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Autore: redeagle86    26/03/2013    1 recensioni
(Ipotetico seguito di TMI)
Dal prologo:
"Era la fine: aveva perso, i suoi sogni di gloria erano crollati come castelli di carte e lui moriva con la faccia nel fango. Un finale epico, senza ombra di dubbio.
Clary e i suoi amichetti avrebbero avuto il loro “per sempre felici e contenti” e tutti si sarebbero presto dimenticati della sua esistenza. Non c'era nessun segno del suo passaggio, solo una sconfitta.
-Ave atque vale- sussurrò.
Non è ancora giunta la tua ora, Jonathan Christopher Morgenstern.
"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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City of demons
Città dei demoni

La vita e la morte sono un unico incastro, aveva detto Erbrow.
La morte degli uni è incastrata nella vita degli altri”
(L'ultimo elfo)

Prologo

-Noi abbiamo lo stesso sangue, Clarissa. Puoi continuare a negare e a raccontarti che non ci somigliamo, ma siamo entrambi dei Morgenstern.
Clary si volse a guardare Sebastian, seduto su un muretto con la veduta di Parigi che si stagliava alle sue spalle: sarebbe stato bello poter pensare d'essere lì in vacanza con il proprio fratello, ma la verità era ben diversa.
E Jonathan Christopher Morgenster non sarebbe mai stato suo fratello.
Il sangue non creava amore, altrimenti lei non avrebbe ucciso suo padre senza provare rimpianti, senza versare una sola lacrima.
Lui aveva sangue di demone nelle vene, lei d'angelo. Non avevano nulla in comune.
Lei lo odiava, lui non provava sentimenti quindi non odiava. Non avrebbero mai avuto nulla in comune.
-Un cognome non può legare due persone. Specialmente se una delle due è un assassino.
-Lo siamo entrambi, sorellina. Anche se aver ucciso Valentine non ti sembra un omicidio. Le nostre mani sono fatte per stroncare vite: non c'è altra via per noi.

Sebastian si trascinava sanguinante lungo il sentiero che portava alla casa in cui era cresciuto: sapeva che quell'edificio non esisteva più, come tutto ciò che aveva a che fare con il suo passato, ma sentiva il bisogno di recarsi lì per esalare il suo ultimo respiro. Una seconda volta.
Sua sorella alla fine si era rivelata per ciò che era: una Morgenstern fino al midollo, come lui le aveva ripetuto durante la loro convivenza. Uccidere ciò che si riteneva il male non cambiava la realtà dei fatti e loro erano due assassini: l'unica differenza era che Sebastian non giustificava le sue azioni con il paravento della giustizia.
E Clarissa era una vera puttana: prima si era fatta travolgere da un ritardato risveglio di coscienza nel vederlo senza un braccio, poi lo aveva trapassato con una spada nella speranza di eliminarlo. Aveva davvero un amore di famiglia: prima suo fratello e dopo sua sorella. Essere trafitto dai famigliari stava diventando un'abitudine, ormai. Se aggiungeva l'odio di sua madre e le frustate di suo padre, aveva uno splendido quadretto.
-Una vita che farebbe invidia a chiunque- pensò, crollando a terra. Aveva perso troppo sangue da troppe ferite e l'unica mano che era riuscito a salvare nella battaglia era la sinistra, con cui non era in grado di tracciare marchi.
Con la testa posata sulla terra umida e il respiro leggero, il giovane si chiese se la sua storia avrebbe potuto prendere una strada diversa se fosse cresciuto come Clary, circondato dall'amore di un genitore, dagli amici, con una ragazza di cui innamorarsi...
Forse non sarebbe cambiato nulla, forse il suo sangue avrebbe macchiato ogni cosa perché lui era corrotto ancor prima di venire al mondo.

Brucerà la sua umanità, come il veleno brucia la vita nel sangue.

 Valentine aveva scelto per i suoi figli ed aveva pagato con la vita; Sebastian pagava per una natura che non aveva voluto e non poteva combattere.
-Andate tutti all'Inferno...- imprecò, tentando inutilmente di rialzarsi. Era la fine: aveva perso, i suoi sogni di gloria erano crollati come castelli di carte e lui moriva con la faccia nel fango. Un finale epico, senza ombra di dubbio.
Clary e i suoi amichetti avrebbero avuto il loro “per sempre felici e contenti” e tutti si sarebbero presto dimenticati della sua esistenza. Non c'era nessun segno del suo passaggio, solo una sconfitta.
-Ave atque vale- sussurrò.
Non è ancora giunta la tua ora, Jonathan Christopher Morgenstern.

  
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