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Autore: Rosmary    22/03/2013    8 recensioni
(Prima classificata al Contest "Ad ogni casa un Vincitore!" indetto da GinevraCorvino)
Ernie aveva soltanto diciassette anni quella notte e voglia di vita.
"Eravate tutti lì, in Sala Grande, pallidi e atterriti, incapaci d’articolare frasi dal senso compiuto. Forse, lo sapevate bene, quella notte sareste morti tutti."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ernie Macmillan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


 

 

Avresti potuto fuggire
 


Ernie Macmillan si alzò da quello di Tassorosso e urlò: « E se vogliamo restare a combattere? »
Tratto da Harry Potter e i Doni della Morte


*
 

Li odiavi tutti, quei parassiti ch’avevano invaso il mondo magico e non, e una notte, finalmente, ti venne data l’occasione di ribellarti, di combattere. Hogwarts sarebbe stato scenario della battaglia più cruenta, spietata e importante della seconda guerra magica e voi studenti, scaraventati fuori dai vostri comodi letti a baldacchino, sareste stati la testimonianza del domani.
Eravate tutti lì, in Sala Grande, pallidi e atterriti, incapaci d’articolare frasi dal senso compiuto. Forse, lo sapevate bene, quella notte sareste morti tutti. Non era più il tempo di temporeggiare e riflettere, era giunto il tempo d’agire. Ricordi ancora la rabbia e la frustrazione che s’impossessarono di te quando la McGranitt intimò a voialtri studenti d’evacuare il Castello. No, urlò il tuo cuore, tu avresti preso parte a quella maledettissima battaglia, ad ogni costo, l’avevi giurato a te stesso tempo addietro, quand’avevi solo quindici anni e dichiarasti in pubblico di credere alla verità di Harry Potter.

Fu così che, terrorizzato, rabbioso e accaldato dall’accumulo di adrenalina, trovasti l’ardire d’esternare a quella familiare Sala la tua importante decisione e lo facesti a tuo modo: t’alzasti dal tavolo Tassorosso e, col solito atteggiamento pomposo, rivolgesti all’insegnate di Trasfigurazione l’interrogativo più semplice e pericoloso che la tua mente potesse elaborare.

« E se vogliamo restare a combattere? »

Quella voce arrochita dal terrore, che ammutolì i tuoi esterrefatti compagni, era davvero la tua. Ne fosti orgoglioso, orgoglioso d’apparire impaurito, perso, debole. Solo gli sciocchi non hanno paura, i saggi erano avvezzi a ripeterlo spesso.

Quella famigerata notte, tu, Ernie, restasti. Fedele allo stemma di Tassorosso ch’avevi al petto e nel petto, combattesti al fianco di amici, alleati, giusti. Combattesti tremando, con le mani sudate ch’impedivano la corretta presa sulla bacchetta. Combattesti al massimo delle tue possibilità ed anche oltre. Restasti nonostante quella tremenda puzza di morte che t’intossicava i polmoni, vogliosa a tutti i costi di soffocarti. Restasti non perché impavido dinanzi la guerra, ma perché sicuro che la causa vita fosse più forte dei servi della morte.

Tu, giovane e inesperto diciassettenne, quella notte, con il tuo semplice e pericoloso interrogativo, fosti la scintilla che animò altri giovani ed inesperti diciassettenni. Loro, come te e grazie a te, scelsero di battersi per il domani. Avresti potuto fuggire, non lo hai fatto… Tu, paladino della Vita.






 


La storia si è classificata prima a pari merito nella classifica Tassorosso al contest Ad ogni casa un Vincitore! indetto da GinevraCorvino.
 

   
 
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