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Autore: Reo    24/03/2013    1 recensioni
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Due paia di labbra che si uniscono, in un saluto non detto.
Una One shot decisamente triste, di storie del genere su questa coppia ne avevo lette poche e avevo voglia di scriverne una.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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25 febbraio 1947. 
autrice:
Reo.
note:
Sotto il profilo formale la fine della Prussia arrivò il 25 febbraio 1947, la storia è appunto ambientata in quella giornata. I personaggi non mi appartengono.
Chiacchiere dell'autrice: Allora questa è la prima One shot che scrivo. siate clementi! E' alquanto triste, ma ero molto ispirata anche da questo video http://www.youtube.com/watch?v=JdgSIn5G3h8, questa storia si è classificata al primo posto al concorso della pagina >> Soul gem:
http://www.facebook.com/pages/-%D1%95%CF%83%CF%85l-g%D1%94%D0%BC/388606364550474

Grazie in anticipo a quelli che leggeranno e recensiranno questa storia!


Elizaveta correva, il corpo affaticato fasciato dal solito abito verde chiaro, il respiro affannato, un fiore tra i capelli castani. La pioggia cadeva fitta e colpiva come un pugnale ogni lembo di pelle nuda, ma non le importava, non le importava di bagnarsi, o di scivolare sul terreno fangoso, in quel freddo pomeriggio di febbraio.
Trovò quello che stava cercando sotto un albero, accartocciato su se stesso, con tantissime ferite, e peggio di quanto sperasse.
Rosso e bianco. Rosso come i suoi occhi che socchiusi e appannati la scutravano, o come le sue labbra ,macchiate appena di sangue, e piegate in un sorriso stanco.
<< A quanto pare la fine è arrivata, Ungheria. >>
Elizaveta si inginocchiò davanti a Prussia.
Bianco, come i suoi capelli che ricadevano spettinati a sudati, o come la sua camicia strappata in più punti e sporca.
<< Non è la fine. >> Ungheria trattene a stento le lacrime, più che dare conforto all'amico tentava di dare conforto a se stessa.
<< E' stato deciso, io non sono più una nazione, io non sono più niente. >>
Ungheria abbassò lo sguardo, non sopportava più di vedere l'altro in quelle condizioni, sembrava così debole, così rassegnato, così poco Prussia.
Nutriva l'assurda speranza che l'altro da un momento o l'altro si sarebbe alzato e sarebbe scoppiato in una delle sue solite risate, ridendo di lei che si era preoccupata per lui per niente.
Per un po' ci fu solo silenzio, interrotto dai lenti respiri dell'albino.
<< Si faranno tutti delle grosse risate, Austria, Spagna, Francia, il mio caro fratellino Ludwig, rideranno fino alle lacrime quando scopriranno che il "grande me" è finito così, una fine indecorosa per una persona del mio livello. >> Prussia rise leggermente.
<< Non voglia che tu finisca così >>
Lacrime leggere iniziarono a scorrere giù dagli occhi di Ungheria, lacrime che si andavano a mescolare con la pioggia, accompagnate da lievi singhiozzi.
Prussia rimase sorpreso.
<< Piangi per la gioia? Odio far piangere le donne. >> Prussia fece un'espressione fintamente scocciata.
<< No, piango perché tra tutte le cose brutte che potevano capitare questa è la peggiore. Non voglio che tu sparisca, non lo vorrei mai. >>
I singhiozzi di Ungheria divennero di colpo più violenti, Prussia allungò una mano e prese ad accarezzare i capelli dell'altra.
<< Nonostante tutto, capisco perché in questi anni non ho mai avuto il coraggio di starti vicino, per un po' credevo che fosse per le tue padellate, o per il fatto che tu girassi sempre vicino a quell'idiota di Austria, ma non era così. >>
Ungheria alzò un po' il viso in direzione dell'altro.
Non la guardava come una nazione nemica, ma come un uomo guarda una donna.
Ungheria tentò di abbassare lo sguardo, ma la mano che prima le accarezzava i capelli le prese il mento e con dolcezza lo alzò.
<< Ho finalmente accettato tutto, il vero motivo per cui in questi anni ti ho reso la vita un inferno, è lo stesso per cui in questo momento non vorrei scomparire. >>
Ungheria si gettò contro il petto dell'altro, dopo anni passati ad odiarsi, avrebbe dato di tutto per restare per sempre così, abbracciati, da soli, senza nessun popolo o storia alle spalle.
<< Mi hai odiato così tanto? >> chiese Prussia.
<< Non ti ho mai odiato, non ti sopportavo questo è certo, ma non ti ho mai odiato. >>
<< Ti mancherò? >> Anche gli occhi di Prussia stavano piangendo.
<< Sempre. >>
<< Non dire cose che mi facciano piangere, non voglio perdere la faccia proprio ora. >>
Ungheria rise, una risata senza gioia.
<< Una vita intera passata ad evitarti ed ora vorrei restare così per sempre. >>
Il respiro di Prussia si faceva più stentato e affievolito.
<< Mi dispiace. >>
<< Per cosa? >>
<< Per tutto. >>
<< Allora chiedo anche io scusa. >>
<< Non devi. >>
<< Devo invece. >>
<< Siamo due idioti. >>
<< Ho un desiderio, prima di sparire. >>
<< Qualsiasi cosa. >>
<< Non mi hai chiamato con il mio vero nome, neanche un volta. >>
<< Neanche tu. >>
Ungheria sciolse l'abbraccio, e guardò dritto negli occhi di Prussia.
<< Gilbert. >>
Le sue labbra si aprirono in un sorriso.
<< Elizaveta. >>
Mancava poco alla fine.
<< Questo non è un addio, vero? >>
<< Se lo fosse davvero non potrei più chiamarmi Gilbert. >>
Due paia di labbra che si uniscono, in un saluto non detto.




   
 
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