pistole. E sparano"
"Uhm, fanno i poliziotti?" cominciò a sudare freddo.
"No, fanno altre cose, pericolose, però non me lo dicono. Ma io lo so. Sono come... come... quelli della televisione!" Drew scosse la testa e sembrò colto da un dubbio atroce. "Forse non dovevo dirlo. Fanno cose segrete che non deve sapere nessuno"
Lucy si schiarì la voce: "Ok, ok. Qualcun'altro?"

Mentre i bambini disegnavano il loro animale preferito, in classe, gli occhi di Lucy erano puntati su Drew. Quello che aveva detto il bambino l'aveva visibilmente scossa, oltretutto era chiaro che i suoi genitori fossero ben lontani da essere poliziotti. Non sapeva cosa pensare - era divisa tra l'essere prudente e l'essere responsabile. Le balenò in testa l'idea che Drew potesse essersi inventato tutto. Forse per quel piccolo dubbio, convocare i suoi genitori non sarebbe stato tanto da impiccioni. Così si fece dare il quaderno dal bambino e scrisse una veloce ma efficace convocazione. Sperò che fosse la prima e l'ultima che le toccava scrivere.
All'uscita di scuola, osservò Drew volare tra le braccia di una bella donna, distinta. Non sembrava una criminale.
Oh, beh, anche Jeremiah sembrava un bravo ragazzo, poi mi ha messo le corna.

Lucy era una brava maestra. E, da brava maestra, cercò di assumere l'espressione più informale e rilassata possibile, davanti ai genitori di Drew, che la guardavano preoccupati - non poteva dargli torto, il bambino era alla sua prima settimana di scuola elementare.
"Senta, se ha fatto qualcosa, mi scuso in anticipo. Eppure Andrew è tranquillo. La peste è sua sorella" borbottò suo padre. 
"Infatti Drew ha preso da me" intervenne sua madre. Era lei che lo andava a prendere a scuola, Lucy la riconobbe subito. Quella mattina indossava, però, un tailleur celeste: chissà cosa si aspettava, per vestirsi in quel modo. Solo il giorno prima, la ragazza l'aveva vista in jeans e maglietta.
L'uomo lanciò uno sguardo seccato a sua moglie. "Si, non c'è bisogno di sottolinearlo, tesoro. Dicevo, è un amore di bambino. Forse avrà preso male la sc..."
"Mi creda" Lucy sorrise e intrecciò le dita. "Drew si trova benissimo qui. E' qui solo da una settimana, ma già ha qualche amichetto. Si sa, i bambini fanno subito amicizia. Inoltre, è molto beneducato e ha una proprietà di linguaggio superiore rispetto agli altri"
La mamma di Drew sorrise tronfia. "Oh, questo perchè parla due lingue. L'ha reso più intelligente. Sempre grazie a me!"
"Hai finito?" suo marito la guardò male. "Anche io do il mio contributo, sa?" annuì ferocemente, rivolto a Lucy.
"Uhm, il problema non è Drew, nel senso specifico della cosa. La settimana scorsa abbiamo fatto un gioco, in cui ogni bambino doveva parlare di sè" guardò in modo eloquente i due di fronte a sè. Non mossero un muscolo - non ci trovavano niente di strano.
"Ecco, lui ha detto che non poteva partecipare al gioco perchè..." gesticolò a caso. "Beh, perchè se no gli sparavano. O lo rapivano. E che i suoi genitori facevano cose segrete. Ora, signori DiNozzo, dovete capire che quando ho sentito..."
"Oh"
"Ah"
I due coniugi si guardarono per poi scoppiare a ridere. Lucy gonfiò le guance, offesa - la stavano prendendo in giro? Lei si preoccupava per il piccolo, e loro ridevano! Ridevano! O forse ti stanno distraendo così dopo possono ucciderti! La ragazza si fece piccola sulla sedia.
"Ziva, la signorina pensa che siamo serial killer o deliquenti!" rise, battendo una mano sulla cattedra.
"Oddio" Ziva si asciugò un principio di lacrima, senza perdere il sorriso. "Mi dispiace, signorina Bishop, davvero. Io e mio marito siamo agenti federali"
"Oh!" Lucy arrossì per la vergogna.
"Mia moglie è israeliana" rivelò Tony, una volta calmatosi. "E, in passato, abbiamo avuto qualche problema. Il nostro lavoro non è semplice, così abbiamo insegnato a Drew ad essere prudente... deve aver frainteso le nostre parole" soffocò una risata. "Ci dispiace!"
"No, scusatemi voi" la maestra si coprì le guance tinte di rosso. "E' che Drew ha una fantasia così sviluppata! Dice di avere una barca tutta sua, è che c'è suo zio che ne costruisce tante in cantina" scosse la testa. "Poi ho sentito che raccontava agli altri bambini di aver visto come siamo fatti dentro e che ha dormito in una bara. Assurdo, vero?"
Ziva si schiarì la voce. "Veramente... è tutto vero" Tony, accanto a lei, annuì.
"Tutto... tutto?" Lucy, pallida, alternò lo sguardo dall'uno all'altra.
"Si. Che dire, abbiamo una vita movimentata!" Tony si grattò la nuca.

"Non ci posso credere, davvero non ci posso credere" Ziva scosse la testa e fece scattare la chiusura automatica dell'auto. 
"Quando toccherà a Tali andare alle elementari, avvisiamo prima le maestre" ridacchiò Tony e abbracciò da dietro sua moglie, che scoppiò a ridere.










































Maia says:

Della serie chi non muore si rivede AHAHHAHAHAHAHAHAHA
Ok, a mia discolpa posso dire che questa ff l'ha scritta praticamente mia madre. Anche lei fa l'insegnante come Lucy, e oggi è tornata a casa ridacchiando. Mi ha raccontato di questo bambino che da un po' diceva strane cose su suo padre, che aveva la pistola, robe così... (un po' come Drew, si xD). Mia madre ha subito pensato che fosse un criminale (il che non è un fatto strano, in quella zona) e anche le altre maestre si sono un sacco preoccupate XD Ovviamente nessuno ha convocato nessuno, ma hanno aspettato fuori scuola, per vedere chi andava a prendere il bambino (i criminali in quella zona si sanno chi sono... si beh, è lungo da spiegare, è tutto un giro di famiglie di camorra D: No comment).
Il bambino veniva sempre preso da sua madre, ma proprio oggi è arrivato suo padre... in divisa. Una divisa da carabiniere.
Ovviamente, mia madre si è sentita molto molto stupida, oltre che terribilmente in colpa XD
Perciò... PUFF. Mi ha ispirato u.u Non giudicatela male... è solo scema, dai.
Ora torno a studiare storia :(
Fatemi gli auguri HAHAHHA

Baci,
Amalia.


* Prima classe dell'Elementary school :) In pratica la nostra prima elementare.

P.s.: Naturalmente avete capito a chi si riferiscono i racconti di Drew vero? HAHAHAHAHHA

  
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