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Autore: in love with horan    22/03/2013    5 recensioni
-A quando le nozze?- scherza Steve con in mano un vassoio.
-A presto- rispondo abbracciando il mio futuro marito, felice.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Dedico questa os ad un'amica speciale, 
Giulia, che c'è sempre nel momento del bisogno,
nei momenti di sclero, di tristezza.
 
Buona lettura c:
 
 
WILL YOU MARRY ME?
 
 
Aggiusto la sciarpa sotto il mento, coprendo ogni centimetro del mio collo. 
Come sempre, Londra era coperta da grandi nuvole grigie che minacciavano il diluvio.
Avevo perso il bus un'altra volta, ed ero stata costretta a farmi la strada verso casa a piedi.
I miei occhi balzano da persona a persona, cercando di capire come fosse andata la giornata ad ognuno di essi: c'era la signora con il telefono all'orecchio che sbraitava, alzando le mani al cielo; c'era il vecchietto che osservava attentamente una vetrina della gioielleria; c'era la bambina che piangeva disperatamente, cercando di convincere i genitori ad entrare in quel negozio di giocattoli che indicava insistente.
Sorrido notando finalmente l'insegna del bar sotto casa mia.
Spingo la porta, immergendomi nell'aria calda che offriva il locale.
-Ciao Steve- urlo al ragazzo dietro il bancone. 
Il moro alza la mano in segno di saluto, indicandomi poi con la testa un tavolino occupato.
I miei occhi guizzano con velocità verso la direzione indicata: una chioma bionda appare ai miei occhi; il viso coperto dal menù che il ragazzo teneva tra le mani, le unghie come sempre mangiucchiate.
Sospiro, camminando verso il tavolo vicino la finestra.
-E tu cosa ci fai qui?- chiedo, quasi scontrosa.
Il ragazzo abbassa il menù, sorridendo debolemente. Gli occhi azzurro cielo puntano i miei blu scuro.
-Ti aspettavo- risponde tranquillamente.
Appoggio una mano sulla sedia libera di fronte al ragazzo -Ma come diavolo facevi a sapere che sarei arrivata ora?- chiedo, picchiettando le unghie sul legno freddo della sedia.
-Non lo sapevo- risponde -Mi sono seduto e mi son detto: “Ok, conto fino a dieci, se non arriva me ne vado” e sei arrivata- tenta ancora un sorriso.
Quel sorriso che un tempo mi aveva fatto innamorare anche dei più brutti difetti che una persona potesse avere.
-E a che numero sei arrivato?- chiedo prepotente, ma abbastanza curiosa per non andarmene.
Il biondo abbassa il viso, osservando attentamente le sue mani -Duemilasettecentonove, ma potevo continuare- rialza lo sguardo.
-Niall..- mormoro a bassa voce.
-Siediti, ti prego- mi supplica, con tenera voce.
Volto lo sguardo verso il bancone; Steve alza le spalle, continuando ad asciugare un bicchiere di vetro.
Tiro la sedia, accomodandomi silenziosamente. Incrocio le braccia sul tavolo, aspettando che aprisse bocca.
-Mi manchi- la sua mano finisce sulla mia. La ritiro prontamente, spostando lo sguardo sulla borsa che tengo sulle gambe.
-Cosa ho sbagliato? Dimmelo- la sua voce arriva dritta alle mie orecchie come una supplica.
Passo una mano nervosa sul viso, incapace di rispondere a quella provocazione.
-Pensavo di farti stare bene. Pensavo potessimo andare avanti con la nostra storia- continua lui.
I miei occhi si rialzano, fissando l'azzurro chiaro dei suoi.
Sorride, spostando la testa da un lato -Ti ricordi quando per sbaglio ti ho fatto cadere in quella pozzanghera?- sghignazza, portandomi un sorriso sulle labbra.
 
 

"-Niall, lascia questa busta. Sono capace a portarla da sola- tiravo la busta dal mio lato.
-Ma sono io l'uomo qui. Chi ci vede, può pesare che sono uno scansafatiche- la busta venne tirata dall'altro lato.

-Credimi- mi osservava attentamentamente -lo sei veramente- dissi, auemanto la forza nel tirare la busta del negozio da dove ne eravamo appena usciti.
-Va bene, hai vinto- le mani del biondo vennero alzate al cielo, lasciando di conseguenza la busta che aveva tra le mani.
Perdendo l'equilibrio, mi ritrovai col sedere in un fosso pieno d'acqua -Oh, no- mormorai guardando il guaio.
La risata del ragazzo davanti ai miei occhi, scatenò la rabbia dentro di me.-Che ti ridi?- urlai, attirando l'attenzione di qualche passante -Dammi una mano, uomo- ricalcai bene l'aggettivo con cui l'avevo chiamato, sapendo di provocarlo.
La sua mano si tese nella mia direzione.
Le nostre dita si intrecciarono, mentre con uno scatto mi rimettevo in piedi.

-Perfetto- constatai il mio stato -Adesso devo andare a casa a cambiarmi-.
Il biondo non smetteva di ridere -Vieni con me, ho la macchina qui dietro-.La grande mano del mio migliore amico salì sulla spalla non coperta dalla maglia che portavo, facendomi strada e cercando di nascondere l'evidente macchia che si era creata sul vestito.
-Puoi fare una doccia da me, i miei sono fuori- i miei occhi osservarono attentamente il labbiale di Horan.
-Ho anche io una doccia a casa mia- dissi con tono, fintamente, duro.
-Sì, ma dovrai dare delle spiegazioni a tua madre, così- in effetti, non aveva tanto torto.-Va bene- risposi ridendo -Ma solo se mi permetti di usare la doccia grande- la mia mano avvolse la maniglia dell'auto.
-Promesso- l'auto venne aperta, mentre insieme ci accomodammo al nostro posto -Non macchiarmi l'auto- ridacchiò della mia espressione."

 
 
-Oppure..- il mio sguardo cade sui denti bianchi, dritti, del ragazzo che si mostravano ad ogni parola -Ti ricordi quando non ti feci trovare i vestiti, quel giorno?- un'altra risata accompagnò la mia mente in quel ricordo, non tanto lontano.
 
 
"-Niall, non è divertente- urlai dal bagno per farmi sentire -Dove hai messo i miei vestiti?- chiesi, stufa.
-Non è che hai tirato lo sciacquone e li hai persi così?- la risata che echeggiò nella stanza accanto, di sicuro non aiutava nel suo piano.
-Niall..- lo richiamai.
-Va bene- si convinse -Non ho trovato i tuoi vestiti per quando dormi qui; forse mamma l'avrà conservati nella roba invernale- tentò un'ipotesi.
-E io che mi metto?- domandai retorica. Lo sapevo io che non dovevo fidarmi di quel folletto.
-Posso prestarti qualcosa di mio- annunciò lui, da dietro la porta.
-Se, bella battuta- scossi la testa divertita. Recuperai l'intimo che avevo indossato quella mattina, sedendomi al bordo della vasca per infilarli senza cadere a terra.
-A meno che tu non voglia uscire completamente nuda- ridacchiò divertito.
-Prendimi qualcosa di tuo, muoviti- dissi seccata.
La porta fece uno scatto, mentre i miei occhi vennero sbarrati per la sorpresa.
-NIALL- urlai, cercando di coprire la parte superiore del mio corpo, nudo.
Il biondo si voltò di scatto verso la sua stanza. Per poco non sbatteva contro la porta aperta.
-Ti ho portato i miei vestiti- me li passò senza voltarsi -E comunque, non è la prima volta che ti vedo nuda-.
Il rossore sulle mie guance, non tardò ad arrivare.
-Siamo cresciuti dall'ultima volta che mi hai visto nuda- risposi.
Le nostri madri erano migliori amiche dal tempo del liceo; appena sposate, si erano comprate due ville vicine, a Londra. Niall era più grande di me solo di un anno, ma il fatto che i nostri genitori fossero sempre insieme, ci aveva legato molto, meglio di due fratelli. Per questo fino ad una certa età i nostri genitori ci facevano fare il bagno nella stessa vasca, o vestire nella stessa stanza.
Non c'erano segreti tra noi, nemmeno quelli più intimi.
-Peccato- un sospiro pesante venne rilasciato dalla bocca del biondo.
Aggrotto la fronte -Cosa?- chiesi incerta.
-Niente, niente- sventolò una mano, cercando di non ritornare più sull'argomento."
 
 
-Sarebbe meglio ricordare quando Oliver ti ha lasciato in quel buco di posto..- la voce quasi trema.
 
 
"-Niall..- una lacrima scivolò lungo la mia guancia, finendo tra le labbra secche dovute al freddo.
-Giuls? Perchè stai piangendo?- urlò il biondo dall'altro capo del telefono.
-Oliver..mi ha lasciata- la vista diventò di nuovo appannata -aiutami- dissi in supplica.
-Dimmi dove sei?- d'improvviso sentii lo sfrecciare e strombazzare delle auto attraverso l'apparecchio, segno che il mio migliore amico era appena uscito da casa e venirmi a cercare.
-Non lo so- mi guardai in giro, notando finalmente con la coda dell'occhio un cartello -Qui c'è un bar con l'insegna 'Da Steve'- lessi il nome. Il cuore sembrava calmare i battiti.
-So dove si trova, non ti muovere- riattaccò la chiamata immediatamente.
I miei occhi si persero a fissare quello che mi stava attorno, mentre le mie braccia si stringevano forte nella giacca per cercare calore.
Perchè? Perchè non riuscivo ad avere una normale relazione con un ragazzo? Cosa c'era in me che non andava?
Lo stridìo di una frenata, mi fece congelare il sangue nelle vene. Scivolai con la schiena lungo tutta la parete del palazzo in cui mie ero appoggiata, toccando terra poco dopo.
Richiusi la testa stretta tra le ginocchia, singhiozzando silenziosamente.
Due forti braccia mi afferrarono per le gambe, facendomi alzare di scatto spaventata la testa. Due iridi blu mi fissavano, preoccupati.
-Stai bene? Ti ha toccato? Perchè lui non è qui, con te?- le domande rimbombarono nelle mie orecchie per qualche secondo.
-Ha detto che non siamo fatti l'uno per l'altro, io non sono disposta a fare un passo avanti- risposi traumatizzata.
-Vieni- i muscoli tesi del biondo, riesciurono a tenere il peso del mio corpo, saldamente stretto al suo petto.
Con poca fatica, riuscì ad aprire lo sportello della sua auto, posandomi delicatamente dentro e richiudendo lo sportello. Facendo il giro dell'auto, salì al posto guida.
Mettendo in moto, in silenzio regnò nell'auto, mentre ci inoltrammo nel traffico.
Il mio sguardo triste lo fissarono per una manciata di secondi: la mascella era contratta, le nocche delle mani erano bianche pallide, la forza con cui stringeva quello sterzo, mentre un leggero velo di rabbia contornava il suo viso, mi fece rabbrividire. Non avevo mai visto Niall in quello stato; lui era quel tipo di ragazzo che rideva e cercava di portare allegria alle altre persone. Non era un tipo che si attabbiava spesso.
-Niall..- la mia mano accarezzò la sua coscia, nella speranza di calmarlo.
I suoi occhi blu chiaro mi fissarono per un secondo, per poi tornare a puntare la strada.
-Stanotte dormi da me; non ti lascio andare a casa da sola, visto che i tuoi sono fuori- quasi mi ordinò.
-Non c'è bisogno- lo rassicurai, asciugando una lacrima che tentava di uscire.
-Non voglio che quello stronzo abbia la bella idea di venirti a trovare a casa- lo sterzo venne stretto sempre di più -Non oso immaginare come si ritroverà dopo questa volta-.
La mia schiena venne percorsa da mille brividi; mai aveva avuto una simile reazione con uno dei miei ex fidanzati.
-Stavolta non la passerà liscia, l'avevo avvertito- le mie braccia si allungarono automaticamente verso il biondo, sfiorando il corpo caldo del ragazzo, fino ad avvitarsi perfettamente attorno al collo.
-Grazie- sussurrai, per poi lasciare un bacio sulla guancia sinistra."
 
 
-O vuoi ricordare quella notte, quando non riuscivi a dormire?- le mie mani si spostano veloci sul tavolo, quasi a non voler ricordare quella notte, quando tra i singhiozzi non riuscii a chiudere occhio.
 
 
"Uno strano rumore attirò la mia attenzione. Gli occhi sbarrati, il fiato mozzato in gola.
-Sono io- la voce rassicurante di Niall, venne seguito dal molleggiamento del letto.
Le coperte si alzarono, facendo entrare una piccola arietta fresca a contatto con la mia pelle nuda.
Le lunghe braccia calde di Niall avvolsero il mio bacino, attirandomi al suo corpo. Morsi il labbro inferiore, cercando di trattenere nuove lacrime.
-Shhh- la mano del mio migliore amico si mosse sulla mia testa -Adesso ci sono io con te- mi consolò.
Passammo interminabili minuti in quella posizione; il mio corpo ormai si era rilassato grazie ai massaggi che Niall mi offriva, mentre le lacrime avevano smesso di fuoriuscire dagli occhi.
-Va meglio?- chiese in un sussurro. Non l'avrei ringraziato mai abbastanza.
Annuii nell'incavo del suo collo, mentre con un gesto leggero, mi stendevo di nuovo sul morbido materasso.
-Dove vai?- la sua risata attirò la mia attenzione, mentre con le mani cercava di riprendere posizione sui miei fianchi.
Rotolai ancora una volta tra le sue braccia -Fa caldo- mi lamentai, appoggiando una mano sul petto del mio migliore amico, per spostarmi leggermente.
La luce della luna entrava fioca nella stanza, illuminando il viso di Niall e rendendolo più bello di quanto non lo fosse già.
I nostri occhi si incatenarono per un istante, prima che le nostre labbra si unirono in un bacio.
Le mie braccia si allungarono dietro il suo collo, spingendolo urgentemente verso di me.
La mia bocca si schiuse, mentre la lingua di Niall cercava la mia.
Quella notte la passammo insieme, tra baci, carezze e sospiri di felicità."
 
 
-Quanto è passato poi..Sei mesi?- chiese, facendomi distogliere lo sguardo di nuovo.
Sapevo a cosa si riferiva, sapevo che stava cercando di farmi stare a disagio.
 
 
"-Giuls- alzai lo sguardo dal libro, aspettando che la porta della mia stanza si aprisse da un momento all'altro.
La maniglia venne calata, facendo comparire sulla soglia della porta un biondo tinto con un sorriso stampato sulle labbra.
-Indovina un pò?- tra le mani teneva una strana busta.
Mi misi seduta sul letto, piegando l'angolo della pagina dove ero arrivata con la lettura.
Aspettai con ansia la notizia che stava per darmi.
-Sabato faremo un concerto qui, a Londra- quasi urlò, felice.
Che cosa? Finalmente non sarebbe stato in giro per il mondo per seguire il suo sogno? Potevo abbracciarlo una volta avesse finito di fare il suo lavoro?
Balzai dal letto, contenta di poterlo avere tra le mie braccia ancora un pò.
-Davvero?- chiesi conferma, mentre le sue forzute braccia mi alzarono dal pavimento.
-Siii- continuò felice lui, mentre saltando sul posto mi strapazzava come una bambina.
Si fermò quando le mie mani si posarono sulla sua faccia, stampando un bacio veloce e fugace.
-Provochi?- scherzò lui, posandomi sul letto in modo scherzoso.
Si reggeva sulle braccia, mentre continuava a fissarmi in silenzio. Le mie mani salirono lungo la sua camicia, sbottonando poi il primo bottone vicino il viso.
-Ops..- sussurrai divertita, facendo fare la stessa fine anche al secondo bottone, al terzo e così via.
I gomiti del biondo si piegarono, mentre due labbra morbide si posarono sulle mie.
Allungando una mano, mi aiutò a risalire lungo il letto, fino a toccare il cuscino mordibo.
La busta cadde a terra, mentre i nostri corpi si contorcevano l'uno sopra l'altro.
Il mio stomaco ebbe una nuova sensazione, mentre la bocca delicata di Niall scese lungo la mia mascella, per finire poi sul collo.
La mi bocca si schiuse quando succhiò in diversi punti. Le mani giocavano lungo i miei fianchi, spingendo col bacino, mi fece sentire quanto quella situazione lo stesse eccitando.
Sorrisi involontariamente, facendo smettere il mio ragazzo a fare quello che stava facendo.
-Non ti piace?- mi chiese.
Annuii sorridente -Tutto il contrario, invece- gli spiegai.
La mano scese lungo la mia coscia, piegandola e massaggiandola.
Con un gesto veloce, riuscii a sfilare la camicia del mio ragazzo, facendola scivolare lungo le braccia. Cadde a terra, proprio come la mia maglia pochi secondi dopo.
-Sei sicura?- sussurrò appoggiando la sua testa sulla mia.
Annuii, portando le mani al bottone dei suoi jeans. Anche quelli finirono sul pavimento in poco tempo, seguiti dalla tuta che indossavo.
Eravamo in intimo, quando la bocca di Niall cominciò ad assaporare ogni centimetro della mia pelle, scendendo lungo tutto il busto. Si fermò all'elastico delle mie mutande, giocando con i denti qualche secondo.
Ridacchiai dalla scena comica. La mano di Niall risalì lungo la pelle fredda della mia gamba, spostando poi la piccola stoffa che ricopriva la mia intimità.
Inarcai la schiena quando un dito entrò nella mia apertura, costringendomi a mordermi l'interno della guancia per non urlare di piacere.
Il viso del biondo ripercorse il mio corpo, rilasciando baci umidi su ogni parte. Le nostre bocche si scontrarono ancora una volta, in un bacio che di casto c'era ben poco.
Sfilò la mano dagli slip, passandola dietro la schiena. Il gaccetto del reggiseno fu slacciato senza problemi, mentre scivolò velocemente dalle mie braccia, per poi cadere sul pavimento, ormai pieno dei nostri vestiti.
Restavano gli ultimi due indumenti a separare le nostre evidenti voglie.
Mi sentii agitata quando le grandi mani chiare accompagnarono le mie mutandine lungo le mie gambe lunghe. La stessa fine fecero i boxer di Niall.
Presi un respiro profondo, mentre il biondo mi squadrava incerto, nella speranza di trovare una risposta affermativa nei miei occhi. Non tardò ad arrivare.
Strizzai gli occhi quando la punta della sua erezione sfiorò la mia intimità, provocandomi una nuova piacevole emozione.
Il cuore sembrò perdere un battito, per poi accellerare convulsamente. Sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Trattenni il respiro mentre diventammo una cosa sola. Il suo respiro caldo si confondeva con gemiti strozzati."
 
 
Alzo lo sguardo, presa da un caldo improvviso. Dovevano abbassare la temperatura in quel bar.
Gli occhi profondi del ragazzo di fronte a me cercarono una spiegazione della mia improvvisa iperventilazione.
-Sì..- interruppi il silenzio calatosi in quei pochi secondi, diventati minuti di tortura per me.
-Sì, cosa?- fantasticò il biondo, incrociando le sue dita alle mie. Lo lasciai fare, perchè stavolta ero sicura di me.
-Sì, ti voglio sposare- mi sposto sulla sedia per accomodarmi sulle gambe del mio ragazzo, per poi unire le nostre labbra in un bacio passionale.
 
 
"-Giuls, c'è Niall di sotto- girai lo sguardo verso la porta, ringraziando con un sorriso mia madre.
Passai davanti lo specchio, dandomi un'ultima occhiata prima di uscire di casa.
Il lungo vestito nero che indossavo, copriva ogni parte del mio corpo, tranne per lo scollo sulla schiena decorato da una piccola catenina legata al vestito.
Sorrisi prendendo la borsa. 
Il nostro anniversario.
Scesi le scale silenziosamente, anche se il rumore dei tacchi sembrava assordante alle mie orecchie.
Mi aggrappai alla ringhiera per non inciampare e rotolare giù dalle scale. 
Alla fine della scala, un bellissimo ragazzo vestito di uno smoking nero, mi aspettava. Tra le mani un mazzo di fiori di tutti i colori.
Sorrisi quando arrivai davanti al biondo che immediatamente mi accolse con un bacio sulle labbra -Sei bellissima- sussurrò poi.
Mia madre applaudì entusiasta, facendoci voltare nella sua direzione spaventati. Nessuno si aspettava di essere osservati dalla propria madre con una fotocamera in mano.
-Mamma..- la richiamai scuotendo la testa.
-Solo una foto- armeggiò senza successo con la macchinetta -Non puoi festeggiare il primo anno che state insieme senza farti prima la foto ricordo- mi ammonì.
La risata di Niall mi rilassò -Va bene- mi feci convincere -Ma girala dall'altra parte- gli suggerii in modo divertito.
Un flash mi accecò per qualche istante, e dopo aver salutato mia madre, forse la più euforica presente nella stanza, seguii in silenzio Niall verso la sua auto.
Passammo i minuti in auto a parlare del più e del meno, soprattutto io continuai ad insistere sul voler sapere dove mi stesse portando.
-Adesso lo vedrai, non manca molto- continuò a rispondere lui, sorridendo sotto i baffi.
Sapeva quanto amavo le sorprese, ma sapeva anche quanto era il livello della sopportazione di un segreto. Gli organi nel mio stomaco si stavano contorcendo su sè stessi.
L'auto si spense; slacciai la cintura mentre Niall apriva il mio sportello.
Scesi, stando attenta a non cadere.
La strada era buia, il silenzio non mi aiutava a capire dove fossi finita.
-Niall- lo richiamai. Ma il biondo non si girò, anzi continuò a camminare sicuro.
Si fermò solo quando raggiungemmo una piccola casetta -Ti piace?- mi chiese.
Scrutai per bene la casa illuminata dai faretti posti nel giardino -Sì, carina- commentai, aspettando spiegazioni.
Avevo pensato un ristorante, una cena sulla spiaggia; alla peggio, avevo pensato a casa sua e dei suoi amici.
Non avevo immaginato mi avrebbe portato in un posto sperduto a farmi vedere una casa.
I miei muscoli si tesero quando la mia mente finalmente collegò tutti i pezzi.
-Niall..io..- la sua mano strinse la mia, mentre con qualche passo arrivò dritto davanti a me.
Il cuore cavalcava nel petto come un cavallo imbizzarrito. Certe scene le avevo viste nei film, non mi sarei mai aspettata una cosa così dal mio migliore amico, dal mio ragazzo.
Tenne stretto il pantalone, mentre un ginocchio si accasciò sul verde dell'erba ben curata del giardinetto.
Abbassò lo sguardo, frugando nella tasca.
Le mie gambe tremarono per l'emozione, ma non riuscii a proferire parola.
Una scatolina rossa venne estratta con accuratezza. Portai una mano alla bocca, schiudendola per lo stupore.
Non stavo sognando.
Il piccolo bottoncino venne schiacciato, mostrandomi il secondo dopo un cerchio d'argento con una piccola pietra bianca sopra -Mi vuoi sposare?- furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Niall.
Fissai l'oggetto per qualche secondo, poi alzai lo sguardo su Niall.
-Io..Io..- ero stata presa alla sprovvista. Non avevamo mai parlato di matrimonio, tantomeno di condividere una casa. 
Morsi il labbro inferiore, voltando lo sguardo da un'altra parte.
L'agitazione del biondo per la mia risposta che non arrivò immediatamente cominciò a farsi sentire quando strinse con urgenza la mia mano.
-Io non sono pronta..- risposi.
Gli occhi del mio ragazzo si riempirono di curiosità.
-Scusa- mi allontanai, lasciando la sua mano.
Mi dispiaceva, non pensavo di sposarmi così giovane."
 
 
-Sei sicura? Cioè, prima..- gli tappo la bocca, stampandogli più baci possibili.
-Scusa- dico -Non dovevo andarmene quel giorno, non dovevo fare la codarda e capire che noi in realtà siamo nati per stare insieme. Scusa- le sue braccia mi stringono, fin quando qualcuno non ci interrompe, schiarendo la voce.
-A quando le nozze?- scherza Steve con in mano un vassoio.
-A presto- rispondo abbracciando il mio futuro marito, felice.

 
  
 
 
   
 
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