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Autore: Tennant_is_a_puppy    24/03/2013    1 recensioni
[Dal testo]
-Vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici?-
-E tu vuoi sapere come mi sono fatta questa cicatrice?-
Harley si godè divertita l'espressione stupita del suo paziente. Probabilmente nessuno aveva ancora osato rispondergli così.
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Enigmista aka Edward Nygma, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, James Gordon, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Ciao a tutti! Anzitutto, se sei capitatoa in questa storia, g-r-a-z-i-e.
Ok,argomento usato consumato e abusato. Questa probabilmente sarà la peggiore versione della storia di Harley Quinn e Joker che leggerete, a giudicare da come scrivo io e dalle storie che ho letto. Ok, ba, non mi piacciono le lunghe introduzioni perché alla fine non  se le legge nessuno.

Ps. Alternerò i passaggi della storia con pezzi di canzoni, solo che le tradurrò in italiano. È una cosa odiosa avere metà pagina occupata da dei versi in inglese che a molti non andrà di tradurre. Ah, e i personaggi non sono di mia invenzione, ma della DC comics, Jerry Robinson, Bob Kane e tutti quelli che si sono comprati sti caspiterina di diritti d’autore. Nessuna intenzione di infrangere nessun copryright.
 
 
Capitolo 1
-Buongiorno commissario Gordon. Cattiva nottata?-
il commissario alzò lo sguardo stupito verso la dottoressa Harleene Quinzel, che si era appena seduta nel suo ufficio e le sorrideva benevola. Lo aveva chiesto sul serio?
-Sono stato tutta la notte su un grattacielo mentre alcune squadre swat assaltavano un edificio con all’interno Joker, due traghetti stavano per farsi saltare in aria a vicenda e....- si trattene.
Non poteva raccontare di Harvey Dent.
La fanciulla allargò dolcemente i grandi occhi blu e inclinò il capo..
-Oh..- si lasciò  sfuggire.
Il commissario accennò un sorriso.
-E lei come sta, signorina Quinzel?-
-Discretamente bene, grazie- fece quella più rilassata.
-Ho ricevuto la sua chiamata e sono venuta qui in ufficio. Cosa posso fare per lei?-
-Ieri sera abbiamo catturato Joker, signorina Quinzel. Non è stato semplice. Ora è particolarmente difficile che la notizia sia girata, è molto presto, ma vedrà che già da quando uscirà dal suo lavoro non si parlerà altro-
-Complimenti commissario- disse Harleene, quasi macchinalmente. I suoi occhi non sembravano sollevati dal sapere che un maniaco non girava più in città. Lo disse in modo talmente indifferente, che Gordon rimase spiazzato per qualche secondo.
-Ad ogni modo..- continuò sorseggiato il suo caffè –Ora è ad Arkham-
-Sarebbe stato stupido non mettercelo- sentenziò Harleene.
-Abbiamo qualcuno che si occupi del suo caso. Il processo è tra breve, è l’unica chance per i suoi avvocati è attaccarsi all’insanità mentale-
spiegò l’uomo
-Io da che parte  sto?- domandò secca Harleene. Il commissario la guardò in silenzio di nuovo.
-Prego?-
-Cosa devo dimostrare? Che è pazzo o che è solo molto, profondamente, intermente malvagio, e quindi condannabile?-
il commissario socchiuse la bocca, e gli occhi Harleene lo perquisirono
-Lei deve solo capire qual è il suo problema. Deve cercare di capire quell’uomo, se uomo si può chiamare-
Harleene accennò un sorriso, e Gordon fu sicuro di vedere un luccichio negli occhi della ragazza.
-Sì, assolutamente-
 
Harleene parlò col dottor Arkham per quasi mezz’ora, sulle precauzioni, su tutto quello che riguardava Joker, e lei non ne poteva più.
Ha ucciso più di 2000 persone, anche se non è che ci credo molto, tra cui donne e bambini. Sadico. L’avevo capito, smettila di ripeterlo.
Basta!!
-Capito signorina Quinzel?-
-Sì, assolutamente. Quando potrò vedere il paziente?-
-Non appena avrà finito la signorina Meridian-
la ragazza sgranò gli occhi. Non le avevano detto che avrebbe dovuto dividere il proprio caso con altri.
-Chi devo aspettare?-
-La signorina Meridian, sta avendo un colloquio col paziente. Sarà meglio dividerci quest’uomo tra vari colleghi-
-Ce la faccio benissimo da sola- fece seria Harleene, senza neanche rendersene conto.
Il dottor Arkham la guardò con una punta di severità, e con più gentilezza la ragazza cercò di spiegarsi
-Vede, dottore, la signorina Meridian ha già molti altri pazienti. Non sarebbe meglio lasciare me? Io mi occuperei esclusivamente di lui. Non mi dica che non è un caso impegnativo-
Oh sì, questo è parlare, Harley. Sei proprio brava.
si disse.
-Valuterò quello che sta dicendo, signorina. Ma per il momento, attenda la dottoressa-
Harleene alzò lo sguardo al cielo, quando la porta blindata si aprì con un sonoro beep e ne uscì la sua usurpatrice.
-Buon giorno dottoressa Meridian? Come va?- fece con un sorriso falso da piccione. Non voleva condividere niente con nessuno.
Non quello.
-Molto bene- fece quella con una faccia da piccione odiosa. La donna la squadrò  dall’alto dei suoi tacchi e Harleene maledisse per un nanosecondo le sue ballerine ultrapiatte.
-Come è andato il lavoro?-
Meridian sospirò scocciata.
Non bene, eh?
-Quell’uomo è chiuso a quadrupla mandata. Ci metteremo una vita per aprirlo-fece, parlando un po’ con Arkham e un po’ con Quinzel.
-Spaventoso- fece seria Harley, con tono che apparse freddo, ma in realtà era canzonatorio.
-È ancora lì?- domandò subito dopo indicando la porta blindata
-Non consiglio un secondo colloquio dopo del mio- fece l’altra psicologa.
-Sa? Io non ne consigliavo uno prima , del mio-
guardò il dottor Arkham, che fece un cenno di assenso rassegnato.
-Bene, piccolo sadico. Vediamo un po’ come stai messo- borbottò con decisione, e spalancò la porta. 
  
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