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Autore: Severa Crouch    25/03/2013    4 recensioni
I Weasley sono in vacanza in Irlanda. Tra scherzi dei fratelli e letture babbane, Percy incontra una ragazza, Caposcuola di Tassorosso, più grande di lui, che gli insegnerà a vedere l'Irlanda al di là dei libri.
“Cosa leggi?”
Percy alzò di malavoglia l'occhio dal suo libro di Trasfigurazione. Davanti a sé una ragazza con un caschetto rosa lo fissava con un sorriso sornione sulle labbra.
Strizzò leggermente gli occhi per identificarla e cercare di ricordare dove l'avesse vista.
“Percy Weasley, vero? Quarto anno, Grifondoro ad Hogwarts.”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Percy Weasley
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Capitolo 1

Carrick, Donegal, 21 agosto 1990

Cosa leggi?”

Percy alzò di malavoglia l'occhio dal suo libro di Trasfigurazione. Davanti a sé una ragazza con un caschetto rosa lo fissava con un sorriso sornione sulle labbra.

Strizzò leggermente gli occhi per identificarla e cercare di ricordare dove l'avesse vista.

Percy Weasley, vero? Quarto anno, Grifondoro ad Hogwarts.”

Non poté fare a meno di spalancare gli occhi: come diavolo faceva a conoscerlo così bene? Annuì imbarazzato, mentre la ragazza spostava la sedia dall'altra parte del tavolo per sedersi, e poggiava malamente la tazza di tè con cui si stava scaldando le mani.

Una serie di goccioline di tè caddero.

Miseriaccia, fa un po' attenzione!” sbottò lui, avvicinando a sé i libri; si sistemò gli occhiali di corno sul naso e le domandò incuriosito: “Tu chi sei?”

Tonks, Caposcuola di Tassorosso. Aspirante Auror!” rispose sicura di sé.

Il tavolo tornò immediatamente pulito, sotto gli occhi sorpresi di Percy.

Non sapeva come comportarsi: lei era Caposcuola, non poteva rischiare di essere scortese, ma al tempo stesso non voleva perdere tempo in chiacchiere inutili.

Tonks afferrò il libro di Trasfigurazione ed iniziò a sfogliarlo con aria annoiata, prese la bacchetta e cominciò ad eseguire gli incantesimi riportati sul libro, sotto lo sguardo sempre più sorpreso di Percy. Si sistemò gli occhiali in aria solenne, le tese la mano e le disse: “Molto piacere, Percival Ignatius Weasley!”

Tonks ridacchiò mentre stringeva la mano di Percy, aggiungendo: “So perfettamente chi sei!”

Non mi hai detto il tuo cognome, ti chiami Tonks?”

Tonks continuava a ridere, e il volume della sua risata aumentava sempre di più, mentre i capelli si tingevano di un verde brillante, intenso e vivo come quello dei prati che si intravedevano dalla finestra della pensione.

Tonks è il mio cognome, il mio nome è Ninfadora,” i capelli tornarono rosa, lo sguardo le divenne serio e gli occhi di un nero minaccioso: “Non provare a chiamarmi Ninfadora, intesi?”

Percy alzò il sopracciglio, mentre chiudeva il libro, ormai consapevole che non gli sarebbe più stato possibile studiare. La fissò con l'espressione che riservava alle banalità dette da Ron e le rispose: “Ovvio, è un nome orribile!”

Su questo siamo d'accordo. Dimmi, Weasley, perché non sei con i tuoi innumerevoli fratelli?”

Percy si guardò intorno, per accertarsi che i suoi non fossero rientrati: “Loro pensano solo a quello stupido gioco. Adesso hanno costretto i nostri genitori ad andare a vedere il campo in cui si allena la nazionale irlandese, come se l'unica cosa interessante dell'Irlanda fosse il Quidditch!”

Io gioco a Quidditch, sono Capitano dei Tassorosso,” fu la risposta che fece diventare rosse le orecchie di Percy. Tonks lo guardava con occhi pieni di sfida e divertimento, come chi ama provocare andando controcorrente.

Non vorrai iniziare a parlare di Quidditch? Dimmelo, così torno in camera con il mio libro di Trasfigurazione,” disse Percy iniziando a raccogliere metodicamente le piume che aveva sul tavolo.

Percy condivideva la stanza con i suoi fratelli maggiori: Bill e Charlie, mentre i gemelli e Ron avevano un'altra stanza, comunicante con quella dei genitori che, a loro volta, la dividevano con Ginny.

Ringraziava Merlino e tutti i Fondatori per non essere finito con i gemelli, altrimenti loro gli avrebbero reso la vacanza un inferno. Nonostante la separazione forzata, infatti, loro si premuravano continuamente di fargli trovare un ricordo, il più delle volte sotto il letto. L'ultima volta, quei due monelli avevano stregato l'orsetto di Ginny: quando Percy aveva spento le luci per sprofondare nel sonno, l'orsetto era entrato sotto le coperte e aveva iniziato a fargli il solletico ai piedi. Fortunatamente, Bill era riuscito a spezzare l'incantesimo grazie al corso da Spezzaincantesimi che stava frequentando in quel periodo, altrimenti non avrebbe potuto chiudere occhio, ed il giorno dopo avrebbe rischiato di uccidere i gemelli.

L'Irlanda non è solo Quidditch,” rispose lei, interrompendo la raccolta di Piume e pergamene. La ragazza iniziò a prendere e sfogliare alcuni dei volumi che erano stati ordinatamente impilati sul davanzale attaccato al tavolo. Percy la guardò infastidito, perché non sopportava la gente che prendeva le sue cose con quell'indifferenza. Inoltre, era molto attaccato a quei libri: aveva fatto una fatica immane per trovarli e non voleva sgualcirli.

Joyce, Beckett, Wilde,” lesse interessata, mentre i capelli passavano dal rosa al violetto.

Puoi tenere a bada il colore dei tuoi capelli? Mi distrae,” disse Percy.

Un sorriso malizioso le comparve sul volto, gli fece l'occhiolino e divenne rossa, della stessa tonalità dei capelli di Percy: “Ti senti a tuo agio adesso, Weasley?”

Poi tornò a guardare il retro della copertina del primo libro, lesse il titolo: “The Dubliners. Ti piace la letteratura babbana, Weasley?”

Percy sentì le orecchie diventargli rosse. Non gli piaceva il modo in cui era stata posta quella domanda, come se leggere libri babbani fosse una cosa sbagliata. Sapeva cosa pensavano molti maghi dei Babbani e delle loro opere, ma non si aspettava di essere apostrofato sarcasticamente in questo modo da una Tassorosso.

Mio padre è un Nato Babbano, mi parla spesso dei Babbani, ma non ho mai letto nessun libro scritto da loro,” disse Tonks sorridendo. Lo sguardo era diventato amichevole, non c'era più ombra del sarcasmo precedente.

Percy si stava spazientendo perché non capiva più nulla. Quella ragazza era completamente imprevedibile ai suoi occhi, mutevole come i suoi tratti. Ora era amichevole, ora seria, sarcastica, quindi minacciosa. Come quando gli aveva intimato di non chiamarla Ninfadora. Lui amava le cose lineari, mentre lei sembrava una curva contorta, come gli scarabocchi che faceva Ginny fino a pochi anni fa.

Tutto sommato non era male: era un Caposcuola di Hogwarts, bravissima in Trasfigurazione e sembrava ascoltarlo seriamente. Forse, sarebbe stata una compagnia più interessante rispetto a quella dei suoi fratelli. Forse, avrebbe potuto passare del tempo tranquillo.

Joyce descrive l'Irlanda vera, quella che nessuno conosce, quella che gli Inglesi fanno finta di non vedere. C'è la miseria della dominazione inglese, la paralisi morale del cattolicesimo, i protagonisti sono bloccati nella condizione in cui si trovano, aspettano l'intervento della Provvidenza.”

Tonks l'ascoltava con attenzione, e mai Percy in vita sua aveva ricevuto un simile uditorio: i compagni di classe spesso erano annoiati; il suo amico Oliver Baston sonnecchiava mentre lui si prestava a dargli ripetizioni; in famiglia, poi, era anche inutile pensarci, i suoi genitori erano alle prese con tutti i fratelli, e non avevano sufficiente attenzione e tempo da dedicare ai racconti di Percy. A volte, se non ci fossero stati i libri ad aprirgli la mente su altri mondi, si sarebbe sentito tremendamente solo, persino alla Tana.

Ho avuto un'idea, Weasley!” proruppe Tonks, mandando giù l'ultimo sorso di tè.

Il rumore della ceramica della tazza sbattuta sul tavolo lo fece sobbalzare. Un sospiro di sollievo scappò quando si accorse che la tazza era ormai vuota e il tè non avrebbe potuto macchiare il suo preziosissimo libro di Joyce.

Attenta, ho fatto una fatica incredibile per trovare questi romanzi babbani!” balbettò preoccupato, perché si era appena reso conto che il tè poteva essere solo uno degli innumerevoli modi in cui quella ragazza sbadata poteva rovinare i suoi preziosissimi volumi.

Lei spalancò gli occhi incuriositi e Percy aggiunse: “Non si trovano mica a Diagon Alley! Ho dovuto convincere mio padre a portarmi nella Londra Babbana; ho cambiato i miei Galeoni in denaro Babbano, poi abbiamo cercato una libreria, ma la cosa più difficile è stato trovare il libro.”

Perché?” domandò Tonks incuriosita.

Non puoi di certo Appellare il libro che ti serve! Abbiamo girato per tantissimo tempo, in una libreria enorme: erano diversi piani di libri! Avresti dovuto vederla!”

Percy ricordava che non era stato mai in un posto tanto grande e luminoso prima di allora, uno di quei posti che avrebbe fatto impallidire persino Madama Pince. La biblioteca di Hogwarts era piccola in confronto a quel negozio babbano: piani e piani, forse tre o quattro, tutti pieni di scaffali che esponevano ordinatamente file di libri; nelle varie sezioni c'erano anche altre pile di libri al centro della stanza, con i best-seller, i libri più in voga e le novità. Persino suo padre era rimasto senza parole. Avevano vagato per quel posto per un paio d'ore, perché Arthur non voleva tornare subito a casa, dove Molly difficilmente avrebbe capito quanto sono grandiosi e affascinanti i Babbani con queste cose.

Alla fine avevano visto un bancone su cui c'era scritto Informazioni, si erano avvicinati ad una commessa che fissava una scatola luminosa, che suo padre aveva chiamato “Tefevisione”, ma che non aveva le figure luminose di cui gli aveva parlato suo padre, ma solo delle scritte ferme e una serie ordinata di numeri bianchi su sfondo blu.

Avevano chiesto alla commessa, e lei sorridendo aveva premuto dei tasti, e nella “Tefevisione” era comparso il titolo dei libri che stavano cercando. La commessa li aveva guidati nella ricerca dei libri e in poco tempo erano alla cassa a pagare i romanzi di Percy. Era certo che non sarebbe stato in grado di tornare in quel posto e di comprare altri libri, anche se sperava ardentemente di poterlo fare un giorno.

Ninfadora ascoltava i racconti di Percy con interesse. Guardò fuori dalla finestra, ormai era l'imbrunire e gli disse: “Domani ti va di uscire?”

Domani è il mio compleanno. La mia famiglia vorrà trascorrerlo con me,” osservò lui.

Vide lo sguardo pieno di disappunto di Tonks e le chiese: “Perché non ti unisci a noi con la tua famiglia? I miei saranno felicissimi di avere altre persone, e forse mi salverai dagli scherzi dei miei fratelli!”

Tonks annuì convinta, gli tese la mano esclamando: “Affare fatto, Weasley! A domani!”

La mano di Tonks era morbida e delicata, ma la presa era salda; Percy non poté fare a meno di domandarsi come facesse una ragazza del genere ad essere una tale imbranata e al tempo stesso una strega esperta. Si domandò anche perché lei avesse prestato tanta attenzione a lui, che di solito non era considerato una persona interessante.

Ninfadora!”

La voce di una donna chiamò Tonks e la ragazza si girò irritata. Sbuffò ed i capelli tornarono rosa. Guardò Percy complice e gli disse: “È mia madre. I miei sono tornati dalla loro gita, devo andare. A domani, Weasley!”

A domani, Tonks!” rispose Percy, guardandosi bene dal chiamarla Ninfadora.

Osservò la mamma di Tonks e Percy sentì le guance andargli in fiamme: era una donna bellissima, la strega più bella che avesse mai visto. Lunghi capelli scuri le scendevano in ricci morbidi lungo le spalle, incorniciando un viso chiaro, dal quale risaltavano due occhi grigi e gentili, mentre un sorriso dolce rendeva l'espressione della donna simile a quella di un sogno. Si domandò se quello fosse il vero aspetto di Tonks.

Il padre di Tonks era un uomo dal viso simpatico, goffo nei movimenti come la figlia, non appena i due si incontrarono iniziarono a parlare fittamente.

Percy vide Tonks indicarlo ai genitori, che lo scrutarono per qualche istante facendolo sentire terribilmente in soggezione. Salutò timidamente nella loro direzione, quando dal camino comparvero i Weasley al completo.

Si sentì morire e pensò che avrebbero rovinato tutto.

Arthur alzò lo sguardo dal camino, si pulì dalla polvere e, guardando in direzione dei Tonks, esclamò: “Per le mutande di Merlino! Ted, Andromeda, anche voi qui!”

I genitori di Tonks si illuminarono alla vista dei Weasley e Ted esclamò allegramente: “Arthur, Molly, che sorpresa!”

Le famiglie si unirono, mentre i genitori si lanciavano in baci e abbracci.

Molly abbracciava la signora Tonks, mentre Ninfadora salutava Charlie e Bill.

Percy rimase lì, in piedi, vicino al tavolo da cui si era alzato per salutare i genitori di Tonks. Si sentiva dimenticato da tutti, mentre poco prima era stato al centro dell'attenzione.

Con le mani in tasca, indeciso se tornare a sedersi o meno, si limitò ad osservare quanto stava accadendo in quella che, fino a pochi istanti prima, era il soggiorno silenzioso di una piccola locanda per maghi.

Tonks tornò da lui, lo prese per mano e lo portò in mezzo agli altri fratelli. Gli spiegò che Bill era stato il primo giocatore di Quidditch a farla cadere dalla scopa, durante la sua prima partita ufficiale.

Tassorosso aveva vinto contro Grifondoro, ma lei aveva visto ben poco di quella partita, perché verso la metà il Bolide lanciato da Bill Weasley aveva sbilanciato la sua Stellafreccia facendola cadere; si era svegliata in infermeria con il braccio bendato, un bigliettino di scuse di Bill e la squadra di Tassorosso che la festeggiava.

Con Charlie c'erano stati altri scontri sul campo da Quidditch, ma lui non era mai riuscito a buttarla giù dalla scopa. Percy sorrise quando Tonks guardò minacciosa i gemelli, appena entrati nella squadra di Grifondoro, che si guardavano complici.

Provate a farmi cadere dalla scopa e ve la vedrete con Diggory!”

Cedric Diggory era una delle promesse della squadra di Tassorosso, probabilmente sarebbe diventato Capitano dopo il diploma di Tonks: Oliver ne parlava in continuazione prima di ogni partita dei Tassorosso. Cedric stava diventando la nuova ossessione di Oliver al punto che, secondo Percy, il suo amico lo sognava anche la notte.

A giudicare dalla reazione dei gemelli la minaccia di Tonks aveva funzionato, e Percy non poté fare a meno di sorprendersi per l'ennesima volta, perché non era semplice farli tacere.

I gemelli presero Percy sottobraccio, con fare circospetto e falsamente ossequioso. Non ci volevano grandi doti per capire che volessero estorcergli un favore, come ogni volta che provavano a chiedergli gli appunti degli anni passati, e che Percy mai avrebbe ceduto, perché sarebbe venuto meno lo scopo educativo di Hogwarts; inoltre, i Professori se ne sarebbero accorti, lui avrebbe fatto una pessima figura e le sue ambizioni da futuro Prefetto sarebbero state intralciate.

Fred e George gli dissero che l'indomani avrebbe giocato la Nazionale irlandese in un'amichevole contro la Nazionale scozzese: secondo loro era un'occasione unica, e avevano anche già trovato dei biglietti scontatissimi.

Nell'ascoltare quelle parole Percy si irrigidì, perché l'ultima cosa che desiderava era passare il giorno del suo compleanno a guardare una stupida partita di Quidditch.

Avresti un compleanno memorabile, fratellone!” esclamò George, cercando di convincerlo.

Da raccontare ai tuoi figli!” aggiunse Fred, rincarando la dose.

Nostra madre vi ha ordinato di avere la mia approvazione?” domandò Percy seccato, mentre Fred e George sorridevano sghembi.

Non ho nessuna intenzione di passare il compleanno a guardare una partita di Quidditch!”

Suvvia, non essere il Prefetto Perfetto, impara a divertirti, Perce!” esclamò Fred, cercando di sdrammatizzare.

Charlie e Bill avevano iniziato ad osservare la scena, supportando i gemelli: tutti cercavano di convincerlo che sarebbe stato memorabile osservare la Nazionale irlandese in azione. Persino Ron, quello Percy che sperava sarebbe diventato come lui, iniziò a supplicarlo, così come Ginny, e lì comprese di essere solo in famiglia.

Adesso, se avesse detto ancora di no, lo avrebbero fatto passare per un mostro, per il solito cattivo, per l'essere noioso, quello buono solo a rovinare le feste, anche se era il suo compleanno, anche se era l'unico giorno in cui poteva essere al centro dell'attenzione, ed essere considerato più degli altri fratelli: perché doveva rinunciare al suo giorno? Avrebbe voluto decidere da solo cosa fare durante quel giorno tanto speciale.

Sono sicura che vostro fratello non si offenderà se voi andrete senza di lui: avevamo un impegno per domani!” intervenne Tonks.

L'intera famiglia Weasley si voltò verso di lei, i cui capelli divennero rapidamente color porpora. Persino Percy la guardò sorpreso per quell'intervento: lei era una sconosciuta, eppure era l'unica ad aver preso in considerazione i suoi desideri, che aveva capito il suo stato d'animo.

Insomma, non è carino costringerlo a fare qualcosa che non gli va proprio il giorno del suo compleanno!” disse Tonks con le mani sui fianchi e lo sguardo che si spostava su ognuno dei fratelli di Percy.

In quel momento, a Percy sembrò di rivedere sua madre, quando riusciva a zittire tutti loro con la sua aria minacciosa.

Charlie rivolse al fratello uno sguardo malizioso, di quelli che volevano dire che in camera avrebbero regolato i conti e Percy sentì le orecchie andare a fuoco. Sistemò gli occhiali sul naso e prima che potesse aprire bocca venne interrotto da Arthur: “Ninfadora ha ragione, non potete costringere vostro fratello a fare una cosa che non ama il giorno del suo compleanno!”

I fratelli obiettarono che avevano comprato i biglietti, e che vedere l'Irlanda dal vivo era una rarità.

Percy cercò di proporre di vedersi per cena e festeggiare solo la sera con la torta il suo compleanno, così sarebbero stati tutti felici.

Molly obiettò che non era bello sapere che lui avrebbe trascorso la giornata da solo, ma venne tranquillizzata da Tonks che le disse che voleva giusto proporre a Percy di fare un'escursione per vedere l'Irlanda dei libri. Lanciò un'occhiata complice a Percy quando disse: “L'Irlanda non è solo Quidditch!”

Andromeda e Ted si unirono alla causa della figlia e alla fine ottennero che Percy passasse con loro la giornata: avrebbero visto le alte scogliere di Sliabh Liag e a fine giornata avrebbero festeggiato tutti insieme il compleanno.

Ci volle un po' per far mandare giù questa decisione a Molly, ma l'accordo finale prevedette Molly e Arthur con Andromeda e Ted in gita, mentre Bill e Charlie avrebbero badato ai piccoli allo stadio, così sarebbero stati tutti contenti, ritrovandosi a cena per il taglio della torta.

Quella sera Charlie e Bill iniziarono a fare mille domande a Percy su Ninfadora. Domande a cui Percy non sapeva rispondere, e per quanto la sua versione rimanesse sempre la stessa, ovvero che lei si era seduta al suo tavolo e aveva iniziato a parlare con lui, i fratelli continuavano a trovare qualcosa che non tornava.

Percy si addormentò con la speranza che il suo compleanno sarebbe stato divertente e privo degli stupidi scherzi dei gemelli. Forse sarebbe stato interessante e la sera avrebbe avuto piacere nel rivedere tutti loro. Avrebbero mangiato un'ottima torta, e bevuto Burrobirra, e Firewhiskey irlandese, e Tonks non lo avrebbe fatto sentire inutile.

Un sorriso increspò le labbra di Percy al pensiero della sua amica, mentre si addormentava con l'immagine di quel caschetto dai colori cangianti in mente.






NdA: Mini-long in  tre parti a tema irlandese sul mio Weasley preferito, Percy, ovvio! u.u
Il pairing Percy/Tonks è stato suggerito dal meraviglioso pacchetto di Ferao nel contest indetto in onore del St. Patrick Day (sul forum di Efp, of course). Io li amo e potrei continuare a scrivere di loro se solo avessi del tempo, ma non pongo limiti all'ispirazione! ^^
È una storia un po' strana, perché le storie normali non mi piacciono molto.
Sono anni che non torno in Irlanda, ma spero di essere riuscita a rievocare le sensazioni che provai durante quel viaggio.
La storia è completa, è già stata scritta e inviata alla giudicia e con mia somma vergogna adesso può insozzare anche Efp. :D

Questa storia è nata dalla canzone “Stream of whiskey” che era nel pacchetto. Non so perché, ma ho subito immaginato una locanda, con le pareti in legno, l'allegria intorno e Percy che studiava (ovviamente), poi Tonks che gli dava fastidio.

Percy che prende iniziative non è assolutamente credibile (e lo sapete meglio di me) così mi sono immaginata Tonks che si diverte a rompergli le scatole.

Ho cercato di mantenere i caratteri di Tonks, ma non so se ci sono riuscita, perché alla fine noi la conosciamo pochissimo attraverso i libri e non ho idea di come fosse a scuola. Ovviamente, se è diventata un Auror deve essere stata fantastica, con voti eccellenti, e quindi Percy (ambizioso com'è) sicuramente non la manda al diavolo subito.

La storia è ambientata prima de la Pietra Filosofale: Ninfadora deve iniziare il suo settimo anno ad Hogwarts (secondo il Lexicon) e Percy il quarto. Mi ha sempre colpito il fatto che si passassero pochi anni, però dalla saga sembra quasi una differenza molto maggiore (forse per via della storia con Remus non si coglie questa differenza).

Nella scena del negozio, ho immaginato due maghi alle prese con una specie di Feltrinelli babbana, ricordando bene la mia reazione (estasi totale) di fronte le librerie di Londra quando sono andata in vacanza-studio. Ho cercato di fare una descrizione coerente con l'anno in cui è ambientata la storia, per cui la commessa è al computer (ovviamente) e sta usando un programma come Q-Basic o Lotus, per questo ho scelto la colorazione tipica degli editor DOS del tempo.

Non mi ricordo se Arthur nomina la televisione, ho ricreato il Feletono dell'adattamento italiano, e visto che i traduttori hanno adattato a capocchia, mi prendo la stessa libertà. :D

   
 
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