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Autore: Astharte_Salai    26/03/2013    1 recensioni
Per Alec, Jace sarebbe sempre rimasto il primo amore impossibile, la meta irraggiungibile di tutta la sua vita.
Ma Magnus, lo aveva accolto ammiccando e sorridendo, Magnus aveva subito compreso la sua vera natura e non lo aveva denigrato, Maguns aveva represso a stento le lacrime quando lui nei suoi momenti di enfasi parlava di Jace con una tale adorazione da farlo sembrare un dio.
Quello stupido stregone era riuscito a intrufolarsi nella sua anima senza che lui se ne accorgesse e adesso, non voleva più andarsene, con la sua risata e i suoi gesti ironici, con i suoi orridi vestiti e i capelli splendenti.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Horror Vacui

 

La luce della luna illuminava il paesaggio. Ogni cosa, risplendente sotto quei raggi argentati, assumeva una piega migliore, quasi magica: gli alberi con le foglie rossicce, il piccolo stagno d’acqua che, come uno specchio, rifletteva la grande luna, protagonista assoluta di quella notte fredda. Eppure, misteriosamente, lui non si sentiva parte di quel paesaggio maestoso, come se perfino la luna avesse deciso di ignorare la sua presenza e lasciarlo lì, accucciato con il volto nascosto dalle braccia raccolte attorno alle ginocchia. Seduto, sulla veranda della casa di Luke Garroway, Alexander Lightwood era rimasto in quella posizione da un tempo infinitamente lungo, che avrebbero potuto essere semplici minuti carichi di agonia. La sua testa, formulava continui pensieri alla ricerca di uno coerente, ma colori immagini e suoni sembravano sovrapposti gli uni sugli altri, producendo un caos totale da cui non riusciva a uscire.

Cosa si prova, quando il segreto che non vorresti essere rivelato è improvvisamente sulla bocca di tutti? Il dolore passato in quegli anni, quando si era definito sbagliato, quando aveva pianto davanti allo specchio, quando aveva cercato più volte di non pensarci e ripetersi mentalmente che non era vero…ecco quel dolore ora gli stava esplodendo nel petto come mille pugnali dall’affilata lama. Alec aveva sempre avuto paura della sua omosessualità, ne era stato forse, il più spaventato di tutti. Da quando se ne era reso conto, la sua era stata una lenta discesa verso l’inferno dove ogni giorno, era uno pieno di agonie e paure celate. Cosa sarebbe accaduto, se il padre (la figura più autoritaria della casa) fosse venuto a saperlo? Proprio lui, che desiderava un vero soldato come figlio. E la madre, sempre felice di quanto i suoi figli fossero giusti. Il piccolo Max, che nonostante tutto, lo prendeva come spunto per quando sarebbe cresciuto. E poi, c’era lui.

Lui, che con quei magnetici occhi dorati, lo aveva trascinato in quell’oblio di disperazione.

Lui, che con un sorriso sincero, riusciva portarlo alla gioia più assoluta.

La persona che odiava più di tutte. Quella che aveva sempre amato con tutto sé stesso.

La stessa persona che, quella sera, era riuscito a paralizzare la sua anima dalla paura, quando si era rivolto al suo amante Magnus Bane, chiedendogli di aiutarli, e quando come motivazione aveva detto: “Sei l’unica persona che conosco che esce con un nostro amico.”

Com’era stato quel momento? Troppo confuso per ricordarlo. Sapeva solo, che tutti i suoi sforzi, rimasti celati da anni nella sua anima, erano fuoriusciti dolorosi in un unico istante, in cui le labbra di Jace avevano pronunciato quelle parole. Si era sentito tutti gli occhi puntati addosso mentre negava, colto dall’istinto, ma sapeva che ormai tutti avevano compreso la verità. Poi, la cosa più sensata, era stata correre via da quell’orrida sceneggiata e rifugiarsi là, sperando di non essere trovato da nessuno.

Non era stato capace di piangere, le lacrime sembravano essersi seccate dai suoi occhi stanchi. Tutto sembrava essersi disciolto in un unico momento, gli anni di sforzi per tenere un segreto celato che ormai non era più tale. Troppe erano le conseguenze che avrebbe dovuto sopportare, troppo il dolore che ne sarebbe comportato. Ma qualcosa, che non si sarebbe mai aspettato, lo aveva ferito più di tutto: gli occhi di Magnus Bane puntati sui suoi mentre negava la verità. Il velo che aveva coperto quel felino sguardo sempre tinto di gioia infantile e ironia. La piega dura che le labbra avevano assunto, il volto divenuto cupo, oscurato da quei lunghi capelli scuri.

Come erano stati belli, i suoi capelli neri, mentre erano sparpagliati sul suo volto quando sopra di lui, gli baciava il petto e il bassoventre. E i suoi splendenti occhi da gatto, quando rideva o lottavano scherzosamente. Da quando, uno stregone aveva preso il totale controllo della sua mente?

Da quando, aveva iniziato a pensare a lui invece che a Jace?

Per Alec, Jace sarebbe sempre rimasto il primo amore impossibile, la meta irraggiungibile di tutta la sua vita.

Ma Magnus, lo aveva accolto ammiccando e sorridendo, Magnus aveva subito compreso la sua vera natura e non lo aveva denigrato, Maguns aveva represso a stento le lacrime quando lui nei suoi momenti di enfasi parlava di Jace con una tale adorazione da farlo sembrare un dio.

Quello stupido stregone era riuscito a intrufolarsi nella sua anima senza che lui se ne accorgesse e adesso, non voleva più andarsene, con la sua risata e i suoi gesti ironici, con i suoi orridi vestiti e i capelli splendenti.

L’unico che lo aveva accettato senza che lui spiegasse, l’unico che aveva sopportato senza farlo sentire in colpa. E adesso, aveva perso in un colpo solo, con poche parole dette di fretta, le due persone che amava più di tutte.

Quando la porta della veranda si aprì, Alec rimase talmente immobile da essere convinto che nessuno lo avrebbe visto. Sentì un’improvvisa presenza sedersi accanto a lui e non gli ci volle molto, per riconoscerla. Sentiva la sua tristezza come la propria, come sapeva che lui sentiva la sua.

D’altronde, erano parabatai, compagni nella vita, separabili solo alla morte. Ma nemmeno quella, sospettava Alec, sarebbe riuscito a sciogliere il loro legame. Perche lui era più che un semplice compagno: lui era sempre stato tutto.

La sua calda voce ebbe il potere di farlo sussultare: “Alec…”

Quanto aveva amato quel suono, prima. perché adesso non gli faceva più lo stesso effetto sentire il suo nome pronunciato dalle labbra amate? Da quando provava un dolce calore d’affetto e non la sfrenante passione che aveva sempre provato per lui?

Si costrinse a sollevare il volto e dopo ore intere fermo nella stessa posizione, i suoi occhi vennero feriti dalla luce. Jace era sempre bellissimo, perfino alla luce della luna. I capelli cadevano in un’aureola argentata e dorata sul viso  ovale, coprendo le sopraciglia fini, la ma mascella decisa. I suoi occhi dorati esprimevano una tristezza insolita in lui, che gli venne voglia di piangere. cosa gli avrebbe detto adesso? Aveva accettato il suo amore per Clary, aveva accettato il fatto che non lo avrebbe mai amato, che non lo avrebbe mai visto in quel modo…cosa voleva di più?

Forse abbandonarlo, per la sua spregevole natura? L’idea di perderlo era talmente spaventosa che se fosse accaduta, non sapeva se sarebbe riuscito a vivere.

Senza nemmeno accorgersene, i suoi occhi azzurri avevano iniziato riempirsi di calde lacrime. Abbassò il volto, sconcertato, ma la mano del compagno sotto il suo viso lo costrinse a rialzarlo, incatenando i loro occhi. L’azzurro e l’oro. Il cielo e il sole. Perfino questo abbinamento sembrava rendere indispensabile il loro legame. Come poteva il cielo, brillare senza la calda luce del sole?

“Alec..”

“Mi dispiace.” I singhiozzi uscirono frenetici dalle sue labbra mentre l’altro lo fissava sconcertato, quasi non si rendesse conto della situazione. Alec si coprì gli occhi con le mani, tremando, il corpo stretto in una morsa d’acciaio. Avrebbe perso tutto quello che amava in pochi secondi, senza avere la possibilità di recuperarli: Isabelle, Jace, Max, Magnus, Magnus…Magnus!

Si sarebbe stretto in un abbraccio solitario, se Jace non gli avesse bloccato le mani tra le proprie, in una ferrea presa.

“Non volevo che accadesse tutto questo, non volevo nascere così. Mi dispiace tanto Jace, lo so che sono anormale, che sono sbagliato. Ma ti giuro che non volevo, non voglio perdere te e gli altri, cambierò se me lo permetterete, io…”

“Si può sapere che diavolo blateri?”

Il tono della sua voce era talmente duro che Alec si immobilizzò all’istante. I suoi occhi, ancora pregni di lacrime, si fissarono sul volto del cacciatore. Aveva due grosse chiazze rosate sulle guance e lo sguardo assottigliato segno che, ormai Alec lo sapeva, rappresentava rabbia. “Alexander Lightwood, non osare dire queste cose senza senso. Sbagliato dici? Anormale? Io sono il figlio di Valentine” sputò quelle parole come un duro insulto, tuttavia le sue braccia erano scivolate sulle spalle del compagno, cingendolo. “Tu non hai nulla di sbagliato, di diverso. Tu sei tu Alec. La tua è solo una stupida Horror vacui.”

“Horror…vacui?” Alec sbatté perplesso le lunghe ciglia scure, imperlate di lacrime.

“Paura del vuoto idiota. Una paura insensata, inesistente. Perché ti fai del male, perché neghi a te stesso la verità quando sei l’unico a non accettarla?”

Fu come un pugno allo stomaco, per Alec, che per un flebile attimo smise di respirare. Tutto quello stava accadendo talmente in fretta che non riusciva a comprendere nulla. Sentiva solo il dolore, quel forte dolore che aveva abitato nella sua anima per interi anni, iniziare a dissolversi come una nuvola di fumo, lasciando il posto a un vuoto rilassante, piacevole.

“Tu, voi…non siete arrabbiati come me?”

“Per cosa?” Jace sembrava sinceramente stupito. Scosse il capo e i capelli biondi danzarono sul suo volto in morbide onde. “Alec di cosa dovremmo essere arrabbiati? Io ti voglio bene, te ne vorrò sempre. Così come a tutti gli altri. Cosa vuoi che ci importi dei tuoi gusti sessuali? Certo fosse per me, sceglierei una persona che si veste meglio eh…”

“Magnus…l’ho ferito.” Quei felini occhi balenarono nella sua mente per un doloroso attimo. Abbassò il capo verso il parquet d legno, osservandone i motivi concentrici. Sentì Jace sospirare.

“Si, penso che su questo siamo d’accordo…”

“Non mi vorrà più…”

“Lui ti ama, Alec.”

Alexander sbatté incredulo gli occhi, rialzando il volto. Sentiva le gote in fiamme e il cuore senza motivo, accelerare il suo battito nel petto. Cosa stava dicendo Jace? Magnus, innamorato di lui?

“Cos.?!No, no, stai sbagliando.”

“Ne sei sicuro? Allora perché arrabbiarsi tanto senza motivo? Perché avrebbe dovuto stare così male? Va bene, riconosco che è un personaggio abbastanza teatrale a modo suo, ma non da fingere così tanto.”

“Lui sta male?”

Sulle labbra del biondo spuntò un fievole sorriso. Jace portò una mano sulla guancia di Alec, sfiorandola delicatamente e per un attimo lui pensò a quanto, prima, avrebbe desiderato un contatto del genere. Un contatto che ora, non gli sortiva l’effetto che aveva immaginato.

“Si, sta male proprio come te.”

“Lui mi ama”

“Come tu ami lui.”

I loro occhi si incontrarono e per la prima volta, quelli Alexander Lightwood erano limpidi come una pura sorgente. Non vi era traccia di un oscuro dolore, di un’insensata paura. per la prima volta, Jace vide gli occhi del suo compagno divenire felici. “Si.”

Jace sorrise e insieme, si alzarono, poi lo spinse scherzosamente verso la casa di Luke con le sopraciglia aggrottate. “Allora vai, stupido idiota. O giuro che, questa non te la perdonerò mai.”

Non seppe cosa provò mentre lo vide annuire con i capelli neri sparpagliati attorno al viso, le gote accese da una febbrile eccitazione. Lo osservò mentre entrava correndo in casa, lasciando chiudere la porta alle sue spalle. Jace alzò il volto al cielo, gli occhi illuminati dalla luce della luna che stava scendendo, lasciando il posto all’alba nascente. Un sorriso melanconico illuminò il suo viso.

Horror vacui.

Nella sua mente, arrivò l’immagine di una ragazza dai ricci capelli rossi e enormi occhi verdi.

Già, forse, prima o poi anche lui sarebbe riuscito ad allontanare quella paura.

Ma per ora..

 Il cielo stava iniziando a tingere le nuvole di riflessi dorati.

 

 

**********
Cia a tutti!Sto leggendo questi stupendi libri e per adesso sono arrivata al sesto!,Desideravo tanto scrivere una MagnusxAlec, ma non so perché, questa scena del libro in cui Alec ha negato la loro relazione, mi è rimasta impressa nella mente. Ho deciso quindi, per una volta, di essere Alec e non Magnus, di provare a far capire il suo dolore e la sua negazione verso se stesso. Naturalmente, la scena dove arriva Jace è inesistente, ma volevo intrometterlo, perché per Alec Jace sarà sempre la persona più importante. Dopo Magnus ovviamente U_U Spero di cuore che questa piccola one-shot sia di vostro gradimento, che i personaggi non siano troppo OOc perché volevo rispecchiarli al massimo e qualsiasi tipo di recensione è accettata. Vorrei scriverne altre, quindi se desiderate una coppia insolita, chiedetemela pure e vi accontenterò. Un bacione, Astharte.

   
 
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