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Autore: Lady Rea    22/03/2013    2 recensioni
-Mai Audrey Schumann avrebbe pensato che quello non sarebbe stato un'estenuante e pericolosa spedizione di lavoro, ma bensì un viaggio più inteso, lungo e profondo.
Un viaggio legato al cuore e alle sue mille fragili crepe.-
La storia di Audrey e Percy, che non è solo amore, ma anche sofferenza, amicizia, rabbia e riflessione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Le Note Stonate


Prologo:
Un passato qualunque


Erano i piccoli gesti, i dettagli, che catturavano lo sguardo e l'interesse di Audrey Schumann.
Tic nervosi, gestualità esagerate o timide, piedi ballerini, fronti aggrottate.
Era il suo lavoro, il suo maledetto mestiere, quello di cogliere quelle sottigliezze e riuscire a creare un quadro caratteriale della persona che parlava con lei, oppure che le sedeva accanto.
Sua madre aveva storto la bocca e incrociato le braccia, segno di completa insoddisfazione e chiusura, il giorno il cui le aveva annunciato di aver passato il difficilissimo test per l'Accademia Auror dell'ex polo sovietico. Non che si aspettasse baci e affettuosi abbracci, era fin dai tempi di Durmstrang che continuava a rimproverarla di non essere la figlia che avrebbe voluto.
Ma lei non ci poteva fare nulla.
L'aver passato tutta l'infanzia e parte dell'adolescenza dall'altra parte del muro le aveva regalato un'armatura fatta di ostinazione e impassibilità, tipica dei tedeschi dell'Est. Aveva visto vicini di casa scomparire nel nulla, una fredda mattina qualunque, compagni di classe lasciarle lettere confuse e pasticciate che le annunciavano di trasferimenti improvvisi, salutandola e promettendole altre lettere e altre notizie. All'inizio aveva creduto a suo padre, ufficiale dell'Esercito dell'Est, che le raccontava di trasferimenti verso la Polonia e altri paesi amici per contribuire allo sviluppo dell'Unione.
Poi un bel giorno, più o meno quando aveva otto anni, suo padre rientrò in anticipo da lavoro.
Posò la giacca della austera divisa militare sulla sedia di legno in cucina e la chiamò. Lei s'incamminò verso di lui, piuttosto sorpresa e si lasciò abbracciare a lungo. Non avrebbe mai potuto capire in anticipo che quella sarebbe stata l'ultima volta che suo padre l'avrebbe stretta a sé.
Si ricordava solamente di come lo aveva salutato dal piccolo pianerottolo mentre lui scendeva velocemente le scale del vecchio condominio, di come lui le aveva sorriso per tutto il tempo.
Non era l'unica bambina a cui era capitato, erano in molti a vivere con uno solo dei genitori o addirittura con i nonni o gli zii, ma la maggior parte aveva assistito ai funerali dei loro parenti o aveva ricevuto un telegramma che li aveva avvertiti della loro morte o sparizione.
Suo padre era invece svanito, risucchiato in una dimensione parallela, l'aveva abbandonata a sé stessa e alle cure di una madre assente e instabile.
Nonostante tutti si aspettassero che reagisse con rabbia e frustrazione, Audrey preferì dimenticare.
In poco tempo divenne una bella ragazza dai capelli biondi lunghi e disordinati, dal sorriso a volte simpatico a volte malinconico, silenziosa ed attenta.
L'ammissione all'Istituto di Magia di Durmstrang le regalò una gioia immensa, per circa sei anni, visse una doppia esistenza, d'inverno era una studentessa alla mano, d'estate era la figlia prodiga che tornava nella campagna attorno a Berlino Est e trascorreva il suo tempo libero all'ufficio dei giovani volontari socialisti.
Ancora oggi, nonostante il muro abbattuto, la ritrovata unione, il capitalismo e quella ventata di aria nuova, le commemorazioni e i pianti solitari quando aveva visto la sua casa demolita per ordine del governo centrale, ricordava con felicità quegli anni in cui aveva fatto di tutto per annullare il suo dolore ed essere utile agli altri.
Quello che all'inizio era il desiderio di una bambina confusa, era poi diventato un vero mestiere.
Così quando l'ufficio Auror polacco, per cui aveva completato una missione piuttosto tranquilla, le disse che la Germania avrebbe mandato alcuni agenti in Inghilterra come supporto per la caccia ai Mangiamorte. In un primo momento per lei era prevista soltanto una posizione in Russia come agente su campo ostile, ma dato che alcuni dei suoi colleghi masticavano un cattivo inglese, fu integrata al gruppo in partenza per Londra.


Mai avrebbe pensato che quello non sarebbe stato un'estenuante e pericolosa spedizione di lavoro, ma bensì un viaggio più inteso, lungo e profondo.
Un viaggio legato al cuore e alle sue mille fragili crepe.









*-*-*-*-*-*-*

Alcune precisazioni!
Audrey esiste veramente, ma di lei sappiamo solamente che è la moglie di Percy Weasley nell'epilogo “19 anni dopo” e che avranno due figlie. Questo prologo che è la presentazione della vita di Audrey prima del trasferimento in Inghilterra, quindi ho quasi tutto inventato di sana pianta.
Audrey è una ex cittadina della Germania dell'Est che vedrà la sua unificazione nel 1989, come molti tedeschi, dopo circa dieci anni di “libertà” soffre di nostalgia per quelle piccole cose andate perdute con il crollo del muro.
Questo sentimento viene chiamato “Ostalgie”, ovvero nostalgia, ed è spesso al centro di film, serie tv, canzoni e documentari. Un esempio famoso è certamente “Goodbye Lenin!”. Con questo volevo semplicemente sottolineare il fine puramente creativo dell'utilizzo di aspetti storici di quell'epoca. Non cerco e non voglio fare propaganda o schierarmi dalla parte di nessuno.
Un saluto e buona navigazione
Lady Rea


 

   
 
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