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Autore: veronika88    09/10/2007    10 recensioni
- Sai Vegeta, probabilmente “papà” sarà la prima parola di tua figlia…- disse Bulma, come se stesse parlando a sé stessa. - E con questo?- domandò Vegeta con aria apparentemente indifferente alla circostanza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi alcuni mesi dalla sua nascita. Qualcuno di ostinatamente burbero e scontroso, aveva cominciato a mostrare segni di interessamento più acuti nei confronti della creatura azzurra, che ormai girava per la casa correndo. La piccoletta aveva da poco computo tredici mesi e girare per casa come una trottola sembrava essere il più bel divertimento, il gioco più interessante. Indossava spesso dei vestitini dai colori accesi, per lo più rosa, che le donavano molto e ai piedi portava sempre delle scarpettine morbide dai colori più svariati che ne attutivano il passo energico. Tra i capelli nastri e cerchietti facevano capolino sulle ciocche dei soffici capelli, tagliati corti. Ma ciò che rendeva il tutto assolutamente speciale erano quei grandi occhi azzurri che brillavano come scintille sul suo tenero visino. La piccola aveva una certa familiarità con l’ambiente circostante e con le persone che abitavano con lei in quell’enorme casa, ma in special modo con quel grande genitore dai capelli corvini e dalle braccia massicce, che di certo non dispensava sorrisi o parole gentili come gli altri due abitanti. Aveva a mala pena imparato ad esprimersi nel suo linguaggio del tutto personale, quando finalmente la parola “papà” era sbucata fuori dai suoi piccoli pensieri e dalla sua vocina. Aveva imparato ad associarla a quella persona tanto particolare che già da piccolissima l’aveva molto affascinata.


Era l’ora di pranzo per l’appunto e tutta la famiglia riunita a tavola si apprestava a mangiare il veloce pasto preparato da una Bulma troppo impegnata per dedicarsi anche a questo aspetto della vita familiare. Vegeta aveva notato una certa fretta durante la preparazione del precario pranzetto di mezza giornata, ma aveva taciuto, dispensando solo alcuni enigmatici sguardi alla donna sedutagli di fronte. Di tanto in tanto, mentre consumava il pasto, doveva tenere le posate a mezz’aria per assicurarsi che Trunks e Bulma non ridessero di lui, nell’esplosa ilarità della sua famiglia.
- Si può sapere cosa succede di tanto divertente?!- domandò rude il saiyan, puntando i pugni sul tavolo.
Madre e figlio dovettero frenare le risa per qualche istante, solo per scorgere con occhi sgranati, la fonte di tanta rabbia da parte dell’uomo.
- Ma dai Vegeta…- iniziò a dire Bulma sempre ridacchiando guardando Trunks sbellicarsi dalle risate - …non vedi come ti guarda riflessiva tua figlia?- fece ironica.
In effetti, adesso che ci prestava attenzione, la piccola era rimasta fissa a guardarlo, con occhi colmi di luminosità e la boccuccia socchiusa che le aggravava l’espressione meditabonda. Dopo alcuni istanti, l’uomo cominciò a guardare storto la compagna, distogliendo a fatica lo sguardo dalla piccolina:
- Forza, cosa aspetti a darle da mangiare, forse la smette di guardarmi come se fossi un comune terrestre!
- Cosa?! Vorresti dire che ti infastidisce il suo sguardo così incantato su di te?- domandò la donna guardando ancora l’espressione della figlia.
- Certo!! Non mi sembra abbia mai avuto quell’espressione tanto strana con nessuno di voi!- replicò lui, tenendo sempre il medesimo tono burbero.
- E questo ti darebbe fastidio? In realtà dovresti essere contento di questo suo interesse nei tuoi confronti, significa che per lei tu sei ancora un mondo tutto da esplorare!- enfatizzò la donna, in modo del tutto ironico.
Trunks si mise nuovamente a ridere, ricevendo all’istante una di quelle occhiatacce fulminanti di suo padre.
Vegeta non poté far altro che ricambiare lo sguardo tanto interrogativo della figlia con uno altrettanto enigmatico, soffermandosi un po’ più a lungo su quegli occhietti vispi.
- Forse ti osserva così perché è una di quelle rare volte nelle quali ti vede a una distanza piuttosto ravvicinata- disse Bulma lanciando l’ennesima frecciatina al comportamento troppo discostante dell’uomo anche nei rapporti con la sua stessa famiglia.
Al saiyan non sfuggì la critica così ben confezionata, ma non riusciva proprio a discostare lo sguardo assorto e magnetico della figlia che lo aveva legato alle sue celesti iridi.
Ad un tratto la piccolina aveva mutato l’espressione crucciata del volto in una più luminosa e abbagliante e aveva preso a sorridere al genitore, rimasto del tutto meravigliato dal repentino cambiamento.
- Ma guarda ti ha preso in simpatia alla fine…chi è quello Bra?- fece Bulma alterando il suono della voce- E’ papà!
- È vero, papà! Chi lo avrebbe mai detto!! Forza di papà, Bra! Pa-pà!- incoraggiò Trunks la sorellina avvicinandosi al suo seggiolone.
Vegeta rimase ad osservare la scena, fissando moglie e figlio un po’ contrariato, ma squadrando con più attenzione il comportamento della piccola che subito era stata distratta da un pupazzetto colorato sotto il suo naso. Distratta dal gioco che adesso aveva tra le mani, la piccola Bra non ascoltò più la voce della mamma, che ancora la incitava e distolse lo sguardo dal padre.
- Sai Vegeta, probabilmente “papà” sarà la prima parola di tua figlia…- disse Bulma, come se stesse parlando a sé stessa, sparecchiando la tavola aiutata dal figlio maggiore.
- E con questo?- domandò Vegeta con aria apparentemente indifferente alla circostanza.
- Niente, niente, dicevo così per dire…- rispose Bulma accortasi della sua domanda celata di forte interesse.

Dopo una ventina di minuti, Bulma era ritornata al suo lavoro e Trunks aveva sfrecciato in volo in direzione dei monti Paoz, ma Vegeta a cui era stato detto di rimanere con Bra finché non fosse arrivata la nonna, era rimasto seduto in cucina ad attendere un campanello che non avrebbe mai suonato.
La piccolina era rimasta un po’ stranita dal silenzio devastante della casa, ma Vegeta , invece, ne era rimasto affascinato. Erano del tutto rari in quell’abitazione momenti di puro silenzio come quello presente.
Purtroppo, però, alla piccola era appena caduto il giocattolo che teneva ben stretto tra le mani e aveva iniziato a guardare in direzione del padre, aspettando che lui glielo rimettesse tra le dita. Ogni padre avrebbe compiuto questo gesto, ma Vegeta non se ne era nemmeno avveduto e un secondo dopo il telefono iniziò a squillare. Ovviamente lui non sarebbe mai andato a rispondere allo scocciatore all’altro capo del filo, ne tanto meno avrebbe lasciato la sua posizione seduta davanti al tavolo. Il telefono suonò a vuoto finchè la segreteria di Bulma non prese il sopravvento. Alla fine del messaggio la madre di Bulma annunciò che non sarebbe venuta a fare da baby-sitter a Bra a causa di shopping imprevisto!
Vegeta ebbe finalmente un sussulto, aveva capito solo allora che se non fosse venuta la madre di Bulma sarebbe toccato a lui badare alla bambina.
Alzò la cornetta quando ormai era troppo tardi… Con un’unica meta si incamminò furioso in direzione della porta: avrebbe immediatamente portato la figlia nei laboratori da sua madre! E pensare che si era messo pure ad aspettare, ritardando gli allenamenti!
Non aveva previsto tutti i particolari:
- Pa- pà!
Bra aveva scelto il momento migliore per dire l’agognata parolina.
Vegeta rimase paralizzato e si girò attento in direzione della figlia. Alcuni passi e decise di toglierla dal seggiolone per prenderla in braccio, cosa che non accadeva molto di frequente.
Si guardarono come se fossero scienziati alle prese con una nuova forma di vita.
L’espressione di Bra in seguito mutò nuovamente e l’iniziale sguardo indagatore si trasformò in quello acceso e brillante di chi si appresta a sorridere.
Vegeta si irrigidì ulteriormente. Quella bambina, nonostante avesse soltanto tredici mesi, riusciva a metterlo in soggezione come fosse stata una persona adulta, al suo stesso livello.
Ad un tratto provò un certo piacere nel vederla così contenta e la sua bocca e l’espressione sempre seria lasciarono il posto ad un ghigno di compiacimento. Tutto quello che ci si poteva aspettare da uno come lui.
“E così avevano ragione quei due…” pensò in riferimento alle affermazioni della moglie, in merito alla simpatia che Bra poteva nutrire nei suoi confronti.
Da quel giorno Vegeta rimase “leggermente” più attento alle vicende della figlia, come mai era successo per Trunks alla stessa età.

Ogni tanto la vedeva scorazzare per casa o giocare sul tappeto e qualche volta lei aspettava che il padre uscisse dalla gravity room per dispensare nuovi sorrisi e per Vegeta nuove emozioni.
Certi giorni lo chiamava a gran voce per tutta la casa e se non si presentavano occhi indiscreti rimaneva un po’ a giocare con lei, ma succedeva sovente che rimanesse semplicemente a guardarla, come se fosse il più prezioso dei suoi tesori e in effetti….anche se non l’avrebbe mai detto apertamente, neanche in un sussurro.
Succedeva spesso, considerata l’età, che la piccola piangesse per i più svariati motivi, ma per Vegeta sarebbe stato più facile dimostrarle il suo affetto salvandola dai mostri più agguerriti che prendendola semplicemente in braccio facendola sentire al sicuro. In quelle circostanze rimaneva ad attendere che la finisse per proprio conto o che la moglie intervenisse facendogli tirare un sospiro di sollievo.
Perfino Trunks si dimostrava essere un padre migliore di lui, ma questo lo faceva riflettere giusto il tempo di uno schiocco di dita. Di tutti i componenti della famiglia lei aveva scelto lui come punto di riferimento. Questo bastava a inorgoglirlo ancor di più…
Ovviamente lui poteva cercare in tutti i modi di nascondere le sue sensazioni crescenti nei confronti della piccola, ma Bulma di certo non era così ingenua e così poco conoscitrice dell’ “enigma” Vegeta da non aver pensato anche solo per un momento che forse lui era riuscito a provare innati sentimenti d’affetto per il suo stesso sangue. Adorava letteralmente metterlo alla prova e incastrarlo in situazioni decisamente complicate per uno come lui, ma alla fine decideva di no tirare troppo la corda, perché non aveva certo voglia di avere a che fare con la parte più testarda e scontrosa di Vegeta, quella era bastata e avanzata all’inizio del loro rapporto.
Il grado di sopportazione e resistenza alle complicate situazioni familiari era infatti pari a zero e già risolveva a fatica quelle di coppia, che d’altronde andavano a finire tutto allo stesso modo: nessuno dei due si dichiarava sconfitto.

Da qualche sera a questa parte era capitato che la donna decidesse di riportare la culla della bimba nella loro stanza a causa di alcuni comportamenti insoliti da parte della piccola che si ritrovava a piangere nel cuore della notte accorgendosi probabilmente del distacco troppo repentino della madre. In effetti, il lettino della piccola, già da neonata era stato posizionato nella camera matrimoniale, ma a causa dei suoi continui pianti nella notte Bulma avrebbe dovuto sopportare anche le numerose occhiate ostili di Vegeta, nonché le sue pungenti critiche. Considerato il “leggero” cambiamento degli ultimi tempi da parte di Vegeta e una più disponibile attitudine ad accettare il ruolo paterno, Bulma aveva decretato che la piccola sarebbe tornata a dormire nella loro stanza, avendo così la possibilità di capire se esistesse una reale motivazione ai continui pianti notturni della bimba e della sua aria distrutta all’indomani successivo.

Vegeta aprì della sua stanza e vi trovò la donna che avendo tra le braccia la figlia si apprestava a darle della camomilla nel biberon.
- Cosa speri di riuscire a fare?- disse lui ad una Bulma perplessa, in riferimento alla bevanda che stava facendo bere alla sua piccola.
- Spero solo che bevendo un po’ di camomilla questa notte possa riuscire a dormire tranquilla- disse lei con ovvietà.
- Quella roba terrestre non riuscirà ad avere l’effetto sperato, ricordati che per metà è un saiyan - cominciò a dire mentre si sfilava gli indumenti- Infatti non mi sembra che le altre notti abbia dormito così tranquillamente…
- Cosa vorresti insinuare? Secondo te non dovrei neanche provare a trovare una soluzione al problema e lasciarla piangere in continuazione?!
L’affermazione della donna non era degna di essere presa in considerazione per la sua mente saiyan, infatti pensò bene di infilarsi tra le lenzuola e girarsi dall’altra parte, per tutta risposta.
Bulma prese la cosa con leggerezza, non le sembrava il caso di intrattenere discussioni con chi di ragioni non ne avrebbe volute sentire e quindi continuò, dopo il biberon, a cullare la bimba tra le braccia. Di cantare una canzoncina non se ne parlava neanche, Vegeta l’avrebbe scaraventata giù dalla finestra senza pietà! Però l’idea non le era sfuggita e aveva anche riso leggermente al solo pensiero. Vegeta l’aveva sentita e aveva vagamente girato lo sguardo curioso verso la sua direzione.
Una volta addormentata la piccola, Bulma decise a spegnere finalmente la luce sul comodino mettendosi a letto a sua volta.
Il sonno l’accompagnò per circa quattro ore, in seguito Bra cominciò come ogni notte a piangere e a pretendere attenzioni.
La donna era talmente stanca quando era andata a coricarsi che era riuscita a prendere sonno un po’ troppo tardi rispetto al previsto e adesso il pianto della piccola non ci voleva proprio.
Anche Vegeta era stato disturbato e aveva cominciato a girarsi dalla parte della donna guardandola con occhi ancora pieni di sonno, ma pur sempre indignati e scontrosi.
- Cerca di farla stare buona, mi scoppierà la testa!
- Sto cercando di alzarmi, ma forse sono anch’io troppo assonnata per darle retta…sono notti che non dormo…- disse la donna sospirando.
Intanto la piccola continuava a disperarsi sempre più forte e ad infastidire ancor maggiormente uno spazientito Vegeta.
- Per favore Vegeta…vai a prenderla tu…per una volta…- disse lei ancora sbadigliando e socchiudendo a tratti gli occhi.
- Vorrai scherzare!
- Non mi sembro una che scherza…avanti cosa ti costa?- disse Bulma con rinnovato vigore.
Vegeta decise di alzarsi lo stesso, anche per non starla a sentire.
Si avvicinò alla piccola e osservando il suo volto notò un viso rigato di lacrime e rosso per la contrazione tanto rigida dei lineamenti.
Provò una profonda compassione.
Cercò di prenderla subito in braccio per frenare il suo lamento ed infatti la piccola, stremata dalla stanchezza, riuscì a sentirsi tranquilla e a piangere con meno intensità.
Vegeta decise di non metterla subito in braccio alla madre, anche perché Bulma, un po’ per il sonno incombente un po’ per mettere fino infondo alla prova il compagno, non fece alcun tipo di gesto in suo aiuto.
- Forza adesso prenditela! Ho bisogno di dormire!
- Ma se me la lasci proprio adesso la bambina potrebbe ricominciare a piangere, tienila tranquilla li con te finché non si riaddormenta del tutto…- disse Bulma tenendo sempre gli occhi chiusi con la testa ben appoggiata al cuscino.
Vegeta decise di rimanere seduto dalla sua parte di letto aspettando che Bra decidesse di riaddormentarsi definitivamente.
Il tempo trascorso sembrò interminabile, appena Vegeta tentava un movimento la piccola riapriva stancamente gli occhi.
A quel punto tutto gli fu chiaro: la piccola voleva sì riaddormentarsi in braccio, ma soprattutto continuare a dormire in braccio ai genitori!
Vegeta si arrese alle tenebre del sonno e quasi senza accorgersene era rimasto addormentato seduto con la bambina fra le braccia…

Al risveglio Vegeta si ritrovò nella stessa posizione senza però aver più tra le braccia la piccola, allarmandosi all’istante e svegliando anche la moglie di soprassalto urlò: “BRA!!”
- Cosa succede??!- disse Bulma ancora ancorata al sonno.
La piccola aveva semplicemente deciso di stare più comoda sistemandosi nel mezzo del lettone, mettendosi fra i genitori addormentati, ma pur sempre accanto a lui. Vegeta avrebbe dovuto semplicemente girare lo sguardo un po’ più in basso per accorgersene.
- Fa silenzio, finalmente si è addormentata, adesso puoi dormire tranquillo…-riprese Bulma con un fil di voce.
Vegeta seriamente contrariato decise di sciogliersi pianissimo fra le coperte, mettendosi all’altezza del volto beato della figlia.
Pensando agli avvenimenti fino ad allora accaduti e ai capricci viziosi della figlia, sussurrò piano:
“Tutta sua madre…”
A Bulma non sfuggì l’affermazione e sorrise semplicemente.

Fine

Ecco a voi una nuova storia sfornata, come ben sapete, dalla mia amica Stefania! La famiglia Brief sta diventando un circolo vizioso per noi!!^^
Per quanto riguarda il titolo questo è stato scelto da me (Veronika), spero che vi arrivi il significato: visto che Bra nutre un affetto speciale proprio per suo padre “I chose you” si riferisce proprio alla bambina che sceglie suo papà come punto di riferimento.
Troppo complicato come ragionamento??Purtroppo questo è l’unico titolo che mi è venuto in mente dopo ore cervellotiche. Inoltre ho preferito trascriverlo in inglese perché in italiano (scelgo te) mi veniva in mente Ash dei Pokemon (avete presente?!) mentre lancia la Poketball per scegliere il suo pokémon.
Ok dopo questa immagino che nessuno leggerà le nostre prossime storie!!haha
Comunque come sempre attendiamo con piacere i vostri commenti, ringraziamo chi ha precedentemente recensito o chi ha semplicemente letto!
Un bacio a tutti e alla prossima! Veronika88 – Stefania la fanwriter

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