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Autore: __cannonball    21/03/2013    1 recensioni
“Zayn” il mio richiamo lo spaventò, “si, tesoro” rispose. Tesoro, da quanto non mi chiamava così? Mi senti le viscere smuovermi da dentro “hai ucciso nostro figlio” gli dissi. Si allontanò da me e i suoi occhi si riempirono di lacrime “L- Laura” balbettò “come ci si sente a sapere che hai rovinato la nostra vita e la sua?” chiesi. Si inginocchiò accanto alla vasca da bagno e mi passò una mano bagnata nei capelli“ti amo e ti prometto che non volevo questo” e delle lacrime gli sgorgarono dagli occhi “non toccarmi, per favore” pregai e tolse la mano dai miei capelli “vai via” sussurrai in preda alle lacrime.
Quella è stata l’ultima volta che vidi Zayn Malik.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Se avessi  avuto un momento per catturare quell’attimo.
 
Fisso con aria assente la foto di Zayn che ho appeso alla parete di fronte a me. Le lacrime mi bruciano gli occhi ricordando le persone che eravamo, quello che noi eravamo, quello che un tempo era bello. La foto è stata scattata l’anno scorso, pochi giorni dopo che ci eravamo sposati.
Zayn e io avevano un rapporto differente dalle altre persone, sapevamo cosa volevamo essere, i nostri sogno e che volevamo una famiglia, insieme. Stavamo per vivere una vita straordinario, con i nostri figli e facendo i genitori più incredibili del mondo.

Se avessi avuto un segreto, il segreto sarebbe stato il tuo amore.
 
Zayn e io eravamo una coppia di sposini giovanissimi, ma lo conoscevo come il palmo della mia mano. È stato l’amore della mia vita e ho capito che nessun altro lo potrà sostituire.
Conosceva i mie punti deboli come io conoscevo i suoi.
Sapevo che quando stringeva la mano fino a far diventare le nocche bianche era nervoso.
Sapevo che non voleva essere un insegnate di inglese, ma un cantante, aveva la voce di un angelo e nessuno, oltre me, lo sapeva.
 
Era uno stupido, uno stupido per voi.
 
Zayn non era niente di quello che voleva essere. Di quello che desiderava essere.
Le cose sono precipitate e cambiate all’inizio dell’anno, quando il college era diventato troppo, troppo pesante, troppo monotono, troppo tutto.
Iniziò a drogarsi, iniziò a vendersi alla violenza.
Tornava tutte le notti ubriaco, con i vestiti impregnati di whisky, erba e sesso.
Non eravamo innamorati come un tempo o almeno lui non lo era più.
Sapevo che mi stava tradendo con la prima prostituta o la prima ragazza che gli allargava le gambe, ma non ha neppure tentato di nasconderlo. Le portava anche a casa nostra delle volte, pensando che io dormissi e che non sentiti i loro gemiti. Le scopava e poi le calciava fuori prima dell’alba e infilandosi come niente fosse nel nostro letto.
Non sono mai riuscita a lasciarlo, l’amavo troppo per lasciarlo, un amore che mi logorava da dentro. Lui diceva che mi amava, ma erano tutte bugie, si mentiva anche a se stesso.
Il mio più grande rimpianto e stato quando gli ho detto che ne avevo abbastanza, che lo volevo lasciare, non mi importava quanto lo amassi ancora ma non potevo stare più con lui. Non dimenticherò mai quello che a fatto e non lo potrò mai perdonarlo.
 
“Zayn” avevo pronunciato con calma e ricevetti solo un grugnito come segno che mi stava ascoltato, non parlavamo quasi più, ci scambiavamo al massimo un “si” e un “no”.
Guardai in sua direzione e mi accorsi che si stava pettinando indietro i capelli, segno di agitazione, volevo solo dirgli che sarebbe andato tutto bene. Non si radeva ed la sua barba era più evidente e folta. “Devi andartene” presi un grande respiro e lui si voltò verso di me con una faccia dubbiosa, non capiva “ti lascio” la mia voce vacillò. “Cosa?” ringhiò “mio figlio non si merita questa vita” allargando le braccia per indicare la stanza circostante e lui, il nostro rapporto.
I suoi occhi nocciola passarono a un tono più scuro, quasi nero e mi spinse verso la parete “nostro figlio” pronunciò questo sussurrò con gli occhi lucidi “non dimenticare che è nostro figlio” mi premette sempre più forte contro il muro.
Inizia a piange, un po’ per la tristezza ma anche per la paura, volevo solo che lui mi lasciasse andare “non piangere” mi sussurrò mentre affondava il suo volto nel mio collo, annusando il mio odoro forse per l’ultima volta “per favore non piangere”. La sua ispida barba mi graffio il collo mentre si strusciava su di esso.
“Ho il diritto di piangere perché ormai non mi ami più” urlai tra le lacrime. Si spostò dal mio collo per guardarmi dritto negli occhi. Marrone contro azzurro. Male contro bene. Giorno contro notte. “Cazzo Laura, io ti amerò per sempre” balbetto scosso dalle mia parole  che gli avevano punto il cuore, ancora mi premeva con il suo corpo statuario contro il muro. “Non lo dire” scossi la testa.
I suoi occhi erano ancora intrecciati ai miei e senza preavviso si buttò sulle mie labbra.
L’impatto fu improvviso. I miei occhi si spalancarono in stato di shock e “no” sussurrai e guardai in basso sperando che mi sbagliavo, ma no, le mie certezze erano giuste. Un rivolto di sangue si stava facendo strada verso il mio piede e il suo sguardo segui il mio verso il basso “Laura” deglutì e non gli risposi.
Non riuscivo a parlare, neppure a piangere. Rimasi li, con Zayn in piedi di fronte a me che mi fissava. Mi prese la mano e lentamente mi scortò verso la nostra camera, o quello che era la nostra camera. Mi fece sedere sul letto impregnato dai nostri ricordi e si diresse in bagno. Il silenzio fu spezzato dallo scrosciare dell’acqua nel vasca. Il mio sangue colava ancora verso il basso, macchiando il tappeto rosso stesso sul pavimento.
Zayn tornò nella stanza e “ per favore non mi colpire” sussurrai sulla sua spalla mentre mi sollevava dal letto. Senti i suoi muscoli contrarsi alle mie parole “io non ho intenzione di farti del male” parlò a bassa voce, mentre mi portava verso il bagno.
Per la prima volta da mesi mi stava dimostrare che gli importava qualcosa di me, ma ormai era troppo tardi. Il danno era stato fatto, aveva ucciso il nostro bambino. Mi sono seduta in silenzio mentre mi toglieva i vestiti e mi immergeva nella tiepida acqua del bagno.
Faceva del suo meglio per eliminare il sangue di dosso, facendo del suo meglio per non farmi del male.
 “Zayn” il mio richiamo lo spaventò, “si, tesoro” rispose. Tesoro, da quanto non mi chiamava così? Mi senti le viscere smuovermi da dentro “hai ucciso nostro figlio” gli dissi. Si allontanò rapidamente da me e i suoi occhi si riempirono di lacrime “L- Laura” balbettò “come ci si sente a sapere che hai rovinato la nostra vita e la sua?” chiesi. Si inginocchiò accanto alla vasca da bagno e mi passò una mano bagnata nei capelli “ti amo e ti prometto che non volevo questo” delle lacrime gli sgorgarono dagli occhi “non toccarmi, per favore” pregai e tolse la mano dai miei capelli “vai via” sussurrai in preda alle lacrime.
Quella è stata l’ultima volta che vidi Zayn Malik.
 
Voglio che ritorni tutti indietro.
 
Raccolsi tutti i libri dal tavolo, faccendoni strada verso la porta d’ingresso. Prima che potessi abbassare la maniglia per uscire un forte colpo sbatte contro la porta. Alzai un sopracciglio chiedendomi chi potesse essere e apri un poco la porta cercando di vedere chi fosse , tutto quello che vidi era un elegante completo nero e sospirai pesantemente prima di aprirla definitivamente tutta.
Una figura altra e slanciata rimaneva immobile sul portico girata di spalle, tossì un poco per attirare l’attenzione e fargli notare che la porta era aperta. L’uomo si voltò con i capelli ricci che rimbalzavano sul capo “Laura Malik?” chiese e a sentire pronunciare quel cognome sobbalzai dicendo quasi che ormai quello non era più il mio cognome. Tutti quello che mi conoscevano non mi chiamavano a quel modo e mi ero persino dimenticato come suonavano insieme il mio nome con il suo cognome. “Chi lo vuole sapere?” chiesi con sospetto “Com’è stato scortese da parte mia! Sono Harry Styles” allungo la sua grande mano educatamente e la strinsi tra le mie “ciao” sorrisi, ma lui non ricambio “mi dispiace informarla che suo marito è morto” disse con voce stanca “sta scherzando, vero?” chiesi con voce meno forma “è stato investito da una macchina questa mattina”.
Il mio cuore smise di battere e tutto intorno si fermò.
Quando si amava veramente qualcuno è difficile dimenticarlo, non importa quanto male mi ha fattp e quanto duramente ho provato a dimenticare Zayn, ma non ci sono riuscita.
Non abbiamo mai divorziato, dopo aver lasciato la nostra casa quella sera di un anno fa ho pensato che fosse scomparso dalla faccia della terra. Avevo trascorso molti notte sveglia chiedendomi se stava bene, l’ho perso e ora è morto.
“Lei è stata indicata come il suo contatto di emergenza” Harry parlò dopo un’infinità di minuti o forse solo pochi secondi, ormai il tempo non esisteva più “se vuoi le do un passaggio all’ospedale” disse “va bene” fece un cenno con la testa e “mi dispiace ancora un’altra volta” pronuncio prima di avviarsi verso la sua Range Rover nera parcheggiata sul ciglio della strada.
Inizia a singhiozzare convulsamente appena entrata nell’auto.
Avevo perso tutti quelli che amavo, i miei genitori, mio figlio e ora mia marito.
Sono rimasta raggomitolata sul sedile costoso di pelle per ore. Non avrei mai avuto nessuno di loro indietro, non importava quanto avrei voluto, l’unico modo era morire anche io ma so che loro non vogliono, devo vivere ancora per loro. Volevo solo che tutto indietro.

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