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Autore: CinderNella    27/03/2013    5 recensioni
"Davvero perfetto. La sua auto nemmeno partiva. Probabilmente la batteria s’era scaricata e lei avrebbe dovuto passare la nottata lì, perché il meccanico che aveva chiamato le aveva fatto chiaramente capire che non sarebbe potuto andare ad aiutarla. Uscì dall’auto sbattendo la portiera e lanciando un urlo liberatorio. Quella giornata proprio non andava. Come doveva fare, ora?
L’aria fresca del tardo pomeriggio era quasi benefica, riusciva a ridarle un po’ di speranza. Forse.
«Hai… bisogno di una mano?» Joseph la guardava, incuriosito. Si era addirittura fermato per osservarla, e lei di tutta risposta aveva continuato a guardare i corti riccioli color miele e gli occhi chiari."

[Seguito di "Help me, I'm alive" - Coppia Candice Accola X Joseph Morgan]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Michael Trevino, Nina Dobrev
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E così, per citare la mia band preferita... "The time has come to say goodbye...The sun is setting in the sky, the truth turned out to be a lie It’s over, over, hum yourself a lullaby This is the end but baby don’t you cry"... ok ho divagato abbastanza. Non so come esprimervi la mia tristezza nel postare quest'ultimo capitolo... ho anche cercato di protrarre la data di pubblicazione per non giungere alla fine, ma adesso ve la devo una fine. Che dire... spero che vi sia piaciuta tutta la storia, lo spero sul serio. Spero che vi piaccia questo capitolo, spero che i miei Candice e Joseph vi abbiano conquistate... e spero di rivedervi tra i commenti delle mie e delle vostre prossime storie! Alla prossima e buona lettura! Ah, e il video della canzone di riferimento al capitolo è http://www.youtube.com/watch?v=tbNlMtqrYS0 (The Proclaimers - I'm gonna be (500 miles) ...Buona lettura!


20. When I wake up, well I know I'm gonna be, I'm gonna be the man who wakes up next to you.

Candice si era piantata davanti al forno e si riscaldava un po’ le mani un po’ il sedere avvicinandosi ad esso: Joseph trovò la scena così ilare che dovette fare una foto. Non poteva farsela scappare, una cosa del genere.
«Ehi! Ora sei anche fotografo?! Fa’ vedere!» la ragazza mollò le faccende culinarie per inseguire il fidanzato per tutto il salone e corridoio che portava alle camere, inciampando in un cavalletto e cadendo rovinosamente a terra: Joseph scoppiò a ridere, scattandole un’altra foto.
«Fa’ pure… è quello che mi merito, per scegliermi un ragazzo artista!» lui la aiutò a tirarsi su, correggendola: «Di professione attore, non artista.»
«Ma fai foto, dipingi, fai cornici, produci, reciti… insomma, manca solo che canti…»
«In realtà ho suonato per qualche tempo… molti anni fa.» si lasciò sfuggire lui, mentre quella sgranava gli occhi: «Ora ti costringerò sempre ad andare a fare il karaoke e cantare insieme.»
«…No, no, decisamente no.»
«E comunque avevo ragione, artista. Che ne dici, non mettiamo quadri alle pareti, li fai tutti tu?» propose quella, avvicinandosi a lui per stampargli un bacio leggero sul naso all’insù per poi tornare a riscaldarsi al forno.
«Se proprio ci tieni…» commentò lui, raggiungendola per abbracciarla: la sollevò da terra e strinse a sé «Meglio chiudere il forno, sennò ceneremo domattina.» la ragazza calciò lo sportello del forno per voltarsi e abbracciare meglio il ragazzo, impuntandosi sui piedi per raggiungerlo al meglio e baciarlo con tenerezza.
Tornarono alla realtà quando sentirono un bussare dal piano di sotto: persistente e leggero. Candice guardò stranita il ragazzo e urlò il nome dell’amica: «Nina?»
«Candy. Cosa state cucinando?» urlò di rimando l’altra, dal piano di sotto. Il rumore smise improvvisamente: voleva attirare la loro attenzione sbattendo la mazza da scopa sul soffitto???
«Uhm… voi?»
«E dai!» Candice non rispose, conscia del fatto che l’amica sicuramente non avrebbe voluto cucinare.
«Ho solo l’insalata, Ian torna tra poco e non voglio andare a fare la spesa.»
«Hai almeno i pomodori?»
«…Sì. Più o meno.» rispose Nina dal piano di sotto: Candice alzò gli occhi al cielo e piantò nelle mani di Joseph tre pomodori enormi – sicuramente geneticamente modificati – e una scatola di muffin: «Perché io?!»
«Vuoi finire tu di cucinare il pollo?!» propose la ragazza, indicando il forno: non se lo fece nemmeno ripetere, infilò il cappottone e prese il cibo, dirigendosi verso la porta «Ricordati le chiavi di casa!»
«Sissignore!» ribatté quella, mandandogli un bacio volante. Poi si guardò intorno, guardò il forno e lo aprì nuovamente. Aveva le mani gelate, e voleva riscaldarsele a tutti i costi. Poco importava che il pollo ci avrebbe messo di più a cuocersi.

«Wow, muffin! Muffin e insalata?» chiese Nina, accogliendo in casa prima il cibo e poi Joseph, che mollò il cappotto sul divano come se fosse a casa sua, e si accovacciò vicino al camino, guardandosi intorno: «Hai intenzione di accenderlo? Fa caldo!»
«Candice sta morendo di freddo di sopra. Sono quasi certo che non appena me ne sono andato s’è messa, a forno aperto, con mani e sedere lì vicino.»
«…Non sono certa di voler sapere come.» dichiarò Nina, alzando entrambe le sopracciglia: poi guardò il ragazzo intento a cercare qualcosa per accendere il fuoco. Era così tenero nei confronti di Candice! Non ci avrebbe mai creduto che solo sei mesi dopo sarebbero finite così, da coinquiline a vicine di casa… E Candice con Joseph! Per carità, era contenta e soddisfatta, ma non se lo aspettava. Avevano affrettato di molto le cose, e non era proprio da lei.
E doveva stare attenta mentre tagliava i pomodori e non pensare all’amica guardando il suo fidanzato perché sennò sarebbe finita per tagliarsi un dito: «Joe, la legna è accanto al divano. Se vuoi dei fogli di carta per accendere il fuoco li trovi sul tavolo lì in fondo.»
«…Devo bruciare i copioni?!»
«Son della prima stagione, non farti scrupoli!» il ragazzo alzò entrambe le sopracciglia e afferrò i fogli, avvicinandosi nuovamente al camino dove aveva già posto legna grande e piccola dove avrebbe acceso il focolare. Aveva pronto anche il parafuoco in ferro battuto che aveva trovato buttato in un angolo dell’enorme salotto.
«Buonasera amor… ho forse sbagliato casa?!» chiese Ian, notando Joseph intento al camino.
«Sto accendendo il camino per Candice che sta morendo di freddo…» spiegò semplicemente lui, continuando con le sue occupazioni.
«…A casa nostra?»
«Sì, mi seccava cucinare e loro lo stavano già facendo quindi o ti accontenti del loro pollo oppure rimarrai ad insalatina scondita e muffin. Che per inciso, hanno portato comunque loro. Assieme ai pomodori.»
«Quindi se non fosse per lui e la sua dama ora starei sperando di mangiare foglie verdi e basta?»
«…Probabilmente.» commentò Nina, dopo aver scosso la testa ponderando la risposta.
«Oh, bene. Sono molto felice di avere intrusi in casa allora!» aggiunse il corvino, lasciando il cappotto sul divano accanto a quello dell’altro ragazzo, che abbozzò un sorriso diretto a lui, ma senza distogliere lo sguardo dal fuoco. Stava avendo non poche difficoltà per riuscire a farlo accendere, tra i fogli che gli bruciavano le mani e che non trasferivano la fiamma ai legnetti più piccoli. Riuscì ad accenderlo solo dopo molti minuti, e la fiamma modesta iniziò a fare un po’ di calore giusto in tempo, non appena Candice suonò alla porta: Ian, affamato, si precipitò ad aprirle e le tolse la teglia di mano, lasciandola leggermente basita: «Prego!»
«Sì, sì, ti ringrazio dopo, a tavola! Ora ringrazia tu la testa riccia bionda del tuo fidanzato che ci ha riempito casa di fumo e di puzza di bruciato per quant’era ostinato ad accenderti il fuoco. Sennò morivi di freddo.» fortunatamente gli altri due erano in cucina, così il rossore sulle guance di Joseph lo notò solo Candice: «Davvero?» chiese lei, per conferma. Ma lo sapeva già dentro di sé, era una di quelle cose dolci e semplici che lui era capacissimo di fare, senza fartelo pesare, senza rendertelo noto, ma che ti riscaldavano il cuore, e in quel caso… non solo.
Il ragazzo annuì, abbracciandola e strofinando le mani sulle sue braccia, pronto a toglierle il cappotto e trascinarla vicino al camino, per poi sedersi sul tappeto assieme a lei ed abbracciarla per la vita, da dietro. Le stampò un baciò sulla guancia, mentre lei ricambiava e si beava delle coccole, incrociando poi lo sguardo di Nina che li osservava sorridente e preparava i piatti.
Candice ricambiò il sorriso, indicandole con lo sguardo Ian, che si dava da fare per trovare le posate e fregare un po’ di pollo di qua e un po’ di insalata di là: la risposta dell’amica fu un’alzata di spalle, seguita da una risata, che fece poi irrimediabilmente ridere anche lei.
«Cosa c’è?» chiese Joseph dopo un po’, riemergendo alla sua sinistra, dalla chioma bionda in cui era sprofondato.
«Mah, nulla. Guardavo quei due e mi facevano ridere. Ian ha probabilmente fatto fuori già metà di quello che avevo cucinato.»
«Tanto tu cucini sempre per quattro e porti il resto a Nina, non è una novità.» commentò il ragazzo, ridacchiando.
«…E anche tu hai ragione.» rispose quella, ridendo e gettando la testa indietro, contenta. Sinceramente contenta, come da un mese a quella parte o poco più, come non lo era da tempo. Posò la testa sulla spalla del ragazzo e gli baciò una guancia a tradimento, fin quando non furono richiamati da Nina che aveva brutalmente gettato a terra tutta la roba che era sul tavolo da pranzo per apparecchiare e dir loro di sbrigarsi, sennò non avrebbero trovato nulla, visto che Ian aveva già fatto fuori persino un muffin.

Otto mesi dopo…
«Il tacchino è pronto a tavola!» Carolyn, la madre di Candice, richiamava tutti gli ospiti a tavola: ma lui aveva ancora da fare con il camino…
«Hai una strana passione per i camini?» chiese Candice, sgranando gli occhi e prendendolo per le spalle, trascinandolo verso la sala da pranzo.
«Non proprio, sono loro che mi odiano. Volevo almeno finire questo visto che me l’aveva chiesto…»
«Ah, mia madre ti ama, non smetterà di adorarti perché non sei riuscito a far rinascere il fuoco… ci penserà mio fratello, su, vieni!» lo trascinò per una mano verso la tavolata principale, accanto alla quale c’erano i nonni della ragazza che parlottavano e mangiucchiavano su un tavolo separato e rotondo.
Non si sentiva particolarmente a disagio, sebbene il Ringraziamento precedente, con tutti gli altri del cast era stato più tranquillo… a casa di Kat. Almeno erano tutti insieme e non rivestiva il ruolo del “fidanzato della figlia prediletta del padrone di casa” a casa del suddetto padrone di casa. A casa loro per tutto il weekend.
Perlomeno aveva Carolyn dalla sua parte, così se Kevin il chirurgo avesse voluto per qualche motivo ammazzarlo – e avrebbe saputo senza dubbio come farlo – lei lo avrebbe fermato. O almeno ci sperava.
Tutto quel legno e quel calore gli davano una sensazione di casa, anche se nel caro vecchio continente non avevano la megalomania di avere case così grandi. Però, era un cardiochirurgo, poteva permettersi ciò che voleva, il signor Kevin Accola. Non per nulla, ma gli incuteva non poco timore. E ne aveva anche avuto abbastanza sulle domande inquisitorie circa il suo mestiere – era lo stesso della figlia!!! – i suoi gusti in fatto di tutto – e non era certo che li condividesse, anzi – e la sua situazione finanziaria e di salute. Fortunatamente poi Candice l’aveva zittito prontamente e non ce ne erano state più, di domande scomode. Solo il commento “Volevo solo assicurarmi che fosse un ragazzo per bene, non come quel bifolco trucido che ci hai presentato come amico l’altra volta e che ti ha fatto soffrire tanto.” Che doveva prendere come positivo, vero?
«Ancora non ho capito cosa fate voi due in TV tutti i giovedì, però vi seguo comunque!» dichiarò una nonna della ragazza, sorridendo loro.
«Oh, grazie! Effettivamente, nemmeno noi sapremo se camperemo ancora negli episodi successivi…» rispose Joseph, cercando lo sguardo Candice, che gli strinse la mano venendogli in aiuto: «Però è un lavoro sicuro, eh, nonna!»
«Oh, lo so, lo so, tesoro!» commentò la donna, avvicinandosi alla nipote dandole delle piccole pacche affettuose sulla mano «È carino, eh? E che bell’accento che ha! Hai fatto delle buone conquiste, brava la mia piccina! E piace anche a Kevin, anche se sarà sempre geloso della sua primogenita prediletta!» commentò la nonna abbassando la voce, facendo arrossire Candice e Joseph davanti a tutti: ma la nipote le si avvicinò un po’ di più, cercando di sembrare poco imbarazzata e naturale «Sì, lo so. Belle conquiste, eh?» lanciò uno sguardo d’intese alla nonna, per poi ritornare a guardare il piatto pronto, colmo del tacchino che avevano preparato i suoi genitori.
E quando qualcun altro accennò sui ringraziamenti da fare per quell’anno, guardò Joseph col bicchiere colmo di champagne in mano per mormorargli un “Sono riconoscente per averti trovato. Ti avevo promesso che l’avrei detto.”
«Lo sono anche io.» mormorò Joseph in sua risposta, baciandole poi una guancia, per poi tornare entrambi a guardare i loro piatti, fin quando i ringraziamenti non furono terminati. Nessun a quella tavola decise di commentare il momento tenero tra i due o interromperlo: era così dolce che aveva intenerito persino il signor Kevin, che poco dopo aveva dichiarato che potevano cominciare a mangiare, come una grande e contenta famiglia un po’ stramba ma piena di affetto.
  
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