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Autore: ehibike    25/03/2013    1 recensioni
"Lei, lei urla in silenzio, una rabbia silenzosa sta penetrando nella sua mente. Aspettando un segno per rompere il silenzio."
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: Cross-over, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ricapitolando, devo raccontare molte cose.
Sempre se vi interessano.
Ma non me ne frega niente e ve le racconterò lo stesso.
Da tre giorni è tornato papà e ne abbiamo parlato a lungo della sua malattia, lo so, lo so che il cancro è uno stronzo che non da speranze a nessuno.
Non riesco ad accettarlo, perché questo fottuto dio mi odia? Sempre se esiste.
Tutto a me, una madre stronza e un padre come il tesoro, chi deve far ammalare? Beh è ovvio, mio padre. Vaffanculo.
Ho così tanta rabbia che potrei sfondare tutti i grattacieli di New York.
Anche Sadie ha saputo di mio padre, e mi sta sempre vicina nonostante io la prendo a parolacce ogni volta. Sono diventata ancora più irritabile di quanto lo ero già prima.
Che merda.
Comunque sono già due giorni che mi vedo con Joey, non so se ve lo ricordate.
Ovviamente non gli ho detto niente, ma per fortuna lui è un ragazzo abbastanza intelligente da capire che c’è qualcosa che non va.
Che poi dalla mia rabbia anche un ritardato potrebbe capirlo, ma vabbè.
Nonostante tutto mio padre è riuscito a farsi curare in casa e non essere rinchiuso in quella merda di edificio bianco dove dei piccoli robot ti continuando a ripetere “va tutto bene” mentre stai morendo.
C’è del positivo in tutto questo.
Ogni mattina sto con mio padre, ho incominciato a scrivere molte canzoni.
Gliele ho fatte sentire e mi ha promesso che un giorno le suonerà con me.
Quelle solite promesse che un genitore fa al proprio bambino quando non vuole far capire che la sua morte è vicina. Io non sono una bambina, non ci casco.
-Papà, posso entrare?- bussai e aprii leggermente la porta.
-Certo tesoro, vieni qui.-
Mi appoggiai delicatamente sul letto dove giaceva mio padre facendo attenzione a non pestare nessuna flebo o robe varie.
-Vedo che hai portato la chitarra, hai scritto una nuova canzone?-
Aveva il viso appassito, bianco come un cadavere e con due occhiaie mostruose.
Si, era mostruoso.
Mio padre è sempre stato iperattivo con dei super rossori alle guancie e dei capelloni scuri lunghi fino alle spalle. Invece ora quasi non ne aveva più.
Ma non mi importava niente, perché la sua anima era sempre la stessa, potevo ascoltarla col mio cuore. Poteva anche diventare un topo ma era sempre lui, il mio primo e unico amore.
-Si papà, vuoi sentirla?-
Lui mi fece cenno con la testa e iniziai a suonare. Ero orgogliosa di quello che avevo scritto.

I don’t want this moment to ever end,
Where everything’s nothing without you.
I’ll wait here forever just to, to see you smile,
Cause it’s true, I am nothing without you.

I want you to know with everything I won’t let this go,
These words are my heart and soul,
I hold on to this moment you know.
Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go.-


Mio padre non era stupido, aveva capito che l’avevo scritta per lui.
Come una stupida pensavo che si fosse emozionato, invece no. Rimase impassibile.
-Lo sai non puoi avermi per sempre, vero? Lo so Hayley, lo so che è difficile. E che sarà difficile. Ma c’è tuo fratello, devi stargli vicino. Credo che lui ancora non si stia preparando a tutto ciò, credo che ancora sia illuso dalla speranza della mia guarigione. Sei una ragazza sveglia Hayley, l’ho sempre saputo da quando sei nata. E ti prego, promettimi che starai vicino a tuo fratello Matt e a tua madre. Si, dovrai stare vicino a tua madre. Non sarà facile per lei. Hayley, io starò sempre vicino a te, lo sai.-
Nessuno di noi due aveva gli occhi lucidi, eravamo impassibili, eravamo uguali.
-Papà, perché tutto questo?-
Sapevo che non mi avrebbe risposto, abbassò la testa e basta.
-Te lo prometto. Ma…non so se riuscirò a sopportare tutto questo.- lui mi fissò negli occhi.
-Non ti preoccupare tanto per la mamma, lo sai che andrà avanti e come hai detto tu da piccolina, nemmeno la morte separerà me e la mamma. Siamo stati fatti per stare insieme.-
-Lo so.- rimasi lì a guardarlo dritto negli occhi. Avevo gli occhi verdi proprio come lui.
Io ero la versione di Adam Williams in femminile.
Presi una sedia e mi ci sedetti.
Avevo bisogno di sfogarmi, di allontanarmi da tutto e tutti.
Ma in quel momento dovevo stare con mio padre, solo io e lui.
Rimanemmo in silenzio per circa tre ore, tra sospiri e sguardi profondi, finchè mia mamma non mi chiamò dalla cucina dicendo che c’era qualcuno alla porta.
-Vai Hayley, ci vediamo stasera.-
Non potevo saperlo, non potevo saperlo se lo avrei rivisto quella sera.
Senza neanche pensarci lo abbracciai con tutta la forza che avevo.
Lui mi diede un dolce bacio sulla fronte e uscii dalla porta della stanza dei miei genitori senza neanche girarmi a guardarlo, non l’avrei sopportato.
Andai alla porta e aprii, mi ero scordata di chiedere chi era.
-Ciao Hayley, pensavo di aver sbagliato casa, ti devo portare a casa mia.-
-COSA? Ehm, aspetta. Per prima cosa buongiorno Joey, seconda cosa come cazzo fai a sapere dove abito? E terza cosa, A CASA TUA?-
Avevo la bocca spalancata in una perfetta O e gli occhi sbarrati. Come cazzo faceva quello a sapere dove abitavo.
-Dai vieni, devo farti conoscere la mia famiglia.- eheh ingenuo ragazzo, la conosco fin troppo la tua famiglia, ma pensandoci, cazzo.
INCONTRAVO PER LA PRIMA VOLTA BILLIE JOE ARMSTRONG.
Uno dei tanti uomini che hanno formato il mio modo di essere. Uno dei tanti che con la loro musica mi avevano salvato.
-Ehm..ok..ma mi spieghi come hai fatto a sapere dove abito?-
-Eheh, segreti del mestiere.-
Simpatia portami via proprio, eh. Vabbè.
Dissi a mamma che uscivo, anche se avevo un po’ fame, era quasi l’ora di pranzo.
-Dai Hayley sbrigatiiii.- ma che fretta c’era?
-Mamma sta preparando la pasta italiana, credo si chiami carbonara, ma è il piatto più buono che io abbia mai mangiato.- disse con uno sguardo sognante.
-Dai Joey, hai una faccia che va dall’ebete a un povero ragazzino a cui stanno facendo il primo pompino.- ridemmo tutti e due.
Ormai me la ricordavo la loro casa, anche se c’ero stata solo una volta e per di più ubriaca.
Entrammo. Cazzo già incominciavo a imbarazzarmi, perfetto.
La casa questa volta era più ordinata, avevo lo strano presentimento che aspettassero la mia visita.
Mi si piazza davanti un uomo alto circa un metro e sessantacinque, che nano. Aveva i capelli scurissimi e gli occhi verdi come i miei.
L’avrei riconosciuto fra tutti, Billie Joe.
-Ahhh devi essere tu Hayley, Joey mi ha parlato molto di te.-
Joey aveva parlato di me? Cazzo.
-Eehhm salve, mi chiamo Hayley.- ero diventata tutta rossa, che figura di merda.
-Ciao Hayley, io sono Billie Joe il padre di Joey.- mi sorrise. Cazzo. I suoi sorrisi erano qualcosa di spettacolare, ti facevano sciogliere ogni volta.
Mi porse la mano e ce la stringemmo.
-Dimmi Hayley, Joey mi ha detto che hai gusti musicali parecchio buoni, e che suoni la chitarra.-
-Beh si, suono la chitarra da quando avevo quattro anni.- mi continuavo a fissare le mie converse bianche ormai nere. Ero troppo emozionata.
-Finalmente una ragazza diversa, questa volta hai fatto un’ottima scelta Joey!- si voltò verso Joey che ricambiò con uno sguardo omicida.
-Bene Hayl, andiamo di sopra.- improvvisò Joey. Cazzo doveva essere dura avere Billie Joe come padre.
-Rimani a pranzo vero?- mi chiese Billie guardandomi con un faccino da cucciolo adorabile.
-Beh in verità..io…-
-Certo che rimane! Ora andiamo, a dopo papà.-
Salutai Billie con un sorriso e salimmo le scale per andare in camera di Joey.
La camera di Joey era enorme, tappezzata di poster dei Ramones, Blink-182, Sum 41 e altri su tutte le pareti, in un angolo c’era il letto e nell’altro angolo l’armadio e la scrivania e nell’altro angolo (che però occupava gran parte della stanza) c’era una bellissima batteria.
-E’ vero! Suoni la batteria, fammi sentire.- ero curiosa, mi sembrava bravo. Boh.
-Non sopravvalutarmi, non sono tutto ‘sto gran che.-
Incominciò a suonare. Che cazzo diceva, era bravissimo.
Passarono circa dieci minuti quando smise di suonare.
-Joey ma sei bravissimo! Se avessi una band tu saresti sicuramente il mio batterista.-
Mi guardò come se avessi fatto un miracolo. Ma che aveva da guardare?
-Hayl tu sei un genio. Hai detto che se avessi un band sarei il tuo batterista.-
-Si, e con questo?- veramente non capivo.
-Hayley, formiamo una band!-
Mi aveva colta di sorpresa, era un’idea bellissima, perché non mi era venuto in mente?
-Joey ma sei un genio! Ci sto.-
E senza neanche pensare mi buttai su di lui che mi imprigionò con un grande abbraccio.
Dopo un tempo indecifrabile ci lasciammo.
Non so perché di punto in bianco mi era tornato in mente papà. Mi sentivo mancare.
Sentivo un vuoto dentro di me. Nessuno poteva capirmi.
Tornai nella realtà quando sentii lo sguardo di Joey chiedermi spiegazioni.
-Hayl…cosa ti succede?-
Non me la sentivo. Non me la sentivo di parlare di tutto quel dolore, mi avrebbe fatto ancora più male.
Per fortuna Adrienne la mamma di Joey mi salvò da quel momento chiamandoci a tavola dalla cucina.
Scendemmo e mi presentai ad Adrienne e Jakob, il fratello minore di Joey.
Adrienne era bellissima, aveva i dread scuri, gli occhi scuri e penetranti e un sorriso meraviglioso.
Poi aveva quello stile così speciale, era la mamma che avrei sempre voluto.
Mentre ci gustavamo tutti la carbonara preparata da Adrienne, Joey ne approfittò per farmi far figure di merda con i suoi genitori. Quanto lo odiavo.
Ora scappo, devo vomitare tutto quel ben di dio.



*spiazio dell'idiota/autrice*
mi scuso per la mia assenza e per aver lasciato questo capitolo un po' nel vuoto ma non me la sentivo di farlo troppo lungo.
che ne dite? abbiate pazienza e recensite che non mangio lol
approfitto per dire: 'my chemical romance 2001 - forever'
ragazzi, si sono passati già molti giorni e ancora non posso crederci.
i my chemical romance sono morti, e una parte di me insieme a loro.
ma li voglio ringraziare, perchè senza di loro io non sarei qui. erano la mia vita.
spero che anche voi la pensiate così.
vado a deprimermi, bye.
  
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