The Astronomy Tower
 

                                                                   *** 

Briec non si poteva definire esattamente uno ragazzo normale, in quanto frequentasse Hogwarts e che avesse una bacchetta che gli spuntava dalla manica; ma erano solo dettagli.
  Il sole trapelò dalle nuvole, aprendo un varco e creando una sfumatura oro che si riflesse  nella grande vetrata della torre di Astronomia.
Il Corvonero si rese conto che aveva perso buona mezz’ora dell’ora della Cooman a dormire, quando aprì gli occhi color nocciola si rese conto che gli occhi della professoressa, ingranditi dagli occhiali –stregati, pensò immediatamente-, erano puntati su di lui, così strappò un sorriso come segno di attenzione.
Posò una mano sulla grande sfera con all’interno una foschia che ogni tanto tramutava in qualche figura confusa, Briec Palmerstone non era tanto alto, ma aveva braccia piuttosto muscolose ed il viso quadrato, i capelli erano anch’essi di color castano come gli occhi.
Non era il tipico rubacuori, come Malfoy, però qualche storia, nel corso di questi anni le aveva avute, al terzo anno stava con una Tassorosso del quarto anno, e al quinto stava con una Grifondoro del quarto.

«E questo, cari miei, è il metodo per poter capire come seguire le stelle.»


Briec era alquanto confuso. Era Astronomia o Divinazione? Eppure c’era Sibilla Cooman dietro alla grande cattedra caratterizzata da qualche bottiglia di Sherry abbandonata e da qualche scartoffia un po’ bruciacchiata.
Scosse la testa e si alzò seguendo la massa che si dirigeva verso le classi delle lezioni successive, si accorse che aveva dimenticato la Penna Auto-Correttiva in classe, risalì le grandi scale a chiocciola ogni tanto guardando fuori dalle vetrate policromatiche, aprì la porta in legno, che come al solito scricchiolò creando un rimbombo sinistro.
Appena entrò notò che non c’era più la Cooman, ma una ragazza che frugava dietro alla scrivania in ciliegio.

«Che fai?»  Il giovane Corvonero chiese mentre apriva la borsa in velluto per metterci la penna dentro, poi ritornò a fissare la figura che con zelo divideva scartoffie integre da quelle bagnate di vino o bruciacchiate.

La figura, che si rivelò femminile, si alzò guardandolo negli occhi.

«Cerco il registro della Cooman, sai penso che non rispetti il programma.»
 
Quella figura femminile era  Lullaby Jones, Serpeverde,  alta, bella, capelli mori che le scivolavano sulle spalle come gli ippogrifi planano per posarsi su una collina circondata da gnomi, la ragazza perfetta, la sua eterna cotta.
Briec aveva iniziato ad osservarla –in modo ossessivo – fin dal primo anno, ci aveva sempre provato, ma nulla era mai andato a buon termine.  Palmerstone aprì bocca, ma la sua prima parola, anzi sillaba, fu lacerata.

«Non voglio  uscire con te Briec, per quanto carino tu possa essere, ma preferirei giocare a mosca cieca sotto il Platano Picchiatore, e poi, sono impegnata con Alexander Bushwick.»

«Ma sei impazzita? Lo sai che Bushwick è figlio di Mangiamorte, vero?»

«E con questo? La guerra contro Lord Voldemort è finita.» E’ vero, però nonostante tutto questo tempo il suo nome provoca ancora terrore, i due ragazzi rabbrividirono.

«E poi è Serpeverde, la mia stessa casata, meglio di così.» Queste ultime parole sembravano offensive.

«Cos’hai contro le altre casate?»

«Uhm, niente.»

Lullaby prese la mano di Briec, per poi lasciarla, e se ne andò lasciando Briec confuso.

«Ma che diamine…?» Briec si grattò la testa, ma ora aveva soltanto qualcosa da fare: Cercare Bushwick.

Scese le scale a chiocciola velocemente, arrivando al Viadotto, iniziò a correre per superarlo.
Dove poteva essere Alexander? Ma certo! Al ponte di legno.
 Continuò a correre, con il sangue che gli pulsava nelle vene.
Era mattina presto, forse a malapena le dieci.
Superò un gruppo di bambini di tassorosso del primo anno che giocavano a gobbiglie, e ne esplose una in piena faccia a quello che tirava.
Il terreno cambiò velocemente, fino a diventare legno.
  Il legno rispetto a diciannove anni dopo era diverso, perché il Professor Paciock l’aveva fatto esplodere.

«Bushwick!» Briec gridò e Alexander mosse la testa verso Palmerstone.

«Coza vuoi.» Il tono bulgaro del ragazzo intimidì Briec.

«Devi lasciare in pace Lullaby, non sei una buona compagnia. Io non mi fido di te, e lei è una rosa, non può essere rovinata da te.»

Bushwick puntò la bacchetta.

«Ztupeficium!»



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ANGOLO DELL'AUTORE.

Hem, salve! *si aggiusta la cravatta e prende il microfono*
Spero che vi stia iniziando a piacere questa storia, nonostante sia con personaggi inventati.
Recensite in tanti! 
Ah, e il carattere di Lullaby è così perchè.. [CENSORED] Buhauahua. Non potete saperlo.
Visto che voglio che questa ff venga bene vi do anche i dati dei due innamorati, va'.

LULLABY JONES.

Casata: Serpeverde.
Data di nascita: 29 Aprile.
Bacchetta:  Salice, 15 pollice, Crine di Unicorno.
Patronus: Lepre.

BRIEC PALMERSTONE

Casata: Corvonero
Data di Nascita: 28 Gennaio.
Bacchetta: Sorbo, 17 pollici, Corde di Cuore di Drago.
Patronus: Lepre.

Curiosità: Per decidere i Patronus sono ricorso all'Oroscopo Cinese, che ci crediate o no sono entrambi Lepre.