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Autore: Iria    26/03/2013    7 recensioni
"Però con Julia non può fingere.
Non riesce a pronunciare versi d'amore shakespeariani, né frasi dolci imbevute di un romanticismo scialbo ed ipocrita."
Una Yurij x Julia scritta di getto, spero possa piacere nella sua semplicità!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Julia Fernandez, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trappola

"Ti preferisco con la barba."
Yurij si blocca.
La schiuma bianca gli copre il viso ancora assonnato e la mano col rasoio resta sospesa a mezz'aria.
È presto, e alle sette meno un quarto del mattino Ivanov non è ancora perfettamente in grado di collegare i suoni alle persone, però la voce di Julia gli giunge chiara e il riflesso della donna poggiata allo stipite della porta nello specchio di fronte a lui è sfocato dal vapore.
Sorride (un accenno invisibile e addirittura indecifrabile dietro il velo bianco che gli incornicia le labbra), e si volta verso la compagna.
"Dici? Alle mie colleghe piaccio senza."
Il tono è disinteressato, a tratti incolore, ma Julia conosce quel gioco e gli si avvicina con un asciugamano.
Yurij la osserva in silenzio e, celando l'interesse negli occhi azzurri, si limita a sorridere sempre di nascosto, sempre dietro al distacco dei gesti – ma il cuore lo inganna e sa che lo tradirebbe, se Julia fosse in grado di udirlo nel silenzio.
Tuttavia, la spagnola sembra non rimanere assordata dall'incessante martellare nel petto di Yurij e, mentre l'uomo ringrazia per una simile fortuna, lei bagna un angolo del telo che ha tra le mani, iniziando a sciacquare via la schiuma.
Piano, con una delicatezza che Yurij poche volte ha conosciuto, la donna svela i lembi di pelle appena coperti dalle punte ispide di una barba né incolta o particolarmente lunga.
È un'ombra che incornicia il volto del compagno, dandogli il fascino (almeno, così avrebbe azzardato a definirlo Julia) di un attore famoso.
L'uomo sente il corpo caldo di lei premere contro il suo torace nudo, i seni ancora celati da un discutibilissimo pigiama di pile sfiorargli il petto; e a quel punto teme davvero che l'altra possa scoprire il segreto della sua tachicardia.
Ma Julia è troppo concentrata sulle linee del suo volto, su quella cicatrice, ora quasi invisibile, che gli sfiora uno zigomo e sui suoi occhi immobili, per soffermarsi sul suo cuore.
E tante volte la giovane prova un senso di vergogna e di colpa. Infatti, nel fissare quelle iridi, desidererebbe vedere la gioia, la tristezza, anche la rabbia materializzarsi in quadri di chiara tempesta o di luce. Eppure, c'è sempre e solo quell'apatia ipnotica che disegna misteriosi ghirigori di sentimenti in sguardi che lei fatica ad interpretare; e suggerirle che, magari, le basterebbe semplicemente restare in ascolto per comprendere ogni emozione dell'altro, quasi sminuirebbe la coraggiosa e caparbia ricerca negli occhi di Ivanov cui si dedica quotidianamente.
Infine, quando il viso di Yurij è pulito, Julia lo fissa soddisfatta.
"Le tue colleghe..."
"... sono già fortunate che tu non sappia i loro nomi. Sei ripetitiva."
La spagnola a quel punto lo guarda indispettita, ma lui le ha già istintivamente stretto una mano.
Sto scherzando.
Non prendertela.
Vorrei che sorridessi.
Ma non riesce a pronunciare neanche una sillaba e si limita ad intrecciare ancora le proprie dita con quelle di lei.
Yurij ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, ma fortunatamente, col tempo, sul posto di lavoro ha imparato a fingere interessi e toni di voce o a ripetere coi colleghi vecchie battute e squallide osservazioni (di quelle che fanno di solito gli uomini) apprese leggendo o guardando la TV.
Quindi, senza rendersene conto, si è ritrovato circondato da una schiera di individui che le persone normali definirebbero "amici" – anche se quando ne parla, Boris li chiama "smidollati" e Kei si limita a schioccare con disappunto la lingua contro il palato, perché è risaputo che Hiwatari provi un certo ribrezzo per l'umanità.
Però con Julia non può fingere.
Non riesce a pronunciare versi d'amore shakespeariani, né frasi dolci imbevute di un romanticismo scialbo ed ipocrita.
Per quanto ci abbia provato, non è in grado di ingannarsi, di mettere da parte se stesso e di vestire i panni di un cavaliere o di un amante disposto a cantare il proprio amore.
Alle parole, alle tante metafore diabetiche ed evanescenti, preferisce un bacio che lentamente si fonde col profumo delle loro pelli nude, che lo inebria non col piacere del sesso, ma con l'essenza di Julia che è lì, che è sua, che lo guarda ed è bellissima.
E lui, semplicemente, la stringe, le ruba il respiro, ma non può parlarle.
Si sente come un giocattolo che è stato rotto, un meccanismo a cui manca quel fondamentale bullone per potersi riscaldare.
Ma Julia non pare lamentarsene: gioisce per i suoi muti gesti e non si aspetta null'altro, perché sa quanto Yurij stia ancora cercando di capire cosa sia precisamente il sentimento che l'abbia spinto a restarle accanto.
E a quel punto, ricambia la stretta di Ivanov, facendogli intendere che ha capito, che non è poi così permalosa, ma che, sì, gelosa lo è eccome, e che quindi lui farebbe meglio ad evitare le avance delle colleghe. 
Poi, con un bacio a fior di labbra, la spagnola scioglie il nodo delle loro dita, per andare in cucina, lasciando che l'altro finisca di prepararsi.
Quindi, quando il profilo di Julia si perde nell'ombra del corridoio, Yurij si volta ancora verso lo specchio e, mettendo da parte il rasoio, chiude gli occhi poggiando la fronte contro la fredda superficie.
Sorride ed anzi trattiene con fatica una risata.
"Sono finito in una trappola davvero infame."
E il suo cuore concorda, avendo ripreso a battere finalmente con calma all'allontanarsi di Julia.

*Owari*

Questa piccola one-shot è nata dal nulla, per il solo piacere di scrivere su questi due -che mi piacciono un casino. y_y <3
Spero che la fic, pur nella sua brevità, possa essere stata gradita!
Un bacio!
Iria.

   
 
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