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Autore: kannuki    25/03/2013    1 recensioni
Se Google non riesce a rintracciarti, per il mondo, tu non esisti.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Felice? Non si è mai posto davvero la domanda per paura della risposta.

I polpastrelli le dicono che è vero e sta tremando. Le dicono che l'abito ha un tessuto troppo pesante per quel clima mite. L'ego a riposo ha un sussulto eroico, quando Mark Framboise le domanda con voce affievolita e cauta il motivo del gesto.

La intimidisco, signore?”

La paura è l'istinto più naturale dell'uomo...”

Pensavo fosse la caccia. O la riproduzione.”

Nella scala dei valori, la paura è di gran lunga...” Mark Framboise inspira e si sposta di un centimetro verso la portiera, prendendole il polso “... la smetta, per favore.”

E' piuttosto delicato per essere un'entità evanescente. Le dita si contraggono fra le sue e Debra osserva il movimento esitante e poco fluido. La domanda rotola via dalla lingua, sfacciata. “Da quanto tempo non tocca una donna? I massaggi al centro benessere non valgono.”

Non mi piace.... parlare di queste cose... e non mi piace... essere preso in giro...”

E' impallidito, l'ha messo fuori gioco. “Bene, signore.”

Le spalle calano di colpo e Mark Framboise la guarda negli occhi che fino a quel momento ha tenuto fissi nel vuoto. Liquido metallo incandescente. Non sono passati neppure venti minuti e lei è già esausta da tutta quella tensione sessuale. Non c'è mai stato tanto traffico come quel giorno.

>Zucchero, c'è un problema.<

La voce di Messina le esplode nelle orecchie all'improvviso, facendola vergognare. “Che problema?”

> Leggi i giornali, di tanto in tanto? Quel gruppo rock che ha annunciato un concerto davanti alla Borsa, la scorsa settimana, sta suonando davvero.*<

Debra Sept non ha mai affrontato un simile problema. Fissa il vuoto cercando una soluzione, quando il cellulare del cliente comincia a suonare. La notizia è giunta anche a lui lasciando un'espressione perplessa e bramosa sul viso.

La donna smonta dalla limo e si guarda attorno. La strada è completamente bloccata e le prime note lacerano l'aria e si confondono con le urla dei fans. La polizia è in assetto da battaglia. Come capo della sicurezza fa schifo. Torna dentro e serra la portiera. “Le piace il rock, signore?”

***

Mi stia dietro e non faccia di testa sua. Cammini rasente alle pareti e non dia peso ai manifestanti. Per favore, tolga la cravatta e slacci il primo bottone. Tolga anche la giacca. Siamo due modesti impiegati statali che si sono trovati a passare di qui.”

Messina resterà bloccato.”

Se la caverà. Mi faccia vedere.” Debra lo scruta da capo a piedi e con un gesto inatteso gli spettina i capelli. “Passabile.”

Mi dispiace.”

Di cosa?”

Del disturbo.”

L'ha ordinato lei, il concerto?” esclama indicando con il pollice alle sue spalle.

Mark Framboise la guarda e fa una smorfia. Debra lo prende sottobraccio e lo tira con decisione. “Se la goda, pensi ai lati positivi” mormora camminando tranquillamente sul marciapiede.

Attenta!”

Debra si sente trascinare via e scampa di poco un tizio enorme con un cartellone in mano. Il seno destro ora è schiacciato contro il torace e mezza faccia è affondata sulla camicia bianca del cliente. Il suo fondotinta no transfert creerà un bel danno. “Sono sopravvissuta al Lollapalooza per ben due volte, non si agiti per un gorilla ipertrofico!” Si raddrizza facendo finta di niente e uno altro spintone secco la catapulta addosso all'uomo che sbatte dolorosamente contro la serranda di un negozio abbassato: la polizia sta rimettendo in riga alcuni manifestanti troppo fomentati e loro ci sono andati di mezzo. Se li arrestano, passerà dei guai con l'agenzia. Forse sarebbe stato meglio restare nella limo. “E' ferito?”

Ho preso colpi peggiori alla lezione di Kickboxing” farfuglia chiudendo le braccia attorno alla sua schiena. “Sta tremando. Ha paura?”

Certo che ha paura! Sono tanti, impazziti e potrebbero calpestarla come un ratto delle fogne. “Sì, signore” risponde pensando che non ha bisogno di mettere su quella vocetta tenera e sorpresa.

Pensi al lato positivo.” Mark Framboise la volta verso la folla assiepata, verso il palco improvvisato, verso la polizia in tenuta anti-sommossa. “Osservi con che forza si diffonde un'idea.” Per udirlo deve farsi indietro. Deve lasciare che le sfiori l'orecchio con le labbra. Deve smettere di respirare il suo dopobarba. “D–di questo passo sarà difficile arrivare in fondo alla strada.” Il ricciolo sull'orecchio viene tirato via. Il musica si ferma di colpo, il frontman annuncia qualcosa che Debra non capisce mentre le dita del cliente le accarezzando il lobo, sistemando la forcina.

Da quanto tempo non tocca un uomo? Il corso di difesa personale non vale.”

Debra serra la labbra, pallida e un po' seccata.

Non eluda la domanda. La pagano per soddisfare i miei capricci. Mi soddisfi, per una volta.”

Mi pagano per tenerla al sicuro e in questo momento, nessuno di noi è al sicuro!”

Mark Framboise sorride di un pensiero nascosto. “Si volti. Che cosa vede?”

Gente che salta, canta e si ubriaca alle sette e mezza del mattino...”

Non sta guardando.”

Diosanto, ma cosa vuole da lei?! Debra sospira e osserva le persone. Nessuno fa caso a loro. Nessuno sa chi sono. Nessuno sa chi è lui. “E' invisibile.”

Siamo invisibili” rettifica annuendo. “E siamo al centro della città.”

Lo vede? Soddisfo ogni suo capriccio” ribatte ironica. “Mi stia dietro mentre creo un varco.”

Il capo della sicurezza è uno scricciolo tutt'ossa.

Debra legge una vena di compatimento negli occhi, ma ancora prima di protestare, viene tirata con decisione attraverso un buco nella folla. Oh, che diavolo! Se vuole farsi ammazzare, non sarà lei a fargli da scudo umano!

***

Meno di un isolato ed è fatta. Ma quanta gente abita in quella città? Il flusso umano sembra non avere mai una fine! L'ufficio l'ha già chiamato tre volte. Debra sta perdendo la pazienza perché il cliente si ferma ad ogni passo per osservare, commentare e guardarsi attorno come un bambino alla sua prima visita in un luna park. Dovrebbe attrezzarsi con un guinzaglio a strozzo!, pensa un momento prima di essere presa per il polso. Debra si volta di scatto e la mano scatta sotto la giacca. Non frequenta la metropolitana perché è claustrofobica, ha sviluppato un incerto fastidio per le stanze sovraffollate e ha un terrore vero e proprio per la ressa umana, dopo l'incidente.

Sept...”

Debra abbassa lo sguardo sul braccio destro, seguendo la direzione del cliente. Ha quasi estratto la pistola.

Ha la sicura, quell'affare? Non vorrei che si sparasse accidentalmente su un piede.”

S-si intende di armi?” balbetta battendo furiosamente le palpebre. “Non la tocchi... signore... la prego, non... ” Debra inspira quando le tocca il busto, aprendole la giacca. Stringe il pugno seriamente intenzionata a mollargli un destro. “Mi lasci in pace e pensi a camminare! Abbiamo perso fin troppo tempo!”

La città è bloccata.”

Il centro è bloccato!”

Abita in periferia?”

Debra inghiotte gli ultimi residui di calma e il panico l'aggredisce. Estrae la pistola e gliela punta contro. “Cammini o le sparo ad un ginocchio e la trascino di peso!”

Mark Framboise alza le mani e sbianca leggermente. “Tratta sempre così i suoi clienti?”

Debra lo spinge avanti, scurita. “E' capitato.”

Posso vedere dove abita?”

La donna sgrana gli occhi e il polso si piega impercettibilmente. “Giuro su dio che le faccio passare il più brutto quarto d'ora della sua vita, se non riprende a camminare...”

Vede cosa sta succedendo?” sussurra piegandosi su di le e spostando il braccio armato. “Chi ha voglia di rinchiudersi in un locale asettico, quando la vita è qui e ora?”

Poteva dirlo prima di non aver voglia di andare a lavoro!” ribatte allargando anche l'altro braccio. “Cristo santo! Cosa vuole fare?! Mangiare un gelato e ascoltare il concerto?”

Mi piacerebbe molto.” Mark Framboise sorride e si guarda attorno. “Mi aspetti qui.”

Dove sta andando?!”

Un minuto!”

Debra lo guarda allontanarsi, incredula. Se perde il cliente, la licenziano. Se muore, la licenziano. Rinfodera l'arma e gira su se stessa, strofinando il collo. Le grida, le sirene e la musica la stanno rintronando. Eppure dovrebbe essere abituata a quello spiegamento di abbaglianti e...

Fragola o vaniglia?”

E quelli dove li ha presi?! Debra osserva il colore del frappè e sospira. “Fa sempre quello che vuole, vero?”

Mentirei se dicessi sì” mormora succhiando lo shake alla vaniglia e girando lo sguardo a terra. Si accomoda sul gradino alto della vetrina di Gucci che ha serrato in fretta e furia in seguito alla manifestazione, ma Debra resta in piedi, esausta. “Non va bene, signore...”

Facciamo un cambio.”

Lo shake viene sostituto e la donna lo guarda perplessa. “Si diverte a rendermi la vita un inferno?”

Preferiva il cioccolato?”

Preferivo saperla al sicuro nel suo ufficio...”

Sono al sicuro. Ho il miglior capo della sicurezza al mio fianco.”

Che voglia di rovesciargli quella delizia sui capelli e i vestiti! Debra scoperchia il bicchiere e beve un sorso pastoso e ultra dolce. “Non lo racconti in giro o non mi assumerà più nessuno.”

La Società ha già versato l'anticipo, dove crede di scappare? Per i prossimi due anni, è tutta mia.”

Fa pure dell'ironia, pensa gettandogli un'occhiataccia. Mia. Non accampiamo pretese. “Un agente di sicurezza può rifiutare un lavoro se lo trova al di sopra delle sue possibilità.”

Mark Framboise guarda il fondo del frappè e sorride. “Lei è al di sopra delle mie possibilità.”

Debra inspira e posa il bicchiere vuoto a terra. Si sta agitando di nuovo. “Non lo dimentichi.”

Viene a cena con me, stasera?”

E' impaurita ma è così brava da non darlo a vedere. “E' contro la mia etica, ma poiché non sono stata brava a condurla al sicuro...”

Io mi sento al sicuro.”

La Società la pensa diversamente. La sta chiamando un'altra volta.”

Che si fottano” sbotta allungando una gamba ed ignorando il cellulare che vibra nella giacca. “Mi chieda qualsiasi cosa, Sept. Farò qualsiasi cosa per lei.”

Potrebbe smettere di metterla a disagio, per esempio. “Mi racconti la sua vita. Non posso proteggerla adeguatamente se nasconde dei segreti...”

Tutti nascondono dei segreti. Anche lei. Vuole sapere il nome di mia madre o se dormo più di sei ore a notte? Sta stritolando il bicchiere.”

Il cartone morbido si piega sotto le dita, sbiancate dalla pressione. Lo segue con lo sguardo quando si rialza e infila le mani in tasca. “La rendo nervosa, Sept?”

I suoi occhi non sono mai stati così vivi... di solito sono spenti, velati. Annoiati. Il tic alla palpebra sinistra torna prepotente dopo anni di assenza. “Il ritardo è diventato una vera e propria assenza ingiustificata, signore.”

Mark Framboise ha tentato inutilmente di capirla. Ha sparato alto, poi ha mirato nella selva cercando di colpire qualcosa. E' riuscito solo ad infastidirla. Vorrebbe toccarla per sentire se sta tremando. Chi glielo impedisce? Il rispetto. La pistola sotto la giacca. “Non volevo offenderla o metterla a disagio...”

Non è mai successo.”

Bugiarda. “Viene a cena con me, stasera?”

No.”

Per colpa della sua pessima organizzazione, ho perso una mattinata di lavoro. Il minimo che può fare, è risarcirmi.”

Usare un tono leggero e scherzoso non le farà cambiare idea. “Si riprenda l'anticipo e chiami un taxi da solo!” Debra volta verso la metropolitana e scende i primi scalini, dimentica della sua claustrofobia. Attende sulla rampa esterna un quarto d'ora, prima di tornare in superficie. Mark Framboise la sta aspettando e passeggia pazientemente. Il viso si illumina quando la vede aggrappata all'ultimo tratto di corrimano.

La metro è bloccata.”

E' impossibile trovare un taxi, con questa confusione.”

E' esausta dal carico di responsabilità e sono solo le dieci del mattino. “Non scherzavo sull'anticipo...”

Neppure io sulla cena.”

E' contro le regole.” La sua affermazione non ha molto impatto, se la voce le trema. “Non è etico.”

E' al di fuori del suo controllo” sussurra e di nuovo la guarda negli occhi. “Mi sento sempre così quando mi è vicino...”

Lo vede? E' una cattiva idea” insiste colmando la distanza fra l'ultimo gradino e il marciapiede. Debra Sept assiste impotente alla riapertura dei cancelli della metro, si lascia investire dalla folla e fa qualche passo indietro, rischiando di cadere. Non può timbrare il biglietto e tornare a casa. Non può lasciare il cliente scoperto. E' costretta a combattere il flusso umano che improvvisamente cambia direzione e la spinge avanti. Gli avventori rimasti bloccati nei vagoni sono più pericolosi della folla urlante del concerto. Debra sbianca di paura e avanza decisa verso l'uomo, portandosi al suo fianco e incitandolo a proseguire. “Non dobbiamo stare qui. Avanti, si muova.”

Mark Framboise la lascia vincere ancora una volta, adegua il passo al suo e inspira. La tensione è tale che gli impedisce di ragionare. Le sta stringendo il braccio. L'ha quasi calpestata, voltandosi di scatto e costringendola ad imboccare il primo vicolo umido e puzzolente.

Non si aspettava un gesto simile. Debra Sept spalanca gli occhi e lo guarda. E' nervoso, è spaventato, non ha idea di quel che sta facendo. Il cliente la lascia di scatto e strofina le mani lungo i fianchi. La sua espressione è così confusa da ricordarle un evento dell'adolescenza, uno scherzo crudele a cui non aveva preso parte. Dopo l'umiliazione pubblica con una mean girl della scuola, il poveretto coinvolto aveva vagato per i corridoi del liceo come un fantasma. “Mark...”

L'uomo trasale e la guarda, battendo le palpebre.

... torniamo a casa. Oggi non si lavora.”

Anche se l'aria è piuttosto fresca, sta sudando. Lo sente, il suo odore, sopraffatto dalla colonia maschile che indossa. Dopo l'incidente non ha più avuto alcun interesse per il sesso. Sono passati anni, forse il letargo è finito. Debra sussulta quando si sente toccare un angolo della mandibola, delicatamente. Ha più paura lui di te, pensa inghiottendo.

Vorrei... essere... uno di quegli uomini che...” Mark Framboise sposta la mano e stringe il pugno, frustrato. “Ha ragione, torniamo a casa...” sospira e tutta la tensione scivola lungo le braccia che ricadono attorno al corpo.

Debra lo osserva di nuovo inghiottire e ne ricopia il gesto. “A che tipo pensava?”

A quel genere di uomo che ogni donna vorrebbe incontrare” annuncia, a bassa voce. “Quel genere a cui non si può resistere.”

Molto sicuro di se, carismatico e formidabile a letto?” azzarda con un'occhiata sarcastica. “E' una leggenda metropolitana.”






* Concerto dei Rage Against The Machine
(realmente avvenuto il 26 gennaio 2000 davanti Wall Street
http://www.youtube.com/watch?v=z5hfI3sH-WM
)


  
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