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Autore: LittleDreamer    10/10/2007    4 recensioni
Storia di una ragazza come voi che vede realizzato il suo sogno...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che è la prima volta che scrivo una FF, quindi sarete liberi di vomitare, sbiancare, arretrare, spaventarvi e tutto ciò che volete, ma siate buoni nel lasciarmi le recensioni (sempre se a qualche anima buona vanga la brillante idea di farlo xD). In caso proverete questi sintomi vi autorizzo a prendervela con Noemi (StellaPolare) che mi ha convinta a scrivere nonostante io sia incapace -.-' xD Il primo capitolo è piuttosto breve perchè è una presentazione della protagonista...
Naturalmente i Tokio Hotel non sono di mia proprietà (-.-'), non ho nessuno scopo di lucro e ho inventato tutto io...Purtroppo T_T
Spero vi piaccia...Tscüss!

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Era tutto buio…Eppure erano solo le 10 di un mattino autunnale piuttosto tempestoso. Una ragazza correva nonostante la pioggia incessante che si abbatteva su di lei…Sotto il cappuccio di una felpa troppo grande, si intravedevano degli occhi grandi e delle belle labbra da cui proveniva uno scintillio, che le era costato una continua lotta contro i suoi genitori…una banalità per assomigliare un po’ a Lui, sperando di sentirsi un po’ più vicina al suo sogno. Inutile. Banale. Ma non era pentita, anzi; continuava a sperare, per quanto gli altri potessero considerarla infantile e stupida, che un giorno potesse ottenere quello per cui lottava da anni ormai. Proprio quello che le fece scendere una lacrima sul viso pallido. Una lacrima nera, per la rabbia o forse per il troppo trucco. La ragazza si fermò un attimo ed estrasse dalla tasca un iPod. Le sue lunghe dita decorate da unghie nere con tanto di french, si fermarono sulla celebre Monsoon. “Running through the monsoon, beyond the world to the end of time…”. Sembrava fatta per lei, quella canzone. Come le altre d’altronde…Proprio per questo li amava così tanto, perché sembravano conoscere tutto di lei. Ma  era solo un’impressione, dato che non si sarebbero mai accorta di una persona simile, timida e introversa, dalle mille preoccupazioni…Era proprio per questo che si sentiva abbandonata. Non solo non aveva Loro, ma la persona più importante per lei era distante chilometri e chilometri. L’ unica. Ma non per sua scelta…Vanessa è una ragazza simpatica, alla mano…ma riesce ad esserlo solamente con le persone che la capiscono a fondo. Non quelle che ti escludono a priori per il tuo aspetto, per i tuoi gusti musicali o perché non ti vesti alla moda. Era proprio stanca di gente del genere; e più le detestava, più se ne ritrovava intorno. Per fortuna c’era lei…Ginevra. La sua migliore amica…Si era dovuta trasferire da Milano all’eta di 8 anni, ma nonostante tutto l’amicizia tra lei e Vanessa aveva resistito e si era rafforzata più che mai. Erano cresciute insieme e anche se vivevano in contesti sociali diversi, avevano sviluppato insieme la loro personalità; raccontandosi tutto, affrontando insieme le paure, confidandosi le speranze e i pensieri più nascosti…condividendo passioni. E tra queste, più di ogni altra, i Tokio Hotel. Quel gruppo che seguivano da due anni in silenzio; quello che le faceva correre nel negozio di dischi dall’altra parte della città appena usciva un nuovo cd, quello che le spingeva a precipitarsi in edicola appena veniva pubblicato uno speciale, o a non dormire la notte per vedere 4 minuti di video che passavano alla tv. Ma la cosa che più le legava era la loro capacità di sognare. Di passare ore ed ore al telefono pensando ai “Gemelli Kaulitz” e sperando che i loro desideri si realizzassero. In effetti, quelli di Ginevra si sarebbero avverati…Sarebbe andata al Loro concerto, l’indomani. A Milano. Unica data italiana del tour. E lei, Vanessa, sarebbe rimasta a casa, a guardare il suo sogno attraverso uno schermo. Che schifo. Bill, Georg, Gustav erano a qualche chilometro da casa sua. E lei non poteva vederli. Non poteva vedere Lui. Tom. Il chitarrista più bravo del mondo. Il più sexy. Il più…Il più…Basta. Non c’erano aggettivi per descriverlo. Non sarebbero bastati tutti i superlativi di questo mondo.
Dopo una corsa estenuante entrò nel parco e si sedette ai piedi del suo albero preferito, il luogo in cui si rifugiava sempre quando era triste e si sentiva sola. SEMPRE. Perché lì riusciva a ritrovare la forza che aveva perso, poteva rilassarsi e ritrovare perlomeno un po’ di tranquillità. Ma non in questo caso. Qui aveva bisogno di una cosa sola e ormai non poteva averla. E dentro di se l’odio contro tutti cresceva…era consapevole di vivere in una società di merda, dominata dall’egoismo e la superficialità. Sentimenti contro i quali aveva lottato da sempre, inizialmente piangendo in classe, poi rispondendo a tono e pian piano imparando e ignorarli…ma non a conviverci. Soprattutto quando persone simili sono proprio i tuoi genitori. Se così si possono definire… era stata adottata a 4 anni, dalla Germania. I suoi veri genitori erano morti in un incidente aereo, e lei era rimasta sola. Troppe esperienze l’avevano fatta crescere e l'avevano resa troppo matura e responsabile. Ma il troppo non è mai buono, soprattutto per una ragazza di sedici anni. La paura di scappare via si era impossessata di lei tantissime volte, ma aveva preferito tacere e continuare il conto alla rovescia fino ai suoi 18 anni, alla sua parte di libertà. Giunti a questo punto, però, non ne poteva davvero più; le avevano negato la cosa che aveva più a cuore e quando aveva trovato la forza di ribellarsi, ormai era troppo tardi. Biglietti finiti in appena due giorni.
Si era fatto tardi, si alzò e si incamminò verso casa, con un vuoto ed una rabbia dentro indescrivibili.

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