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Autore: lullublu    25/03/2013    5 recensioni
[Mario]
Una sera Mario e Ginetto passeggiano insieme..
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sciarpa Anche quel giorno, l'edizione serale del Micidial Tg, era finita.
Mario stava tornando  alla sua propria casa insieme a Ginetto, il figlio inetto del temibile Lord Micidial, che si era gentilmente offerto di accompagnarlo.
Pian piano, il conduttore si stava abituando alla presenza di quello scemo nella sua vita.
Probabilmente tra le cose brutte che gli erano capitate, quello era il danno minore, se così si può dire.
Guardando la sua aria sconsolata, Mario era quasi dispiaciuto di averlo usato per ricattare suo padre.
Forse Genny meritava davvero la botta in testa, forse aveva aggredito Ginetto, in fondo non poteva dimostrare niente.
Proseguirono dritto per dritto, senza parlare, lasciando che la strada scorresse intorno a loro, coprendosi di fiocchi di neve, incurante del loro passaggio.
Ginetto era un po' emozionato, stare da solo con lui gli piaceva., si sentiva rincuorato dalla sua presenza, era come l'amico che non aveva mai avuto, anche se  Mario non si comportava proprio da amico.
Non capiva tanto bene tutti quei discorsi sul contratto del suo idolo, credeva che la sciabolata fosse un alimento, ed era convinto che suo padre ed il conduttore fossero amici.
Per lui, contava solo riuscire a diventare un degno successore di Mario, si stava impegnando tanto per raggiungere quell'obiettivo, e quando aveva capito che la signora che aveva colpito, non era il mostro della chiusofobia ( e che quindi non aveva superato il quinto livello, porca troia), c'era rimasto davvero male.
Inoltre, non capiva perchè il suo mentore lo sgridasse sempre, lui faceva ogni cosa a fin di bene, ma sbagliava sempre.
L'unica volta che stava facendo qualcosa di buono, cioè quando stava intervistando l'uomo più brutto del mondo, il collegamento si era misteriosamente interrotto.
Per la prima volta in vita sua, provava frustrazione nell'essere stupido, sentiva il bisogno di migliorare, voleva rendere felice suo padre  e ricevere almeno un complimento da Mario.
Affondò le mani nelle tasche con aria afflitta, tremava per il freddo e spesso inciampava nei lacci sciolti.
Mario, notando il suo evidente disagio, si fermò, fece sedere Ginetto su una panchina, e con molta pazienza, si abbassò sbuffando, per allacciargli le scarpe..
Da quella posizione, non potè vedere il leggero rossore che stava colorando le gote dell'inetto.
Si alzò, soddisfatto dai perfetti nodi che aveva fatto, e proseguirono la deambulata.
Dopo un po', Mario si accorse che Ginetto tremava e batteva rumorosamente i denti.
Con una geniale intuizione, capì che erano sintomi di freddo, sindrome della quale aveva parlato quel dì Ippolito Germe.
Si ricordò della sciarpa che il ragazzo gli aveva portato quando aveva chiesto qualcosa per il mal di gola.
La estrasse dalla borsa e gliela porse, ma vedendo che non riusciva ad indossarla , gliel'avvolse personalmente  intorno al collo.
Il ragazzo era felice che Mario gli riservasse tutte quelle attenzioni, ma una vocina nel suo cervello, gli diceva che stava facendo tutto ciò solo per rispetto di suo padre.
"Mario, ma tu mi vuoi bene?" trovò il coraggio di chiedere Ginetto.
Il pluritelegattato, si sentì un po' a disagio di fronte a quella domanda, o quel ragazzo era davvero così innocente, o c'era una fregatura.
"Cos'è, un altro scherzo di tuo padre?".
Lo fissò dritto per dritto nelle pupille, non vedeva alcuna traccia di menzogna, quegli occhi erano sinceri.
"No, perchè io ti volevo bene e volessi sapere se pure tu mi vorrebbi bene".
A parte tutta la sgrammaticità, Mario riuscì a capire il significato della frase, era la cosa più dolce che qualcuno gli avesse mai detto da quando Buonanima l'aveva paragonato ad una pietra.
E senza telecamere puntate addosso, senza la grossa Genny a spiarlo e senza alcun ricatto, anche Mario riuscì a sciogliersi.
"Sì, ti voglio bene Ginetto".

  
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