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Autore: Dreammy    26/03/2013    1 recensioni
L’erba si interrompeva in un punto, sovrapponendosi alla roccia che colava a picco sul mare, quella sera scuro e calmo, nessun’onda ne infrangeva la superficie liscia. La Luna aveva il compito di illuminare a giorno quel posto curioso, grande e bianca, splendente, persino più del sole.
Quel cerchio perfetto era però in parte nascosto da una figura scura che le si stagliava contro.
Era un ragazzo.
[...]
Scosse la testa. - Tu non sei così.
- Sì, lo sono. Lo faccio. Però sono stufo di farlo.
- Chi ti impedisce di smettere?
E ancora una volta, quella purezza tipica dei bambini sembrava essersi insediata dentro di lei, come un fastidioso parassita che provoca gravi malattie. In quel caso, l’innocenza che, di quei tempi, ti portava solo ad essere vittima degli scherzi peggiori.
Le virtù, oramai, erano considerate dei difetti.
Lui sospirò. - Nessuno, a dire la verità. Il problema è che... - si mise la testa fra le mani. - il problema è che non lo so anch’io.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attrazione lunare.



Correva.
Katherine correva via da tutto, correva via da sé stessa, correva via dai mostri sotto al letto che si erano risvegliati per darle la caccia. Ricordi che le affioravano alla mente, provocandole orrendi incubi.
Correva attraverso il bosco, per nulla consapevole delle gocce di sudore che le cadevano lungo la schiena, calde, per nulla consapevole degli occhi rossi che bruciavano, a causa del trucco colato, per nulla consapevole dei muscoli delle gambe che tiravano, implorando pietà.
E ad un certo punto si fermò.
Era uscita da quella massa di rovi che le graffiavano la pelle chiara, aveva incontrato un luogo dissimile a qualcosa che ti opprime i polmoni sino ad impedirti di respirare. Era all’aperto.
Gli alberi del bosco si erano diradati, lasciando posto ad una distesa verde, con le gocce di rugiada che ancora cadevano dalle foglie. L’erba si interrompeva in un punto, sovrapponendosi alla roccia che colava a picco sul mare, quella sera scuro e calmo, nessun’onda ne infrangeva la superficie liscia. La Luna aveva il compito di illuminare a giorno quel posto curioso, grande e bianca, splendente, persino più del sole.
Quel cerchio perfetto era però in parte nascosto da una figura scura che le si stagliava contro.
Era un ragazzo.
Con curiosità, Katherine mosse qualche passo in avanti.
Era un ragazzo dall’aspetto assai familiare: ricci morbidi e scuri, occhi verdi e labbra piene.
Quello lì era Harry, il giovane per cui Katherine aveva una cotta già da un po’.
Cosa ci faceva sotto la Luna?
Con un dito lungo ed affusolato, la ragazza gli sfiorò la spalla.
Il ragazzo si girò, rivelando delle iridi arrossate a causa di un pianto che non voleva saperne di smettere.
Come se si vergognasse dei suoi sentimenti, lui si asciugò velocemente le lacrime, prima di tirare su col naso. - Ciao, Katy.
- Perché mi chiami così? - la domanda le salì spontanea alle labbra prima che potesse fermarla, come se avesse il bisogno di domandarglielo.
Lui scrollò le spalle. - ‘Katherine’ è un nome troppo lungo, non ti pare?
Lei si limitò ad annuire prima di sederglisi accanto, coperta da una magliettina ed un paio di pantaloncini, le cosce a contatto con la terra fresca. - Cosa ci fai qui? - chiese.
Harry sorrise amaramente. - Avevo bisogno di riflettere.
- Perché?
Le poggiò le mani sulle spalle, facendo incontrare i loro occhi, e fu azzurro nel verde. - Katy, piccola, innocente Katy. Non ti sei mai accorta delle ragazze che mi ronzano attorno?
Col candore di cui disponeva, lei si limitò ad assumere un’espressione interrogativa. - Sì, sei pieno di amiche, no?
Rise.
Ma Katy se ne accorse che non era una risata vera, che era triste, che si sentiva frustrato. Katy capì che lui voleva essere capito. E allora si impegnò per farlo.
- No, Katy, non amiche. Ragazze che come altre si innamorano di me. Dello stronzo di turno.
- Tu non sei stronzo. - ribatté lei.
- Sì, lo sono. Altrimenti come ti spieghi che me le porto a letto e poi le lascio? Come te lo spieghi?
Scosse la testa. - Tu non sei così.
- Sì, lo sono. Lo faccio. Però sono stufo di farlo.
- Chi ti impedisce di smettere?
E ancora una volta, quella purezza tipica dei bambini sembrava essersi insediata dentro di lei, come un fastidioso parassita che provoca gravi malattie. In quel caso, l’innocenza che, di quei tempi, ti portava solo ad essere vittima degli scherzi peggiori.
Le virtù, oramai, erano considerate dei difetti.
Lui sospirò. - Nessuno, a dire la verità. Il problema è che... - si mise la testa fra le mani. - il problema è che non lo so anch’io. Ormai me la sono costruita, la mia cattiva reputazione. Non si cambia così, da un momento all’altro.
Lei sgranò i grandi occhi grigi e sorrise amabilmente. - Le persone cambiano, Harry. - il battito del suo cuore si era calmato. - Come le stagioni, hai presente? Non rimangono mai le stesse per troppo tempo. - gli poggiò una mano sulla spalla, facendolo sussultare. - E quindi, nessuno ti impedisce di cercare di essere un po’ meno...  com’è che hai detto prima?
- Stronzo? - lui alzò un sopracciglio, senza nemmeno voler ammettere che quelle parole lo avevano colpito, come una pallottola, dritto al cuore.
- Sì, quello. - riprese lei, arrossendo un po’ quando i loro occhi si incontrarono.
Qualche attimo di silenzio, nei quali ognuno pensava all’altro.
Katy, che era uscita dall’ombra.
Harry, forse apprezzato fino in fondo per la prima volta.
Katy, che i suoi mostri sotto il letto avevano deciso di lasciarla in pace, mentre era in prossimità del ragazzo.
Harry, che aveva trovato un raro esemplare di purezza d’animo, qualcuno che fosse ancora in grado di carpire i pensieri più nascosti del proprio interlocutore.
E allora, che senso aveva continuare ad evitare lo sguardo dell’altro?
Si girarono in contemporanea, e fu Harry a prenderle il viso fra le mani, attirandola delicatamente a sé, quasi con paura di farle del male, come fosse stata una bambola di porcellana.
Lei, inizialmente, parve non capire, ma protese le labbra verso di lui, facendo sì che un contatto delicato li unisse, un bacio vero. Gli occhi li teneva aperti, curiosa di vedere l’espressione che lui avrebbe fatto.
Sotto la Luna, illuminati da un chiarore argentato, due giovani che fuggivano da qualcosa e che, finalmente, avevano trovato la loro meta.
Il cuore dell’altro.
Staccatosi, Harry sorrise lievemente, prendendole le mani. - Questo è come un nuovo inizio.



L'angolo di Dreammy.
Ed eccomi qui con una nuova One Shot.
Vi starete chiedendo qual è il senso, ma la verità è che non lo so nemmeno io.
E'... semplicemente il bisogno di buttare su carta le prime cose che mi passano per la mente.
E questo è il risultato.
Spero che vi soddisfi e, se volete farmi sapere qualcosa a riguardo, lasciatemi un commentino. ^^
A presto!

 

~ Dreammy.

   
 
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