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Autore: Valerie Clark    27/03/2013    2 recensioni
''Eppure l’hai visto, l’hai visto bene tuo fratello che si faceva il tuo migliore amico. Tuo fratello a cui non nascondi niente, tuo fratello che credi non ti nasconda niente. Tuo fratello che si faceva il tuo migliore amico. Tuo fratello che non ti ha detto di essere gay. Tuo fratello di cui ti fidi, tuo fratello che si fida di te. Tuo fratello che è come te.''
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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   Tuo fratello che è come te   

   Eppure l’hai visto, l’hai visto bene tuo fratello che si faceva il tuo migliore amico. Tuo fratello a cui non nascondi niente, tuo fratello che credi non ti nasconda niente. Tuo fratello che si faceva il tuo migliore amico. Tuo fratello che non ti ha detto di essere gay. Tuo fratello di cui ti fidi, tuo fratello che si fida di te. Tuo fratello che è come te.

Alla fine siete uguali, cosa vi differenzia? Un paio di lentiggini in più o in meno, qualche minuscola differenza nel DNA, qualche capello in più … lo sai bene che queste non sono differenze.

‘Perché?’ chiedi
‘Cosa?’
‘Perché non mi hai detto niente?’
‘Cosa avrei dovuto dirti, cosa avrei potuto dirti? Non stiamoinsieme, se è quello che vuoi sapere. Ogni tanto facciamo sesso.’
‘Avresti dovuto dirmi tutto. Avresti potuto … da quanto va avanti?’
‘Qualche anno.’
‘E in qualche anno non ti è mai venuto in mente di dirmi che ti sbattevi il mio migliore amico? O che ti piacevano gli uomini, George?’
‘Pensavo l’avessi capito da solo … ‘
Forse avresti potuto capirlo da solo, d'altronde lui è come te, lui è cresciuto con te.
‘È un problema? Sono la stessa persona di prima, Fred, ti voglio bene come prima, siamo fratelli come prima. Ti dispiace?’ ti chiede poi
‘Certo che no.’ gli sorridi, e sai di aver ragione, sai di non mentire, sai di amarlo comunque, semplicemente perché è lui. Non fai caso alla strana gelosia che ti sta crescendo nel petto; lo stringi a te e spegni la luce, come ogni notte, insieme, da quando siete nati.
Sei abituato alla sua figura, al suo profumo, al suo respiro; condividete la stessa stanza, lo stesso letto da sempre e la notte vi siete sempre addormentati ognuno sul proprio lato dello stesso letto,  in modo da potervi guardare in faccia, in modo da potervi guardare negli occhi.
È sempre stato così, ma sarà ancora sempre così? Sarete per sempre bambini, dentro e fuori? Il pensiero che possa non essere così ti fa paura, ti chiude lo stomaco, ti terrorizza. Uno di voi due, tu per primo magari, potreste farvi una nuova vita e condividere il tempo, il letto, la vita con qualcun altro. È un pensiero tremendo, è un pensiero straziante. Ti chiedi come farai, cosa farai da solo; sì, da solo, perché sei sicuro che chiunque ti sia accanto non sarà mai come tuo fratello, e allora ti sentirai solo per forza, anche se sarai circondato da una folla, anche se sarai amato. È da lui che vuoi essere amato. È lui che ami.
Ti avvicini a lui, lo accarezzi, lo guardi.
Pensi a tutte le volte che lui c’è stato per te, tutte le volte che tu ci sei stato per lui. Tutte le volte che di notte, al buio, non riuscivi a dormire e lo sfioravi. E a lui bastava quel minuscolo movimento per capire tutto, per abbracciarti, per stringerti forte la testa sul suo petto e farti passare la paura.
Lo fa anche adesso, lo fa sempre, l’ha sempre fatto. Poggi l’orecchio sul suo cuore e senti il battito tranquillo, regolare, mentre il tuo batte impazzito.
Senti il suo fiato su di te, le sue labbra vicino alle tue e ti chiedi che sapore abbiano. Come puoi chiedertelo? Siete fratelli, come puoi chiedertelo?
E proprio mentre pensi di essere impazzito, lui socchiude gli occhi, ti guarda e ti lascia un bacio dolce sulle labbra, come per calmarti, come per tranquillizzarti, come quando eravate piccoli. Sorride, sorride sempre, sorride anche quando non ce n’è motivo, anche quando non ce n’è bisogno.
Ti riappoggi al suo petto mentre senti la sua mano accarezzarti il collo e gli sussurri piano, sperando quasi che non ti senta: ‘Sono come te, George.’.
Quattro parole lasciate lì, sospese in quel silenzio che aveva un qualcosa di terrificante, in quel buio che lo spaventava più della morte. Ma George ti ha sentito, Fred. George ti sente sempre.
‘Lo so.’ ti risponde sicuro, con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
 
‘Sei mio fratello, Fred, mio fratello gemello; lo so come sei, lo so che sei uguale a me, che hai tutte le mie sfaccettature, le mie lentiggini, i miei difetti, i miei gusti. Ti voglio bene, Fred.’
Lo guardi stupito, forse perché lui si era accorto di qualcosa di cui nemmeno tu ti eri accorto, e lo stringi forte a te, non lo vuoi più lasciare.
‘Anche io ti voglio bene, George.’







Qusta è la ff a cui tengo di più;
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1328428&i=1
   
 
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