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Autore: Lau_McKagan    24/03/2013    3 recensioni
'Perdonami Padre perchè ho peccato'
In fondo, cosa c'era di male? La musica serviva anche per lodare Dio dopo tutto. Che poi quella muscia fosse il rock, e che venisse considerato fuoriluogo in un contesto come quello dove lei viveva bè, quella era tutta un'altra storia...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava fumando una sigaretta scroccata a Slash prima di uscire, appoggiato al muro come al solito mentre la aspettava. Ormai quella storia si ripeteva da settimane. tutte le sera abbandonava i suoi amici, se non in rare occasioni, per andare da lei. All'inizio i ragazzi lo tempestavano di domande, ma da quando avevano capito lo lasciavano perdere, anche se a volte non resistevano proprio a prenderlo un po in giro. D'altrone Duff che faceva il filo ad una quasi suora che nemmeno glie la dava era troppo esilarante per lasciar correre. Ma il biondo aveva imparato a non prendersela, e a ridere di quelle stesse beffe. Perchè alla fine avevano anche ragione. Ci aveva provato con lei, era arrivato aanche vicino a quel qualcosa in più che desiderava, ma si era ovviamente tirata indietro. Eppure sentiva che anche lei era attratta da lui, in che cosa stava sbagliando allora? Forse era solo combattuta e intimidita. Forse si sentiva inadeguata. Bhà... non sarebbe mai riuscito a capire le donne, di qualsiasi genere esse fossero.
Stava pensando a tutte queste cose quando lei arrivo calandosi dal muro del convento come era solita fare "Ciao!"
Non si era accorto di lei, tanto che sussultò "Hey... mi hai spaventato!"
"Io?"
"Si, quando sei lassù tirami un sassolino prima di scendere così all'improvviso" scherzò mettendole il braccio attorno alle spalle.
Angel trasalì, sentendo un brivido correrle lungo le membra anche solo a quel gesto innocente.
"Allora vediamo, la lista è praticamente finita, però ci sono ancora cose che non hai fatto anche se non le hai scritte" disse Duff camminando con lei in quella calda sera d'estate "il bowling ad esempio... non hai mai nemmeno fumato una canna e non ti sei mai ubriacata, bisogna prendersi una sbronza seria almeno una volta nella vita"
"Duff..."
"mmm?"
"Io..." aveva ragione, c'erano tante altre cose che non aveva mai fatto, e che non erano presenti in quella lista. E anche qualcuna che sempre grazie a lui aveva fatto, come ad esempio innamorarsi. Già. E quella sera aveva tutte le intenzioni di cancellare nella vera lista che aveva nella testa un'altra cosa "vorrei... torneresti su quella collina, dove si vede il cinema?" chiese con un filo di voce abbassando lo sguardo, arrossendo pensando che lui potesse immaginare il motivo del suo desiderio di tornare in quel posto.
"Oh, il drive-in gratuito? Si può fare, ma non ho idea di che film passino" aveva intuito che aveva in mente qualcosa, ma da galantuomo che era non fece domande per non metterla in imbarazzo "hai una coperta?"
Angel annuì mostrando lo zaino che aveva sulle spalle. Lui glie lo prese, sgravandola da quel seppur irrilevante peso, e la prese per mano "Andiamo"
Quella sera era persino più bella dell'altra. O almeno così le sembrava. C'era un cielo bellissimo, pieno di stelle, e si stava bene tra gli alberi, dove una leggera brezza dava sollievo dal caldo. Stesero la coperta e ci si sedettero sopra guardando lo schermo davanti a loro che stava trasmettendo la consueta pubblicità pre-film "spero non facciano robe drammatiche o eccessivamente romantiche!"
"Non importa" sentì lo sguardo interrogativo di Duff su di se, e non riuscì nemmeno a guardarlo. Ma ormai aveva deciso, doveva farlo, voleva farlo. Così prese un respiro profondo e voltandosi fece unire le loro labbra. All'inizio rimasero fermi entrambi, lei intimidita e impacciata, lui troppo sorpreso per fare qualcosa. Ma poi man mano che i secondi passavano, le loro labbra presero a muoversi delicatamente le une sulle altre, sfiorandosi e accarezzandosi dolcemnte, finchè il biondo prese in mano la situazione e trasformò quel lieve contatto in un bacio vero e proprio, profondo e sensuale. Mise una mano sul suo viso avvicinandosi a lei, e cercò la sua lingiua, intrecciandola alla sua, accarezzandola e assaporandola finchè senza fiato si dovette staccare. La guardò, desideroso, accaldato... e interrogativo. Cosa voleva dire quel gesto? "Perchè l'hai fatto?" domandò senza levare la mano dalla sua guancia che si era fatta bollente.
Vide i suoi occhi illuminarsi, e la sentì tremare "Voglio restare con te... questa notte" mormorò lei, in un impeto di coraggio. Deglutì nervosamente sentendo dire quella frase dalla propria bocca. L'aveva detto sul serio. Voleva stare con lui, voleva farsi stringere, voleva sentirlo, voleva che la prendesse. Come Desi e Slash le avevano detto nei loro differenti racconti, voleva che lui le facesse provare ciò che mai in vita sua aveva provato.
Il biondo dal canto suo non aspettava altro. Sentir dire da lei che lo desierava l'aveva fatto eccitare quasi all'istante. Eppure non si mosse, guardandola per interminabili secondi "Sei sicura?" le chiese incerto, temendo che poi se ne sarebbe pentita.
"Si, sono sicura" assentì, sottolineando meglio il concetto con un altro bacio, questa volta subito bagnanto e profondo. Sentì le mani del biundo avvolgerle la vita, le sue braccia stringerla e tirarla contro di se. La fece stendere e sentì il suo corpo contro al suo, sentì la sua eccitazione premerle contro da sotto gli abiti, e le sue mani che gentilmente vagavano sul suo corpo caute, ma bruciando ogni singolo centimentro di pelle che incontravano "Solo... fai piano" lo bloccò sussurrando, quando sentì le sue dita che si infilavano sotto alla sua camicetta.
Duff sorrise e annuì slacciandole piano i bottoni, e scoprendole il petto "Te lo prometto... Ma ora rilassati, e se faccio qualcosa che non ti va fermami" la rassicurò, tornando a lambire la sua pelle con le labbra, scendendo sul suo collo, sul petto, accarezzandole il seno e infilando le mani dietro alla sua schiena, sganciando il gancetto del reggiseno che indossava. La vide voltare lo sguardo di lato quando glie lo levò, come se si vergognasse. Lo fece sorridere qualla pudicità a cui non era proprio abituato. Ma era bello finalmente provare qualcosa di nuovo, di diverso. Era elettrizzante. Si liberò anche della sua maglietta e si tolse i jeans rimanendo con i boxer. Le aprì le gambe sfilandole la gonna, lasciandola sotto di lui solo con gli slip. Prese a baciarla di nuovo, per farle sentire meno l'imbarazzo che di certo provava in quel momento.
Si sentiva vulnerabile, nessuno l'aveva mai vista così. Eppure quelle carezze e quei baci la facevano sentire molto più al sicuro di come mai si fosse sentita prima di allora. Sentì la mano del ragazzo risalire lentamente la sua coscia fino a fermarsi tra le gambe. Si aggrappò istintivamente alle sue braccia quando le abbassò gli slip, accarezzando la sua inviolata intimità con un dito. Fremette, e un gemito le scappò dalle labbra.
Non volelva farle male, così la preparò prima, anche se era già notevolemte umida. La accarezzò e piano spinse un dito in lei, sentendola irrigidirsi, e tentando di rilassarla con numerosi piccoli e dolci baci sul viso. Le sorrise. Angel stava voltando di nuovo il viso per evitare il suo sguardo, ma glie lo impedì "Guardami... non nasconderti..." susurrò "sei bellissima"
Nessuno glie lo aveva mai detto. Sapeva di essere carina, ma addirittuta bellissima... forse Duff stava esagerando, forse lo faceva solo per compiacerla e rendergli più gradito ciò che le stava facendo, anche se non ce ne era proprio bisogno. I movimenti delle sue dita erano lenti, mai troppo profondi. Era una sensazione strana. Le venne istintivo divaricare le gambe offrendogli un maggior spazio. Invitandolo. E Duff ci si mise in mezzo, e levò le dita da lei. Lo guardò cercando di capire cosa stesse facendo. Poi lo vide alzarsi appena e sfilarsi l'ultimo indumento che lo copriva. Non aveva mai visto un uomo nudo. Certo sapeva com'erano fatti, ma era diverso vederlo sui libri di scenze. Avvampò. Era bello, asciutto, la pelle candida e il suo fallo eretto. I battiti accellerarono all'improvviso quando Duff le prese la mano accompagnandola su di se. Non sapeva come fare, non aveva idea di come funzionassero quel genere di cose. Però Slash le aveva detto qualcosa... ma i consigli del riccio erano decisamente troppo spinti per lei. Desi era stata indubbiamente più appropriata. Osò stringere piano il suo membro nella mano, lo sentì liscio e duro nella sua stretta e lentamente iniziò ad accarezzarlo sentendo Duff ansimare. Forse stava facendo la cosa giusta... Si morse un labbro, sentendosi molto più calda. Guardava Duff mentre chiudeva gli occhi e muoveva con lei la mano sul suo mebro. E poi guardava le loro mani intrecciate mentre gli davano piacere. Quando lo sentì più duro Duff staccò le loro mani e tornò a sistemarsi tra le sue gambe stendendosi sopra di lei. La baciò ancora, indirizzando la sua erezione contro l'intimità della giovane, che non appena sentì la punta entrarle, sussultò spalancando gli occhi e aggrappandosi a lui "Tranquilla..." mormorò baciandogli la fronte, spingendo piano, con piccoli movimenti per farle il meno male possibile, reggendosi con un braccio per evitare di pesarle troppo addosso. Angel tirò un leggero urlo quando entrò del tutto, sentì le sue mani avvinghiate alla sua schiena, e le unghie che gli graffiavano leggermente la pelle. Era così stretta... non gli era mai capitato di farlo con una vergine. A  dire il vero era una cosa che non l'aveva mai attratto. Pensava che sverginare una ragazza portasse solo complicazioni sentimentali che lui si voleva evitare. Ma quello era diverso. Lei lo era. Quando le fu dentro rimase fermo cercando di farla abituare alla sua presenza, baciandola e sorridendo sulle sue stesse labbra, vedendola man mano tranquillizzarsi "E' ok?" le chiese.
"Ok" rispose lei con un filo di voce, rispondendo al suo sorriso.
Solo allora iniziò a  muoversi, piano e dolcemente, sentendo i muscoli di lei distendersi, e l'espressione del suo volto farsi più rilassata. Quando fu sicuro di non farle più alcun male le sue spinte si fecero più audaci, più profonde e veloci, facendola fremere e sospirare. Sapeva che non sarebbe durato a lungo. Era troppo eccitato, e lei era davvero stretta. Così si levò da lei dopo poco, masturbandosi velocemente fino a venire nell'arba accanto a loro. Non era stata una gran cosa, ma non usando precauzioni doveva pur fare in qualche modo. Si lasciò cadere sulla coperta al suo fianco, ansimando dopo l'orgasmo, e le circondò la vita con un braccio tirandosela contro e appoggiando la fronte alla sua tempia "Stai bene?"
"Si, sto bene" e stava davvero bene, un bene che non aveva mai provato. Aveva perso la sua verginità nel modo più bello che poteva aspettarsi, anche se fino a qualche settimana prima non si sarebbe proprio mai aspetta di doverla perdere. E anche se per lei non era arrivato quell'orgasmo di cui tutti parlavano, era stato bellissimo. Non aveva sentito molto dolore, solo un po' all'inizio. Ma Duff era stato bravo, e aveva fatto piano come le aveva promesso. Voltò il viso verso di lui, e lo vide sorriderle e baciarle la punta del naso "Di solito dura tutto molto più di qualche minuto" ridacchiò "ma non sono riuscito a trattenermi"
"Va bene così, davvero" disse lasciandosi sfuggire una piccola lacrima lungo la guancia "scusa non è per te, è che... insomma..."
Aveva sentito spesso dire che le ragazze dopo aver perso la loro verginità piangevano. Credeva fosse una cosa normale. Insomma, era una cosa importante dopo tutto, segnava un momento importante nella vita di una ragazza, e per Angel doveva anche significare molto di più. Sapeva che quella scelta le era costata moto, e che ora doveva fare i conti con quello che sarebbe stato il suo futuro. Così la abbracciò tenendola stretta, lasciando che si calmasse, coprendole il corpo ancora nudo con un lembo della coperta per non farle prendere freddo.
Dopo un po' di tempo si scostò da lui. Le piaceva molto più di quel che pensasse stare contro al suo corpo, sentire la pelle a contatto con la sua. E poi aveva un buon profumo. Si rivestirono, e rimasero per parecchio tempo stretti a guardare il cielo, e a parlare del più e del meno. Avrebbe tanto voluto restare con lui molto più a lungo. Ma non poteva. Di li a poco il sole sarebbe sorto, e lei doveva farsi trovare al convento.
"Dobbiamo andare adesso, si è fatto tardi" disse Duff dando voce ai suoi pensieri.
E a malincuore ripercorsero la starda che avevano fatto ore prima, fino al muro del convento "Verrai anche domani?" gli chiese Angele prima di lasciarlo, quasi col timore che dopo quella notte sarebbe sparito.
Duff si chinò e le diede un casto bacio sulle labbra "Mi vorrai anche domani?" chiese in tutta risposta abozzando un sorriso.
"Si"
"Allora ci sarò" questa volta la baciò sul serio, stando attaccato alle sue labbra per qualche secondo prima di staccarsi e guardarla mentre agilmente scavalcava la cinta, salutandolo e sorridendogli dall'altro prima di sparire.

Corse nel giardino euforica, si sentiva bene, si sentiva viva. Era stato bellissimo, tutto quanto. Quella serata, Duff, e quello che avevano fatto. Avrebbe voluto urlare, ridere, dare finalemente sfogo a tutte quelle emozioni che con lui aveva evitato di far trapelare. Era felice, per la prima vota in vita sua era davvero felice. Il cuore le martellava nel petto, e il solo pensiero che il giorno seguente l'avrebbe rivisto, avvrebbe avuto di nuovo i suoi baci, sentito le sue mani sul suo corpo, la riempiva di gioia.
Risalì il grande albero canticchiando, aprendo la finestra della sua stanza ed entrandoci dentro, come sempre.
Ma quando si voltò, raggelò. Lo schiaffò la colpì in pieno viso. Si portò una mano alla guancia, guardando con le lacrime agli occhi il viso di Madre Jane. La cosa che le fece più male era vedere l'espressione delusa della donna che l'aveva cresciuta e accudita come se fosse sua figlia "Io... io...." balbettò incapace di dire altro. Non c'era nulla da dire a dire il vero.
Madre Jane non si scompose, non disse nulla. Rimase a guardarla impassibile come sempre, senza lasciar trapelare alcuna emozione, anche se dentro di se stava ribollendo. Era la prima volta che le dava uno schiaffo. E la sua bruciava molto più della guancia di Angel. Lasciò la sua stanza chiudendo la porta e andandosene, senza dire niente. Solo quando fu sola nella sua stanza pianese, e pregò per lei. Per quella figlia che le era stata donata per caso, e che lei aveva accolto e cresciuto nel migliori dei modi, e che ora, l'aveva tradita, mentendole e peccando.
   
 
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