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Autore: allegretto    24/03/2013    6 recensioni
Ci vuole un incidente per far sì che tutti si rendano conto di quanto seriamente Jensen stia male. Ma come possono Jared, la famiglia Ackles e i suoi amici aiutarlo, quando lo stesso Jensen rifiuta ogni tipo di aiuto esterno? L'unico modo che essi conoscano, anche a costo di perdere per sempre la stima e l'affetto di questa persona!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattro

 

Misha, Jim, sono contento siate potuti venire qui con così poco preavviso a darci una mano!”, esclamò Josh andando incontro ai due uomini, nel parcheggio dell'aeroporto internazionale di Dallas.

Ma scherzi? Jensen non è un semplice collega. Per un amico, questo e altro!”, esclamò Misha, stringendo la mano al fratello di Jensen.

Jensen è come un figlio per me, perciò è naturale che io sia qui, anche se ho dovuto alterare i miei progetti estivi, ma per lui e la vostra famiglia vale il sacrificio!”, dichiarò Jim, con solennità.

Josh lo abbracciò, commosso.

Questa è Maddie, Josh. Mia figlia. All'inizio è chiusa e riservata poi quando capisce di avere un uditorio consapevole, non starà zitta un attimo”, aggiunse Jim, spingendo in avanti una recalcitrante ragazzina che cercava di stare dietro al padre. “Perciò approfittate di questo momento”, aggiunse Jim, mettendo un braccio sulle spalle della figlia.

Ciao, Maddie. Benvenuta!”, esclamò Josh alla piccola, la quale sorrise timidamente.

Si vede che siete fratelli tu e Jensen. Vi assomigliate molto!”, esclamò lei.

Vorrei che mi assomigliasse un po' di più nel carattere”, replicò lui, sospirando, mentre metteva le valigie dei suoi ospiti nel bagagliaio.

Come sta quello sciagurato?”, chiese Jim, mentre si sedeva dietro con sua figlia.

Si, hai ragione. Proprio uno sciagurato”, rispose Josh, entrando in macchina. “Non bene. E' in coma farmacologico a causa del danno epatico. Ci hanno detto che forse ci vorranno più di quarantotto ore....Vederlo in quelle condizioni è sconvolgente”, aggiunse poi, sconsolato.

Immagino”, disse Misha, seduto accanto a Josh. Guardava fuori dal finestrino le luci notturne della caotica città texana. “Come l'ha presa Jared?”, chiese poi.

Uh, male. Proprio male. Povero ragazzo”, rispose Josh.

Misha e Jim scrollarono la testa, dispiaciuti.

La strada a scorrimento veloce che collegava l'aeroporto alla centro della città era trafficata anche alle undici di notte. Molte auto erano dirette ai numerosi locali della zona dei night-club e alcuni di loro avevano un'andatura non propriamente esemplare. La mente di Josh iniziò a focalizzarsi su quello che era successo a suo fratello e ovviamente quello fece aumentare il suo nervosismo. Decise di spiegare ai suoi ospiti la loro sistemazione per distogliere la sua mente da quei pensieri negativi.

Per il vostro soggiorno mia madre ha insistito perché Maddie stia da lei.”, esclamò Josh, ad un certo punto. “Ha requisito una casa di fronte alla sua. E' di una sua amica la quale ora è in Europa con il marito. Così avete un posto dove riposarvi fra un turno e l'altro e sicuramente non dovrete tirare a sorte per il letto. Di giorno Maddie starà con mia moglie e i miei figli, così non si annoierà”, aggiunse.

Tua moglie non sta aspettando un bambino?”, chiese Misha, mentre controllava le email sul suo telefono.

Si, il terzo, ma è una donna abituata a lavorare fino a quasi al giorno del parto. A volte devo fingere di arrabbiarmi per farla un po' riposare”, ghignò Josh.

Una donna eccezionale. La mia non fa altro che lamentarsi”, sospirò l'attore più giovane.

Ah, giusto. Anche voi avrete presto un bimbo”, esclamò Josh. “Quando dovrebbe nascere?”

Metà settembre”, rispose Misha. “E il tuo?”, chiese poi.

Più o meno lo stesso periodo!”, rispose l'altro.

Ah, bene. A proposito di mogli...Danneel?”, domandò, nuovamente, Misha.

Quella donna è una sciagura...non si è ancora palesata”, dichiarò Josh, oscurandosi in volto al pensiero della cognata.

So che non l'apprezzi, Josh, ma non è malvagia come sembra. Per certi versi è il meglio che poteva capitare a Jensen...”, esclamò con convinzione Jim.

Sarà ma una moglie dovrebbe stare accanto al proprio marito in questi casi”, replicò il fratello di Jensen.

Lo so ma lei non è proprio ma moglie nel senso vero e proprio del termine...li lega l'affetto, l'amicizia ma null'altro e poi Jensen non è facile da gestire...lo togli dalla sua routine e lui schizza”, disse Jim, quasi sovrappensiero.

Già, a volte quando litigano loro due, Jensen mi fa paura”, replicò Misha.

Cosa cercate di dirmi?”, chiese Josh, confuso, voltandosi verso i suoi interlocutori. La sua mossa, però, causò quasi un tamponamento. Il giovane riuscì a frenare in tempo per evitare di andare a sbattere contro un'altra auto. “Idiota, stai attento! Come guidi?”, urlò poi, verso l'altro guidatore, mostrando così la sua stanchezza e angoscia.

Si, Danneel cerca di amministrarlo senza farlo irritare e di solito ci riesce abbastanza bene. Lei e Jared fanno un lavoro egregio e a volte non so proprio come facciano a sopportarlo per quanto sia rompiscatole”, rispose Misha, chiedendosi quanto ancora fosse lontana la casa degli Ackles, preoccupato per la guida un po' sventata di Josh.

Forse è così e sono il primo a dire che con mio fratello ci vuole qualcuno che si sappia imporre ma lei è stata troppo arrendevole, gli ha fatto fare quello che voleva e non si è neanche degnata di avvertire la famiglia che suo marito stava mettendo a repentaglio la sua vita, perché si è accorto che la scelta fatta non lo rendeva felice!”, esclamò in crescendo Josh, fino quasi a urlare.

Jim lanciò un'occhiata angosciata a Misha attraverso lo specchietto retrovisore e poi mise una mano sulla spalla di Josh: “Adesso ci siamo noi. Vedrai che tutti insieme troviamo una soluzione!”, esclamò, poi, cercando di essere il più rassicurante possibile.

Il giovane non disse nulla ma annuì. Poco dopo imboccarono il vialetto della casa paterna di Jensen e dopo aver fermato, Josh scese dall'auto e scusandosi, entrò in casa, lasciando Jim e Misha da soli a domandarsi se lo stato d'animo degli altri fosse così o peggio.

Furono raggiunti da Donna ed Alan che li fecero accomodare in casa, continuando a ringraziarli per aver accettato il loro invito.

Il mattino dopo vi fu una riunione informativa fra tutti quelli che avrebbero partecipato ai turni. Dopo gli abbracci e i saluti fra Jared e i suoi colleghi, Alan, incaricato di tenere la contabilità dei componenti dei turni e degli orari, informò tutti che le persone disponibili erano otto compreso lui stesso, tralasciando la moglie che sarebbe rimasta a casa a coordinare le vettovaglie.

I gruppi sono quattro. Quindi turni di sei ore. Poi uno può andarci prima o dopo. Non ha importanza. Basta che in camera ci sia sempre qualcuno”, spiegò Alan, facendo vedere uno schema a forma di tabella che aveva fatto con il computer. “Jeff, grazie per aver deciso di restare e consumare i tuoi giorni di ferie qui con noi! Lo apprezziamo molto!”, dichiarò poi commosso. Jeff annuì, anche lui con gli occhi lucidi.

Mia moglie ha suggerito di non fare coppie fisse, in modo che si possa poter passare il tempo chiacchierando fra di noi e viene meglio se le persone sono diverse. Siete d'accordo?”, riprese il decano della famiglia Ackles.

Tutti annuirono.

Bene. In ospedale c'è ora mia figlia Mac con la sorella di Jared, Megan. Tra poco potremo andare Jared ed io, per rilevarle e vedere se i medici devono riferire qualcosa. Alle due, Jim e Jeff e alle otto Misha e Josh”, disse Alan, continuando a consultare lo schema che poi consegnò a ognuno di loro.

Se Misha e mio figlio non sono troppo stanchi, stasera possono rimanere in ospedale fino alle sei di domani mattina, quando Jim ed io li sostituiremo. Se no dico a Megan e a Mac di fare di nuovo la notte”, concluse Alan.

Si. Non c'è problema, papà”, esclamò Josh. Poi rivolto a Misha: “Per te va bene?”

Si, si, nessun problema”, rispose quello, annuendo convinto.

Mezz'ora dopo Alan e Jared erano al capezzale di Jensen.

La notte era passata tranquilla, li informarono le ragazze, le quali erano stanche per la notte insonne ma serene per l'andamento della situazione.

Jared si allontanò per andare a parlare con i medici, mentre Alan spiegava alla figlia e a Megan la faccenda dei turni.

Ok, papà. Va bene”, lo rassicurò Mac, “Senti, ogni tanto entrano delle infermiere per controllare le flebo, i tubi e i monitor. Benché ce lo chiedano sempre e a volte in malo modo, una di noi è stata sempre qui dentro. Non si sa mai. Cercate di farlo anche voi. Non fatevi buttare fuori. Potrebbero sempre tirare fuori un cellulare e scattare alcune foto”, aggiunse, poi, finendo di bere lo caffè che le aveva portato Jared.

Una di loro era tutta eccitata perché doveva cambiare il pannolone a Jensen...pensa un po'...replicò, sdegnata, Megan.

Pannolone?”, chiese Jared, sorpreso, appena rientrato nella stanza.

Ebbene si. Ehehe, ho fatto due foto appena sono rimasta sola. Così quando rompe, lo minaccio di pubblicarle sulla rete!”, ghignò la sorella di Jensen.

Idea interessante, Mac. Lo farò anche io”, sghignazzò Jared, avvicinandosi al letto.

L'espressione di Jensen era calma. Jared notò che era stato sbarbato e i suoi lineamenti apparivano ancora più giovanili del solito. Le lentiggini spiccavano come stelle in un cielo notturno completamente terso.

Il ritmo del respiratore faceva muovere il tubo che fuoriusciva dalla sua bocca e anche se era legato da una parte con una striscia di nastro adesivo, quello si spostava comunque come se avesse avuto vita propria. Era ipnotizzante e dava l'impressione che Jensen dovesse svegliarsi da un momento all'altro.

Jared osservò tutti i tracciati sui monitor e anche se non capiva nulla di quanto significassero, era lieto di vederli. Le linee verticali, diagonali e orizzontali del cuore e dell'encefalo continuavano imperterrite a essere rilevate e i bollini verdi accanto ad esse erano meglio di un toccasana.

Non sapendo bene cosa fare, gli mise a posto il lenzuolo e la leggera coperta che lo ricoprivano, poi gli tastò le mani. Erano tiepide. Accarezzò le dita e giocò per un po' con la sua fede: di oro giallo, semplice. Erano andati insieme a comprarla, dopo che quella ufficiale l'aveva persa sul set. E si era chiesto tante volte se quella originale, di Cartier modellata a mano e comprata dal fratello, testimone di nozze, con inciso il nome di Danneel e la data del matrimonio, l'avesse persa veramente o l'avesse gettata via in uno scatto d'ira.

Rimase lì finché Alan non rientrò nella stanza dopo aver accompagnato le ragazze giù fino all'entrata. Gli mise una mano sulla spalla e lo scosse leggermente. Gli aveva portato del caffè-latte e un pacchetto di biscotti.

Non hai fatto colazione stamattina e Jensen dice sempre che ne fai una piuttosto corposa”, disse Alan, sedendosi dall'altra parte del letto di suo figlio.

Jared annuì in segno di ringraziamento e bevve con sollievo un sorso di quella bevanda.

Poco dopo Alan ricevette la telefonata di sua moglie che lo avvisava che stava per abbattersi un ciclone sull'ospedale. L'uomo sbuffò innervosito e borbottò qualcosa di incomprensibile. Pochi minuti più tardi, la quiete fu interrotta da una porta spalancata all'improvviso e una Danneel tutta scarmigliata e urlante, si riversò nella stanza.

Perché sono dovuta venirlo a sapere dalla televisione che Jensen aveva avuto un incidente?”, tuonò la donna, avvicinandosi al letto di Jensen, senza degnare di uno sguardo i due uomini. Poi rivolse la sua attenzione verso il marito, assumendo un'espressione preoccupata e contrita. Jared e Alan si chiesero se fosse dovuto alle sue qualità di attrice o fosse un sentimento genuino.

Cosa è questa storia del documento sulla privacy di cui mi ha parlato Donna? Sono sua moglie e solo io posso autorizzare gli interventi medici”, chiese a Jared, poi, risentita.

No. Quel documento è fatto proprio per evitare queste situazioni. Io sono sempre raggiungibile, tu no”, esclamò Jared, alzandosi in piedi di scatto.

Oh, Jensen sa sempre dove sono”, ribatté lei acida.

Magari Jensen aveva altro a cui pensare che non il luogo dove potessi essere”, esclamò Alan, sbuffando. “Vado a fare un giro, Jared”, aggiunse il padre di Jensen, non nascondendo il suo nervosismo.

Tua suocera ti ha spiegato la situazione?”, chiese Jared alla moglie di Jensen, mentre finiva di bere il suo caffè-latte.

Si”, rispose lei, facendo una carezza sul volto addormentato del marito. “Glielo avevo detto che, secondo me, beveva troppo”, aggiunse lei, commossa.

Fare qualcosa, no?”, domandò, ironicamente, Jared.

Sai, benissimo che far fare qualcosa a Jensen su cui lui non sia d'accordo, è impossibile, Jared!”, rispose lei, divertita.

Certo ma potevi avvisarmi!”, replicò lui, lanciandole un'occhiata di fuoco.

Sei con lui nove mesi all'anno!...forse eri tu che dovevi dartela, no?”, ribatté lei, tentando di difendersi. “Lo vedo solo nei fine-settimana quando rientra a Los Angeles e ciò non accade sempre, comunque. A parte il tempo in cui dorme, il resto lo passa con Steve, Jason e gli altri amici a giocare a golf o andare ai party”, aggiunse, poi, sedendosi accanto al letto.

Appunto. Vuoi dirmi che non si ubriacava alle feste? Dirgli di smettere, no?””, urlò Jared, esasperato.

Ma stiamo parlando dello stesso Jensen?”, sbottò lei, incredula. “Quello che conosco io è capace di sbatterti il cellulare nel cesso o di tirarmi qualche vaso di cristallo addosso, solo per il fatto di dirgli cosa deve o non deve fare!”, continuò sullo stesso tono la donna. “Eh lo sai benissimo, Jared! Sei stato testimone svariate volte della sua collera sia verso di me che nei tuoi confronti!”, concluse poi.

Si, lo so. Tollerante ma fino a un certo punto”, ammise Jared.

Negli ultimi tempi il termine 'tolleranza' non era più nel suo vocabolario...”, mormorò Danneel, guardando Jensen con uno sguardo a metà tra l'affettuoso e l'irato.

Comunque questa conversazione lascia il tempo che trova! Sei venuta per rimanere e dare una mano o hai intenzione di sparire come al tuo solito?”, chiese, acido, Jared.

Devo tornare a Los Angeles. Ho un'audizione domani”, rispose lei, sottovoce.

Chissà perché non sono sorpreso”, disse Jared, sospirando.

Jensen è impazzito per farmi avere questa opportunità. Non andarci sarebbe scortese nei suoi confronti”, ribatté lei.

Certo, Danneel, certo”

Sempre la solita gelosia, vero, Jared?”, esclamò lei ironica.

Non è una questione di gelosia, Danneel. E' buon senso. Sei sua moglie. Questo è il tuo posto!”, replicò il giovane, scandendo ogni parola e sottolineandole con un colpo di dita sulla superficie del tavolo accanto a sé. “E cosa dirai alla stampa quando si accorgeranno che sei a migliaia di chilometri a fare l'attrice e lui, in fin di vita, in Texas?”, continuò con lo stesso tono Jared.

Dirò loro la verità!”

Certo, la tua verità, finché non andrà a modificare le opinioni dei produttori dello show per cui devi fare l'audizione”, replicò il giovane, serio.

Appena ho finito di fare la prova e sistemato i cani, prendo un aereo e torno qui”, disse lei, tornando a guardare Jensen.

Fai pure con comodo...”, replicò Jared, facendo un gesto stizzoso con la mano. “Sei sempre la solita, Dani. Ti avevo avvertita il giorno del vostro matrimonio che dovevi tenerlo d'occhio. Si è intestardito nel percorrere questa strada e io sapevo che era quella sbagliata!”, sbottò Jared.

Mi sembra che sia stato tu a sposarti per primo, Jared”, ribatte lei. “Tu gli hai detto che eri innamorato di Genevieve. Non puoi ora rimangiarti le tue parole”, continuò lei, in tono di accusa.

L'ho fatto per non farlo soffrire”, mormorò Jared, con la voce intrisa di lacrime.

Bel piano, Jared. Vedi ora dove siamo”, replicò lei.

Gli avevo detto che per lui avrei fatto coming-out ma non ha voluto. Ripeteva che la sua famiglia non lo avrebbe più voluto vedere. Non avrebbe sopportato un atto del genere”, esclamò Jared. “Neanche per me”, aggiunse poi, lasciandosi travolgere dall'emozione.

Ormai è inutile. Il danno è fatto....”, replicò Danneel, anche lei sull'orlo delle lacrime.

Dovrà andare in una clinica di disintossicazione, quando uscirà dall'ospedale”, disse Jared, dopo essersi asciugato gli occhi e soffiato il naso.

Ahaha, non ci andrà!”, replicò lei, ridendo apertamente.

Lo costringerò. Ho la procura io. Se non vuole, firmerò io al suo posto!”, esclamò Jared, risoluto.

Non te lo perdonerà mai, Jared!”, ribatté lei, incredula.

Meglio così!”, rispose lui, affranto.

E poi non risolverà nulla. Tornerà a bere quando uscirà da lì. Ormai è così. Niente e nessuno può fargli cambiare idea”, aggiunse lei.

No. Lotterò fino all'ultimo perché ciò non avvenga!”, sbottò Jared.

Povero illuso. Tu lo hai portato a questo punto e tu devi assumerti le tue responsabilità!”

Ah! Come se tu fossi innocente, vero? Chi è che lo portava a tutte quelle feste dove l'alcol scorre a fiumi? Chi?”, urlò Jared, dando una manata sul tavolo.

Un bip insistente iniziò a fuoriuscire da uno dei monitor che rilevava il tracciato elettrocardiografico e una lucina rossa lampeggiava accanto al display del conteggio dei battiti cardiaci. Jared e Danneel rimasero pietrificati. Dopo un attimo si spalancò la porta di botto e un medico e un'infermiera entrarono, intimando loro di uscire all'istante. Jared esitò un attimo, poi fece cenno a Danneel di rimanere dentro, replicando al medico che li aveva di nuovo invitati ad uscire, il fatto della privacy e della necessità che ci fosse sempre qualcuno di loro presenti. Detto ciò, uscì sentendo ancora quel rumore insistente dell'accelerazione cardiaca.

Che è successo? Ho visto correre nella stanza dei medici!”, chiese Alan, dopo aver raggiunto Jared di corsa.

E' aumentato il battito cardiaco!”, rispose Jared, sedendosi di schianto sulla sedia nel corridoio con espressione affranta.

Poco dopo uscì il medico. “Le persone in coma, soprattutto quello indotto, hanno sì le facoltà cerebrali rallentate ma sono in grado di percepire cambiamenti di umore fra le persone che sono accanto a loro. Se voi litigate, loro lo capiscono e partecipano alla discussione alterando i loro parametri vitali”, spiegò il dottore, finendo di scrivere qualcosa in una cartella plastificata. “Perciò la prossima volta, se dovete discutere, fatelo fuori di qui!”, concluse, poi, perentorio, chiudendo di scatto il lembo superiore del fascicolo.

Si, mi scusi, ha ragione”, si scusò Jared. “E' tutto a posto adesso?”, chiese poi, ansioso.

Si, si, tutto a posto. Abbiamo inserito un antiaritmico”, rispose il medico, appena fu raggiunto dall'infermiera. Poi entrambi si allontanarono.

Stavate litigando!?”, chiese Alan, con un tono a metà tra il sorpreso, l'adirato e il rassegnato.

Due galli nel pollaio...”, mormorò poi, entrando nella stanza.

Jared sorrise, riconoscendo la frase di Jensen che usava per definire il suo amico e sua moglie quando si contendevano l'amore della loro vita.

Spero che il tuo pallore sia imputabile alla vergogna per aver causato tale trambusto!”, esclamò Alan rivolgendosi a Danneel, la quale appariva sconvolta.

No, non è per questo, Alan. Vederlo in quelle condizioni è scioccante. Così inanimato da sembrare una bambola”, ribatté lei, scrollando la testa. “Non la prenderà bene quando si sveglierà e avrà appreso come ha perso la sua intimità!”

Tuo marito rischierà di perdere qualcosa d'altro, se non metterà la testa a posto!”, borbottò Alan, in tono vagamente minaccioso, guardando suo figlio dormire tranquillo.

Come farete a farlo ricoverare in una clinica?”, chiese lei, ironica.

Un modo lo troveremo. Stai tranquilla. Con le buone o con le cattive. L'ho riportato sulla retta via già una volta e quindi non vedo perché non ci possa riuscire anche adesso”, disse l'uomo convinto.

Non è più un ragazzino. Ha più di trentanni, ormai!”, ribatté lei, secca.

Jensen è mio figlio e lo conosco bene. So quali tasti spingere per farlo ragionare e sa che se non lo fa, ci sono poche altre alternative”, replicò lui, risoluto.

Ripeto, è un uomo. Forse ora capisco perché a diciotto anni è scappato di casa per andare a Los Angeles...”, ribatté lei, amara.

Jensen non è fuggito! Cosa dici? Taci che fai più bella figura”, sbottò Alan, facendo un cenno di stizza con la mano, prima di uscire velocemente dalla stanza.

Quella donna! All'esasperazione ti porta!”, esclamò il padre di Jensen rivolto a Jared, il quale era un po' confuso per esserselo trovato davanti quasi improvvisamente.

Andiamo a fare un giro, Alan. Un po' di aria fresca ci farà bene ed eviterà uno spargimento di sangue”, affermò Jared, alzandosi in piedi e prendendo a braccetto quell'uomo così stanco.

Alan annuì e sospirò. “Non so dove trovi la forza di essere sempre così gioviale, mio caro figliolo!”

La mia forza è in quella stanza e finché rimarrà in vita, io vedrò sempre tutto positivo e roseo!”, replicò il giovane, avviandosi lungo il corridoio, assieme al padre di Jensen.

Angolo di Allegretto

 

Per prima cosa ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto e recensito i capitoli precedenti. Mi hanno fatto molto piacere i vostri suggerimenti e commenti. In una storia così complessa e articolata avrò bisogno di tutto il vostro aiuto. Ho seguito i vostri consigli e delineerò i comprimari con un ruolo misto, sia passivo e attivo, tali da non offuscare i reali protagonisti di questa vicenda: Jared e Jensen.

Questa volta le mie domande sono:

Vi piacerebbe che inserissi qualche flashback di Jared durante la narrazione dell'amore contrastato tra i nostri due ragazzi?

Vorreste che Danneel rimanesse o se ne andasse? E se rimanesse, quale atteggiamento vorreste che avesse?

A presto!!

 

 

 

 

 

 

  
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